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Salute mentale: perché l’OMS lancia l’allarme?

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  • In Europa, 1 persona su 6 convive con problemi di salute mentale.
  • Solo il 9% con depressione maggiore riceve un trattamento adeguato.
  • I governi destinano in media il 2% della spesa sanitaria alla salute mentale.

L’Emergenza Silenziosa: La Salute Mentale Dimenticata

Oggi, 9 settembre 2025, la salute mentale continua a essere una crisi globale sottovalutata. Nonostante i dati allarmanti e l’aumento esponenziale dei disturbi mentali, l’attenzione e le risorse dedicate a questo settore rimangono insufficienti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente pubblicato due report che evidenziano questa drammatica realtà: il Mental Health Atlas 2024 e il World Mental Health Today. Questi documenti rivelano un quadro preoccupante di carenze, disparità e necessità urgenti di intervento.

Dal 2001, si è registrato un aumento significativo dei disturbi mentali in tutto il mondo, con picchi in Europa, Stati Uniti e Sud America. In Europa, una persona su sei convive con un problema di salute mentale. Le donne e i giovani sono particolarmente colpiti, con un’alta incidenza di ansia e depressione. *Oltre il 10% delle donne in attesa o nel periodo subito dopo il parto manifesta depressione perinatale, mentre la popolazione tra i 20 e i 29 anni ha registrato il più marcato aumento di diagnosi. Il suicidio, inoltre, rappresenta una causa di morte ogni 100, ed è la principale causa di decesso tra i giovani.

Le conseguenze dei disturbi mentali si estendono ben oltre la sfera personale, incidendo sulla capacità di lavorare, studiare e partecipare attivamente alla società. Nei Paesi ad alto reddito, le persone con problemi di salute mentale hanno il 35% in più di probabilità di ripetere l’anno scolastico. In Europa, le adolescenti sono particolarmente vulnerabili, con dati allarmanti in Italia, Slovenia e Polonia, spesso legati a una diminuzione dell’attività fisica, minore socializzazione, uso eccessivo dei social media e cyberbullismo. La pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione, amplificando il disagio psicofisico tra i giovani.

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Risposte Inadeguate e Investimenti Insufficienti

Nonostante la crescente consapevolezza dei problemi di salute mentale, le risposte dei governi rimangono inadeguate. Solo il 9% delle persone affette da depressione maggiore riceve un trattamento adeguato. Questa carenza è dovuta a “gravi lacune” in diversi ambiti, tra cui la qualità dei dati, l’implementazione di policy e programmi dedicati, e l’accesso a risorse e servizi.

In media, i governi destinano appena il 2% della loro spesa sanitaria alla salute mentale, con una porzione esigua destinata ai servizi di assistenza territoriale. In Europa, la spesa è maggiore rispetto ad altre regioni, ma non sufficiente a coprire l’aumento dei casi, lasciando una persona su tre senza trattamenti adeguati. Le comunità e le aree più svantaggiate sono quelle con minore accesso ai servizi di salute mentale.

Un’ulteriore e significativa problematica riguarda il personale: molti Paesi sono afflitti da una scarsità di professionisti nel campo della salute mentale, specialmente per quanto riguarda gli esperti dedicati a bambini e adolescenti. In Italia, ad esempio, il numero di psichiatri, operatori sanitari e specialisti della salute mentale è diminuito, nonostante l’aumento delle persone assistite dai servizi pubblici e convenzionati.

Un Appello all’Azione: Trasformare i Servizi di Salute Mentale

Secondo il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, “trasformare i servizi di salute mentale è una delle sfide più urgenti nel campo della salute pubblica”. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario destinare maggiori risorse alle strutture, al personale sanitario e alla loro formazione, dando più spazio e valore alla cura territoriale. Questo include non solo i servizi sanitari, ma anche le attività che promuovono la partecipazione, l’inclusione e il miglioramento della salute di chi soffre di un disturbo mentale.

