- In Italia, i casi di disturbi alimentari sono decuplicati dal 2000, colpendo 3 milioni di persone.
- L'età d'esordio dei disturbi alimentari si abbassa a 8-11 anni, con aumento della vigoressia.
- Il 60% dei pazienti ha peggiorato i comportamenti alimentari restrittivi durante la pandemia.
Negli ultimi anni, il panorama dei disturbi alimentari in Italia sta subendo una significativa trasformazione, con un aumento preoccupante dei casi e un abbassamento drastico dell’età d’esordio. Mentre l’anoressia e la bulimia rimangono tristemente note, un fenomeno in particolare sta guadagnando attenzione, soprattutto tra la popolazione maschile: la vigoressia. Questa condizione, caratterizzata da un’ossessione per lo sviluppo muscolare e una percezione distorta del proprio corpo, si sta diffondendo rapidamente, rappresentando una minaccia per la salute fisica e psicologica di un numero crescente di individui.
Le cifre fornite dagli studi e dai servizi di supporto sono allarmanti: si parla di un drastico aumento delle richieste di aiuto, con i casi che sembrano essere decuplicati dal Duemila, arrivando a interessare circa tre milioni di persone in Italia. Secondo recenti ricerche, oltre 3 milioni di persone soffrono di disturbi alimentari in Italia, e nel 2023 si stima che ben 4 000 di queste persone siano decedute a causa di disturbi alimentari [Fonte: La Stampa]. L’abbassamento dell’età colpita da tali disturbi è evidente; i sintomi iniziano a manifestarsi già all’età di 8-11 anni, con un incremento significativo riscontrabile tra adolescenti e preadolescenti. Un elemento sorprendente è l’emergere della vigoressia, patologia tipicamente associata alle donne, anche tra il sesso maschile: molti uomini avvertono una crescente sensazione di inadeguatezza riguardo alla propria fisicità e alla massa muscolare.
Inoltre, la vigoressia rappresenta qualcosa di ben oltre una mera ossessione per l’attività fisica; essa si configura come un disturbo psicologico serio, le cui ripercussioni possono risultare gravissime. La sua espansione attesta il fatto che nella nostra società contemporanea, costantemente influenzata da modelli estetici difficilmente raggiungibili e dalla massiccia esposizione mediatica, le pressioni sull’immagine corporea stanno diventando insostenibili specialmente fra le giovani generazioni—e sempre più per gli uomini. L’aumento dei casi in diverse regioni italiane, come evidenziato dai dati provenienti dal Trentino, dove si registra un incremento del 40 % dei disturbi alimentari in pochi anni, inclusa la vigoressia tra la popolazione maschile, sottolinea la necessità di interventi mirati e di una maggiore sensibilizzazione su questa problematica emergente.
Le radici psicologiche e comportamentali della vigoressia: un’analisi approfondita
Le cause della vigoressia sono multifattoriali e affondano le loro radici in una complessa interazione di fattori psicologici, sociali e culturali. Al centro della vigoressia vi è una percezione distorta del proprio corpo, che porta l’individuo a vedersi costantemente poco muscoloso o inadeguato, anche in presenza di un fisico oggettivamente sviluppato. Questa dismorfia muscolare, come definita nel DSM-5, è spesso alimentata da una profonda insoddisfazione personale e da una bassa autostima.
Non si tratta solo di inseguire la muscolatura scolpita: alcuni uomini accusano disturbi legati all’immagine corporea manifestando sintomi che si sovrappongono a quelli di altri disturbi alimentari come anoressia, bulimia o il disturbo da alimentazione incontrollata, che può portare all’obesità [Fonte: Unobravo]. Questa condizione porta frequentemente a comportamenti alimentari disordinati e insoddisfazione corporea.
Individui con bassa autostima, un perfezionismo marcato o che hanno vissuto esperienze di vittimizzazione in età infantile o adolescenziale sono particolarmente vulnerabili allo sviluppo della vigoressia. Il desiderio di compensare sentimenti di inadeguatezza o di controllo, spesso legati a traumi passati, può manifestarsi attraverso un’ossessione per la costruzione di un corpo forte e muscoloso, una sorta di armatura fisica contro le insicurezze interiori.
Parallelamente ai fattori psicologici individuali, le influenze culturali e sociali giocano un ruolo cruciale nell’alimentare la vigoressia. La società contemporanea valorizza e idealizza un certo tipo di fisicità maschile, spesso associata alla forza, al potere e al successo. I social media, in particolare, contribuiscono a veicolare modelli estetici irrealistici, attraverso immagini filtrate e sapientemente costruite di corpi “perfetti” e ipertrofici. L’esposizione costante a questi ideali può generare un senso di inadeguatezza e spingere gli individui a perseguire standard estetici estremi, ignorando i segnali del proprio corpo e della propria salute.
Anche l’isolamento sociale e la solitudine possono contribuire allo sviluppo della vigoressia. In alcuni casi, l’ossessione per il fitness e la palestra diventa un modo per colmare un vuoto emotivo o per trovare un senso di appartenenza in un ambiente in cui il corpo muscoloso è apprezzato. In ambito sportivo agonistico, la pressione a raggiungere determinati risultati fisici rappresenta un ulteriore fattore di rischio.
