Neuroplasticità: la scienza che libera la mente dai pensieri negativi

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  • La neuroplasticità è la capacità del cervello di creare nuove connessioni.
  • Rimuginare fortifica i percorsi neurali connessi al disagio: neuroplasticità «distruttiva».
  • Allenare il cervello, come in palestra, consolida le connessioni neuronali.
  • Il libro "Mente calma" è un kit di pronto soccorso per pensieri intrusivi.
  • La psicologia cognitiva insegna che i pensieri influenzano le emozioni.

Da anni, professionisti della salute mentale, come la neurologa e istruttrice di mindfulness Vanessa Benjumea, si trovano di fronte a una sfida condivisa: il sentirsi imprigionati nei propri pensieri. Molti individui si percepiscono incapaci di arrestare il flusso continuo di rimuginazioni negative, ripercorrendo di continuo avvenimenti passati o immaginando scenari futuri disastrosi. Spesso si domandano: “Perché continuo a farmi del male con gli stessi schemi mentali, pur sapendo che sono dannosi?”. La risposta, secondo Benjumea, non è una questione di mancanza di volontà, ma risiede in un meccanismo intrinseco al modo in cui il cervello umano funziona. La buona notizia è che la mente è “plasmabile” e, come un muscolo, si può allenare.

La chiave per comprendere questo processo è la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di creare e trasformare costantemente nuove connessioni neurali durante l’arco della vita. Al contrario di quanto si pensava precedentemente, la mente non è un’entità statica e fissa, ma un sistema dinamico capace di imparare, adattarsi e riorganizzarsi. La dottoressa Benjumea spiega che le strategie che ci permettono di intervenire attivamente sui nostri processi mentali e trasformare gli schemi di pensiero si fondano proprio sulla neuroplasticità.

Neuroplasticità: Un’Arma a Doppio Taglio

La neuroplasticità, tuttavia, è un’arma a doppio taglio. Esiste una forma di neuroplasticità che potremmo definire “distruttiva”, la quale illustra come il perpetuo rimuginare su idee negative fortifichi i percorsi neurali connessi al disagio e all’abitudine al lamento. Più ci si abbandona a questi schemi mentali, più si consolidano i circuiti neurali che li supportano. Fortunatamente, esiste anche una neuroplasticità “costruttiva”, che permette di generare nuovi neuroni e sinapsi nei circuiti che gestiscono la regolazione emotiva, la consapevolezza attenta e un sano flusso di pensiero.

Allenare il Cervello Come un Muscolo

Sull’analogia tra l’allenamento cerebrale e quello fisico, la dottoressa Benjumea ricorre a un’immagine calzante: la preparazione in palestra. Proprio come la ripetizione di un esercizio fisico rafforza un determinato muscolo, la ripetizione di pensieri e comportamenti mentali ne consolida le corrispondenti connessioni neuronali. Ogni qualvolta ci si lamenta, si giudica o si ripete un’idea invadente, si irrobustiscono i collegamenti neuronali che la supportano. Per contro, direzionare l’attenzione al momento attuale, respirare con consapevolezza prima di una reazione o interrompere un’idea intrusiva potenzia i percorsi neurali di calma e chiarezza, affievolendo le “superstrade” neuronali che alimentano il malessere.

La neurologa afferma che “il cervello apprende per ripetizione”. Questo significa che ogni scelta consapevole di indirizzare l’attenzione verso pensieri e comportamenti positivi contribuisce a rimodellare il cervello, favorendo la creazione di nuove connessioni neuronali e il rafforzamento di quelle esistenti.

Verso una Mente Calma: Strategie e Strumenti

Partendo da questa solida base scientifica, la dottoressa Benjumea ha sviluppato un approccio pratico e accessibile per aiutare le persone a gestire i loop mentali negativi. Il suo libro, “Mente calma”, si propone come un “kit di pronto soccorso” per affrontare i momenti in cui i pensieri intrusivi diventano insopportabili. L’approccio unisce il rigore della neurologia con metodologie concrete di mindfulness, attenzione focalizzata e autocompassione.

Lo scopo principale non è quello di sopprimere del tutto le idee negative – un compito irrealizzabile – bensì di modificare il rapporto che si ha con esse. Imparare a “pensare meglio” non significa pensare di meno, ma farlo in modo più consapevole, indirizzando l’attenzione verso pensieri e prospettive più utili e costruttive. Quel frangente di consapevolezza che previene reazioni impulsive non si manifesta istantaneamente. Richiede esercizio costante: prendersi un momento prima di rispondere impulsivamente a un messaggio, inspirare profondamente quando l’ansia aumenta, o semplicemente rendersi conto di essere intrappolati in un ciclo di pensieri avversi. Si tratta di un allenamento giornaliero per la propria igiene mentale.

Conclusione: Coltivare la Resilienza Mentale

La capacità di allenare la mente per interrompere i loop di pensieri negativi rappresenta una competenza fondamentale per il benessere psicologico. La neuroplasticità offre una speranza concreta a chi si sente prigioniero dei propri pensieri, dimostrando che il cambiamento è possibile. Attraverso la pratica costante della mindfulness, dell’attenzione piena e dell’autocompassione, è possibile rimodellare il cervello, rafforzando le vie neuronali associate alla calma, alla chiarezza e alla resilienza emotiva.

Amici, la mente è come un giardino: se non lo curiamo, le erbacce (i pensieri negativi) prenderanno il sopravvento. La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Riconoscere i pensieri negativi è il primo passo per cambiarli.
Un concetto più avanzato è quello di
defusione cognitiva: non siamo i nostri pensieri. Possiamo osservarli senza identificarci con essi. Questo ci permette di prendere le distanze dai pensieri negativi e di non farci sopraffare.

Vi invito a riflettere: quali sono i pensieri negativi che vi tormentano più spesso? Cosa potete fare, concretamente, per interrompere questi loop mentali e coltivare una mente più calma e serena? Ricordate, il cambiamento è possibile, un passo alla volta.


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