- Lundbeck investe tra il 20% e il 30% del fatturato in R&S.
- Il 90% della pipeline di Lundbeck si concentra su neuro-specialità e malattie rare.
- Lundbeck ha 12 studi clinici e 25 trattamenti commercializzati.
Il settore farmaceutico riveste una funzione fondamentale per i progressi della medicina; nell’ambito specifico delle neuroscienze, l’Italia spicca come alleato prezioso. Lundbeck, azienda biofarmaceutica caratterizzata da una solida inclinazione verso la ricerca e sviluppo, ha da tempo apprezzato le capacità offerte dai centri di ricerca presenti nel nostro Paese. Tale dedizione si concretizza attraverso significative collaborazioni scientifiche che apportano contribuiti all’avanzamento della conoscenza riguardante le malattie neurologiche e psichiatriche. La decisione di intraprendere alleanze con istituti italiani non è affatto fortuita: ìinfatti l’Italia ospita centri di ricerca d’eccellenza con competenze riconosciute a livello internazionale, attivi in molteplici settori legati alle neuroscienze. L’interazione tra Lundbeck e il panorama scientifico italiano pone particolare enfasi sull’esplorazione delle patologie complesse mirata all’individuazione di innovativi approcci terapeutici tesi a migliorare il benessere dei pazienti.
Un elemento centrale in questo sodalizio è rappresentato dall’approfondimento dell’approccio biologico nello studio delle disfunzioni neurologiche e psichiatriche. Emergendo da recenti osservazioni, vi è una sempre più marcata consapevolezza riguardo ai meccanismi biologici specifici che sottendono numerose condizioni patologiche. Questo approccio si rivela particolarmente pertinente nel contesto delle malattie neurologiche rare, caratterizzate da meccanismi fisiopatologici generalmente ben definiti; tale chiarezza facilita l’ideazione e realizzazione terapeutica per sottogruppi precisi di pazienti colpiti. L’enfasi sulle neuroscienze specialistiche associate alle malattie rare non implica l’abbandono delle discipline consolidate come la psichiatria; piuttosto manifesta un’intenzione strategica: concentrare le risorse nei settori della ricerca biomedica che appaiono dotati del maggior potenziale per generare trattamenti farmacologici innovativi. Lundbeck ha adottato politiche investitorie incisive, dedicando all’attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) tra il 20% e il 30% del proprio fatturato annuale. Questi capitali sono convertiti in una continua espansione della pipeline legata alla ricerca e allo sviluppo dei medicinali; tale operatività avviene sia tramite i propri team interni – composti da circa mille ricercatori su seimila complessivi – sia attraverso l’acquisizione selettiva di imprese biotech impegnate nello sviluppo clinico di agenti terapeutici promettenti.
Nuovi orizzonti terapeutici e la pipeline di Ricerca di Lundbeck
La pipeline di ricerca di Lundbeck abbraccia diverse aree delle neuroscienze, con un focus crescente su specialità neurologiche e malattie rare. Attualmente, circa il 90% della pipeline è concentrato in queste aree. L’azienda ha in corso 12 studi clinici e un portafoglio di 25 trattamenti già commercializzati.
Fatti recenti sulla pipeline di ricerca: Lundbeck ha recentemente implementato tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale (AI) e grafici di conoscenza per identificare nuovi target farmacologici per i disturbi dell’emicrania. Questo approccio ha permesso di accelerare la ricerca e migliorare l’accuratezza nella scoperta di nuove terapie[Accenture].
Questa concentrazione si basa sulla convinzione che la comprensione dei meccanismi biologici underpin molte di queste patologie possa portare a terapie più efficaci e personalizzate. Un esempio concreto di questo approccio è la ricerca sull’emicrania. Studi recenti, come il Resolution e il Sunrise, hanno dimostrato l’efficacia di interventi mirati, inclusa l’azione di farmaci anti-CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina) come eptinezumab, nella prevenzione dell’emicrania cronica e della cefalea da uso eccessivo di farmaci. Eptinezumab, acquisito da Lundbeck, è il primo anticorpo monoclonale anti-CGRP somministrato per via endovenosa approvato per la profilassi dell’emicrania negli adulti. La ricerca su nuove molecole continua, con lo sviluppo interno di un farmaco anti-PACAP (polipeptide attivante l’adenilato ciclasi pituitaria), che agisce su un diverso meccanismo potenzialmente rilevante per l’emicrania.
