Strage stradale sul lavoro: come la psicologia può salvare vite

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  • Ogni giorno, 9 persone muoiono in Italia per incidenti stradali lavorativi.
  • Il costo sociale annuale degli incidenti stradali è di 28,5 miliardi di euro.
  • Nel 2023, i decessi per incidenti stradali sono stati 3.039.
  • Il 90% degli incidenti è attribuibile al fattore umano.
  • Distrazioni al cellulare aumentano di 11 volte il rischio incidenti.
  • L'alcool aumenta il rischio di incidenti fino a 380 volte.

Il dramma del rischio stradale sul lavoro: un’analisi psicologica e organizzativa

I sinistri su strada costituiscono una delle più drammatiche manifestazioni nel panorama della safety lavorativa, delineandosi come la principale causa di decessi professionali. L’impressionante dato che rivela come nove individui perdano la vita quotidianamente sulle arterie italiane sottolinea l’esistenza di una questione complessa il cui onere sociale annuale è stimato in circa 28,5 miliardi* di euro secondo le informazioni rilasciate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per l’anno corrente del 2023, il bilancio indica 3.039* decessi derivanti da sinistri viari in Italia: sebbene ciò rappresenti un decremento del 3,8% rispetto all’esercizio passato si assiste a un incremento sia nei casi di incidenti sia nei feriti coinvolti. I dati indicativi parlano infatti di 224.634* persone rimaste ferite e di 166.525 eventi accidentali sulle strade (+0,4% rispetto al periodo precedente); tali cifre evidenziano chiaramente l’urgenza per uno studio esaustivo che vada oltre alla mera registrazione degli avvenimenti per esaminare le profonde radici legate al comportamento umano e alle dinamiche organizzative. [ISTAT]

Le statistiche sono inequivocabili: circa il 90% degli incidenti è attribuibile, in tutto o in parte, al fattore umano. Distrazione, affaticamento, sottovalutazione dei rischi e eccesso di velocità sono solo alcune delle cause comportamentali più comuni. Il rapporto ACI-ISTAT 2014, ad esempio, rivela che il mancato rispetto della precedenza, la distrazione e l’alta velocità contribuiscono a circa il 44% degli incidenti. A questi si aggiungono la mancata distanza di sicurezza, le manovre irregolari e il comportamento scorretto dei pedoni. Tutti aspetti che richiamano una condotta errata e potenzialmente modificabile.

Il “sistema guida” emerge come un concetto fondamentale per comprendere la complessità di questa problematica. Esso non include solo l’individuo alla guida (l’UOMO), ma anche il mezzo utilizzato (il VEICOLO) e l’ambiente fisico (l’INFRASTRUTTURA). Un equilibrio dinamico tra queste tre componenti è essenziale per garantire un viaggio sicuro. Un malore improvviso del conducente, un’avaria meccanica del veicolo o una buca sulla strada possono interrompere questo equilibrio, aumentando drasticamente il rischio di incidente. Si devono considerare anche elementi esterni non governabili dal conducente stesso. Tra questi figurano le condizioni meteorologiche avverse, rappresentative dell’AMBIENTE in cui ci si muove: tali circostanze hanno la capacità di esacerbare i rischi già insiti nel trasporto. Inoltre, un’attenta pianificazione dello SPOSTAMENTO – comprendente scelte riguardanti itinerari percorribili così come mezzi utilizzati ed orari da rispettare – apre spazi aggiuntivi per ridurre potenziali minacce ai quali gli utenti sono esposti; questo è valido soprattutto quando vengono contemplati percorsi alternativi validi da seguire. Affrontare ciascuno degli aspetti sopra citati – sia intervenendo direttamente sul soggetto alla guida o sul veicolo stesso e sulle infrastrutture preposte, oppure indirettamente agendo sulla fase decisionale della pianificazione – risulta fondamentale per realizzare strategie efficaci in materia preventiva.

Nel contesto professionale più specifico dei luoghi lavorativi emerge con chiarezza come l’applicazione mirata delle misure protettive possa beneficiare enormemente dall’implementazione dettagliata delle procedure di controllo specifiche e sistemi di gestione del rischio stradale. Questi strumenti trovano applicazione non solo nei contesti stradali pubblici, ma abbracciano anche gli spostamenti all’interno dei vari ambienti lavorativi. Completando tale schema operativo sorge dunque l’importanza di una coordinata gestione delle emergenze volta a garantire un rapido accesso a interventi urgenti tramite servizi quali ambulanze e vigili del fuoco; questa integrazione contribuisce a costruire una risposta robusta ed efficace nella creazione di una strategia complessiva orientata alla sicurezza nel traffico.

