- Dal 2 al 12 ottobre 2025, la mostra fotografica combatte lo stigma.
- 125 persone coinvolte nei laboratori fotografici guidati da Francesco Zizola.
- Un cittadino su tre si vergogna di avere un disturbo mentale.
- Il 40% delle demenze potrebbe essere evitato con stili di vita sani.
L’arte contro lo stigma: una mostra fotografica per ridefinire la salute mentale
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (GNAMC) di Roma ospita, dal 2 al 12 ottobre 2025, la mostra fotografica “La salute mentale, oggi”, un evento culturale e sociale di risonanza significativa nella lotta contro lo stigma e i pregiudizi che ancora troppo spesso circondano i disturbi mentali. L’esposizione, curata dal noto fotoreporter italiano Francesco Zizola – vincitore del World Press Photo nel 1996 – si inserisce nel contesto della IV edizione del Festival Ro. Mens, promosso dal Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 2 e patrocinato dalla RAI. L’obiettivo principale è quello di mostrare una realtà della salute mentale priva di volti stereotipati, dove le sofferenze siano riconosciute come parte della comune esperienza umana e non come elementi di discriminazione.
L’iniziativa parte da un concetto tanto semplice quanto profondo: la follia non ha un volto unico e riconoscibile. I ritratti in mostra non mirano a distinguere o a stigmatizzare, ma piuttosto a presentare una molteplicità di volti umani, sottolineando come nessun aspetto esteriore possa essere indice di malattia o di pregiudizio. Le fotografie esposte sono il frutto di un concorso intitolato “Fotograf@Mens” e di laboratori condotti nei Centri Diurni del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 2. Questi laboratori hanno incoraggiato gli utenti, gli operatori e i familiari a esplorare i temi dell’autonarrazione e dell’autoritratto, creando immagini che esprimono una ricerca di identità autentica, oltre le maschere difensive e il rifiuto della propria immagine. Francesco Zizola ha guidato un esperimento nei laboratori fotografici, coinvolgendo 125 persone tra pazienti, terapisti e volontari. L’idea centrale era quella di lavorare sul concetto di uguaglianza attraverso lo strumento dello specchio. Zizola ha invitato i partecipanti a realizzare un autoritratto in solitudine e libertà, utilizzando un dispositivo che simulava uno specchio posto vicino all’obiettivo della macchina fotografica. L’esito è stato sorprendente: i ritratti, esposti senza nomi né identificativi, rivelano un’uguaglianza di fondo nei sentimenti, nelle reazioni e nei comportamenti che si manifestano davanti a uno specchio. Questa assenza di etichette sfida lo spettatore, invitandolo a riflettere su chi possa essere il paziente e chi il terapista, chi il volontario e chi l’utente, superando così i pregiudizi che spesso gravano sulle persone che hanno perso l’equilibrio della “normalità sociale”.
Un dato allarmante emerso dall’indagine Doxa sulla “Salute Mentale 2025” indica che in Italia un cittadino su tre si vergognerebbe di avere un disturbo mentale, e che due giovani su tre percepiscono la diversità come un rischio anziché un valore. Questi dati rafforzano la necessità etica di iniziative come questa mostra, che promuovono l’inclusione sociale e celebrano il valore della diversità.

Le basi neurobiologiche dei disturbi mentali e la neuropsicologia
La comprensione dei disturbi mentali ha compiuto passi da gigante grazie agli studi sulle loro basi neurobiologiche. Gli ultimi dati mostrano come i disturbi mentali, spesso stigmatizzati, abbiano radici biologiche e neurologiche non sempre comprese dalla popolazione. Questo approccio scientifico aiuta a superare i pregiudizi e favorire una maggiore accettazione sociale. La neuropsicologia, in questo contesto, emerge come una disciplina cruciale. Essa studia i processi cognitivi e comportamentali e i meccanismi anatomo-fisiologici che ne regolano il funzionamento, offrendo una lente attraverso cui osservare le alterazioni cognitive e comportamentali connesse a lesioni o disfunzioni in specifiche aree cerebrali.
Un esempio significativo è rappresentato dallo studio delle psicosi, come evidenziato dalla pubblicazione “Neuropsicologia delle psicosi. Modelli e interventi cognitivi” di Severin, Prior e Sartori.
AUTORE: Severin, Prior, Sartori
PUBLISHER: Maggioli Editore
AÑO: 2020
Quest’opera enfatizza il fatto che nei pazienti affetti da schizofrenia i disturbi cognitivi possono risultare difficilmente più debilitanti rispetto ai sintomi positivi. L’indagine si articola attraverso un’esplorazione dettagliata dei modelli neuropsicologici, evidenziando le ripercussioni della malattia su varie aree: memoria, attenzione, linguaggio ed elementi comunicativi, nonché sulle facoltà visuo-spaziali, oltre all’intelligenza generale e alle abilità motorie. Sul piano neuro-anatomico è stata analizzata la schizofrenia in relazione a disfunzioni sia nel sistema fronto-striato talamico che in quello fronto-temporale. Risaltano tra i paradigmi cognitivi quelli proposti da Cohen e Frith che offrono spunti per comprendere scientificamente tali manifestazioni cliniche. Anche le funzioni relative alla teoria della mente – ovverosia quella capacità umana di inferire stati mentali propri ed altrui – sono frequentemente minate; analogamente avviene con l’afferramento delle metafore o dell’ironia presente nelle interazioni sociali.
