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Benessere marittimi: strategie efficaci per ridurre lo stress in alto mare

- L'Indice di Felicità dei Marittimi è sceso a 6,6/10 nel terzo trimestre 2023.
- Nel Q1 2025 la felicità generale è 6,98/10, +0,07 dal Q4 2024.
- Un'indagine su 848 marittimi italiani rivela alta resilienza e senso etico.
La vita e il lavoro dei marittimi sono da sempre caratterizzati da condizioni uniche e spesso estreme, che pongono sfide considerevoli al benessere psicologico. L’isolamento prolungato, la lontananza da familiari e amici per lunghi periodi e le impegnative condizioni lavorative rappresentano fattori di stress intrinseci a questa professione. Negli ultimi anni, tuttavia, un’intensificazione di questi elementi ha ulteriormente aggravato la situazione. L’aumento dei carichi di lavoro, la necessità di adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie e il contesto globale, come evidenziato in particolare dalla pandemia di COVID-19, hanno contribuito a un incremento significativo delle problematiche legate alla salute mentale tra i professionisti del settore marittimo.
La Fondazione mondiale per la salute mentale sottolinea che “la salute mentale è un diritto umano universale” e che oltre l’80% delle persone che soffrono di problemi di salute mentale non ha accesso a cure sanitarie adeguate. Nel contesto della crisi pandemica attuale si è assistito a un aggravamento delle problematiche già esistenti; infatti, molti marittimi si trovano ora ad affrontare contratti estesi, limitazioni nei periodi di congedo terrestre, oltre a una significativa crescita dell’ansia. Stando alle rilevazioni effettuate dall’Indice di Felicità dei Marittimi (Seafarer Happiness Index), il punteggio relativo alla soddisfazione globale ha subito un netto calo, raggiungendo il 6,77/10 nel secondo trimestre del 2023 rispetto al 7,1/10 del periodo precedente. Un aspetto particolarmente critico è rappresentato dal fatto che i marittimi possano lavorare “più di 20 ore al giorno“, comportamento che non solo contravviene ai requisiti stabiliti dalla Convenzione sul lavoro marittimo (MLC), ma solleva anche serissime questioni riguardanti la salute mentale e la sicurezza operativa della categoria stessa. [Il diritto alla salute mentale: i marittimi in prima linea]
L’Indice di Felicità dei Marittimi nel terzo trimestre 2023 ha raggiunto il suo minimo storico di 6,6, evidenziando la caduta nella soddisfazione salariale e condizioni di lavoro disagevoli.
Le conseguenze di una cattiva salute mentale a bordo sono molteplici e incidono profondamente sull’equipaggio. I marittimi possono sperimentare una maggiore difficoltà nell’acquisire informazioni e prendere decisioni rapide, trovandosi a dipendere maggiormente dai colleghi per supporto e non sentendosi pienamente sicuri nelle scelte da intraprendere. Questa dinamica può influenzare negativamente la collaborazione all’interno del gruppi di lavoro e imporre un carico eccessivo su alcuni individui.
Organizzazioni internazionali e sindacati hanno intensificato gli sforzi per fornire maggiore protezione e supporto ai marittimi. Si è spinto per l’inserimento della formazione sulla salute mentale nei programmi educativi standard e per la promozione di discussioni aperte volte a demistificare i problemi psicologici. Nonostante una crescente disponibilità dei marittimi a cercare assistenza e a discutere apertamente delle proprie difficoltà, l’accesso a un supporto adeguato mentre si è in mare rimane una <
Un’analisi condotta su 848 marittimi italiani ha evidenziato la resilienza e il forte senso di responsabilità di questi professionisti, ma anche aree critiche come la gestione dello stress e la collaborazione tra colleghi.
