- Paolo Pistolato, 63enne, muore in un incidente a Venezia, omissione di soccorso.
- Nel 2023, i ciclisti deceduti in Italia sono stati 212, +3.4%.
- Il 70% degli incidenti mortali avviene in aree urbane (Rapporto DEKRA 2023).
La tragica fine di un sognatore: il caso Paolo Pistolato
Venezia vive una dolorosa vicenda che segna profondamente il destino personale di un uomo: Paolo Pistolato, sessantatreenne le cui ambizioni sono state troncate tragicamente a causa di un grave incidente stradale caratterizzato dall’omissione del soccorso necessario. Tale episodio occorso nella zona mestrina della Rampa Rizzardi non solo pone interrogativi inquietanti sullo stato delle nostre metropoli riguardo alla sicurezza per pedoni e ciclisti, ma affligge in maniera particolare la comunità residente nel quartiere Favaro, dove Pistolato abitava da cinquant’anni. Nella mattina del 9 agosto 2025, circa alle 12:15, Pistolato stava percorrendo la strada in direzione via della Libertà su due ruote quando improvvisamente un camper lo ha colpito con violenza inaudita; l’impatto devastante lo ha ridotto privo di sensi all’incrocio dell’asfalto freddo sotto il suo corpo esanime. Invece d’interrompere il proprio tragitto per fornire aiuto a quell’uomo inerme disteso al suolo come ultima possibilità, dopo aver causato una simile calamità, l’autista del mezzo pesante proseguiva imperterrito nella propria corsa, infischiandosene dell’accaduto. E solamente dopo interminabili attimi qualcuno fortunatamente notò ciò che era accaduto, inviando finalmente i soccorsi tramite il numero d’emergenza conosciuto come (Suem). Paolo Pistolato è stato trasportato d’urgenza all’ospedale dell’Angelo a Mestre; egli è cugino del consigliere comunale Piero Trabuio della Municipalità di Favaro Veneto. Giunto al pronto soccorso con condizioni estremamente gravi dovute a un serio trauma accompagnato da emorragia interna, la sua situazione appariva critica sin dall’inizio. Sebbene i medici fossero pronti ad affrontare un intervento chirurgico urgente mantenendo viva una leggera possibilità di salvezza, alle 17:30, circa cinque ore dopo l’incidente fatale nel quale era rimasto coinvolto, il giovane Paolo ha purtroppo cessato ogni attività cardiaca. I familiari più stretti—le sorelle Manuela, Rita e Sandra insieme ai fratelli Roberto e Giovanni—hanno ricevuto con angoscia la devastante notizia giunta mentre si trovavano presso l’ospedale.
Le autorità locali competenti della città lagunare hanno immediatamente intrapreso investigazioni relative al reato stradale ed eventuali responsabilità derivanti da omissione del soccorso assistenziale nei confronti della vittima involontaria. Grazie alle molteplici registrazioni delle videocamere monitoranti posizionate nelle vicinanze, gli agenti hanno già identificato il camper che ha partecipato all’incidente mortifero ed ora stanno intensificando i loro sforzi nella ricerca dell’autista fuggitivo responsabile. La comunità di Favaro, e in particolare il presidente della Municipalità Marco Bellato, ha espresso profondo cordoglio e indignazione per l’accaduto. Bellato ha dichiarato di essere “sconvolto” e ha auspicato che il responsabile venga identificato e risponda delle sue azioni, sottolineando la bontà d’animo di Paolo.
Paolo Pistolato non era un ciclista assiduo; anzi, si spostava quasi sempre in scooter. Quel giorno, però, aveva portato il suo mezzo a riparare e aveva scelto la bicicletta per i suoi spostamenti. Un dettaglio che aggiunge un velo di amara ironia alla sua tragica scomparsa. Paolo era una persona riservata, non sposato e senza figli, ma profondamente legato alla sua numerosa famiglia. Viveva nella stessa casa dei genitori defunti e manteneva un profilo basso, non informando mai i suoi cari dei suoi piani, rendendo ancora più difficile per la famiglia venire a sapere del suo stato di emergenza.
La sua vera passione era la musica: compositore e cantautore, aveva l’animo di un artista, pacifico, creativo e introspettivo. Anche se non aveva mai raggiunto il successo commerciale con i suoi “inediti”, non aveva abbandonato il sogno. Anzi, solo una settimana prima dell’incidente, aveva condiviso sui suoi profili social un nuovo e ambizioso progetto: voleva creare un’etichetta discografica indipendente. Un’etichetta, di cui aveva già scelto il nome ma che teneva segreto per “motivi di privacy commerciale”, che avrebbe dovuto ospitare le sue composizioni e lanciare nuovi talenti con “tormentoni” pronti per le piattaforme musicali. Suonava il pianoforte, cantava e registrava, a volte esibendosi in serate e eventi privati. Questa tragica scomparsa non solo pone un punto di domanda sulla sicurezza stradale, ma infrange anche il sogno di un uomo dedito all’arte, lasciando un vuoto nella sua rete di affetti e nella comunità che lo conosceva e apprezzava.

