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Incidente via emilia: come superare il trauma e tornare al lavoro

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  • Grave incidente sulla via Emilia coinvolge operai e automobilista di 39 anni.
  • Due operai di 34 e 65 anni gravemente feriti al bacino.
  • Nel 2023 incidenti stradali causano 3.039 morti in Italia.
  • Oltre 2.000 denunce per disturbi psichici lavoro (2019-2023).
  • Aumento dell'8,6% aggressioni sul lavoro nel 2023.

Un grave sinistro stradale ha funestato il pomeriggio del 16 maggio lungo la Via Emilia, nel comune di Fombio, in provincia di Lodi. L’evento, verificatosi intorno alle 15:30 nel tratto a quattro corsie in direzione Casale, ha visto coinvolti un’automobile e un furgone dell’Anas. L’incidente, di notevole violenza, ha causato conseguenze serie per diverse persone, riaccendendo l’attenzione sulla sicurezza sul lavoro, in particolare per gli addetti alla manutenzione stradale.

Secondo le prime ricostruzioni, una Fiat Cinquecento L guidata da un uomo di 39 anni avrebbe impattato con estrema violenza contro il furgone dell’Anas, che era al lavoro per interventi di sfalcio dell’erba sul bordo stradale. Il mezzo, a seguito del tamponamento, sarebbe stato proiettato addosso a due operai che si trovavano nelle immediate vicinanze. Le conseguenze per i lavoratori sono state pesanti. Un tragico incidente ha coinvolto due operai adulti, rispettivamente di età pari a (34 ANNI) E  (65 ANNI) che hanno subito ferite particolarmente severe al bacino nonché agli arti inferiori. Sono stati quindi ricoverati con urgenza presso gli ospedali situati a Lodi e Cremona sotto il codice rosso. Un ulteriore operaio impegnato nel trasporto—(35ENNE CONDUCENTE DEL FURGONE) —ha presentato lesioni meno critiche e sarebbe stato trasferito con un’istruzione classificata come codici gialli nella struttura sanitaria lodigiana. D’altra parte, il guidatore dell’automobile coinvolta nel sinistro è un uomo giovane che conta 39 anni ed ha riportato danno cerebrale significativo costringendo i soccorsi ad attivare la procedura d’emergenza elicotteristica per un eventuale ricovero diretto presso la rinomata clinica Niguarda a Milano; purtroppo la sua condizione appare attualmente in grave pericolo.

Immediatamente dopo l’incidente si sono messi in moto vari mezzi dei servizi emergenziali: infatti erano presenti ben tre ambulanze più un’auto medica, oltre alle rapide disponibilità dell’elisoccorso proveniente dalla città metropolitana milanese, così come una squadra dei vigili del fuoco intenti a garantire anche la sicurezza della zona colpita dal drammatico evento stradale. L’intervento coordinato degli agenti deputati alle indagini necessarie sulla dinamica dello scontro ha reso obbligatoria l’interruzione totale della circolazione sul tratto specifico della Via Emilia—una situazione che ha generosamente ostacolato il traffico creando fortissimi disagi fino quasi alla soglia delle 18:30 quando finalmente si è concessa nuovamente l’accessibilità su entrambe le corsie della statale. La questione di un intervento così imponente, unitamente alla prolungata interruzione della circolazione, rimarca con forza la serietà della situazione, nonché il suo riverbero sulla gestione del traffico. Questo accadimento mette in luce la suscettibilità dei lavoratori stradali, frequentemente soggetti a endemi rischi nel corso delle loro attività professionali.

La specifica sequenza di eventi che ha portato all’incidente—un veicolo che colpisce un furgone fermo, travolgendo gli operai presenti—si rivela purtroppo una dura realtà ricorrente, richiedendo al contempo una suscettibilità critica per ulteriori riflessioni sulle strategie preventive e le norme di sicurezza negli ambiti operativi simili. L’età degli operai coinvolti, in modo particolare quella del 65enne, invita ad approfondire anche le difficoltà relative all’invecchiamento della forza lavoro e alla necessità imprescindibile di garantire condizioni sicure ed adeguate, anche per i membri più anziani dello staff. Le conseguenze sugli arti inferiori e sul bacino possono rivelarsi in effetti profondamente invalidanti. Tali considerazioni mettono in risalto non solo la brutalità dell’impatto ma anche la fragilità intrinseca del corpo umano rispetto a forze tanto devastanti.

