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Psicofarmaci tra i giovani: l’onda oscura che travolge l’Italia

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  • Nel 2024, i decessi per cocaina sono aumentati del 35%.
  • Un giovane su quattro ricorre a psicofarmaci illegalmente.
  • Circa 510 mila studenti tra i 15 e i 19 anni hanno assunto psicofarmaci senza prescrizione.
  • Il 42% dei giovani trova psicofarmaci in casa.
  • Il consumo di psicofarmaci è aumentato del 15-20% in cinque anni.

Situazione attuale: crescenti problematiche L’Italia si trova ad affrontare un incremento decisamente inquietante nell’assunzione e nell’abuso dei psicofarmaci da parte delle nuove generazioni; tale dinamica emerge come una delle principali criticità nella sfera della salute pubblica contemporanea. I dati più aggiornati tracciano uno scenario preoccupante: nel corso del 2024 si è registrato un picco allarmante nei decessi legati alla cocaina – ben il 35%, frutto diretto di intossicazioni acute fatali. Contestualmente appare evidente una tendenza crescente fra i ragazzi verso l’abuso degli antidepressivi, frequentemente procurati senza adeguata prescrizione medica. Tali informazioni derivanti dalla Relazione annuale al Parlamento riguardante le dipendenze sottolineano la complessità della situazione attuale: sebbene ci sia stata una diminuzione globale nel consumo di sostanze illecite fra gli adolescenti, questa non impedisce però l’aumento notevole dell’utilizzo scorretto delle sostanze psicoattive legali.

In aggiunta a ciò,a seguito dell’indagine effettuata dalla Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza, emerge chiaramente che, oltre ai già citati rischi associabili ad alcol ed altre droghe pesanti, anche il ricorso agli psicofarmaci sta assumendo contorni sempre più allarmanti. L’Espresso, in un’analisi del giugno 2025, ha rivelato che, sebbene il consumo complessivo di droghe diminuisca, ben un giovane su quattro ricorre a psicofarmaci illegalmente. Questa tendenza è particolarmente inquietante, anche a fronte di un aumento del 4,2% nell’utilizzo di antidepressivi tra la popolazione italiana adulta negli ultimi cinque anni, come segnalato da Sanità Informazione a novembre 2024.

Avvenire, a giugno 2025, ha sottolineato il primato nelle morti per cocaina, affiancando a questa grave problematica un “allarme psicofarmaci” tra la popolazione giovanile, con un consumo di cannabis in forte ascesa. Secondo la Relazione annuale al Parlamento 2025, sono circa 510 mila gli studenti tra i 15 e i 19 anni ad aver assunto psicofarmaci senza prescrizione almeno una volta nella vita. Tra questi, ben 290 mila ne hanno fatto uso nell’ultimo anno e 54 mila studenti hanno dichiarato di avere un’abitudine frequente, con almeno dieci assunzioni al mese; questa incidenza è risultata più che raddoppiata tra le ragazze. [Politiche Antidroga]

La gravità del fenomeno è ulteriormente delineata dalle testimonianze dirette. Il Corriere della Sera, a giugno 2023, ha raccolto le voci di due ventenni che hanno cercato supporto medico per l’ansia legata al futuro e agli impegni universitari, evidenziando come la richiesta di aiuto sia in crescita costante dal 2010. Questo dato non solo conferma la diffusione del disagio psichico, ma sottolinea anche una maggiore consapevolezza e propensione a cercare assistenza, seppur in un contesto di crescente pressione e sfide.

Il dibattito non si limita solo all’uso di farmaci prescritti, ma si estende all’abuso di psicofarmaci senza ricetta. Fanpage, ad aprile 2023, ha riportato una discussione sulla controversa comunità Shalom, in provincia di Brescia, dove presunte “violenze, psicofarmaci e preghiere” sarebbero state utilizzate per curare le dipendenze, sollevando interrogativi etici e terapeutici. La Fondazione Veronesi, già a settembre 2022, aveva evidenziato l’aumento dell’uso di psicofarmaci senza prescrizione tra i giovanissimi, cercando di comprendere cosa li spinga a tale scelta e dove si approvvigionino.

