- Stefania Castiglia ha subito 3 alluvioni dal maggio 2023.
- Il 70,3% dei giovani italiani è preoccupato per il clima.
- Servizio USL offre supporto psicologico: tel. 338 115 6303.
Nelle terre ferite dell’Emilia-Romagna, dove il fango ha inghiottito case e ricordi, si annidano ferite ben più profonde di quelle materiali. Il dolore psichico, spesso invisibile, emerge come una conseguenza sempre più pressante degli eventi climatici estremi che hanno colpito la regione. Stefania Castiglia, da 16 anni residente a Faenza, incarna questa realtà: la sua villetta, acquistata con sacrificio, è stata bersaglio di ben tre alluvioni tra il maggio 2023 e il settembre 2024. Le sue parole, “Il fango è pesante: quello che ti si attacca sui vestiti e sulla pelle, ma anche quello che ti rimane dentro”, rivelano la profonda e duratura impronta lasciata da questi disastri. La paura incessante, il dover gettare via ogni cosa, le spese per ricominciare rappresentano un ciclo estenuante che logora l’anima.
A partire da lunedì 28 ottobre, un servizio di supporto psicologico, offerto dall’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia, sarà disponibile per i residenti delle aree colpite dalle recenti alluvioni. Questo servizio prevede una prima interazione telefonica con uno psicologo specializzato in emergenze, seguita da sessioni di persona laddove necessario. Per usufruire di tale supporto, è possibile chiamare il 338 115 6303: dal lunedì al venerdì, le linee sono attive dalle 9:30 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 18:30; il sabato, l’orario di contatto è dalle 9:30 alle 12:00.
L’Italia ha registrato una frequenza allarmante di eventi climatici estremi: nei primi nove mesi del 2024 se ne sono contati quasi 1.900, una media di oltre sette al giorno. Questa escalation include più di mille nubifragi, circa settecento grandinate e oltre duecento tornado. Tuttavia, il discorso pubblico tende a concentrarsi esclusivamente sui danni tangibili: abitazioni distrutte, cumuli di detriti, veicoli sommersi. Raramente si indaga sulle conseguenze psicologiche, sulle “ferite invisibili” che tormentano le persone coinvolte.
La sintomatologia è legata soprattutto al trauma: “Dai dati emergono punteggi elevati nella scala che misura i sintomi del disturbo post-traumatico da stress, e anche in quella ansioso-depressiva”, racconta Matteo Innocenti, psichiatra dell’Associazione italiana ansia da cambiamento climatico (Aiacc). Le cause scatenanti possono essere diverse, spaziando da eventi traumatici fisici – come lesioni o ustioni – a quelli psicologici, quali la visione della propria casa in rovina, la perdita di ricordi sommersi dal fango, o semplicemente l’essere testimone della devastazione del proprio ambiente di vita.
Il discorso si arricchisce con il racconto di Stefano Brienza, artista di Faenza che ha visto la sua casa e il suo atelier travolti dal Lamone due volte. Oggi vive in attesa di ristrutturare la sua abitazione per la terza volta. “Ho sempre amato raffigurare le nuvole, ma ora l’acqua occupa un posto preponderante nella mia mente: è un trauma che mi accompagnerà”.
- Trauma cumulativo: una serie di traumi che si accumulano nel tempo, portando a un logoramento emotivo e psicologico.
- Ansia da trauma: ansia o stress causati dal ricordo di esperienze traumatiche, che possono manifestarsi in vari modi.
L’ecoansia e la solastalgia: nuove declinazioni del disagio psichico
Il legame tra il cambiamento climatico e la salute mentale è oggetto di studi sempre più approfonditi, rivelando nuove forme di disagio psicologico. Tra queste, l’ecoansia emerge come una paura diffusa e crescente per il futuro del pianeta e le sue imminenti minacce ecologiche. Un’indagine condotta nel 2021 su diecimila giovani in dieci paesi ha mostrato risultati allarmanti: tre quarti degli intervistati considerano il futuro “spaventoso”, mentre la metà si dichiara triste, ansiosa, arrabbiata e persino colpevole della crisi climatica. In Italia, i dati ISTAT rivelano che il 70,3% dei ragazzi e delle ragazze tra i 14 e i 19 anni è preoccupato per i cambiamenti climatici.
Un significativo 7% ha riportato sintomi fisici settimanali (mal di testa, tensione muscolare, nausea, palpitazioni) e il 9% sintomi psicologici (pensieri ricorrenti e incontrollati). Accanto all’ecoansia, la solastalgia descrive la nostalgia o il senso di perdita che colpisce chi assiste al peggioramento dell’ambiente in cui vive. Questo sentimento è particolarmente acuto nelle comunità che subiscono mutamenti ambientali lenti ma inesorabili, come la siccità cronica, un fenomeno che in Catalogna perdura da tre anni.
Un altro studio ha mostrato che l’82% della popolazione giovanile ha espresso sentimenti di impotenza e vulnerabilità riguardo ai cambiamenti climatici. Queste emozioni sono accentuate dal continuo susseguirsi di notizie e informazioni su calamità climatiche ed effetti potenzialmente devastanti per la salute mentale.
