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Cocaina e antidepressivi: l’onda oscura che travolge i giovani italiani

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  • Nel 2024, picco storico di decessi per uso di cocaina.
  • Il 35% delle morti per intossicazione acuta è attribuibile alla cocaina.
  • 510.000 studenti tra i 15 e i 19 anni assumono psicofarmaci.
  • Consumo medio di 11 dosi quotidiane di cocaina ogni 1.000 residenti nel 2024.
  • Il precariato interessa il 41% dei soggetti sotto i 35 anni.

Il 2024 ha segnato l’Italia con un dato allarmante: si è raggiunto il massimo storico di decessi direttamente correlati all’uso di cocaina. La droga “bianca” si conferma la seconda sostanza psicoattiva illegale più diffusa nel Paese, superata solo dalla cannabis, che continua a registrare un “boom” nel suo consumo complessivo. Questa crescita esponenziale delle morti per intossicazione acuta letale, attribuibili per circa il 35% alla cocaina secondo i dati del 2024, dipinge un quadro sanitario e sociale decisamente preoccupante.

A conceptual image depicting the alarming rise of cocaine use and overdose deaths in Italy in 2024.

Nonostante alcuni indici suggeriscano un leggero calo nel consumo generale di sostanze stupefacenti tra i giovani italiani nel 2024 rispetto all’anno precedente, è proprio in questo segmento della popolazione che si verificano i picchi negativi più significativi in termini di utilizzo e di conseguenze fatali. Dalle indagini condotte sulle acque reflue delle aree urbane emerge che la cocaina risulta essere la seconda sostanza proibita più utilizzata in Italia nell’anno 2024, registrando un consumo medio di circa 11 dosi quotidiane per ogni 1.000 residenti. [La Relazione Annuale DCSA 2024]. Il fenomeno preoccupante dell’inasprimento del consumo di psicofarmaci, con ben 510.000 studenti compresi fra i 15 e i 19 anni coinvolti nell’assunzione, si è recentemente manifestato; questo andamento risulta ancor più marcato tra le ragazze. È degno di nota il fatto che gran parte di queste sostanze sia utilizzata senza la necessaria prescrizione medica, con riferimento specifico agli antidepressivi e ad altre sostanze psicoattive. [Corriere della Sera].

Un altro indicatore inquietante emerge dall’aumento del consumo di antidepressivi tra i giovani, spesso assunti senza prescrizione medica. Questo fenomeno è strettamente correlato all’incremento delle diagnosi di disturbi dell’umore e d’ansia registrato negli ultimi anni. In particolare, la Lombardia spicca per un record nel consumo e nella domanda di farmaci contro depressione e ansia, soprattutto tra giovani e giovanissimi, con otto milioni di confezioni richieste in dodici mesi.

La Relazione Annuale al Parlamento 2025 sulle tossicodipendenze in Italia evidenzia chiaramente questi due trend, sottolineando non solo l’aumento del consumo di alcol e droghe ma anche la crescente prevalenza del fenomeno “hikikomori” tra i giovanissimi, a riprova di un malessere diffuso che si manifesta in forme diverse e spesso interconnesse. Il quadro emerge come un campanello d’allarme non solo per le autorità sanitarie e politiche, ma per l’intera società.

Radici profonde: precarietà, traumi e salute mentale

Per decifrare realmente le motivazioni alla base dell’aumento vertiginoso nell’uso di cocaina e antidepressivi da parte dei giovani, è essenziale esaminare in profondità i fattori socio-psicologici che gravano su questa fascia d’età. La precarietà lavorativa e finanziaria, infatti, costituisce un ambiente propizio per alimentare sentimenti d’insicurezza e ansia profonda. Numerose ricerche sottolineano come fenomeni quali la disoccupazione o l’incertezza occupazionale – nonché la recente cessazione dell’attività lavorativa – fungano da elementi predittivi rilevanti per atti suicidari, così come favoriscano l’insorgenza di disturbi legati all’ansia e alla depressione. Sul territorio italiano, si stima che il precariato interessi addirittura il 41% dei soggetti al di sotto dei trentacinque anni: una situazione che forgia un contesto instabile nel mercato del lavoro, influenzando in modo diretto ed evidente il benessere psichico della gioventù. [Bollettino ADAPT].