Gli esperti della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (SINPF) hanno lanciato un allarme esplicito riguardo il boom dell’uso di psicofarmaci a scopo ricreativo tra gli adolescenti*. Questa nuova forma di dipendenza, in costante crescita, riguarda fino a un giovane su dieci*, esponendoli a seri rischi per la salute. Il fenomeno è alimentato dalla facilità di reperimento: secondo uno studio ESPAD®Italia del CNR, il 42% dei giovani trova questi farmaci in casa, il 28% li acquista online e il 22% li ottiene per strada, aggirando così il controllo degli adulti e dei medici. Questa “moda”, che abbraccia adolescenti già a partire dai 13-14 anni, è percepita come un modo per “superare i limiti”, ma comporta gravissime conseguenze. Oggi, nel 2025, la situazione è maturata, con numeri ancor più evidenti e un impatto più ampio sulla popolazione giovanile. La complessità del contesto richiede un approccio multifattoriale che coinvolga le famiglie, le scuole, le istituzioni e i professionisti della salute per arginare questa marea crescente.

Le radici del fenomeno: ansia, depressione e ricerca di “performance”

Le cause profonde dell’incremento nell’uso di psicofarmaci tra i giovani sono molteplici e complesse, intrecciando fattori psicologici, sociali e comportamentali in un mosaico di disagio esistenziale. Uno dei motori principali, come sottolineato da Repubblica a gennaio 2023, è l’incremento degli stati depressivi e di ansia che affliggono gli adolescenti. Il consumo di psicofarmaci da parte dei teenager è aumentato del 15-20% in cinque anni, un dato che evidenzia una vulnerabilità sempre maggiore. Questo non è solo un fatto numerico, ma una trasformazione percettiva: molti giovani vivono un disagio psicologico cronico, come riporta Risveglio Duemila a ottobre 2023, con il 60,1% degli italiani che convive con uno o più disturbi.

Un’altra chiave di lettura risiede nella ricerca di “performance” e nell’autostima, come evidenziato da Matteo Balestrieri, ordinario di Psichiatria all’Università di Udine e co-presidente della SINPF. Gli psicofarmaci vengono percepiti come un’ancora di salvezza per diverse finalità:

  • Aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione.
  • Migliorare l’aspetto fisico, soprattutto se combinati con farmaci dietetici.
  • Potenziare i livelli di autostima e il senso di benessere generale.
  • Migliorare sonno e umore per sentirsi “in forma”.

Questa pressione costante, unita a un contesto sociale sempre più esigente, spinge i giovani a cercare scorciatoie farmacologiche per raggiungere standard spesso irrealistici. La Via Libera, a novembre 2022, ha sottolineato come la motivazione dietro l’uso di psicofarmaci sia spesso legata al desiderio di “stare meglio con sé stessi”, “migliorare l’andamento scolastico” e “l’aspetto fisico”.

Il T Quotidiano, a giugno 2025, pone l’accento anche sullo stress scolastico e l’influenza delle tecnologie come fattori scatenanti. L’esposizione costante a modelli irraggiungibili, il confronto sociale amplificato dai social media e la difficoltà a gestire la noia o l’insoddisfazione senza stimoli esterni, contribuiscono a un quadro di vulnerabilità. La possibilità di reperire facilmente questi farmaci, sia in casa (42% dei casi), sia online (28%), sia per strada (22%), aggrava ulteriormente il problema, rendendoli accessibili a chiunque cerchi una soluzione rapida e senza controllo. Le studentesse, in particolare, mostrano una maggiore propensione all’uso di psicofarmaci, con un rapporto di genere minimo di 1,8 per i farmaci per l’attenzione che aumenta a 3,4 per quelli destinati alle diete. Questo dato suggerisce pressioni estetiche e sociali aggiuntive che colpiscono il genere femminile. L’abuso di psicofarmaci si associa spesso all’uso di altre sostanze psicoattive, come tabacco, energy drink, benzodiazepine e stupefacenti. Il 18% degli studenti ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel 2021; il 2,8% ne ha fatto un uso frequente, e quasi il 10% è un “poliutilizzatore”, assumendo almeno due sostanze nell’arco di 12 mesi. La cannabis rimane la sostanza illegale più diffusa, seguita dalle “New Psychoactive Substances” (NPS), sostanze sintetiche che mimano gli effetti di droghe più conosciute.

Illustrazione dell’impatto dei farmaci sull’adolescente. Stile neoplastico e costruttivista, forme geometriche pure e razionali.
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  • È confortante vedere una maggiore consapevolezza del problema... 😊...
  • Questo articolo mi preoccupa molto, soprattutto per l'aumento... 😔...
  • Invece di demonizzare gli psicofarmaci, dovremmo chiederci cosa spinge... 🤔...

Tipologie di psicofarmaci e rischi: un vademecum necessario

Il vertiginoso incremento nell’assunzione degli psicofarmaci da parte dei giovani italiani comporta un insieme considerevole d’imperativi da non sottovalutare, assieme a una pluralità significativa nella gamma dei medicinali impiegati. È cruciale afferrare queste interazioni al fine sia di intervenire sul problema che di incentivare un uso prudente ed informato.

