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Salute mentale in Italia: L’allarme disuguaglianze richiede interventi urgenti

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  • Nel 2023, 854.040 utenti assistiti, con un aumento del 10%.
  • Il 40% di chi soffre di disturbi mentali non riceve cure.
  • Solo il 3% del Fondo Sanitario Nazionale destinato alla salute mentale.

Le disuguaglianze nell’accesso alla salute mentale: un quadro complesso

Il panorama della salute mentale in Italia è contraddistinto da profonde disuguaglianze, un problema strutturale che attraversa l’intero Paese, indipendentemente dalla localizzazione geografica. Circa 3,5 milioni di individui convivono con disturbi psichiatrici e 2,5 milioni affrontano patologie neurologiche, numeri che evidenziano una sfida sanitaria di vasta portata. Queste disparità sono aggravate da una serie di barriere, tra cui fattori economici, culturali e sociali, che rendono l’accesso alle cure e al supporto psicologico un privilegio piuttosto che un diritto universale.

Statistiche Attuali:
  • 854.040 utenti assistiti dai servizi di salute mentale nel 2023 (+10% rispetto al 2022) [Il Sole 24 Ore].
  • Il 40% delle persone con disturbi mentali non riceve alcun trattamento [Rapporto Salute Mentale, 2023].
  • L’allocazione degli investimenti destinati alla salute mentale in Italia si attesta soltanto al 3% del totale disponibile nel Fondo Sanitario Nazionale [Salutequitù].

La problematica è emersa con forza durante eventi dedicati, come “Brain Health Inequalities – Idee e strategie per non lasciare indietro nessuno”, organizzato da Lundbeck Italia e Triennale Milano, dove esperti e istituzioni si sono confrontati sulla necessità di non lasciare indietro nessuno in questo percorso di cura.

La natura complessa di queste disuguaglianze è accentuata dalla constatazione che la ricetta medica, spesso considerata un indicatore di accesso, in realtà può mascherare la reale entità del problema. Il professor Francesco Longo, docente di Public and Health Care Management all’Università Bocconi, ha osservato che le liste d’attesa riguardano meno della metà delle prescrizioni, suggerendo che l’attenzione esclusiva su queste liste distoglie dalla questione più ampia dell’equità.

“Se da una parte la salute mentale e del cervello è sempre più una priorità per la popolazione, dall’altra risulta troppo residuale nelle politiche sanitarie pubbliche. ” – Tonino Aceti, Presidente di Salutequitù

La vera sfida, secondo Longo, è nel garantire l’aderenza terapeutica e nell’accompagnare i pazienti in un percorso di cura a lungo termine, che spesso dura tutta la vita. Questo implica un cambio di linguaggio e di prospettiva, volto a sostenere coloro che hanno accettato la propria condizione e a incoraggiare chi la rifiuta a non sottrarsi a controlli ed esami fondamentali.

Le disuguaglianze non si limitano all’età adulta, ma si manifestano fin dalle prime fasi della vita. Bernardo Dell’Osso, ordinario di Psichiatria all’Università Statale di Milano, ha evidenziato come i primi segnali di disturbi come l’autismo o l’ADHD possano manifestarsi già a 5-6 anni, mentre l’adolescenza (13-17 anni) può essere un periodo critico per l’emergere di disturbi di personalità, d’umore e d’ansia. La diagnosi precoce in queste fasce d’età è fondamentale e richiede un coinvolgimento capillare delle famiglie e delle comunità.

Fattori di accesso:
  • Censimento dei servizi attivi
  • Investimenti e formazione dei professionisti
  • Programmi di sensibilizzazione e informazione nelle scuole

Gli interventi non devono limitarsi agli ospedali, ma estendersi a consultori, centri psicosociali, ambulatori pediatrici e di medicina di base, creando una rete di supporto integrata che garantisca un accesso equo alle cure fin dai primi anni di vita. La necessità di una forte alleanza tra diverse discipline è cruciale, come sottolineato da Alessandro Padovani, Presidente della Società Italiana di Neurologia. La ridefinizione dell’assistenza territoriale attraverso il Decreto Ministeriale 77 del 2022 rappresenta un passo importante, ma è indispensabile tradurre queste intenzioni in pratiche concrete, con collaborazioni strette tra psichiatria, geriatria, riabilitazione e medicina generale.

Tra le priorità indicate vi è l’inserimento di nuovi biomarcatori nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), il rafforzamento dei percorsi di diagnosi precoce e lo sviluppo della tele-neurologia per ridurre tempi e distanze, migliorando l’accesso anche in aree meno servite.

