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Psicofarmaci tra gli adolescenti: l’allarme ESPAD® Italia rivela un’emergenza

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  • Nel 2024, oltre 510.000 studenti (15-19) hanno usato psicofarmaci senza ricetta.
  • Il 12% dei ragazzi (15-17) ha fatto uso di psicofarmaci nell'ultimo anno.
  • Circa il 10% degli studenti (15-19) ha abusato di psicofarmaci nell'ultimo anno.

Il recente alarme lanciato sulla diffusione dell’uso di psicofarmaci tra gli adolescenti in Italia evidenzia una situazione di crescente preoccupazione. Non si tratta più soltanto del consumo di sostanze stupefacenti tradizionali, ma emerge con forza il fenomeno dell’automedicazione e dell’uso “ricreativo” di farmaci, spesso ottenuti senza alcuna prescrizione medica. I dati raccolti in diverse indagini, in particolare quelle condotte dallo studio ESPAD® Italia, rivelano un trend in aumento che ha raggiunto nel 2024 livelli senza precedenti. Si stima che oltre 510.000 studenti tra i 15 e i 19 anni abbiano fatto ricorso a psicofarmaci senza prescrizione nel corso della loro vita, un dato che sale a 180.000 nella fascia d’età 15-17 solo nell’ultimo anno, rappresentando il 12% di questa popolazione studentesca. Questo fenomeno è particolarmente marcato tra le ragazze, con una prevalenza più che doppia rispetto ai coetanei maschi.

Statistiche recenti: Secondo il Rapporto ESPAD Italia 2024, circa il 10% degli studenti italiani tra i 15 e i 19 anni ha fatto uso improprio di psicofarmaci almeno una volta nell’ultimo anno. La percentuale sale a 1 su 15 tra i ragazzi di 12-14 anni.

Le modalità di accesso a questi farmaci sono molteplici e spesso illegali. Si va dalla sottrazione di ricettari e timbri da ambulatori medici, con conseguente compilazione “fai da te” o creazione di ricette false attraverso software di grafica, all’acquisto online, un mercato nero che prospera soprattutto su piattaforme come Telegram. Una volta ottenuti, questi farmaci vengono utilizzati per diverse ragioni: alcuni si limitano all’uso personale, spesso in combinazione con l’alcol per potenziarne gli effetti, mentre altri li rivendono, trasformandoli in una nuova forma di spaccio. Questa vasta disponibilità e la percezione di una minore pericolosità rispetto alle droghe illegali contribuiscono a rendere gli psicofarmaci una “nuova droga”, particolarmente attraente per i giovani.

Il consumo di psicofarmaci senza prescrizione si inserisce in un quadro più ampio di disagio giovanile, caratterizzato da un aumento dei problemi legati alla salute mentale. Nell’ambito della salute mentale degli adolescenti, l’ansia, la depressione e i disturbi dell’immagine corporea emergono come alcune delle sfide più pervasive. La ricerca di un sollievo immediato o di un potenziamento delle proprie performance induce numerosi giovani a ricorrere all’automedicazione. È imperativo evidenziare che l’impiego indiscriminato di tali farmaci – concepiti per la cura di precise patologie psichiatriche – deve avvenire esclusivamente sotto il severo controllo medico; altrimenti, ciò può determinare seri danni sia alla salute fisica che a quella mentale dei ragazzi. Questi abusi possono infatti compromettere gravemente l’equilibrio chimico del cervello durante una fase così delicata dello sviluppo.