Statistiche Incidenti Stradali 2023:
Nel 2023 si sono verificati in Italia 166.525 incidenti stradali, con 3.039 morti e 224.634 feriti. Questo rappresenta un lieve aumento nel numero di incidenti rispetto all’anno precedente (0,4%), mentre le vittime sono diminuite del 3,8% rispetto al 2022. (Fonte: Istat – Incidenti Stradali 2023)

Salute mentale dei lavoratori: un aspetto cruciale spesso trascurato

Le esperienze traumatiche come quelle derivate dall’incidente di Fombio non comportano soltanto conseguenze fisiche tangibili; esse influenzano in modo profondo la propria sfera psichica. I lavoratori colpiti dal violento impatto, così come il conducente dell’auto, devono fare fronte a una realtà psicologica estremamente sfidante. La risposta immediata allo shock potrebbe dar luogo a disturbi post-traumatici da stress (PTSD); tali disturbi includono manifestazioni quali sogni disturbanti, flashback angoscianti, tendenze all’evitamento riguardante contesti legati al trauma e uno stato costante di iperattenzione con difficoltà nel mantenere la concentrazione. I sintomi associati generano un notevole peso nell’ambito della quotidianità sociale, professionale e relazionale delle vittime. Sottolineare questo fenomeno è cruciale: gli individui esposti ad avvenimenti onerosi frequentemente vivono condizioni assimilabili alla routine nelle loro occupazioni professionali; ciò vale particolarmente per coloro impiegati nei settori più vulnerabili quale quello degli operai stradali. La costante esposizione al rischio, la responsabilità legata alla sicurezza propria e altrui, e la possibilità di essere coinvolti in incidenti rappresentano fattori di stress cronico che possono minare il benessere psicologico.

Informazioni Importanti sulla Salute Mentale dei Lavoratori:
Le denunce di patologie professionali legate a disturbi psichici e comportamentali nel quinquennio 2019-2023 sono state superiori a 2.000, con una media di 400 all’anno. Questo evidenzia un problema crescente che necessita di interventi mirati e strutturati.
(Fonte: INAIL)

In Italia, sebbene esista una crescente consapevolezza sull’importanza della salute mentale, la tutela psicologica dei lavoratori esposti a rischi professionali non è ancora pienamente integrata nei protocolli di sicurezza. Esistono servizi di supporto psicologico per le vittime della strada, come l’iniziativa ANIA Cares, che offre un pronto soccorso psicologico gratuito tramite un numero verde attivo 24 ore su 24. Tuttavia, la specificità del trauma lavorativo, con le sue particolari dinamiche e conseguenze, richiede un approccio mirato e protocolli specifici all’interno delle aziende e organizzazioni che operano in settori a elevato rischio.

Malattie Professionali e Salute Mentale:
La crescita delle denunce di patologie professionali indica un allerta riguardo ai problemi di salute mentale tra i lavoratori. Gli aumenti nel 2023 hanno segnato un +8,6% delle aggressioni e minacce sul posto di lavoro.
(Fonte: Coinanews)

La mancanza di un supporto tempestivo e adeguato può portare a cronicizzazione dei disturbi e a difficoltà nel recupero psicologico, con conseguenze negative sulla capacità lavorativa e sulla qualità della vita. La stigmatizzazione associata ai problemi di salute mentale può inoltre scoraggiare i lavoratori dal cercare aiuto, aggravando ulteriormente la situazione. È dunque fondamentale instillare all’interno delle organizzazioni una cultura che ponga al primo posto il benessere psicologico dei dipendenti, attivando iniziative come I PROGRAMMI DI SUPPORTO, che siano sia facilmente accessibili sia privi di pregiudizi. Non bisogna trascurare l’importanza della prevenzione; questa deve necessariamente includere percorsi formativi focalizzati sulla gestione dello stress e sull’identificazione dei rischi legati alla sfera psicologica. Le evidenze statistiche relative agli incidenti sul posto di lavoro mettono in risalto un’esigenza vitale: si rende indispensabile un intervento su questo tema con modalità decisamente più strutturate.

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Strumenti terapeutici per l’elaborazione del trauma: EMDR e CBT

Nel campo della psicologia e della psicoterapia, diversi approcci si sono dimostrati efficaci nell’aiutare le persone a elaborare esperienze traumatiche e a superare i sintomi del disturbo post-traumatico da stress. Tra questi, spiccano la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), in particolare quella centrata sul trauma, e l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Ambedue le metodologie sono riconosciute a livello internazionale come trattamenti evidence-based per il PTSD.