Le moderne tecniche di brain imaging, come rivelato da ricerche recenti, consentono il miglioramento delle pratiche terapeutiche. È fondamentale integrare terapie farmacologiche con programmi riabilitativi volti a migliorare non solo le performance cognitive, ma anche la qualità globale della vita quotidiana dei pazienti. Questi interventi si dividono in compensatori, che enfatizzano le abilità residue, e riparativi o ristorativi, che mirano alla correzione delle disfunzioni cognitive attraverso esercizi che sfruttano il concetto di “plasticità neurale”. Un esempio è il Training Metacognitivo, sviluppato da Morit e Wooward nel 2007 specificamente per pazienti schizofrenici.
L’impatto delle immagini sulla percezione pubblica e sulla lotta allo stigma
L’uso della fotografia come strumento di espressione e di lotta allo stigma sta guadagnando sempre più terreno nel campo della salute mentale. Diverse ricerche e studi hanno evidenziato il potenziale delle immagini nel favorire la crescita individuale e nel promuovere una maggiore consapevolezza collettiva. La forza di queste immagini risiede nella loro capacità di creare un senso di uguaglianza, scardinando il pregiudizio e invitando lo spettatore a guardare oltre le etichette.

Un intervento significativo è ciò che viene promosso attraverso eventi e mostre come quella di Zizola, che serve non solo a mostrare volti, ma a raccontare storie umane, rompendo il silenzio e l’isolamento associati alle malattie mentali. Anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha recentemente espresso:
“La collaborazione tra istituzioni, società scientifiche e comunità è fondamentale per garantire equità e innovazione nella tutela della salute cerebrale.”
L’arte, in questo contesto, si trasforma in uno strumento per abbattere stereotipi e costruire una cultura della salute mentale fondata sulla consapevolezza, il dialogo e la partecipazione. La mostra “La salute mentale, oggi” è pensata come un work in progress, dove ogni visitatore è invitato a realizzare un proprio autoritratto e ad aggiungerlo all’esposizione, contribuendo così a un’opera collettiva in continua evoluzione. Questa interattività rafforza il senso di appartenenza e la possibilità di “evadere” metaforicamente dallo stigma, come nel commovente racconto del laboratorio fotografico tenutosi nel polo penitenziario di Rebibbia, dove i detenuti hanno avuto la libertà di autoritrarsi senza controllo, firmando poi una liberatoria “per evadere da Rebibbia” attraverso le loro immagini esposte alla GNAM.
Il coinvolgimento del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2 e la direzione artistica di Francesco Zizola sottolineano un approccio multidisciplinare alla salute mentale, che integra l’arte e la cultura nella strategia di inclusione e sensibilizzazione. La mostra FOTOGRAF@MENS non si limita all’esibizione di opere, ma include anche un vademecum sulla salute mentale, realizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Rai per la Sostenibilità ESG e ASL Roma 2, con l’obiettivo di informare e formare. Queste iniziative mirano a un cambiamento profondo nella percezione pubblica, combattendo la vergogna di cui soffre un cittadino su tre in Italia e la tendenza dei giovani a credere che mostrarsi per come si è li faccia apparire “strani”.
Neuroscienze e mente: un percorso unitario di comprensione
Immaginate la vostra mente come una complessa orchestra, dove ogni strumento, ogni nota, contribuisce a creare la sinfonia della vostra esperienza. Talvolta, però, alcuni strumenti possono stridere, stonare, o addirittura rimanere in silenzio, rompendo l’armonia. Questo è un modo semplice ma efficace per avvicinarci alla comprensione dei disturbi mentali. Dal punto di vista della psicologia cognitiva, possiamo pensare a questi “stridii” come a schemi di pensiero disfunzionali, ovvero modi in cui la nostra mente elabora le informazioni che ci portano a interpretazioni distorte della realtà o a reazioni emotive sproporzionate.
Recenti studi hanno dimostrato che lo stigma, come un peso invisibile, può amplificare anche i sintomi di ansia e depressione, peggiorando ulteriormente la salute mentale delle persone. La comprensione di queste dinamiche invita a riflessioni più ampie sulla salute mentale come un percorso dinamico di equilibrio e adattamento.
Fattori di rischio e resilienza
Le neuroscienze ci rivelano che dietro questi “stridii” vi sono spesso alterazioni nelle reti neurali e nei processi neurobiologici. Pensate alla dopamina, un neurotrasmettitore che gioca un ruolo cruciale nella regolazione dell’umore, della motivazione e del piacere. Un’alterazione nei livelli o nel funzionamento della dopamina può contribuire, ad esempio, allo sviluppo della schizofrenia o di disturbi depressivi. Le recenti scoperte sul ruolo della plasticità neurale ci offrono però una speranza tangibile: il nostro cervello non è un organo statico, ma una struttura dinamica e in continuo adattamento.
Questo significa che, attraverso interventi mirati – sia farmacologici che terapeutici, come i training cognitivi – possiamo favorire la riorganizzazione delle reti neurali e il recupero delle funzioni compromesse. La riabilitazione neuropsicologica, ad esempio, sfrutta proprio questa plasticità per aiutare i pazienti a sviluppare nuove strategie e abilità, ripristinando in parte l’armonia dell’orchestra mentale.
La comprensione di queste dinamiche ci invita a una riflessione profonda: la salute mentale non è solo assenza di malattia, ma un percorso dinamico di equilibrio e adattamento, in cui ogni persona, con le sue unicità e sfide, merita ascolto, comprensione e un supporto basato sulla scienza e sull’empatia, riconoscendo la piena dignità di ogni individuo.
- Neuroplasticità: La capacità del cervello di riorganizzarsi e formare nuove connessioni neurali.
- Schizofrenia: Un grave disturbo mentale caratterizzato da alterazioni della percezione, pensiero e comportamento.
