- Oltre 16 milioni di italiani soffrono di disturbi psicologici, +6% dal 2022.
- Il 49,4% dei giovani tra 18 e 25 anni soffre di ansia.
- Solo un terzo riceve supporto adeguato, bonus psicologo ridotto.
Dal 2020 in poi, la pandemia di Covid-19 ha rappresentato un punto di snodo cruciale per la salute mentale della popolazione italiana, evidenziando e amplificando fragilità preesistenti e generandone di nuove. Già nel 2024, i dati disponibili dipingono un quadro tutt’altro che rassicurante: si stima che oltre 16 milioni di persone nel nostro Paese lamentino disturbi psicologici di gravità variabile, con un aumento del 6 % rispetto al 2022. Le manifestazioni più frequenti di questo disagio sono l’ansia e la depressione, che colpiscono in maniera più marcata alcune fasce della popolazione, in particolare donne e giovani.

Questa tendenza all’aumento dei disturbi mentali è stata documentata da diverse analisi e rapporti, tra cui un’indagine di Unicusano condotta in concomitanza con la Giornata Mondiale della Salute Mentale e il recente Rapporto Salute Mentale pubblicato dal Ministero della Salute. Quest’ultimo, in particolare, ha <a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://siep.it/rapporto-salute-mentale-rsm-del-ministero-della-salute-dati-2020/”>sottolineato il crescente ricorso ai servizi di assistenza psicologica, confermando che la maggior parte delle richieste di aiuto riguarda il trattamento di stati ansiosi e depressivi.
- Oltre 16 milioni di italiani manifestano disturbi psicologici.
- +6 % rispetto al 2022.
- Le donne della Generazione Z segnalano un 40 % di stati depressivi.
- Il 54 % dei giovani ha sofferto di stress che compromette le attività quotidiane.
Giovani: una fascia particolarmente vulnerabile
I giovani rappresentano la categoria più duramente colpita dall’escalation del disagio psicologico. Un’analisi di Unicusano ha rivelato che il numero di ragazze e ragazzi che soffrono di disturbi psicologici in Italia supera i 700 000, con una prevalenza schiacciante di ansia e depressione. Questo dato trova ampia conferma nel rapporto “Generazione Post Pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post-Covid-19”, frutto della collaborazione tra Censis, Consiglio Nazionale dei Giovani e Agenzia Nazionale per i Giovani.

Secondo questo studio, negli anni immediatamente successivi all’emergenza sanitaria, il 49,4 % dei giovani tra 18 e 25 anni ha dichiarato di aver sofferto di ansia e depressione. Parallelamente, il 40 % ha sviluppato una visione più cupa e pessimistica del proprio futuro.
Le richieste di aiuto che giungono dai servizi territoriali confermano la gravità della situazione. Nel Lazio, ad esempio, gli accessi di pazienti tra 19 e 25 anni alle strutture pubbliche specializzate nel trattamento dei disturbi mentali sono aumentati del 45 % dopo la pandemia; in Lombardia, un terzo dei giovani manifesta uno stato di malessere psicologico, come rilevato dal Psychological General Well-Being Index (PGWBI).
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L’inadeguatezza delle risorse e il gap di trattamento
Nonostante il quadro allarmante, le risorse e i servizi dedicati all’assistenza psicologica risultano ancora insufficienti. Il divario tra necessità e disponibilità di cure genera un gap di trattamento che fa sì che solo un terzo delle persone con disagio mentale riceva un supporto adeguato. L’analisi di Unicusano ha inoltre evidenziato come i tagli al “bonus psicologo” abbiano amplificato questo divario.
Il budget del bonus psicologo è passato da 25 milioni di euro nel 2022 a 10 milioni nel 2024, riducendo sensibilmente le possibilità di accesso ai servizi. Nel 2023 le persone in carico ai servizi di salute mentale sono state oltre 770 000 (1,5 % della popolazione), lasciando scoperti più di due milioni di cittadini.
Anno | Budget del Bonus Psicologo | Richieste accettate |
---|---|---|
2022 | 25 milioni € | 16 000 |
2024 | 10 milioni € | Non disponibile |
Per garantire un sistema di assistenza efficace e capillare è fondamentale aumentare le risorse. Il vicepresidente del Collegio Nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale, Giuseppe Ducci, ha sottolineato che il personale dedicato è inferiore di circa il 30 % rispetto agli standard stabiliti dagli accordi Stato-Regioni.
Secondo il CENSIS, il 58,1 % dei giovani tra 18 e 34 anni si sente fragile e il 69,1 % ha bisogno di rassicurazioni. La crisi attuale sta aggravando la loro salute mentale.
Superare le crisi: resilienza mentale e flessibilità cognitiva
L’impatto della pandemia mette in luce non solo la necessità di potenziare i servizi di assistenza, ma anche di promuovere strategie individuali e collettive per affrontare il disagio. Un concetto chiave della psicologia cognitiva e comportamentale è la flessibilità cognitiva, definita come la capacità del cervello di adattarsi a situazioni nuove e inattese, regolando pensieri e comportamenti.
Questa abilità è alla base della resilienza: consente di “cambiare regola” in base al contesto, superare bias di pensiero e trovare soluzioni specifiche in scenari in rapido mutamento.

La flessibilità mentale può essere sviluppata attraverso pratiche consapevoli come la mindfulness e la terapia cognitivo-comportamentale (TCC). La mindfulness rafforza la consapevolezza del momento presente, mentre la TCC aiuta a ristrutturare schemi di pensiero rigidi.
La promozione di questa abilità può avvenire attraverso programmi educativi mirati, interventi terapeutici individuali e di gruppo e la diffusione di conoscenze sulla sua importanza.
- Flessibilità cognitiva: capacità del cervello di adattarsi e rispondere a nuove informazioni.
- Mindfulness: pratica che incoraggia la consapevolezza del momento presente, riducendo stress e ansia.