La CBT centrata sul trauma si concentra sull’identificazione e sulla modificazione dei pensieri negativi e delle credenze disfunzionali legate all’evento traumatico. Attraverso tecniche come l’esposizione controllata e la ristrutturazione cognitiva, il paziente viene aiutato a rielaborare l’esperienza in modo più adattivo. Vengono affrontati i sentimenti di paura, colpa e d’impotenza, lavorando sulla riduzione.

Nella sfera della psicologia clinica e dell’intervento terapeutico, diverse strategie hanno mostrato un’adeguata capacità di risultare perfettamente efficaci nel processo di elaborazione delle esperienze traumatiche o nel superamento dei disturbi associati al post-trauma. Tra queste metodologie spiccano senza ombra di dubbio la riconosciuta disciplina denominata Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) – soprattutto quella che affronta specificamente il tema del trauma – e inoltre il noto approccio dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Ambedue gli orientamenti sono considerati validi in ambito internazionale come forme terapeutiche basate su evidenze concrete per contrastare gli effetti del PTSD.

In particolare, la CBT rivolta al trauma mira a scoprire ed eventualmente ristrutturare i pensieri negativi così come le credenze disfunzionali legate alla fatidica esperienza traumatica vissuta dal soggetto. Grazie all’impiego di metodi quali una modalità d’esposizione controllata unita alla pratica della ristrutturazione cognitiva, attraverso questi procedimenti è possibile per l’individuo apprendere nuovamente a rielaborare il tutto. Bisogna pertanto verificare ed elaborare quel complesso emotivo che gravita attorno ai sentimenti di paura, colpevolezza ed impotenza, promuovendo così interventi puntuali nella riduzione dell’evitamento e garantendo possibilità pratiche reali con strategie utili, diventando mediatori più idonei nella gestione rispetto alle problematicità sopra citate. L’obiettivo è quello di normalizzare la reazione al trauma e di restituire al paziente il controllo sulla propria vita emotiva.

L’EMDR, invece, si basa sull’idea che il trauma rimanga bloccato nella memoria, impedendo la sua naturale elaborazione. Attraverso una stimolazione bilaterale, solitamente movimenti oculari guidati dal terapeuta, il paziente viene aiutato a processare i ricordi traumatici in modo che perdano la loro carica emotiva disturbante. Il protocollo EMDR si articola in otto fasi, che guidano il paziente dalla valutazione iniziale alla revalutazione finale, passando per la desensibilizzazione del ricordo traumatico e l’installazione di cognizioni positive.

Vantaggi della Terapia EMDR Limitazioni della Terapia EMDR
Metodo riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la sua efficacia nel trattamento del trauma. Tale approccio potrebbe non rivelarsi idoneo per individui con preesistenti disturbi psichiatrici gravi o con una disponibilità limitata all’ingaggio terapeutico
Dimostra efficacia nel mitigare i sintomi associati al PTSD, riscontrando risultati positivi sia in soggetti in età evolutiva che adulta Il buon esito del percorso terapeutico può essere contingentato alla reperibilità e al bagaglio di competenze del professionista EMDR
Contribuisce a potenziare la gestione delle emozioni e a rafforzare la capacità di resistenza e il benessere complessivo dell’individuo. È possibile che il soggetto registri un iniziale acuirsi della sintomatologia durante la fase di rielaborazione dei vissuti traumatici

L’efficacia dell’EMDR è stata ampiamente dimostrata dalla ricerca scientifica ed è raccomandata da importanti organizzazioni sanitarie come l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ricerche condotte dimostrano che l’EMDR si rivela essere un metodo particolarmente efficace nelle fasi sia enduringly acute, sia in quelle a lungo termine del trauma, permettendo di attuare interventi ad alta efficienza, decisamente brièves.

In aggiunta, un’altra dimensione rilevante concerne le nuove tendenze osservabili nel contesto lavorativo riguardo alla salute mentale. Con un aumento significativo dei casi di infortunio e delle diverse forme di malattie professionali, è imperativo per le imprese considerare attentamente non soltanto la protezione fisica, ma anche quella psicologica dei dipendenti. In questo scenario, iniziative preventive quali corsi dedicati alla gestione dello stress e facilitazioni nell’accesso a servizi psicologici assumono una connotazione divenuta sempre più necessaria.