Modalità di accesso e tipologie di farmaci

La questione dell’approvvigionamento di psicofarmaci da parte degli adolescenti senza la necessaria prescrizione medica costituisce uno degli aspetti più significativi del problema attuale. Il grado di accessibilità a tali sostanze riveste infatti un ruolo determinante nell’incremento della loro assunzione tra i giovani. Recenti ricerche hanno messo in luce che una buona porzione dei ragazzi utilizzatori riesce ad ottenere questi farmaci comodamente all’interno delle mura domestiche; ciò suggerisce non solo una possibile sottovalutazione dei pericoli da parte degli adulti, ma anche carenze nella sorveglianza riguardo alla sicurezza dei medicinali custoditi negli ambienti familiari. Inoltre, l’acquisizione avviene anche attraverso reti online e scambi nel mercato nero o fra pari, indicando così quanto sia fragile ed inefficace il sistema volto al monitoraggio della distribuzione delle stesse sostanze. Non trascurabile è nemmeno il ruolo delle farmacie; esse costituiscono infatti un ulteriore nodo critico, dove sono stati riscontrati episodi legati all’uso fraudolento di ricette falsificate o rubate, spingendo le autorità competenti insieme agli ordini professionali a emanare comunicazioni specifiche per sollecitare i farmacisti a esercitare maggiore prudenza e accuratezza nelle verifiche relative alle prescrizioni mediche ricevute. L’abuso degli psicofarmaci da parte degli adolescenti coinvolge numerose classi terapeutiche particolarmente diffuse nella loro errata somministrazione. Si distinguono principalmente le benzodiazepine, fra cui figura Rivotril, normalmente impiegato nel trattamento dell’epilessia ma frequentemente sfruttato per mitigare stati d’ansia; al fianco si trovano preparazioni come Lyrica, prescritte anche contro il dolore cronico. Queste sostanze risultano ampiamente cercate dai giovani grazie ai loro potenziali effetti soporificanti ed euforici, specialmente quando consumate con bevande alcoliche. Nonostante ciò, si segnala un’abitudine ancor meno marcata nell’utilizzo non conforme degli antidepressivi e degli antipsicotici. Un’altra questione preoccupante è rappresentata dall’impiego crescente degli oppioidi legali quali l’ossicodone (denominato Oxycontin), i quali possono provocare effetti paragonabili a quelli dell’eroina ed emergono nelle dinamiche del traffico illecito di droga tradizionale. La presenza variegata delle molecole coinvolte illustra chiaramente i differenti obiettivi ricercati dai ragazzi: dall’effetto rilassante alla spinta verso stati alterativi della coscienza o energizzanti. Inoltre, l’accessibilità a una pluralità d’offerte farmacologiche nei mercati non regolamentati rende ulteriormente ardua la gestione efficace del fenomeno epidemiologico.

Tipi di Psicofarmaci Abusati Effetti Ricercati
Benzodiazepine (es. Xanax, Valium) Ansiolitico, euforico
Antidepressivi Sedativo, stabilizzante dell’umore
Farmaci per ADHD Miglioramento della concentrazione
Oppioidi (es. Ossicodone) Effetti simili all’eroina

La combinazione di psicofarmaci con altre sostanze, in particolare l’alcol, rappresenta un ulteriore elemento di rischio. Questo mix, definito da alcuni come l’uso di psicofarmaci “ricreativi”, è una pratica sempre più diffusa. Secondo i dati, circa il 2,4% dei giovani tra i 15 e i 19 anni ha sperimentato questa combinazione. Gli psicofarmaci, agendo sul sistema nervoso centrale, possono vedere i loro effetti potenziati dall’alcol, con conseguenze potenzialmente gravi che vanno dalla sedazione profonda e perdita di coordinazione fino al rischio di overdose. La percezione che l’unione di farmaci e alcol sia un modo per “stare meglio con sé stessi”, migliorare l’andamento scolastico o addirittura l’aspetto fisico, dimostra una diffusa mancanza di consapevolezza sulla pericolosità di queste pratiche.

Fenomeno emergente: La diffusione dei tutorial online ha reso l’accesso all’uso di psicofarmaci e alla falsificazione di ricette mediche un rischio sempre più concreto per gli adolescenti.