Fattore Chiave | Soddisfazione (Q2 2023) | Variazione |
---|---|---|
Soddisfazione Generale | 6,77/10 | ? 0,33 |
Salari | 6,49/10 | ? 0,53 |
Carichi di Lavoro | 5,81/10 | ? 0,69 |
Connettività | 6,81/10 | ? 0,30 |
La tecnologia, pur presentando alcune limitazioni legate alla connettività, sta iniziando a giocare un ruolo nel migliorare l’accesso al supporto. Diverse entità hanno messo a punto delle applicazioni mobili, fornendo così canali immediati d’assistenza e accesso a risorse dedicate al welfare, anche in assenza di connessione. Un ulteriore campo d’innovazione è costituito dall’uso delle tecnologie indossabili, concepite per valutare come diversi elementi possono influenzare il benessere complessivo del personale navigante. Tuttavia, tale implementazione suscita rilevanti interrogativi riguardanti la sorveglianza della privacy, la salvaguardia della sicurezza e il trattamento responsabile dei dati sensibili, esigenze cui si deve prestare particolare attenzione.
Sebbene nel settore navale siano stati compiuti significativi avanzamenti nella gestione della condizione psichica degli operatori in mare, esistono ampie opportunità affinché si possano raggiungere traguardi ulteriori mediante una cooperazione più intensa, l’accessibilità migliorata ai servizi d’aiuto e un approccio etico nell’impiego delle nuove tecnologie. Non va minimizzato il benefico effetto derivante dalla crescente sensibilizzazione verso il benessere psicologico degli individui coinvolti nel mondo marittimo.
Indagine sulla felicità dei marittimi: sfide persistenti e l’indice del primo trimestre 2025
L’analisi della soddisfazione emotiva della categoria marittima ha messo in luce come continuino ad esistere consistenti ostacoli, influenzando negativamente il benessere generale. L’indice relativo alla loro condizione psicologica, riferito al periodo inaugurale del 2025, segnala un panorama difficile da migliorare. Affrontare con serietà tali problematiche risulta fondamentale per introdurre interventi efficaci a favore della categoria. L’analisi presentata dal recente rapporto nell’ambito dell’Indice di Felicità dei Marittimi (Seafarer Happiness Index), riguardante il primo trimestre del 2025, offre una visione penetrante sulle criticità principali insieme alle attuali dinamiche del settore nautico. Anche se dai dati emerge una lieve stabilizzazione della soddisfazione complessiva tra gli equipaggi, si evidenziano notevoli tensioni causate da sfide strutturali e operative. In particolare, emergono come criticità l’invecchiamento della flotta mercantile, questioni concernenti la sicurezza per i membri dell’equipaggio — frequentemente collegate alla diminuzione degli uomini a bordo unitamente all’insufficienza di personale specializzato — oltre a un senso generale che denota una preparazione formativa non adeguata; ciò viene ritenuto da numerosi marittimi insufficiente nell’essere pratica e attinente alle reali necessità quotidiane lavorative in alto mare.
Inoltre, si evidenzia nel documento come il preservare il bien-être psicologico sia cruciale per assicurare elevati livelli di standard sia in termini operativi sia per quanto concerne la sicurezza complessiva.
Gli incidenti come quello della MV Dali a Baltimora fungono da chiaro monito rispetto all’importanza di investire nella manutenzione navale e nel benessere dell’equipaggio.
Area di Indagine | Punteggio Q1 2025 | Variazione rispetto al Q4 2024 |
---|---|---|
Felicité Generale | 6,98 | ? 0,07 |
Formazione | 7,27 | ? 0,10 |
Permesso a Terra | 6,73 | ? 0,61 |
Sicurezza(Invecchiamento Navi) | Risultati allarmanti |
Le problematiche, unite alle restrizioni persistenti sui permessi a terra e allo stress derivante dall’eccessivo carico di lavoro, continuano a esercitare un impatto negativo sul benessere complessivo dei marittimi. Il rapporto sottolinea con forza come queste sfide non siano semplicemente questioni di welfare, ma elementi cruciali che influenzano direttamente le prestazioni operative, l’efficienza e la sostenibilità futura dell’intera industria marittima. L’incidente della portacontainer MV Dali a Baltimora viene citato come un esempio calzante delle potenziali e gravi conseguenze che possono derivare da infrastrutture navali obsolete e da una manutenzione insufficiente.
La metodologia dell’Indice di Felicità dei Marittimi si basa su un sondaggio trimestrale che analizza dieci aree chiave della vita dei marittimi a bordo, tra cui la salute mentale, il benessere fisico, la vita lavorativa e i contatti familiari. L’obiettivo è generare insight concreti per promuovere miglioramenti tangibili nel settore. Le principali preoccupazioni identificate nel primo trimestre del 2025, oltre a quelle già menzionate, includono anche questioni relative al cibo e alla connettività.