An illustration of a young person sitting alone in a dimly lit room, surrounded by empty medicine bottles and signs of emotional distress.

Ma la precarietà lavorativa non è l’unico elemento da considerare. A questa si somma una precarietà sociale, derivante dagli effetti che il lavoro incerto ha sulla vita quotidiana, sulle relazioni sociali e sulla possibilità di costruire un futuro stabile. Questa mancanza di prospettive e la costante incertezza possono alimentare un senso di vuoto esistenziale, spingendo alcuni giovani a cercare conforto o evasione nell’uso di sostanze.

Un altro aspetto cruciale, spesso sottovalutato, è il ruolo dei traumi infantili. Molti studi scientifici hanno dimostrato una stretta correlazione tra l’esposizione a traumi psichici durante l’infanzia e lo sviluppo di dipendenze patologiche in età adulta. L’aver subito abusi sessuali o violenze domestiche, ad esempio, altera significativamente l’equilibrio psico-sociale di un individuo, rendendolo più vulnerabile all’uso distorto di sostanze come forma di auto-medicazione o coping disfunzionale. È interessante notare che alcune moderne tecniche terapeutiche, tra cui l’EMDR, evidenziano significativamente l’importanza dei traumi infantili, associandoli allo sviluppo di una personalità dipendente. Tali approcci mirano a lavorare sulla rielaborazione di queste esperienze passate al fine di facilitare un processo di guarigione.

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Implicazioni cognitive e interazioni

L’impiego della cocaina si traduce in una serie dirompente conseguenze sull’organismo umano; si tratta infatti di una sostanza stimolante, le cui capacità stimolanti ed euforizzanti esercitano un profondo impatto sul sistema nervoso centrale. Le quantità elevate assunte possono dar vita a manifestazioni acute quali panico o psicosi, mentre l’esposizione protratta conduce inevitabilmente a gravi lesioni cerebrali dai risvolti deleteri sulle funzioni cognitive.

I risultati clinici derivati dall’assunzione della sostanza sono altamente variabili: questi dipendono non soltanto dalla dose ingerita, ma anche dal metodo utilizzato (come masticazione o inalazione) oppure dalle modalità più estreme come l’uso del crack o delle forme liquide tramite iniezione endovenosa. La natura di alterare drasticamente lo stato d’animo fa sì che possa generarsi uno stato permanente caratterizzato da ansia cronica insieme a eventualità relative ai disturbi psichiatrici duraturi fra gli individui coinvolti. Ulteriormente critico è il costante incremento nella somministrazione degli antidepressivi nei soggetti più giovani.

Seppure tali farmacologici vengano solitamente designati per contrastare squilibri emotivi, specifiche circostanze legate al loro utilizzo scorretto, senza la necessaria supervisione, potrebbero sconfinare verso problematiche mentali a lungo termine; ancor peggio, esistono possibilità pericolose quando queste vengono abbinate ad altre molecole stupefacenti come appunto la cocaina stessa. Pur riconoscendo che vari studi hanno esaminato l’applicazione degli antidepressivi nel contrasto alla dipendenza da cocaina, la problematica relativa alle interazioni e alle implicazioni cognitive associate all’impiego simultaneo di tali sostanze – soprattutto nell’ambito dell’abuso incontrollato – merita indubbiamente maggior riguardo e investigazione. In particolare, gli effetti a lungo termine sul equilibrio neurochimico così come sulla funzionalità cerebrale, risultanti dall’associazione tra agenti stimolanti e farmaci modificatori dei neurotrasmettitori, costituiscono una dimensione cruciale ancora da approfondire al fine di formulare interventi preventivi e approcci terapeutici adeguati.