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Implicazioni per la salute mentale e lo sviluppo

L’assunzione incontrollata di psicofarmaci durante un periodo così cruciale come quello dell’adolescenza desta considerevoli timori relativi alla salute psichica e allo sviluppo neurologico. Infatti, l’adolescenza rappresenta una fase caratterizzata da profonde metamorfosi nei circuiti neuronali; qui avviene la ristrutturazione della connettività cerebrale assieme al raffinamento delle abilità cognitive. Quando vengono introdotte sostanze capaci di compromettere l’equilibrio chimico naturale e il funzionamento del sistema nervoso centrale in questo stadio evolutivo, ci si espone a possibili conseguenze durature e potenzialmente irreversibili. I neuroni insieme ai neurotrasmettitori e alle sinapsi mostrano una spiccata suscettibilità agli agenti esterni; pertanto, utilizzare psicofarmaci al di fuori degli indirizzi terapeutici prestabiliti o senza supervisione medica rischia seriamente di ostacolare questi meccanismi fragili.

Le ripercussioni sul benessere mentale possono apparire sotto forme varie: il mal uso dei farmaci psicoattivi potrebbe infatti celare patologie già esistenti, rallentando così sia la loro diagnosi tempestiva che i necessari interventi terapeutici. Inoltre, tale abuso è capace anche di innescare nuove problematiche mentali o aggravare condizioni patologiche già in essere. Il consumo delle benzodiazepine, per esempio, comporta un serio rischio di dipingere una dipendenza; analogamente all’interruzione del loro uso che determina manifestazioni sintomatiche note come sindromi da astinenza. D’altro canto, l’assunzione non regolata degli stimolanti porta frequentemente a stati d’ansia asseriti; addirittura si registrano casi nei quali sopraggiungono episodi di paranoia. Gli antidepressivi presentano ulteriori insidie quando utilizzati senza giustificato motivo o senza adeguato monitoraggio: possono generare reazioni inaspettate che influenzano lo stato d’animo e i comportamenti individuali. Le problematiche si ampliano considerevolmente se questi medicinali vengono assunti congiuntamente ad altri agenti chimici quali l’alcol o le sostanze stupefacenti: ciò eleva notevolmente il pericolo relativo agli eventi collaterali critici quali la depressione respiratoria ed esiti fatali inclusa la morte.

Guardando al tema dello sviluppo cognitivo, il ricorso all’abuso dei trattamenti farmacologici potrebbe tradursi in riflesso negativo su abilità essenziali. Nella delcata fase dell’adolescenza soprattutto relativa ai processi cognitivi Questo può avere ripercussioni significative sul futuro dei giovani, limitando le loro opportunità formative e lavorative e accrescendo il rischio di sviluppare dipendenze e altri problemi di salute mentale in età adulta.

Dal Rapporto Salute Mentale, oltre 16 milioni di italiani soffrono di disturbi psicologici in aumento, con ansia e depressione tra le problematiche più comuni.

Un appello alla riflessione e all’azione

Di fronte a questo quadro preoccupante, emerge con forza la necessità di un’azione congiunta e multisettoriale. Innanzitutto, è fondamentale potenziare la consapevolezza e l’informazione sui rischi legati all’uso improprio di psicofarmaci. Campagne di sensibilizzazione rivolte agli adolescenti, alle famiglie e agli operatori scolastici possono contribuire a sfatare i luoghi comuni e a fornire informazioni accurate sui pericoli dell’automedicazione e dell’uso “ricreativo” di queste sostanze. È cruciale che i giovani comprendano che gli psicofarmaci non sono caramelle e che il loro utilizzo deve avvenire esclusivamente sotto stretto controllo medico e per specifiche indicazioni terapeutiche.

È altrettanto importante intervenire sulla facilità di accesso a questi farmaci. Le farmacie devono essere supportate e messe in condizione di riconoscere e contrastare le ricette false, con procedure più snelle per la segnalazione alle autorità competenti. Rafforzare i meccanismi di controllo riguardo alla vendita online di farmaci si rivela un compito imprescindibile. Questo mercato frequentemente opera al margine delle normative vigenti ed espone gli utenti a sostanze potenzialmente dannose senza alcuna forma di monitoraggio adeguato. Parimenti essenziale risulta la custodia prudente dei medicinali all’interno delle abitazioni familiari; questi devono essere riposti in luoghi sicuri e lontani dall’accesso dei più giovani affinché si sviluppi una consapevolezza accresciuta sui rischi associati alla loro disponibilità.