Molti marittimi riescono comunque a trovare soddisfazione nel loro lavoro, valorizzando il lavoro di squadra, il cameratismo e gli aspetti tecnici della loro professione.
Il leggero aumento nella felicità generale, osservato nel primo trimestre 2025 (6,98 su 10, rispetto al 6,91 del quarto trimestre 2024), potrebbe non riflettere appieno la gravità delle problematiche sottostanti. Una disamina approfondita suggerisce che l’aumento marginale possa derivare da fattori temporanei o da progressi in settori considerati meno prioritari, mentre permangono problematiche strutturali. L’insistenza su preoccupazioni consolidate negli anni evidenzia la natura sistemica delle questioni, le quali hanno posto difficoltà al settore nella loro gestione efficace, rendendo necessario un sforzo innovativo e maggiormente focalizzato.
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Colmare le lacune nell’assistenza psicologica e le prospettive dei marittimi italiani
Sebbene l’attenzione verso il benessere psichico degli operatori marittimi sia in costante crescita, sussistono tuttavia rilevanti deficit nell’assistenza psicologica mirata e accessibile a questo gruppo professionale. La peculiare essenza dell’impiego nel settore navale – caratterizzata da una singolare combinazione d’isolamento forzato, pressioni operative elevate e distacco dai legami affettivi – impone necessità specifiche che non possono essere soddisfatte dalle consuete strutture terapeutiche presenti sulla terraferma. È indispensabile garantire l’accesso a esperti capaci non solo dal punto di vista tecnico, ma anche sensibilizzati alle particolarità ambientali del mondo navale per fronteggiare adeguatamente le complessità psichiche sperimentate dall’equipaggio.
Indagini recenti come quella realizzata nella cornice della Port & Shipping Tech durante la Genoa Shipping Week hanno tentato di identificare il profilo delle necessità emotive dei marinai, così come gli elementi causativi dello stress al quale sono sottoposti quotidianamente. Un’indagine che ha coinvolto più di 848 marittimi italiani ha rivelato un quadro sorprendente: tali professionisti dimostrano una considerevole resilienza nel loro operare quotidiano; sono dotati di efficienza lavorativa ed esibiscono un marcato senso etico nella loro attività. Di contro, emergono aree critiche, tra cui una collaborazione non sempre ottimale tra colleghi e una gestione dello stress che risente della ripetitività del lavoro e dell’ambiente monotono.
Note:
- L’analisi del carico di lavoro ha rivelato che comandanti e direttori di macchina riportano minori pressioni lavorative rispetto ai sottufficiali e ai comuni, e un minor carico fisico rispetto a chi ha un grado inferiore.
- I livelli di resilienza, autoefficacia lavorativa e un forte senso dell’umorismo sono stati comuni tra i marittimi.
- La ricerca mette in evidenza la necessità di interventi personalizzati, calibrati in base allo status e alle specifiche difficoltà riferite da ciascun individuo, per promuovere un reale miglioramento del benessere sul lavoro.
Un orizzonte di maggiore serenità per i marittimi: porre il benessere al centro della strategia
L’investimento nella salute e nell’equilibrio psico-fisico dei lavoratori del mare si pone come un obiettivo cruciale; non solo promuove una qualità di vita superiore, bensì favorisce anche un miglioramento dell’efficacia organizzativa.
Cura e attenzione verso le necessità degli equipaggi si rivelano essenziali, poiché assicurano non solamente la salvaguardia in navigazione, ma altresì contribuiscono a potenziare l’attività professionale su tutti i fronti.
Le evidenze raccolte dalle recenti indagini e le testimonianze degli esperti convergenti nel sottolineare un imperativo categorico per l’industria marittima: dare priorità al benessere fisico e mentale dei marittimi non è solo una questione di etica o di responsabilità sociale, ma un investimento strategico fondamentale per garantire la sicurezza operativa, l’efficienza e la sostenibilità a lungo termine del settore. L’analisi dell’Indice di Felicità dei Marittimi e altri studi specifici sulla popolazione marittima italiana evidenziano chiaramente che le sfide psicologiche e fisiche affrontate dagli equipaggi hanno un impatto diretto sulla loro capacità di svolgere il lavoro in modo sicuro ed efficace.