Come riportato dal CNR nel corso dell’ultima annualità osservativa emerge che la categoria predominante fra gli psicofarmaci consumati senza alcuna prescrizione medica risulta essere quella relativa ai farmaci del sonno (8.4%). Si collocano dopo questa fascia percentuale le due classi relative ai medicinali destinati a trattamenti umorali e quelli indirizzati alla perdita ponderale con un’incidenza del 2.4%, mentre i principi attivi relativi alla vigilanza cognitiva mostrano impieghi impropri pari al 2.1%. È interessante notare come siano principalmente le studentesse a essere interessate a questo fenomeno; infatti esse registrano livelli d’utilizzo superiori rispetto ai coetanei maschi in tutte le sezioni considerate. Tale inclinazione verso i sedativi – insieme all’uso scorretto delle sostanze atte a regolare il peso corporeo o influenzare positivamente stato d’animo o capacità attentive – mette in luce una volontà consistente nell’automedicarsi, quale risposta agli effetti dello stress quotidiano in ambito sociale ed educativo, oltre che alle frustrazioni legate all’immagine corporea percepita.

Fra gli antidepressivi, la categoria più frequentemente prescritta, anche ai minori, include gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) e gli SNRI (inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina). Nello specifico, farmaci come la paroxetina, la sertralina, il citalopram (Seropram, Elopram), l’escitalopram (Cipralex, Entact), la fluoxetina (Prozac, Fluoxerene) e la venlafaxina o duloxetina sono tra i più diffusi. La paroxetina, in particolare, è tra i primi 5 farmaci più usati in Italia nel trattamento dei minori, spesso prescritta anche dai medici di base. Oltre agli antidepressivi, vengono comunemente usati ansiolitici, in particolare le benzodiazepine, ma anche ansiolitici atipici, barbiturici e antipertensivi, soprattutto per fini ricreativi o come supporto alla “performance”. La SINPF ha messo in guardia sui gravi rischi associati all’uso non controllato di questi farmaci. Il “fai da te” e l’assunzione per opportunità, in particolare, possono avere ripercussioni negative significative sulla salute dei giovani, portando a dipendenza, effetti collaterali indesiderati e, in casi estremi, anche all’overdose. Per contrastare questo fenomeno dilagante, gli psichiatri hanno stilato un vademecum di cinque punti chiave:

  1. No al “fai da te”: È imperativo rivolgersi sempre a un medico specialista per qualsiasi disturbo psicologico o necessità di farmaci.
  2. Non sottovalutarne la potenza: Riconoscere che gli psicofarmaci sono medicinali potenti con importanti ricadute collaterali e terapeutiche.
  3. Custodia responsabile: Tenere i farmaci fuori dalla portata di chiunque possa farne un uso improprio o ricreativo.
  4. Sensibilizzazione e informazione: Avviare campagne mirate di counselling e sensibilizzazione, coinvolgendo giovani e cittadinanza.
  5. Seguire le indicazioni dello specialista: In caso di disturbi come ansia, depressione o disturbi dell’umore, è fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni del medico.

Queste linee guida sono cruciali per riorientare l’approccio dei giovani e delle loro famiglie verso un uso più consapevole e sicuro dei farmaci, evitando le pericolose derive dell’automedicazione e dell’abuso ricreativo.

Per un futuro consapevole: strategie di intervento e riflessioni

Nel contesto odierno caratterizzato da una problematicità complessa e in aumento, è essenziale formulare con precisione delle strategie d’intervento specifiche. Queste devono necessariamente integrare il contributo attivo di istituzioni scolastiche, nuclei familiari e specialisti nella sfera della salute. In uno scritto ufficiale risalente al novembre 2019 della Rete Sostenibilità e Salute si mette in evidenza quanto sia determinante adottare una forma prudentemente controllata ed esperta riguardante la psicofarmacoterapia durante le fasi evolutive dell’individuo; questo implica doveroso considerare metodi fondati sulla prevenzione abbinati a gestioni più efficaci.

Particolarmente significative sono le scuole che fungono da punto strategico nell’attuazione dei piani diretti alla prevenzione del disagio mentale. A tal proposito il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) ha diramato nel mese di aprile 2023 delle linee guida per potenziare il benessere psichico nelle scuole. Questo documento rivela come vi sia un’urgenza notevole nell’implementazione di interventi sistematici proprio nel periodo successivo alla pandemia. È imprescindibile pertanto che tali iniziative non vengano realizzate saltuariamente; devono invece articolarsi su diverse sessioni comportando così tutto il corpo docente insieme ai genitori e al personale ATA all’interno dell’intera comunità educativa. L’obiettivo primario consiste nel generare uno spazio educativo capace non soltanto di rilevare tempestivamente i segni del disagio, ma altresì di fornire le necessarie risorse e strumenti atti a fronteggiarlo efficacemente.