Questi fattori socioculturali si riflettono nei dati recenti che mostrano come il disagio legato all’immagine corporea stia aumentando significativamente. Il 60 % dei pazienti ha riportato un peggioramento dei comportamenti alimentari restrittivi durante la pandemia [Fonte: Unobravo], e il 48 % ha richiesto ricoveri per disturbi alimentari nell’ultimo anno.
È importante sottolineare che la vigoressia si manifesta attraverso una serie di sintomi che vanno oltre la semplice passione per l’attività fisica: pensieri ossessivi, paure legate all’aspetto fisico, monitoraggio compulsivo del proprio corpo, isolamento sociale per dedicare tempo ad allenamento e dieta, e uso di sostanze potenzialmente dannose per aumentare la massa muscolare.
Tipo di Disturbo Alimentare | Percentuale Uomini | Descrizione |
---|---|---|
Anoressia | 10-25 % | Condizione di estrema perdita di peso, con una paura intensa di ingrassare. |
Bulimia | 15 % | Episodi di abbuffate seguiti da comportamenti di compenso, come vomito o lassativi. |
Vigoressia | In aumento | Focalizzazione sull’aumento della massa muscolare con dieta iperproteica ed esercizio intenso. |
Binge Eating Disorder | 40-50 % | Abbuffate ricorrenti senza comportamenti di compenso; rischio di obesità. |

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Le conseguenze e i rischi associati alla vigoressia
Le ripercussioni derivanti dalla vigoressia si rivelano estremamente gravi; esse interessano tanto il corpo quanto la mente del soggetto colpito. La mania per il potenziamento muscolare tramite attività fisica intensa può dar vita a numerose insidie, amplificate da pratiche insicure ed eventuali abusi chimici. I programmi di allenamento intenso, privi delle necessarie precauzioni o dei momenti di recupero, espongono a un elevato rischio d’infortuni, con possibili traumi a legamenti o tendini.
A quest’ossessione estetica si accompagna frequentemente il ricorso ad alimentazioni fai-da-te, caratterizzate da squilibri nutrizionali e da consumi altamente proteici; tale approccio conduce a uno stato patologico dell’apporto nutritivo. Tra le problematiche più inquietanti figurano le condotte legate all’assunzione indiscriminata di sostanze dopanti, in particolare gli steroidi anabolizzanti. Il loro uso può compromettere funzioni vitali come la funzionalità epatica, cardiaca e ormonale, con effetti devastanti amplificati nei più giovani.
L’aspetto psicologico è altrettanto allarmante: chi soffre di vigoressia mette in discussione il proprio equilibrio mentale attraverso una incessante ricerca dell’estetica ideale, spesso sfociando in grave isolamento sociale. La dismorfia muscolare alimenta una perenne insoddisfazione, che può trasformarsi in disturbi depressivi o ansiosi. Gli effetti non si limitano all’individuo, ma coinvolgono relazioni interpersonali e contesto sociale.
Un percorso verso la guarigione: riconoscere, affrontare e superare la vigoressia
Affrontare la vigoressia implica un iter complesso fatto di dedizione personale e sostegno esterno. Il metodo più utilizzato è la psicoterapia, in particolare quella cognitivo-comportamentale, che aiuta a riconoscere e modificare i pensieri disfunzionali legati all’autopercezione corporea e ai comportamenti alimentari.
In alcuni casi può essere integrata una terapia farmacologica con SSRI, utile per gestire ansia e depressione correlate. Fondamentale è avviare un processo di riconoscimento e accettazione del problema, liberandosi da modelli irrealistici promossi dai media e concentrandosi sulla salute complessiva.
Rivolgersi a figure professionali qualificate è essenziale: un nutrizionista sportivo fornisce piani alimentari bilanciati e un allenatore qualificato crea programmi di allenamento personalizzati, valorizzando i tempi di recupero e l’importanza del sonno.
A livello collettivo, è necessario promuovere una maggiore diversità di modelli corporei e un’educazione all’immagine positiva fin dalla giovane età. Sensibilizzare sui rischi della vigoressia e abbattere lo stigma che circonda i disturbi alimentari, anche quelli che colpiscono la popolazione maschile, sono passi fondamentali per un ambiente più supportivo.
Dal punto di vista della psicologia cognitiva, i nostri pensieri e le nostre credenze sull’aspetto fisico influenzano profondamente emozioni e comportamenti. Se crediamo di dover essere “più grandi” o “più definiti” per sentirci adeguati, svilupperemo ansia e comportamenti compulsivi legati ad allenamento e dieta. Analizzando questo circolo vizioso, la psicologia comportamentale mostra come rinforzi quali l’approvazione sociale o il senso di controllo personale contribuiscano a mantenere comportamenti nocivi.
Eventi traumatici o episodi di bullismo legati all’estetica possono influenzare l’autostima e l’immagine di sé, rendendo più suscettibili a disturbi come la vigoressia. Riconoscerla come questione di salute mentale è un passo fondamentale per assicurare supporto adeguato e promuovere riflessioni sul nostro rapporto con il corpo.
- Vigoressia: disturbo alimentare caratterizzato da un’ossessione per la massa muscolare.
- Dismorfia muscolare: percezione distorta del proprio corpo in relazione alla dimensione muscolare e alla magrezza.


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- Approfondimento sui disturbi alimentari maschili, inclusa la vigoressia.
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