Per affrontare efficacemente la complessa rete di fattori di stress che caratterizzano la vita in mare, è necessario un approccio olistico e multiforme. Le raccomandazioni che emergono con maggiore forza riguardano diverse aree cruciali.
Investire in modo significativo nella manutenzione e nell’aggiornamento della flotta navale è imprescindibile: Navi moderne e ben mantenute riducono il carico di lavoro e il rischio di incidenti per gli equipaggi, alleviando una fonte primaria di stress e preoccupazione. La creazione delle basi per una realtà futura più promettente si fonda sull’essenziale revisione ed aumento dell’efficacia formativa. Si percepisce ampiamente la necessità di una didattica che prediliga elementi pratici piuttosto che teorici; ciò comporta lo sviluppo delle competenze specifiche degli operatori marittimi attraverso simulazioni realistiche al fine di innalzare gradualmente la loro autostima nelle circostanze critiche. Inoltre, l’introduzione della mindfulness, insieme alle modalità collaborative tra colleghi (peer support) nei corsi professionalizzanti, può offrire risorse reali per affrontare lo stress accumulato, nonché potenziare gli aspetti affettivi.
Allo stesso modo, è imperativo assicurarsi che gli equipaggi abbiano accesso a periodi sufficienti di riposo, nonché alla concreta opportunità di usufruire dei permessi quando sbarcano a terra. Attualmente esistono numerose limitazioni causate da regolamenti portuali troppo rigidi o da turnistiche elevate, oltre alla scarsità delle strutture necessarie; tutti questi fattori ostacolano significativamente il processo necessario alla rilassante distensione dall’attività lavorativa quotidiana, rendendo difficile riannodare i legami con le proprie famiglie e amici. La considerazione del diritto al permesso a terra come elemento imprescindibile alla bellezza del recupero psicofisico diventa quindi fondamentale nell’ambito della promozione del benessere degli addetti al settore durante le operazioni navali. In ultima analisi, appare fondamentale includere nella struttura delle politiche aziendali e sindacali il sostegno psicologico, assicurando così un accesso costante a professionisti competenti appositamente formati per affrontare le specificità del settore marittimo. Il lancio di iniziative rivolte alla prevenzione e alla gestione dello stress rappresenta uno strumento cruciale insieme al monitoraggio dell’atmosfera relazionale all’interno delle navi e ai sistemi d’intervento tempestivi. Questi fattori contribuiscono significativamente alla creazione di una cultura dedicata al benessere che valorizzi la salute mentale quale elemento fondante della qualità lavorativa nel campo marittimo. Solo mediante uno sforzo collaborativo da parte degli armatori assieme agli enti regolatori competenti, alle autorità portuali e alle associazioni dedicate al welfare potremo delineare spazi lavorativi maggiormente protetti ed equilibrati per i marinai in tutto il globo.
L’esperienza vissuta in mare sottolinea fortemente quanto gli aspetti ambientali possano avere ripercussioni considerevoli sul nostro equilibrio psichico. Nell’ambito della psicologia ambientale – disciplina focalizzata su tali interazioni – vengono esaminati fattori quali l’isolamento prolungato, gli spazi ristretti nonché l’insufficienza d’incitamenti esterni che possono influenzare negativamente la stabilità emotiva.
Per i marittimi, questi fattori si sommano a un carico di lavoro elevato e a ritmi spesso irregolari, creando una condizione di stress cronico che può logorare le risorse attentive e decisionali, come studi nel campo della psicologia cognitiva hanno più volte dimostrato.

A un livello più avanzato, potremmo riflettere su come l’esposizione prolungata a un ambiente privo di variazioni significative e di feedback sociali regolari possa incidere sulla nostra capacità di autoregolazione emotiva, un concetto cruciale nella psicologia comportamentale. Questo ci spinge a considerare il valore inestimabile della connessione umana, del supporto sociale e della possibilità di staccare dalla routine, elementi che per i marittimi diventano non un lusso, ma una necessità vitale per mantenere un sano rapporto con se stessi e con il mondo.

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