All’interno di questo quadro operativo si colloca preminente la terapia familiare. Concentrandosi sui comportamenti disfunzionali emergenti nella giovinezza, essa svolge una funzione preventiva nei confronti dell’aggravarsi delle situazioni critiche ed evita l’insorgere dell’abuso sostanziale. Questo approccio si distingue per una visione olistica del sistema familiare quale leva essenziale per sostenere lo sviluppo armonioso dei più giovani.

La somministrazione della farmacoterapia deve sempre integrarsi con interventi psicoterapici ogniqualvolta sia ritenuto necessario; così viene indicato nelle Linee Guida sui disturbi depressivi in età evolutiva redatte dalla SINPIA. Il trattamento farmacologico diviene pertanto parte integrante di un cammino terapeutico complessivo finalizzato al ripristino dell’equilibrio psichico su basi durature anziché limitarsi alla semplice gestione dei sintomi.

In merito ai traumi vissuti dai giovani, è cruciale riconoscere come questi non rappresentino solamente eventi esterni ma piuttosto esperienze personali capaci d’influenzare radicalmente la propria auto-percezione così come quella altrui, oltre alla concezione stessa del mondo. Un numero crescente di giovani si affida agli psicofarmaci, utilizzandoli come strumenti per attenuare sia il dolore sia l’ansia legati a ferite emotive non elaborate; queste possono variare notevolmente in intensità e natura, spaziando da questioni personali a situazioni socialmente influenzate (quali la pandemia e altre pressioni esterne). Sebbene tale ricerca appaia giustificata nella sua immediatezza, essa rischia fortemente di impedire un’elaborazione approfondita dei sentimenti e delle emozioni subite nel lungo termine—portando invece all’insorgenza di una forma perdurante di dipendenza che ostacola una vera e propria capacità di guarigione.

Dal punto di vista comportamentale dell’animo umano, assumere sostanze psicoattive per finalità ludiche costituisce quanto meno un esempio perfetto del meccanismo del rinforzo positivo. Qui c’è uno slancio verso quel bene placido che viene dalla fuga rapida dalle esperienze sgradevoli; questa è percepita quasi istantaneamente attraverso un aumento temporaneo dell’autoefficacia. Il risultato è una spirale viziosa dove ci si ritrova sempre più invischiati nella stessa dipendenza. Osservando questi fenomeni con occhi critici dall’angolo della cognizione umana, vi è poi anche quella nota distorsione nei processamenti cognitivi: molti ragazzi maturano convinzioni infondate circa gli psicofarmaci quale panacea nei confronti delle proprie difficoltà quotidiane—catalizzando così tendenze a ignorare i gravi rischi nel privilegiare strategie maladattive rispetto alla sana gestione delle proprie sfide evolutive.

Stimolando una riflessione personale, è essenziale interrogarci: cosa stiamo offrendo ai nostri giovani come alternativa a questa “ancora di rassicurazione” farmacologica? La noia, spesso vista come un vuoto da riempire, può invece essere un terreno fertile per lo sviluppo della creatività e dell’auto-scoperta. Insegnare la noia, come suggerisce una recente riflessione, significa incoraggiare i giovani a stare con le proprie emozioni, a esplorare il proprio mondo interiore senza la necessità di stimoli esterni immediati. Solo così potranno sviluppare la resilienza, quella capacità di rialzarsi e trasformare le avversità in opportunità di crescita, non in pretesti per un’evasione chimica. La vera forza non risiede nell’annientare il dolore, ma nel riconoscerlo, comprenderlo e, infine, superarlo con gli strumenti che la consapevolezza e il supporto autentico possono offrire.

Glossario:
  • Espad: Studio Europeo sulle Sostanze e sulle Abitudini di Consumo tra i Giovani
  • SSRI: Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina, una classe di antidepressivi.
  • SINPF: Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia.
  • NPS: Nuove Sostanze Psicoattive, sostanze sintetiche che mimano gli effetti di droghe più conosciute.
Un’infografico che rappresenta vari tipi di medicinali e i rischi connessi al loro abuso tra gli adolescenti. Simboli visivi come pillole, siringhe e segnali di avvertimento.
Una scena serena e speranzosa che mostra un ambiente familiare di supporto, con genitori che conversano con il loro adolescente riguardo la salute mentale.

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