I fattori psicologici e il ruolo dei ‘bias’ cognitivi nell’errore umano

La disciplina della psicologia mette a disposizione strumenti indispensabili per comprendere le intricate relazioni esistenti tra il funzionamento mentale umano e la sicurezza sulle strade. Gli elementi psicologici giocano un ruolo cruciale in quasi tutti gli incidenti: essi possono derivare da violazioni consapevoli, come nel caso dell’eccesso di velocità o della guida influenzata dall’alcool, oppure manifestarsi attraverso errori involontari, causati sia dal mancato rispetto delle procedure prefissate sia dalle distrazioni impreviste. Innumerosi errori sono spesso generati da una sottovalutazione dei rischi percepiti, tanto su scala individuale quanto nell’ambito collettivo all’interno delle strutture aziendali.

Il campo specifico della psicologia applicata alla viabilità approfondisce i diversi aspetti dei processi cognitivi associati all’attenzione e alla percezione durante la guida. I meccanismi cerebrali operano come filtri…. Questa attività selettiva consente agli individui di elaborare informazioni ambientali cruciali affinché possano regolare i loro comportamenti conseguentemente; tuttavia, questo sistema non garantisce risultati perfetti: quando ci si concentra su attività particolari – come individuare la numerazione civica oppure inviare messaggi – c’è il concreto rischio che altri segnali fondamentali possano sfuggire all’osservazione attenta. Le ricerche evidenziano come stimoli che coinvolgono il medesimo organo di senso creino interferenza, aumentando il rischio. Ad esempio, cambiare stazione radio mentre si guida impegna doppiamente la vista, creando maggiore distrazione rispetto all’ascolto passivo della musica.

Un esempio lampante della complessità dei processi cognitivi alla guida è la frenata improvvisa. Quella che sembra un’azione immediata è in realtà un susseguirsi di meccanismi percettivi e motori. Tra la percezione dell’ostacolo e l’inizio della frenata intercorre un “tempo di reazione” (chiamato anche “intervallo psicotecnico”), che in media è di circa 1 secondo. Durante questo lasso di tempo, il veicolo continua a percorrere una distanza considerevole senza variazioni di velocità: a 50 km/h la vettura percorre circa 14 metri e a 100 km/h ben 28 metri, che si sommano allo spazio di frenatura vero e proprio, portando la distanza totale di arresto quasi a 100 metri ad alta velocità. Questo sottolinea l’importanza cruciale della distanza di sicurezza, una nozione spesso sottovalutata ma fondamentale per prevenire incidenti.

Man driving a car with a serious expression, focusing on the road ahead where a truck is visible. Road signs are also visible in the background.

L’assunzione di alcool e sostanze stupefacenti incide drasticamente sui tempi di reazione e sulle capacità di guida. Anche un tasso alcolemico al limite legale (0,5 g/l) altera significativamente le capacità attentive, percettive e decisionali, accrescendo la percezione di controllo e sicurezza, ma riducendo la reale capacità di valutare il pericolo. Il rischio di incidente aumenta di 11 volte con un tasso alcolemico tra 0,5 e 0,9 g/l e di ben 380 volte con valori pari o superiore a 1,5 g/l. La normativa italiana, per categorie professionali come gli autisti di veicoli pesanti (categorie C, D, E) o i conducenti di taxi/NCC, prevede il divieto assoluto di assunzione di alcol durante il lavoro e prima del turno, con obbligo di sottoporsi a controlli annuali o in caso di sospetto. È importante evidenziare, come confermato dalla Corte di Cassazione (sentenza n.20763/2024), che lo stato di ebbrezza può essere accertato anche in assenza di alcoltest, basandosi su elementi oggettivi e sintomatici come l’odore di alcol, l’incapacità di rispondere alle sollecitazioni o un referto ospedaliero.

Un’altra causa preponderante di incidenti è la distrazione, amplificata dall’uso dei telefoni cellulari. Comporre un numero al cellulare comporta una distrazione media di 10,6 secondi, equivalente a percorrere 150 metri “bendati” a 50 km/h o 350 metri a 120 km/h. Questa situazione, spesso sottovalutata, è assimilabile a una guida completamente cieca per distanze significative. Paradossalmente, anche i sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS), progettati per aumentare la sicurezza, possono indurre distrazione. L’eccessiva fiducia in questi dispositivi può portare alla compensazione del rischio, spingendo i conducenti a distogliere l’attenzione dalla strada o a utilizzare lo smartphone più frequentemente. Studi dimostrano che l’uso di sistemi come l’Adaptive Cruise Control (ACC) o il Lane Keeping Assist (LKA) può aumentare l’incidenza dell’uso dello smartphone alla guida. La crescente complessità degli ADAS può generare un sovraccarico cognitivo, costringendo il cervello a elaborare un eccesso di informazioni, specialmente se il conducente non ha familiarità con il veicolo.

Close-up of a person's hands on a steering wheel, holding a smartphone while driving in traffic.

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A group of corporate professionals gathered around a table in a modern office, engaged in a discussion while looking at a presentation displayed on a large screen that shows charts and text related to 'SAFE SAFETY' and other business metrics.


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