area terapeutica | farmaci/progetti in pipeline (esempi) | stato di sviluppo (esempi) |
---|---|---|
emicrania e cefalee | eptinezumab (anti-CGRP), farmaco anti-PACAP | commercializzato (eptinezumab), fase 3 (anti-PACAP) |
malattie neurologiche rare | farmaco per encefalopatie epilettiche | fase 3 |
disturbo da stress post-traumatico (PSTD) | progetto in corso | incontro con FDA a luglio |
malattie neurodegenerative (es. MSA) | anticorpo anti-alfa-sinucleina | fase 3 |
neuroimmunologia e neuroinfiammazione | progetti in corso | attualmente in fase di sviluppo |
Altre aree di interesse includono i trattamenti neuro-ormonali per patologie come l’iperplasia surrenale congenita e la malattia di Cushing, e un progetto per il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) che ha raggiunto fasi avanzate di valutazione con le autorità regolatorie. Lundbeck sta anche lavorando su un anticorpo anti-alfa-sinucleina per l’atrofia multisistemica (MSA), una malattia neurodegenerativa progressiva, attualmente in fase 3. Un’area di ricerca emergente e promettente è quella della neuroimmunologia e neuroinfiammazione. La consapevolezza che molte patologie neurologiche presentano un componente infiammatorio apre nuove possibilità terapeutiche che Lundbeck intende esplorare.
Futuro della ricerca: Lundbeck prevede un potenziamento della ricerca con fino a quattro programmi in fase 3 nell’anno a venire, sottolineando l’impegno verso rinnovamento e innovazione nel settore delle neuroscienze.
La solidità della pipeline di ricerca, con la prospettiva di avere fino a quattro programmi in fase 3 nell’anno a venire, suggerisce un futuro orientato verso il rinnovamento del portafoglio prodotti, con un focus sempre maggiore su neuro-specialità e malattie neurologiche rare.
- 🚀 Ottimo articolo! La collaborazione tra Lundbeck e l'Italia dimostra......
- 🤔 Interessante l'approccio di Lundbeck, ma concentrarsi solo sulle malattie rare......
- 🧠 E se invece di concentrarci solo sui farmaci, esplorassimo di più......
I centri di ricerca italiani all’avanguardia nelle neuroscienze
La rete italiana dei centri d’eccellenza dedicati alle neuroscienze si distingue come una risorsa fondamentale nel panorama della ricerca scientifica globale; tali istituti fungono da alleati strategici per aziende quali Lundbeck. Il loro apporto è cruciale non solo nella fondamentazione della ricerca di base, ma anche nella dissipazione dei misteri legati ai meccanismi patologici, contribuendo così allo sforzo continuo verso lo sviluppo terapeutico innovativo. È impossibile non menzionare tra i principali attori dell’ambito il Istituto di Neuroscienze del CNR; quest’ente è distribuito su scala nazionale e accoglie numerosi esperti provenienti da vari ambiti disciplinari inclusi biologia, fisica, medicina e farmacologia. Un’altra realtà eminente è costituita dall’Istituto Mario Negri; qui il Dipartimento dedicato alle Neuroscienze concentra le sue energie sull’analisi delle malattie neurologiche e psichiatriche al fine sia di identificare le radici patogene sia di ideare innovazioni terapeutiche efficaci. Infine, meritano attenzione anche le attività dell’EBRI (European Brain Research Institute) Rita Levi-Montalcini, riconosciuta a livello sia nazionale che internazionale come leader nell’ambito della ricerca cerebrale e dello sviluppo clinico sperimentale; questa istituzione crea un terreno fertile per la crescita professionale degli emergenti scienziati nel settore.
Glossario:
- EBRI: European Brain Research Institute, centro di ricerca dedicato alla neuroscienze.
- CNR: Consiglio Nazionale delle Ricerche, ente di ricerca italiano.
- IRCCS: Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, strutture sanitarie che integrano assistenza e ricerca.
Gli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) giocano un ruolo fondamentale nel panorama della ricerca neuroscientifica italiana, integrando attività di ricerca clinica e preclinica. Il Santa Lucia IRCCS di Roma si distingue come uno dei principali IRCCS in Italia per la produzione scientifica nel campo delle neuroscienze, con un elevato numero di ricercatori dedicati. Altri IRCCS attivi nel network Rete IRCCS delle Neuroscienze e della Neuroriabilitazione includono l’IRCCS SDN Istituto di Ricerca, l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e l’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna. All’interno dell’Università degli Studi dell’Insubria, è attivo un Centro di Ricerca in Neuroscienze, dedicato sia alla promozione della ricerca scientifica sia alla divulgazione dei risultati ottenuti. In questa cornice si inseriscono numerosi laboratori specializzati ubicati in vari contesti universitari e ospedalieri; tra questi spiccano il Laboratorio Sperimentale Ricerche Neuroscienze dell’Auxologico insieme al Laboratorio di Neuroscienze Sociali della Fondazione Santa Lucia. Queste strutture perseguono l’esplorazione dettagliata non solo della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) ma anche delle demenze, ponendo particolare attenzione alle funzioni neurali che sorreggono le capacità cognitive così come quelle sociali. Tali enti sono caratterizzati da una connotazione multidisciplinare straordinaria supportata da tecnologie avanzate; ciò crea una sinergia ideale per iniziative collaborative a livello globale, oltre a favorire l’emergere di progetti clinici innovativi. Di conseguenza, contribuiscono considerevolmente ad arricchire il panorama conoscitivo nell’ambito delle neuroscienze, oltre a offrire nuove opportunità terapeutiche ai soggetti colpiti da malattie neurologiche o psichiatriche.