- 70,3% dei giovani italiani preoccupati per il clima.
- 24% degli italiani ha familiarità con il concetto di ecoansia.
- 7% ha sintomi fisici settimanali correlati all’ecoansia.
- 90% del carico globale delle malattie legate al clima ricade sui bambini sotto i 5 anni.
- È confortante vedere iniziative di supporto psicologico...😊...
- Concentrarsi solo sui danni materiali è un errore... 😠...
- L'arte come espressione del trauma: un punto di vista... 🖼️...
Strategie e modelli di intervento psicologico post-disastro
Di fronte all’escalation degli eventi climatici estremi e al conseguente impatto sulla salute mentale, l’Italia ha cominciato a delineare strategie e modelli di intervento psicologico post-disastro. Già nel 2006, la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri ha stabilito “criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi”, riconoscendo la necessità di prestare massima attenzione ai problemi psichiatrici-psicologici.
Dopo il successo della prima edizione, riparte il progetto “Vivere Meglio”, che promuove l’accesso a terapie psicologiche per ansia e depressione. L’iniziativa, finanziata da ENPAP, offre gratuitamente circa 1600 interventi per chi ha vissuto traumi legati alle alluvioni. Gli studi hanno dimostrato un incremento dei disturbi psicologici tra chi è stato colpito da eventi traumatici, rendendo determinante la creazione di un accesso rapido a supporto psicologico.
Le Equipe Psicosociali per le Emergenze (EPE) giocano un ruolo cruciale, coordinate per fornire supporto emotivo immediato e facilitazione della ricostruzione delle reti sociali. “Le tensioni generali degli anni recenti hanno portato a un accresciuto bisogno di supporto psicologico”, afferma Felice Damiano Torricelli, presidente di ENPAP.
Tipo di intervento | Descrizione |
---|---|
Primo contatto psicologico | Supporto telefonico e colloqui in presenza offerti dai servizi locali. |
Educazione psico-sociale | Serate informative e educative rivolte alla popolazione. |
Vivere Meglio | Interventi psicologici gratuiti per chi ha vissuto eventi traumatici recenti. |
La resilienza comunitaria e il ruolo della prevenzione
L’intensificazione e la frequenza degli eventi atmosferici estremamente critici pongono la resilienza comunitaria come elemento cardine nell’ambito della gestione delle emergenze. Tale nozione implica la competenza di una collettività nel prevedere, attrezzarsi adeguatamente, reagire prontevolmente ed eventualmente risollevarsi da situazioni sfavorevoli; essa riveste un’importanza cruciale nell’attenuazione dei relativi effetti psicologici e sociali sul lungo periodo.
Recentemente un’indagine condotta dal CMCC ha messo in evidenza con urgenza l’esigenza imperiosa di implementare strategie atte a fronteggiare le calamità derivanti dai mutamenti climatici affinché si possa incrementare tale resilienza. Il coinvolgimento attivo della popolazione riveste altresì un ruolo significativo durante le fasi preventive ed adattative alle varie minacce ambientali. Una recente indagine effettuata da UNICEF-Youtrend nel mese di novembre 2024 ha svelato che il 78% dei partecipanti è stato esposto a notizie riguardanti i cambiamenti climatici nelle ultime settimane; tuttavia, fra i giovani questa cifra scende al 69%.
Per quanto riguarda la divulgazione relativa ai rischi associati ai cambiamenti climatici, essa deve presentarsi in maniera trasparente, precisa ed immediatamente applicabile. Gli specialisti suggeriscono una sinergia tra mezzi d’informazione tradizionali ed esperti del settore onde garantire comunicazioni capaci non solo d’informare riguardo ai potenziali pericoli, ma anche di proporre vie praticabili verso possibili soluzioni stimolando comportamenti responsabili fra i cittadini.
Riflessioni sulla psiche in un clima che cambia
Viviamo in un’era caratterizzata da confini sempre più sfumati fra l’evento ecologico e la sua ripercussione sulla psiche umana; pertanto diventa fondamentale esplorare il significato sotteso a determinati fenomeni riguardanti la nostra sanità mentale. La resilienza psicologica, intesa come abilità intrinseca dell’individuo, facilita processi complessi attraverso i quali possiamo adattarci alle avversità ed eventualmente sperimentare una crescita interiore. All’interno dello stesso ambito emergono le nozioni riguardanti il carico allostatico. Quest’ultimo fa riferimento al deterioramento fisico e mentale dovuto a prolungate esposizioni a situazioni stressanti. Le circostanze estreme legate al clima attivano incessantemente i nostri meccanismi naturali d’adattamento allo stress; ciò comporta un incremento della vulnerabilità verso disturbi ansiosi-depressivi oltreché potenziali difficoltà nell’adattamento.
Riconoscere questi meccanismi sottolinea ulteriormente l’importanza degli interventi preventivi specificamente strutturati; tali misure dovrebbero estendersi oltre le semplicistiche risposte reattive dopo un’emergenza per includere strategie volte alla promozione generale del benessere vitale così da ridurre efficacemente il carico allostatico. È un invito a considerare la salute mentale non come un lusso, ma come una componente inscindibile della resilienza collettiva.