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Salute mentale nel Lazio: l’allarme disperato della Caritas!

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  • 45.000 famiglie a Roma coinvolte in problemi di salute mentale.
  • Nel Lazio, 70.000 famiglie affrontano disturbi psichici.
  • Caritas chiede unità di crisi non coercitive e personale preparato.

La salute mentale nel Lazio è un diritto ancora inattuato. La Caritas di Roma ha presentato un documento programmatico alla Regione Lazio, evidenziando le criticità e proponendo soluzioni operative per migliorare l’assistenza alle persone con disturbi psichici. Il documento sottolinea che il problema è in crescita, soprattutto tra i giovani, e che la pandemia da Covid-19 ha acuito le difficoltà esistenti. Si stima che a Roma siano coinvolte 45.000 famiglie e nel Lazio 70.000.

Criticità del sistema attuale

Il documento della Caritas evidenzia diverse criticità nel sistema di salute mentale del Lazio. Tra queste, emergono in particolare: Una carenza di risorse, con carenze di personale e strutture inadeguate.
Difficoltà nell’ottenere assistenza, a causa dei lunghi tempi di attesa e delle disparità sul territorio.
L’applicazione della contenzione fisica nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC), definita una pratica disumana. Lo stigma e l’isolamento delle persone con disturbi psichici.
L’inadeguatezza di alcune strutture residenziali, che rischiano di diventare luoghi di segregazione.
L’assenza di spazi dedicati all’ascolto per coloro che soffrono di disturbi mentali e i loro familiari.

Cosa ne pensi?
  • Finalmente un articolo che mette in luce... 👍...
  • Trovo semplicistico dare la colpa solo alla carenza di risorse... 👎...
  • E se il problema fosse un approccio troppo medicalizzato...? 🤔...

Principi e proposte della Caritas

La Caritas basa il suo approccio su quattro principi fondamentali:

1. L’ascolto e l’accompagnamento delle persone e delle famiglie.
2. L’
accesso a cure accessibili e tempestive per tutti. 3. Porre l’individuo al centro dell’attenzione, valorizzando la sua dignità, la capacità di fare scelte autonome e l’integrazione nella società.
4. Il
rifiuto categorico della pratica della contenzione, spingendo per soluzioni più umane e terapiche.

Per tradurre questi principi in azioni concrete, il documento propone:

La realizzazione di unità di crisi non coercitive. La preparazione del personale su tecniche di de-escalation. La realizzazione di ambienti ospedalieri più accoglienti.
Un rafforzamento dei Centri di Salute Mentale (CSM). Una diminuzione dei tempi di attesa.
Un collegamento tra servizi sociali e sanitari per percorsi individualizzati.
Un controllo civico dei servizi per assicurarne un orientamento alla riabilitazione anziché alla segregazione.
La sensibilizzazione e la formazione per combattere lo stigma.

Il ruolo dei Dipartimenti di Salute Mentale e degli enti locali

Il documento ribadisce il ruolo cruciale dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) per la prevenzione, la cura e la riabilitazione. Mette in risalto, inoltre, l’importanza dell’impegno delle amministrazioni locali nel promuovere la salute mentale e l’inclusione sociale, basata sui diritti alla casa, all’occupazione e a una rete sociale significativa. Particolarmente rilevante è il supporto all’autonomia abitativa, considerata un baluardo contro l’emarginazione e uno strumento di integrazione.

Verso un futuro più inclusivo: Un appello alla riflessione

La Caritas di Roma si impegna a continuare la sua attività di informazione e sensibilizzazione, coinvolgendo la comunità cristiana e collaborando con altre organizzazioni per promuovere i diritti delle persone con disturbi mentali. L’obiettivo è quello di costruire una società più inclusiva e rispettosa della dignità di ogni persona.

Salute Mentale: Un diritto da difendere

La salute mentale è un diritto fondamentale, un pilastro del benessere individuale e collettivo. Il documento della Caritas di Roma ci ricorda che, purtroppo, questo diritto è ancora inattuato per molte persone nel Lazio. Le criticità evidenziate, dalla carenza di risorse allo stigma sociale, rappresentano ostacoli significativi che impediscono a chi soffre di disturbi psichici di accedere a cure adeguate e di vivere una vita piena e dignitosa.

È fondamentale che le istituzioni, gli operatori sanitari, le associazioni e la società civile si impegnino a superare queste criticità e a garantire a tutti il diritto alla salute mentale.

Un concetto base di psicologia cognitiva, applicabile a questo tema, è quello di schema mentale. Gli schemi mentali sono strutture cognitive che organizzano le nostre conoscenze e aspettative sul mondo. Nel caso della salute mentale, gli schemi negativi e stigmatizzanti possono influenzare il modo in cui percepiamo e trattiamo le persone con disturbi psichici, perpetuando l’isolamento e la discriminazione.
Un concetto avanzato è quello di
plasticità neurale*. La plasticità neurale si riferisce alla capacità del cervello di modificarsi e adattarsi in risposta all’esperienza. Questo significa che, anche in presenza di disturbi psichici, è possibile promuovere il cambiamento e il miglioramento attraverso interventi terapeutici mirati e un ambiente sociale di supporto.

Riflettiamo su come i nostri schemi mentali influenzano il nostro modo di pensare e agire nei confronti della salute mentale. Cerchiamo di superare i pregiudizi e di promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’inclusione. Ricordiamoci che la salute mentale è una parte integrante della nostra salute generale e che tutti abbiamo il diritto di vivere una vita serena e appagante.


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