Riflessioni sul futuro della ricerca e la salute del cervello
La ricerca nel campo delle neuroscienze è in continua evoluzione, aprendo nuove prospettive per la comprensione e il trattamento delle malattie che colpiscono il cervello. Un principio fondamentale della psicologia cognitiva ci insegna che i nostri processi mentali, inclusi pensieri ed emozioni, sono influenzati e modellati dalle nostre esperienze. Nel contesto delle malattie neurologiche e psichiatriche, comprese quelle causate da traumi, questo significa che la plasticità neurale, la capacità del cervello di riorganizzarsi e adattarsi in risposta all’esperienza o a un infortunio, è un fattore cruciale.
Approcci innovativi alle terapie: La ricerca si concentra sempre più su come sfruttare questa plasticità attraverso nuove terapie, sia farmacologiche che non farmacologiche, che possono aiutare a riparare o compensare i danni. Questo approccio olistico mira a prevenire l’insorgenza delle crisi piuttosto che limitarsi a gestirle quando si manifestano. Prendendo ad esempio l’emicrania: questa è una patologia spesso percepita come gravosa per le dinamiche quotidiane dell’individuo ed occasionalmente associata a disturbi psichiatrici concomitanti. Recentemente vi è stato uno spostamento nella visione della condizione: ora viene considerata non solo come un sintomo immediato da trattare durante gli episodi acuti ma piuttosto come uno stato patologico che necessita a priori dell’attuazione d’una strategia preventiva. Questo cambiamento filosofico ha lo scopo primario d’intervenire preventivamente contro le crisi stesse piuttosto che affrontarle esclusivamente al loro manifestarsi; il suo fondamento poggia su una solida conoscenza dei processi biologici intrinsecamente collegati alla malattia — con particolare attenzione al contributo del CGRP — insieme all’applicazione concreta d’interventi terapeutici mirati.
Nel campo delle neuroscienze unite alla psicologia comportamentale si sta sviluppando anche un altro importante aspetto: quello riguardante i fattori ambientali e sociali, cruciali nell’influenzare la salute cerebrale così come nella predisposizione a patologie neurologiche o psichiatriche. Il fenomeno dello stress cronico emerge chiaramente in questo contesto; risulta noto infatti che tale condizione può generare modificazioni significative nelle strutture cerebrali implicate nell’insorgenza della depressione o dell’ansia fino ad arrivare ai dannosi effetti neurodegenerativi. La ricerca in quest’ambito continua ad espandersi progressivamente ponendo sempre maggiore enfasi sull’analisi complessa delle connessioni tra fattori genetici ed esperienziali contemporaneamente.
Collaborazioni per il progresso: Le collaborazioni tra aziende farmaceutiche e centri di ricerca, come quelle tra Lundbeck e le istituzioni italiane, sono essenziali per tradurre queste conoscenze di base in interventi clinici efficaci. Pensare alla salute del cervello non solo in termini di assenza di malattia, ma come uno stato di benessere che include la capacità di affrontare gli stress della vita e di realizzare il proprio potenziale, spinge verso un approccio olistico che integra terapie farmacologiche innovative con interventi psicosociali e strategie preventive.
La ricerca continua a svelare i misteri del cervello, e ogni scoperta porta con sé la promessa di migliorare la vita di milioni di persone affette da patologie neurologiche e psichiatriche, stimolando in ciascuno di noi una riflessione profonda sulla complessità e la delicatezza della mente umana.
- Pagina sulle collaborazioni scientifiche di Lundbeck, focus dell'articolo.
- Profilo aziendale Lundbeck Italia: focus su pipeline e malattie neurologiche rare.
- Pagina ufficiale di Lundbeck su ricerca e sviluppo di farmaci innovativi.
- Pagina ufficiale Lundbeck Italia, approfondisce la presenza e l'impegno nel paese.