L’OMS sottolinea l’importanza di investire nella prevenzione, sia attraverso programmi specifici di tutela della salute mentale, sia lavorando sui fattori di protezione che garantiscono un generale benessere psicofisico. Questo include promuovere l’attività sportiva per i giovani, l’accesso a spazi verdi, la riduzione della povertà e il supporto alle famiglie.

La “Dichiarazione di Parigi”, firmata da 31 Paesi, evidenzia la necessità di integrare il benessere psicologico in tutte le politiche pubbliche, coinvolgendo diversi settori come istruzione, affari sociali, giustizia, urbanistica e cultura. Solo una risposta collettiva, integrata e trasversale può affrontare efficacemente questa crisi.

Il Piemonte e l’Italia: Un Quadro Preoccupante

In Italia, la situazione della salute mentale presenta numerose criticità, tra cui ampie disuguaglianze regionali, carenza di professionisti e risorse economiche, un approccio ancora legato al modello psichiatrico anziché a quello biopsicosociale, e scarsa attenzione alle nuove forme di disagio, in particolare tra gli adolescenti.
Il Piemonte, in particolare, destina alla salute mentale meno risorse rispetto al resto del Paese, con una dotazione di personale inferiore di un terzo rispetto alla media nazionale. La regione presenta anche una forte presenza di posti letto residenziali, una lunga permanenza dei pazienti nelle residenze, un diffuso ricorso al ricovero ospedaliero e al pronto soccorso.

Nonostante queste difficoltà, l’Italia ha fatto scelte coraggiose nel passato, come la chiusura dei manicomi e l’organizzazione di una rete di servizi territoriali. Tuttavia, è necessario adeguare le risorse destinate all’assistenza territoriale, ancora molto carenti.

Un Futuro Possibile: Priorità alla Dignità e al Benessere

I dati presentati dall’OMS e da altre organizzazioni non sono semplici numeri, ma un campanello d’allarme. Senza un’azione intelligente, veloce e coordinata, milioni di persone continueranno a soffrire inutilmente. È tempo di riconoscere che la salute mentale è un diritto fondamentale e un dovere sociale.

È necessario promuovere una vera cultura della prevenzione, ampliare i servizi e la loro accessibilità, con un’attenzione particolare ai giovani e alle donne. Le aziende devono implementare programmi di supporto e politiche di work-life balance, creando ambienti di lavoro dove le persone possano esprimersi al meglio, sentirsi supportate ed essere sé stesse.

La salute mentale non è più un extra, ma un’esigenza fondamentale per le aziende e la società. Trascurare il benessere psicologico non è solo una visione limitata, ma rappresenta un errore strategico. Le aziende e i governi che trascurano questo aspetto finiranno per pagare il prezzo più alto: la fuga dei talenti e una società meno sana e coesa.

Amici, riflettiamo un attimo. La salute mentale è un po’ come la benzina per un’auto: senza, non si va da nessuna parte. In psicologia cognitiva, si parla di funzioni esecutive, ovvero quelle capacità che ci permettono di pianificare, organizzare, prendere decisioni e risolvere problemi. Un disturbo mentale può compromettere queste funzioni, rendendo difficile affrontare la vita quotidiana.
Ma c’è di più. Un concetto avanzato in questo campo è quello della
resilienza*, ovvero la capacità di superare le avversità e di crescere attraverso le esperienze negative. Coltivare la resilienza significa sviluppare strategie di coping efficaci, cercare il supporto sociale e mantenere una visione positiva del futuro.

Pensateci: quante volte vi siete sentiti sopraffatti dallo stress o dall’ansia? Cosa avete fatto per superare quei momenti? Avete chiesto aiuto a qualcuno? Avete cercato di cambiare il vostro modo di pensare? La salute mentale è un percorso continuo, un investimento in noi stessi che ci permette di vivere una vita più piena e significativa. Non abbiate paura di chiedere aiuto, di parlare dei vostri problemi, di prendervi cura del vostro benessere psicologico. Ne vale la pena.


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