Il lato oscuro dell’asfalto: le ramificazioni psicologiche degli incidenti stradali
Nonostante la devastazione concreta causata dagli incidenti stradali, le ripercussioni psicologiche costituiscono una tempestosa realtà parallela che colpisce in modo silenzioso ma profondo. L’incidente mortale che ha visto protagonista Paolo Pistolato – investito da un camper in transito che non ha frenato – solleva interrogativi su questioni spesso sottovalutate: l’impatto invisibile sulla salute mentale. Spesso l’attenzione viene rivolta ai danni materiali o alle ferite corporee; tuttavia il tormento psichico derivante da tali eventi può rivelarsi addirittura paralizzante. I sentimenti immediatamente seguenti a un sinistro variano considerevolmente tra le persone coinvolte ma tendono a includere elementi come shock e una marcata confusione unitamente a una persistente sensazione d’irrealtà. Così la paura dell’ignoto insieme all’incertezza per quello che sarà possono diventare presenze incessanti nella vita quotidiana delle persone colpite, minando la percezione della propria sicurezza personale.
Una manifestazione rilevante dei disagi post-incidente è rappresentata dal Disturbo da Stress Post-Traumatico (DPTS). Questo specifico disturbo si presenta frequentemente tra gli individui che hanno vissuto esperienze traumatiche e si manifesta attraverso diversi segni: fra i più rilevanti troviamo gli alerting flashbacks dell’episodio stesso, incubi ricorrenti nella sfera notturna e il forte evitamento delle situazioni riconducibili al sinistro; tutto ciò è accompagnato da uno stato costante d’iper-vigilanza. Tali esperienze possono riportare la persona a rievocare in modo estremamente vivido i momenti traumatici precedentemente vissuti – circostanze tali da compromettere in modo significativo le normali attività quotidiane. Inoltre risulta abbastanza diffusa anche l’ansia; essa può palesarsi sotto forma tanto di difficoltà generale d’ansia quanto nelle fasi acute manifestatesi come attacchi improvvisi oppure una marcata paura legata alla conduzione del veicolo – tutte circostanze tali da impedire ogni sorta d’interazione nei trasporti pubblici, rendendo ancor più asfittico il contesto sociale della persona coinvolta. Anche la depressione emerge frequentemente nel contesto post-traumatico: coloro che ne soffrono sperimentano intensamente stati d’animo negativi come inquietudine profonda accompagnata dalla mancanza assoluta d’interesse nelle proprie attività quotidiane, inclusa manifestazione tanto fisica – sonno disturbato così come irregolarità alimentari – quanto psicologica verso stimoli precedentemente graditi; condizioni queste molto amplificate nei soggetti già colpiti duramente dalla tragicità degli incidenti (con dannosi esiti funzionali permanenti) durante le operazioni chirurgiche finalizzate alla riabilitazione complessiva delle loro effettive condizioni fisiche.
A proposito degli andamenti statistici nell’ambito della sicurezza stradale, riferendoci appunto al 2023 per citare un dato in particolare: sul territorio italiano hanno perso tragicamente la vita ben 212 ciclisti*, risultando questo numero significativamente aumentato del 3.4% rispetto all’anno precedente. In aggiunta, le ricerche evidenziano come più del 90% degli eventi fatali possa essere ascritto all’errore umano. Questo dato sottolinea la rilevanza di adottare strategie psicologiche e pratiche terapeutiche innovative per mitigare i traumi derivanti da tali esperienze. [ACI Report 2023].
I processi dissociativi rappresentano un meccanismo di difesa psicologico che può manifestarsi in seguito a un trauma. La depersonalizzazione, un “buco nero” mentale, porta a un senso di distacco dal proprio corpo, una sensazione di alienante passività e la perdita di controllo sulle proprie azioni, come se si vivesse in un sogno. La derealizzazione, invece, comporta un distacco dall’ambiente circostante, con la sensazione di vedere il mondo esterno “attraverso una lastra di vetro”. Sebbene questi processi possano offrire una protezione temporanea dal dolore insopportabile, la loro rigidità impedisce di attribuire un senso e un significato diverso all’esperienza, intrappolando la persona in una realtà parallela e isolandola in una “gabbia” psicologica. Questo aspetto è particolarmente rilevante nel caso di incidenti con lesioni gravi o esito fatale, dove il trauma è ancora più profondo e pervasivo. È fondamentale che la società riconosca l’impatto psicologico degli incidenti stradali e metta a disposizione risorse adeguate per la cura e il supporto delle vittime e dei loro familiari, prevenendo l’aggravarsi di queste condizioni e promuovendo un percorso di guarigione olistico.