Una riflessione sulla vulnerabilità e la resilienza

Il tragico evento occorso a Fombio rappresenta un’opportunità significativa per contemplare la sottile fragilità della condizione umana, soprattutto quando ci si confronta con situazioni impreviste o devastanti. Esso mette in evidenza anche l’incredibile potere di resilienza che abita ciascun individuo. L’impiego in ambienti rischiosi – caso emblematico sono gli operai Anas – presenta un continuo esporsi ai pericoli; tali situazioni possono causare non solo danni fisici, ma infliggere vere proprie ferite all’intimo dell’anima.

Prendendo spunto dalla psicologia cognitiva, possiamo osservare l’importanza delle modalità con cui la nostra mente elabora stimoli esterni ed episodi negativi; questi ultimi hanno infatti il potenziale d’influenzare profondamente i nostri processi mentali, causando distorsioni nelle valutazioni cognitive oppure generando convinzioni limitative. Affrontare queste dinamiche costituisce una premessa fondamentale nel percorso verso il superamento del dolore traumatico. A sua volta, la psicologia comportamentale, esplorando le condotte acquisite attraverso esperienze pregresse, offre strumenti utilissimi volti alla modifica dei nostri comportamenti così da facilitare un adattamento positivo alle difficoltà della vita quotidiana; ciò implica dedicarsi a risolvere questioni legate all’evitamento ed elaborare nuove metodologie efficaci nella gestione delle emozioni, quali paura o ansia.

Sebbene il trauma sia universale nella sua potenziale diffusione, le reazioni individuali sono diverse e complesse, influenzate da una miriade di fattori personali e contestuali. Non esiste un’unica “giusta” risposta al trauma, né un percorso di guarigione univoco. La consapevolezza di questa variabilità è cruciale sia per chi offre aiuto che per chi lo riceve.

  • Strumenti tecnologici come esoscheletri e wearable technology per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
  • Implementazione di programmi di supporto alla salute mentale e di formazione continua.
  • Utilizzo di tecnologie avanzate per la monitorizzazione della salute e della sicurezza.

Una nozione più avanzata nell’ambito della salute mentale legata al trauma è la Teoria Polivagale. Questa teoria, sviluppata da Stephen Porges, spiega come il nostro sistema nervoso autonomo risponda al pericolo, attraverso un’interazione complessa tra il sistema nervoso simpatico (associato alla reazione di attacco o fuga) e il sistema nervoso parasimpatico (associato al riposo e alla digestione, ma anche all’immobilizzazione in caso di minaccia estrema). Il trauma ha il potere di interrompere i meccanismi naturali del sistema nervoso autonomo, conducendo gli individui a vivere in uno stato costante d’iper-alerta‘ oppure all’opposto in una condizione d’ipo-arousal. Una comprensione profonda della Teoria Polivagale emerge come fonte fondamentale per ottimizzare la regolazione delle emozioni e promuovere un effettivo recupero successivo a esperienze traumatiche. È necessario notare che la vera guarigione non equivale meramente alla scomparsa dei sintomi; al contrario rappresenta un percorso dinamico caratterizzato da attività prolungate orientate verso una reinserzione e una crescita post-traumatica.

Analizzando questa visione alternativa che trascende l’idea tradizionale del disagio come mera malattia psichica si evidenzia come gli eventi sfavorevoli possano agire talvolta come potenti strumenti trasformativi, portando a uno sviluppo più accentuato dell’autocoscienza. Ammirando l’incidente avvenuto a Fombio con particolare attenzione ai lavoratori colpiti dall’evento in questione suscita inevitabilmente sentimenti empatici riguardo alla loro situazione precaria e indifesa rivelata dall’ottica su cui ci apprestiamo a porre lo sguardo sulla propria vulnerabilità quotidiana. Tuttavia diviene altresì cruciale sottolineare il grande coraggio dimostrato dai protagonisti nel tentativo incessante di riprendere il lavoro regolarmente giorno dopo giorno nonostante i rischi tangibili imminenti assunti, così pure attraverso questo cammino doloroso essi potranno scoprire nascosta dentro sé stessi <> ancora inesplorata. La questione cruciale sembra risiedere non tanto nell’evitare il trauma – cosa che risulta essere irrealizzabile durante l’esistenza umana – quanto piuttosto nell’acquisire la capacità di affrontarlo, mantenendo una forte resilienza. È fondamentale ricercare il giusto sostegno, consentendo così alla propria individualità di svilupparsi mediante le esperienze vissute.


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