Il cervello svelato: come Vallortigara rivoluziona la comprensione dell’autismo

Il neuroscienziato Giorgio Vallortigara, durante un’intervista al Salone del Libro, ha condiviso riflessioni profonde sulla natura dell’apprendimento e delle predisposizioni innate. Un esempio emblematico è quello dei tassisti londinesi, che per ottenere la licenza “The Knowledge” devono memorizzare un’enorme quantità di informazioni sulla città. Studi hanno dimostrato che questi tassisti sviluppano un incremento selettivo dell’ippocampo, una regione del cervello cruciale per l’orientamento spaziale, in modo simile a quanto osservato in alcune specie di corvidi capaci di ricordare dove hanno nascosto il cibo per mesi. Questo suggerisce che, sebbene l’esperienza giochi un ruolo fondamentale, esiste una predisposizione naturale che influenza la scelta di un mestiere compatibile con le proprie abilità cognitive.

Rilevatori di animatezza e diagnosi precoce dell’autismo

Vallortigara ha condotto ricerche innovative sui “rilevatori di animatezza”, meccanismi cerebrali che ci permettono di riconoscere la presenza di esseri viventi, in particolare figure significative come la madre. Studi su bambini ad alto rischio di autismo, ovvero fratelli o sorelle di bambini con disturbi dello spettro autistico, hanno rivelato che questi bambini non manifestano la stessa selettività ai segnali di animatezza. Questi risultati aprono la strada allo sviluppo di test comportamentali ed elettrofisiologici precoci, somministrabili fin dalla nascita, per individuare anomalie e intervenire tempestivamente. La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei bambini con autismo e delle loro famiglie.

Senzienza, intelligenza e fine vita: una riflessione complessa

Nel suo libro “A spasso con il cane Luna”, Vallortigara affronta il tema della sensienza e dell’intelligenza negli animali, sottolineando che la capacità di svolgere attività cognitive complesse non implica necessariamente la presenza di consapevolezza. Questa distinzione è cruciale quando si affrontano questioni etiche complesse come il fine vita. Il criterio rilevante, secondo Vallortigara, non è tanto l’intelligenza, quanto il mantenimento dell’attività cerebrale associata alla capacità di provare sensazioni e dolore, un’attività che si manifesta in aree profonde del cervello, non solo nella corteccia.

Oltre la fiducia cieca: il ruolo del metodo scientifico

Di fronte alla diminuzione della fiducia nella scienza, Vallortigara sottolinea l’importanza di comunicare che gli scienziati non sono depositari di verità assolute, ma utilizzano un metodo rigoroso, basato sulla formulazione e la verifica continua di ipotesi. Insegnare al pubblico che la scienza è un processo dinamico di “fare e disfare” è fondamentale per promuovere una società informata e consapevole dell’importanza della ricerca scientifica. La scienza non offre certezze definitive, ma un metodo affidabile per avvicinarsi a conoscenze ragionevolmente certe.

Conclusione: Navigare la complessità della mente e del comportamento

Le ricerche di Giorgio Vallortigara ci invitano a esplorare la complessità della mente e del comportamento, sia umano che animale, con un approccio rigoroso e multidisciplinare. La comprensione dei meccanismi cerebrali alla base dell’apprendimento, della percezione e della consapevolezza è fondamentale per affrontare sfide importanti come la diagnosi precoce dell’autismo e le questioni etiche legate al fine vita.
Un piccolo spunto di riflessione:

In psicologia cognitiva, un concetto fondamentale è quello degli schemi mentali, strutture cognitive che organizzano le nostre conoscenze e aspettative sul mondo. Questi schemi influenzano il modo in cui percepiamo, interpretiamo e ricordiamo le informazioni. Nel contesto dell’articolo, possiamo considerare i “rilevatori di animatezza” come schemi innati che ci predispongono a riconoscere gli esseri viventi.

Un passo avanti:

Un concetto più avanzato è quello della “plasticità neurale”, la capacità del cervello di modificare la propria struttura e funzione in risposta all’esperienza. L’esempio dei tassisti londinesi dimostra come l’esercizio e l’apprendimento possano portare a cambiamenti significativi nell’ippocampo, evidenziando la plasticità del cervello adulto.

Quindi, la prossima volta che vi trovate a esplorare una nuova città o a interagire con un animale, ricordatevi che la vostra mente è un complesso sistema di schemi e connessioni neurali, in continua evoluzione grazie all’esperienza. E non dimenticate che la scienza, con il suo metodo rigoroso, è il nostro strumento più potente per svelare i misteri della mente e del comportamento.