Percorsi di guarigione e politiche di prevenzione: la via verso la resilienza
L’affrontamento del trauma derivante da un incidente stradale implica necessariamente un intervento terapeutico caratterizzato dalla multidisciplinarietà, superando così la mera attenzione alle lesioni fisiche per addentrarsi nell’intricato regno della psiche umana. In effetti, il processo di recupero non è affatto lineare; si configura piuttosto come un autentico viaggio che richiede strumenti adeguati ed un supporto continuo, elementi essenziali nella costruzione del nuovo senso dell’identità personale e della realtà circostante.
All’interno delle strategie terapeutiche più promettenti destinate alla gestione del Disturbo da Stress Post-Traumatico (DPTS) – unitamente alle sue varie manifestazioni emergenti dopo l’incidente –, merita particolare attenzione la Terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Quest’approccio innovativo concentra l’attenzione sulla rielaborazione dei traumi tramite movimenti oculari diretti; ciò consente ai soggetti colpiti di lavorare su memorie angoscianti e attenuare il carico emotivo ad esse correlato. Grazie all’EMDR diventa possibile ricomporre memorie disperse all’interno di una narrazione armonica dal significato integrativo chiaro; in questo modo diminuisce anche lo sfavorevole impatto generato dagli eventi traumatici stessi. Inoltre, emerge come fondamentale anche la pratica della psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), indispensabile nel trattamento dei pensieri disfunzionali accompagnati dalle risposte emotive avverse. Utilizzando approcci come la ristrutturazione cognitiva, l’esposizione graduale all’oggetto del timore e tecniche efficaci per la gestione dell’ansia, la CBT si propone come un valido aiuto per i pazienti al fine di alterare schemi mentali nocivi fonte del loro disagio emotivo. Essa si dedica anche alla diffusione delle strategie adattive nella gestione delle emozioni.
In aggiunta alle trattative terapeutiche mirate ai traumi subiti durante incidenti stradali, si rivela essenziale un programma riabilitativo articolato che coinvolga una rete multidisciplinare: professionisti come fisioterapisti e osteopati affrontano gli effetti fisici derivanti dall’incidente; mentre specialisti nutrizionali giocano un ruolo cruciale nel favorire uno stato ottimale di benessere globale. L’intervento psicologico occupa una posizione fondamentale in questo processo terapeutico totale; esso sostiene ogni individuo nei momenti difficili legati all’elaborazione della propria esperienza traumatica, alla frustrazione legata allo stress quotidiano ed infine nel recupero delle abilità necessarie per la vita quotidiana. In situazioni estreme dove sono presenti gravi traumi tali da limitare fortemente le funzioni corporee, è imperativo assicurarsi una forma prolungata di accompagnamento psicosociale; ciò permette sia l’accettazione della nuova realtà esistenziale sia l’emergere di prospettive innovative sulla qualità della vita futura. L’attenzione rimane costantemente rivolta a ripristinare la funzionalità e migliorare la qualità di vita.
Come riportato nel Rapporto DEKRA, ben il 70% degli eventi mortali si registra nelle aree urbane, coinvolgendo frequentemente soggetti oltre i 65 anni. Tale dato sottolinea l’urgenza di un intervento coordinato che combini strategie preventive efficaci con iniziative mirate alla sensibilizzazione. [Rapporto DEKRA 2023]. L’adozione della prevenzione negli incidenti stradali rappresenta la principale strategia per contenere i traumi associati. Tali misure comprendono sia politiche rigorose per garantire la sicurezza sulle strade – includendo controlli più severi su velocità, alcol alla guida e utilizzo del telefono mobile – sia iniziative informative tese a rivelare l’impatto emotivo ed esistenziale dei sinistri. Destinare risorse all’ottimizzazione delle infrastrutture urbane, tramite interventi come piste ciclabili sicure o attraversamenti pedonali adeguatamente segnati, potrebbe comportare una notevole diminuzione del rischio legato a questi eventi tragici. Si propone così un duplice scopo: da un lato abbattere gli incidenti stessi; dall’altro attenuare le terribili ripercussioni psicologiche per coloro che ne sono colpiti. Soltanto mediante uno sforzo collettivo che spazi dalla prevenzione a forme d’intervento curativo si potrà garantire una reale opportunità della guarigione, promuovendo al contempo una comunità capace di affrontare le sfide della mobilità contemporanea con maggiore resistenza.