In ultimo, ma non meno importante, è cruciale investire nella salute mentale degli adolescenti. Il crescente utilizzo degli psicofarmaci – talvolta impropriamente – segnala chiaramente come numerosi ragazzi stiano vivendo forme significative di disagio psicologico. Tali difficoltà possono derivare da vari elementi: pressioni sia sociali sia scolastiche, problematiche relazionali persistenti, insicurezze concernenti l’aspetto fisico o esperienze traumatiche precedenti; oppure dalla complessità intrinseca dell’adolescenza stessa, caratterizzata da trasformazioni profonde. È imperativo facilitare l’accesso ai servizi dedicati al supporto psicologico-psichiatrico attraverso modalità economiche ed accessibili per tutti; va creata dunque una rete integrativa capace di individuare precocemente segnali di sofferenza emotiva, offrendo così opportunità d’intervento specializzato tempestivo. La scuola, la famiglia, i servizi sanitari e le istituzioni devono collaborare per creare un ambiente in cui i giovani si sentano liberi di chiedere aiuto e in cui possano trovare risposte concrete ai loro bisogni. Ignorare l’emergenza psicofarmaci significa ignorare il grido d’aiuto di una generazione che sta affrontando sfide complesse e per le quali ha bisogno del nostro sostegno.

Bisogna intervenire: Le autorità sanitarie e le istituzioni sono chiamate a promuovere iniziative che migliorino il supporto psicologico nelle scuole.

Dal punto di vista della psicologia cognitiva, ciò che accade agli adolescenti che si avvicinano agli psicofarmaci senza controllo medico potrebbe essere letto come una sorta di “scorciatoia cognitiva”. Invece di affrontare e processare le emozioni difficili, i pensieri negativi o le pressioni esterne attraverso strategie di coping più adattive, si cerca un sollievo rapido nel farmaco, che promette di modificare direttamente lo stato emotivo o percettivo. Questa tendenza può essere rinforzata da una cultura che talvolta enfatizza la ricerca del benessere immediato e la gratificazione istantanea, o da una mancanza di modelli adulti che insegnino a gestire la frustrazione e l’angoscia.

In una prospettiva più avanzata, potremmo analizzare il fenomeno attraverso la lente della teoria dell’autoefficacia percepita. Se un adolescente non si sente capace di affrontare le sfide della vita, di gestire l’ansia o di migliorare le proprie performance scolastiche attraverso i propri sforzi e le proprie capacità, potrebbe percepire il farmaco come l’unico strumento efficace per raggiungere questi obiettivi. Questa percezione di scarsa autoefficacia nelle proprie risorse interne può rendere più probabile il ricorso a sostanze esterne, delegando al farmaco la responsabilità del proprio benessere o successo. Riflettere su questo aspetto ci porta a chiederci quanto stiamo investendo nel rafforzare le capacità di resilienza e di problem-solving dei nostri giovani e quanto stiamo comunicando loro il valore dello sforzo, della perseveranza e del chiedere aiuto quando se ne ha bisogno, piuttosto che affidarsi a soluzioni rapide e potenzialmente pericolose. La vera cura, spesso, non si trova in una pillola ottenuta illegalmente, ma nel supporto, nella comprensione e nello sviluppo di strumenti interiori per affrontare le difficoltà della vita.

Glossario:

  • Psicofarmaci: farmaci utilizzati per trattare disturbi mentali.
  • Benzodiazepine: un gruppo di farmaci utilizzati per trattare disturbi d’ansia e insonnia.
  • Automedicazione: uso di farmaci senza prescrizione medica.

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