Mental Healthcare Access Image

Liste d’attesa e carenza di personale: nodi irrisolti del sistema

Le liste d’attesa per le prestazioni di salute mentale, sebbene non siano l’unico indicatore delle disuguaglianze, rappresentano comunque una problematica persistente e complessa nel servizio sanitario italiano. Nonostante l’introduzione di strumenti normativi come il decreto legge del 7 giugno 2024 e il successivo DPCM del 21 agosto 2025, volti a garantire il diritto alla cura attraverso poteri sostitutivi, la questione rimane critica. L’accordo tra Stato e Regioni del 16 giugno 2025 ha stabilito che i centri di prenotazione regionali dovranno comunicare i tempi di attesa sia per il pubblico che per i privati accreditati, mirando a una maggiore trasparenza e uniformità.

Regione Prestazioni per Utente Posti Letto per 100.000 Abitanti
Friuli-Venezia Giulia 33 8,1
Molise 9 8,1
Campania 9 8,1
Sicilia 9 8,1

La creazione di una piattaforma nazionale delle liste d’attesa, prevista per il 13 giugno 2025, è un ulteriore tentativo di monitorare e assicurare il rispetto delle priorità a livello regionale, fornendo dati ufficiali sui tempi di attesa per visite ed esami. Tuttavia, osservazioni critiche come quelle emerse il 3 ottobre 2025 su “la Repubblica” evidenziano che ridurre le liste d’attesa da solo “non basta” a risolvere il problema delle disuguaglianze in salute mentale, sottolineando una problematicità che va oltre la semplice disponibilità numerica di posti.

Parallelamente alle liste d’attesa, la carenza di personale specializzato costituisce uno dei problemi più gravi del sistema sanitario italiano in ambito psichiatrico e psicologico. Stime riportate il 25 gennaio 2023 indicano che entro il 2030, ben 15 milioni di persone potrebbero trovarsi senza accesso alle cure necessarie a causa della mancanza di psichiatri e altri operatori. Questa situazione è ulteriormente aggravata da una spesa per la salute mentale che, secondo un rapporto OCSE del 10 ottobre 2025, è inferiore alla media europea.

La pandemia di Covid-19 ha esacerbato la crisi, portando a un aumento del 25% dei casi di ansia, depressione e solitudine, come evidenziato il 1° ottobre 2025. Nonostante un aumento del disagio mentale, con oltre 16 milioni di italiani che lamentano disturbi psicologici di varia entità nel 2024 (un incremento del 6% rispetto al 2022), il sistema fatica a reggere.

Numero Accessi e Ricoveri nel 2023:
  • 1.571 accessi giornalieri ai pronto soccorso per disturbi mentali.
  • 40% delle persone con disturbi mentali non riceve trattamento.

I servizi territoriali sono disomogenei e il numero di professionisti è insufficiente. Dati del 10 ottobre 2025 mostrano un aumento significativo dei ricoveri psichiatrici e delle consulenze nei pronto soccorso per disturbi mentali (1.571 accessi giornalieri, con un aumento annuo di circa 26mila). Tuttavia, circa il 40% delle persone con disturbi mentali in Italia non riceve alcun trattamento psicoterapico o psichiatrico, come riportato il 12 gennaio 2025, rivelando una falla profonda nel sistema di presa in carico.

Questa situazione sottolinea l’urgenza di riformare il sistema dei servizi, investendo maggiormente e adottando modelli organizzativi più moderni ed efficienti, come richiamato in occasione della Giornata della Salute Mentale il 10 ottobre 2024.

La spinta della sanità territoriale e le prospettive future

La Regione Lombardia si sta impegnando a tradurre le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in servizi concreti per i cittadini, ponendo la sanità territoriale come una priorità. L’obiettivo principale è avvicinare le cure alle persone e ridurre i divari di accesso attraverso la creazione di Case e Ospedali di Comunità e lo sviluppo della telemedicina. Questo approccio è stato evidenziato da Emanuele Monti, Presidente della Commissione Welfare della Regione Lombardia, il quale ha sottolineato l’importanza della continuità assistenziale, della digitalizzazione e della formazione degli operatori per promuovere una salute del cervello più equa, diffusa e sostenibile per tutti.

Service Available in Regions
Casi della Comunità per Salute Mentale 81 in Emilia-Romagna, 77 in Lombardia, 63 in Veneto

L’iniziativa regionale si inserisce in un contesto nazionale che, dal 16 luglio 2025, vede un nuovo Piano Nazionale per la Salute Mentale 2025-2030, il quale mira a rivoluzionare l’assistenza psichiatrica in Italia, prevedendo maggiori risorse, centri aperti 24 ore su 24 e un approccio più integrato. Questo piano rappresenta un tentativo ambizioso di affrontare le criticità esistenti, come le disuguaglianze nell’accesso ai servizi e la carenza di personale specializzato, due delle principali cause dei lunghi tempi di attesa.

L’impegno verso una maggiore equità nell’accesso alle cure e al supporto psicologico è un tema centrale nel dibattito pubblico, come sottolineato anche il 1° luglio 2025, quando si è evidenziato che la priorità è superare le disuguaglianze territoriali e sociali nell’età evolutiva. Su questo fronte, è stato presentato a Roma un Intergruppo parlamentare per il Diritto alla Salute nell’Età Evolutiva, con un focus sulla prevenzione.

