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Angoscia silenziosa: l’onda di suicidi e traumi nascosti tra le forze dell’ordine

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  • Nel 2023, 39 suicidi tra le forze armate e dell’ordine.
  • L’87% dei suicidi usa l'arma di ordinanza.
  • Il 14,2% dei poliziotti ha PTSD, triplo rispetto alla media.

Il tema della salute mentale all’interno delle forze dell’ordine italiane sta guadagnando una crescente attenzione sociale e istituzionale. Le preoccupazioni emergono non solo dagli episodi traumatici immediati — quali operazioni rischiose o situazioni d’emergenza — ma anche dal tormento silenzioso portato dai microtraumi quotidiani. Questi fattori rivelano la loro pericolosità in modo graduale e furtivo, influendo negativamente sul benessere psichico degli agenti con il passare del tempo. La continua esposizione a scenari appena sopra la soglia dello stress normale genera una pressione mentale che diventa intollerabile se accumulata.

Le statistiche più recenti disegnano uno scenario allarmante: nel 2023 sono stati registrati complessivamente 39 suicidi fra le forze armate e le unità delle forze dell’ordine. È emerso che l’87 % di questi casi ha visto il ricorso ad armi di ordinanza[SIAMO Esercito]. Fra il 2014 e il 2022 la prevalenza di PTSD e depressione tra gli agenti di polizia ha mostrato valori decisamente superiori rispetto alla popolazione generale[Scomodo]. Questi dati evidenziano la necessità di considerare non solo i grandi traumi, ma anche i piccoli stress quotidiani che si accumulano nel tempo.

Anno Suicidi Tipologia di intervento
2023 39 Polizia, Carabinieri, Finanza
2022 60 Polizia e Forze Armate

Un’indagine dell’Università di Oxford ha dimostrato che il 14,2 % dei poliziotti soddisfa i criteri per il disturbo post-traumatico da stress (PTSD), più del triplo rispetto alla media della popolazione generale[Scomodo]. L’età media dei suicidi si colloca tra i 45 e i 64 anni, segnale del progressivo carico di stress e microtraumi accumulati nel corso di una lunga carriera.

Illustrazione cervello e microtraumi

Il sistema attuale sembra offrire un supporto insufficiente: l’enfasi è posta sui controlli psicologici in fase di ammissione, mentre mancano follow-up periodici strutturati. Questa lacuna espone a rischi non solo gli operatori, ma anche la comunità che essi proteggono. La tendenza a sottovalutare il disagio psicologico in contesti fortemente gerarchizzati può spingere gli agenti a interiorizzare lo stress, temendo ripercussioni sulla carriera o sul giudizio di colleghi e superiori.

Le statistiche sui suicidi nelle Forze dell’Ordine italiane
  • 2023: 39 suicidi segnalati
  • Uso di armi di ordinanza: 87 % dei casi

Questo tabù della salute mentale, confermato da testimonianze dirette di operatori, impedisce l’emersione di problematiche che, se affrontate tempestivamente, potrebbero essere gestite in maniera più efficace.

La sfida del supporto psicologico e il ruolo delle associazioni

In un contesto così complesso si moltiplicano le iniziative a sostegno degli operatori in divisa. Organizzazioni come CerchioBlu APS propongono servizi per la gestione delle crisi, assistenza psicologica e gruppi di peer supporter. Questa rete, composta da professionisti della salute mentale, non si limita al sostegno individuale: svolge anche un ruolo proattivo nella sensibilizzazione sul benessere mentale[CerchioBlu].

Fra le difficoltà più comuni riferite dagli operatori spiccano il mancato riconoscimento da parte della comunità, la carenza di ascolto da parte dei superiori e livelli elevatissimi di stress continuo. L’arma di ordinanza assume un ruolo ambivalente: strumento di tutela dell’ordine, ma anche possibile facilitatore di gesti estremi in presenza di stati depressivi gravi.

Affrontare tale questione richiede il potenziamento di iniziative preventive efficaci. Negli ultimi anni si è lavorato sull’introduzione di assistenza psicologica dedicata alla salute mentale degli agenti, con corsi sulla gestione delle tensioni quotidiane e sulle tecniche operative per affrontare le difficoltà[Panorama].

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Superare il tabù e promuovere il benessere

È fondamentale superare il tabù legato alla salute mentale e promuovere un ambiente in cui gli operatori si sentano liberi di chiedere aiuto senza timore di giudizi o ripercussioni professionali. La paura che visite mediche o psicologiche possano diventare punitive è un forte deterrente. Nonostante recenti cambi normativi puntino a mitigare misure come il ritiro dell’arma e del tesserino, la percezione di punizione persiste in alcune aree.

Il supporto psicologico deve essere considerato un diritto fondamentale per gli operatori delle forze dell’ordine, non un segno di debolezza.

La struttura gerarchica, con le dinamiche di potere che ne derivano, può creare un ambiente lavorativo ostile, dove la sofferenza si manifesta più frequentemente ai livelli più bassi. Turnazioni faticose e rotazioni professionali continue rendono difficile instaurare legami sociali al di fuori dell’ambito lavorativo, accentuando l’isolamento e privando gli operatori di un fondamentale contesto di sostegno.

Un futuro di consapevolezza e supporto

Comprendere l’impatto cumulativo dei microtraumi su mente e corpo è fondamentale. La resilienza individuale non basta. La psicologia cognitiva mostra che esposizioni ripetute a stimoli stressanti, anche di bassa intensità, possono alterare i pattern di pensiero e comportamento, aumentando la vulnerabilità a ansia, depressione e PTSD.

Una nozione utile è il carico allostatico, l’usura cumulativa che il corpo subisce a causa di stress cronico e ripetuto. Nelle forze dell’ordine, questo carico può essere incrementato dai microtraumi quotidiani, portando nel tempo a un deterioramento della salute fisica e mentale.

Glossario
  • PTSD: Disturbo post-traumatico da stress, condizione psicologica che emerge dopo esperienze traumatiche.
  • Microtraumi: Piccole esperienze di stress quotidiano che, se accumulate, possono avere effetti negativi significativi sulla salute mentale.
  • Carico allostatico: Stress cumulativo che il corpo subisce nel tempo a causa dell’esposizione costante a stressori.

Riflettiamo su come gestiamo i piccoli stress quotidiani nelle nostre vite: riusciamo a “scaricare” la tensione accumulata? Comprendere le sfide affrontate da chi indossa una divisa può insegnarci qualcosa sulla nostra vulnerabilità e sulla necessità di dare priorità alla salute mentale, anche in assenza di grandi traumi evidenti.


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