Oltre i numeri: uno sguardo al benessere interiore

Le recenti rilevazioni indicano picchi allarmanti riguardo alle morti associate alla cocaina e una crescente propensione all’uso degli antidepressivi tra i giovani italiani; tali evidenze richiedono una riflessione più articolata sullo stato psico-emotivo delle nuove generazioni. Dietro i numeri si cela una realtà intricata che accosta precarietà socio-lavorativa ed esistenze segnate da traumi radicati sin dall’infanzia.

Nell’ambito della psicologia cognitiva emergono interessanti considerazioni: gli schemi mentali costituitisi nel corso dell’infanzia hanno il potere di influenzare profondamente tanto le modalità percettive quanto le strategie adottate per affrontare le sfide quotidiane. È possibile affermare che traumi infantili irrisolti generano pattern mentali disfunzionali; questi possono indurre uno stato d’animo caratterizzato da inadeguatezza, insicurezza e indegnità, condizionando così il ricorso a esperienze distruttive quali il consumo di cocaina alla ricerca di momentanee evasione o annichilimento personale.

In parallelo, secondo la psicologia comportamentale va considerato anche l’aspetto del rinforzo: l’euforia temporanea derivante dall’assunzione della cocaina funge da meccanismo altamente motivante che spinge gli individui verso il ripetersi dell’esperienza rischiosa nonostante gli effetti deleteri sul lungo periodo. D’altro canto, gli antidepressivi possono offrire un sollievo sintomatico per la depressione e l’ansia, ma il loro uso non prescritti o in combinazione con sostanze illecite ignora le cause profonde del malessere e può addirittura peggiorare la situazione.

A symbolic representation of resilience in mental health among youth. The scene should portray a group of young people engaging in supportive activities, like talking and sharing, with a warm and comforting environment.

Una nozione più avanzata nel campo della salute mentale, rilevante in questo contesto, è la “teoria della disregolazione affettiva”. Questa teoria suggerisce che coloro che hanno vissuto traumi precoci o esperienze avverse sviluppano difficoltà nella regolazione delle proprie emozioni. Le sostanze psicoattive, sebbene nel breve termine possano sembrare offrire un modo per gestire emozioni intense o dolorose, in realtà peggiorano questa disregolazione nel lungo termine. La dipendenza diventa così non solo una questione di dipendenza fisica, ma un tentativo disperato di “regolare” un sistema emotivo profondamente alterato.

Riflettendo su questi temi, siamo chiamati a interrogarci su quale tipo di società stiamo costruendo per le nuove generazioni. Una società basata sulla precarietà e sull’incertezza può inevitabilmente generare ansia e disperazione. Investire nella salute mentale dei giovani, fornire supporto psicologico accessibile e promuovere una maggiore stabilità sociale ed economica sono passi essenziali per affrontare questa crisi.

Forse, la sfida più grande è imparare a coltivare la resilienza di fronte alle avversità e a cercare strumenti di coping più sani e costruttivi, riconoscendo che la vera forza si trova nella capacità di affrontare il dolore e le difficoltà con consapevolezza e supporto, anziché cercare vie di fuga effimere e pericolose.

Glossario:

  • Cocaina: un potente stimolante psicoattivo estratto dalla foglia della coca, associato a effetti euforici ma a gravi rischi per la salute.
  • Antidepressivi: questi sono farmaci concepiti per alleviare i sintomi della depressione oltre ad affrontare altre difficoltà legate alla sfera della salute mentale; è fondamentale che la loro assunzione avvenga sotto rigorosa supervisione di professionisti qualificati.
  • Hikikomori: definito come un fenomeno culturale, indica lo stato di isolamento sociale estremo in cui si trovano alcuni individui, soprattutto tra le nuove generazioni.
  • Disturbi psico-sociali: tali problematiche interessano tanto il piano del benessere psicologico quanto quello delle relazioni sociali e dell’accettazione nel contesto comunitario.

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