Le iniziative, come la mostra “La Repubblica della longevità – In Health Equalities We Trust”, curata da Nic Palmarini e Marco Sammicheli, mirano a trasformare la longevità in salute in una “res publica”, dove il design assume un ruolo di catalizzatore politico, plasmando il quotidiano e incarnando visioni del mondo che supportano un manifesto per una longevità equa e inclusiva. In un appello alla solidarietà istituzionale, Tiziana Mele, Amministratore Delegato di Lundbeck Italia, ha messo in evidenza l’urgenza di non tollerare il fatto che la complessità delle patologie neurologiche possa essere aggravata da una rete assistenziale fragile. È imperativo avviare un dibattito collettivo finalizzato a tradurre le necessità emergenti in interventi praticabili e creare modelli operativi più aperti e accoglienti. Solo così sarà possibile edificare un sistema sanitario adeguato alle reali richieste dei pazienti, evitando ogni forma di esclusione.

Oltre le statistiche: la cura come percorso e diritto

La salute mentale, nelle sue sfaccettature più ampie, non dovrebbe essere solo una serie di statistiche e percentuali, ma piuttosto un percorso e un diritto intrinseco di ogni individuo. La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri e le nostre percezioni influenzano profondamente il nostro stato emotivo e il nostro comportamento. Quando un individuo si trova ad affrontare barriere economiche, sociali o culturali nell’accesso alle cure, la sua percezione di sé e del proprio valore può essere gravemente compromessa, alimentando sentimenti di disperazione e isolamento.

Importanza della diagnosi precoce: è essenziale per migliorare la qualità della vita e ridurre i costi sociali ed economici.

Di fronte a lunghe liste d’attesa e alla carenza di specialisti, l’idea di ottenere aiuto diventa un miraggio, e la mente può iniziare a rimuginare su queste difficoltà, creando un circolo vizioso di pensieri negativi che aggravano ulteriormente il disagio.

La psicologia comportamentale ci suggerisce che l’atto stesso di cercare aiuto e di aderire a un percorso terapeutico è un comportamento appreso, influenzato da rinforzi positivi e negativi. Se il sistema sanitario si presenta come una serie di ostacoli insormontabili, rinforza l’idea che la cura sia inaccessibile o inutile. Al contrario, un sistema che offre un accesso facile e tempestivo supporta un comportamento più proattivo e resiliente.

Un concetto avanzato nel campo della salute mentale è quello della “mentalizzazione”, un processo psicologico che descrive la capacità di comprendere i propri stati mentali e quelli degli altri, interpretando comportamenti in termini di intenzioni, desideri e sentimenti. Nelle comunità in cui lo stigma sulla malattia mentale è ancora forte, la capacità di mentalizzare il proprio disagio o quello di un familiare può essere compromessa, portando a ritardi nella diagnosi e a un rifiuto delle cure.

Disturbo Mentale Percentuale Riscontrata Gruppo d’Età Più Colpito
Ansia 40% Giovani 18-25 anni
Depressione 10% Adulti 25-35 anni
Autolesionismo 18% Adolescenti 14-18 anni

La mancanza di risorse e la disomogeneità dei servizi a livello territoriale non solo creano disuguaglianze nell’accesso, ma ostacolano anche la possibilità di sviluppare questa capacità cruciale, impedendo agli individui di riconoscere e validare i propri bisogni emotivi.

Riflettere su queste dinamiche ci spinge a considerare che la salute mentale non è un problema individuale da risolvere isolatamente, ma una responsabilità collettiva. Ogni ostacolo, ogni lista d’attesa, ogni carenza di personale non è semplicemente un dato numerico, ma una storia di vita interrotta o compromessa. La promozione di una cultura della cura e della prevenzione, che parta fin dall’infanzia e si estenda a tutte le fasi della vita, è fondamentale.

Fattori di successo per una cultura della sana mentalità:
  • Interventi di prevenzione, educazione e sensibilizzazione
  • Incentivi per l’assunzione di professionisti nel settore
  • Programmi di inclusione sociale per migliorare l’accessibilità ai servizi

Significa investire non solo in strutture e specialisti, ma anche in programmi educativi che decostruiscano lo stigma, incoraggino il dialogo e rendano la mentalizzazione una risorsa comune. Solo così potremo creare una società in cui la cura della mente sia un percorso accessibile e dignitoso, e non una battaglia solitaria contro un sistema frammentato.

Glossario:

  • Psicologia Cognitiva: branca della psicologia che studia i processi mentali come percezione, memoria, ragionamento e decisione.
  • Telemedicina: utilizzo delle tecnologie per fornire assistenza medica a distanza.
  • Mentalizzazione: capacità di comprendere i propri stati mentali e quelli degli altri.

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