A veglia sulle fragili trame dell’anima
Esplorare l’animo umano dopo aver subito uno shock traumatizzante come quello provocato da un incidente stradale rappresenta una sfida complessa; nelle pieghe della nostra psiche rimangono segni indelebili che risultano sia invisibili che onnipresenti. Gli insegnamenti della psicologia cognitiva ci dimostrano chiaramente che il nostro approccio alla percezione e all’elaborazione delle informazioni viene modellato dalle esperienze vissute e dalle aspettative nutrite nel corso del tempo. Quando siamo colpiti da un trauma significativo, questa struttura mentale potrebbe essere soggetta a importanti scossoni. Il concetto fondamentale di distorsione cognitiva post-traumatica illustra il potere con cui l’intelletto riesce a modificare i ricordi: tende ad esagerare minacce reali oppure a sminuire l’autoefficacia necessaria per fronteggiare situazioni problematiche – generando così una visione distorta della realtà stessa attraverso cui l’individuo naviga quotidianamente. Anche se questo fenomeno ha talvolta funzione protettiva nel breve periodo immediatamente successivo all’evento traumatico, può imprigionarlo dentro dinamiche ossessive legate alla paura e all’ansia paralizzante: questo ostacola gravemente processi essenziali quali una rielaborazione adeguata dell’esperienza vissuta. Si sviluppa quindi anche quella branca della psicologia dedicata al comportamento umano; qui apprendiamo come schemi reattivi consolidati possano manifestarsi concretamente attraverso condotte caratterizzate dall’evitamento sistematico degli stimoli associati al trauma oppure da stati costanti di iperattenzione – fino ad arrivare, nei casi più gravi, al ritirarsi completamente dalla vita sociale. La persona ferita può, inconsciamente, adottare strategie di evitamento per non confrontarsi con i “trigger” del trauma, rinunciando a spazi, relazioni o attività prima amate, come l’abbandono della bicicletta da parte di chi, come Paolo, non era un ciclista abituale ma si è trovato coinvolto in un tragico incidente proprio mentre la usava.
Fatti e numeri sulla sicurezza stradale:
- Nel 2023, 3.039 morti in incidenti stradali in Italia, con una diminuzione del 3,8% rispetto al 2022.
- 485 pedoni deceduti nel 2023, lo stesso numero dell’anno precedente.
- 212 ciclisti morti, un incremento del 3,4% rispetto al 2022.
Andando più a fondo, la psicologia comportamentale ci introduce a concetti avanzati come la resilienza post-traumatica, che non è l’assenza di dolore o difficoltà, ma la capacità di adattamento e crescita che emerge dopo aver affrontato esperienze avverse. Non si tratta solo di “tornare alla normalità”, ma di costruire una nuova normalità, spesso più consapevole e radicata. Questo processo di ri-significazione può trasformare la cicatrice del trauma in un punto di partenza per una maggiore comprensione di sé e del mondo, un’occasione per ridefinire le priorità e i valori. È un monito per le nostre esistenze frenetiche, spingendoci a riflettere sulla fragilità della vita e sulla responsabilità che ciascuno di noi porta incisa, guidando un mezzo o semplicemente attraversando una strada. La vicenda di Paolo Pistolato non è solo un resoconto di cronaca; è un urlo sommesso sulle implicazioni di eventi che, in un istante, possono lacerare i fili più delicati della nostra esistenza e dei sogni che tessiamo. È un invito a far emergere una compassione più ampia, una consapevolezza profonda che porti a investire non solo nella sicurezza delle strade, ma anche nella salute del nostro tessuto psichico collettivo, rendendoci guardiani attenti delle fragili trame dell’anima.


Glossario:
- Disturbo Post-Traumatico da Stress (DPTS): disturbo mentale comune che si sviluppa dopo esposizione a eventi traumatici.
- EMDR: tecnica terapeutica per il trattamento dei traumi attraverso movimenti oculari.
- Resilienza: capacità di superare le difficoltà e di adattarsi ai cambiamenti.
- Il sito istituzionale del Comune di Venezia per informazioni ufficiali sull'indagine.
- Pagina Facebook di Gianpietro Trabuio, consigliere di Municipalità e cugino della vittima.
- Pagina del Comune di Venezia con informazioni sul Presidente Bellato.
- Archivio news dell'ULSS 3 per aggiornamenti sull'Ospedale dell'Angelo a Mestre.