- Oltre 16 milioni di italiani soffrono di disturbi psicologici nel 2025.
- Richieste di supporto psicologico aumentate del 10% dal 2020.
- Solo 16.000 domande accolte su 400.000 per il bonus psicologo.
- Una petizione su Change.org raggiunge 350.000 adesioni nel 2023.
- Circa 6 milioni di italiani non si curano né corpo né psiche.
Il ‘Bonus Psicologo’ in bilico: un’emergenza nazionale ignorata?
Il panorama della salute mentale in Italia si trova di fronte a una crisi crescente, evidenziata da un’accelerazione nelle richieste di supporto psicologico e da un accesso tutt’altro che universale ai servizi. Il “Bonus Psicologo”, una misura nata per mitigare queste crescenti esigenze, è ora a rischio stop, sollevando interrogativi cruciali sulla sostenibilità del benessere psicologico della popolazione e sul ruolo delle istituzioni. Dati recenti, risalenti a fine 2024 e inizio 2025, dipingono un quadro allarmante: oltre 16 milioni di italiani lamentano disturbi psicologici di media e grave entità, segnando un incremento significativo del 6% rispetto al 2022. Questo allarme è particolarmente acuto tra i giovani, che rappresentano una fetta preponderante delle richieste di aiuto.
La richiesta di supporto psicologico ha visto un’impennata di 10 punti percentuali, passando dal 29% del 2020 al 39% nel 2024. Questo trend, seppur influenzato dalla pandemia di COVID-19 che ha spinto il 39,2% degli intervistati a intraprendere un percorso psicologico in quel periodo, è indicativo di una maggiore consapevolezza dei problemi di salute mentale e di una diminuzione dello stigma associato alla figura dello psicologo. Le ragioni di questa ricerca di aiuto sono molteplici: dalla necessità di affrontare stati psico-emotivi negativi e acuti (come depressione, ansia e attacchi di panico) alla ricerca di un confronto imparziale per situazioni non clinicamente gravi. Tuttavia, emerge una profonda disuguaglianza nell’accesso a queste risorse. Il 20% della popolazione che avrebbe bisogno di supporto psicologico non può permetterselo per ragioni economiche. I servizi di psicologia sono ancora insufficientemente presenti nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la conoscenza delle strutture pubbliche che offrono servizi gratuiti o a basso costo è limitata. Questa lacuna è particolarmente sentita dai giovani, che incontrano difficoltà maggiori nell’accedere al sistema sanitario pubblico.
Il “Bonus Psicologo”, concepito come un aiuto per alleggerire il carico economico, ha avuto un impatto parziale. Delle 400.000 domande inoltrate, solo 16.000 sono state accolte, suggerendo che i fondi disponibili sono insufficienti a coprire la reale entità del bisogno. Attualmente, solo il 5% dei 130.000 psicologi italiani opera nel settore pubblico, un numero chiaramente inadeguato a far fronte alle enormi richieste. L’urgenza di interventi strutturati e continuativi per la prevenzione e il mantenimento della salute psicologica dei cittadini nel contesto pubblico è più che mai evidente. Gli “interventi spot”, seppur lodevoli come quello nelle zone alluvionate di Emilia-Romagna, Marche e Toscana (“Vivere Meglio”, che ha coinvolto anche i Medici di Medicina Generale), non sono sufficienti per affrontare una crisi di questa portata. Le istituzioni sono chiamate a un impegno concreto e duraturo, valorizzando il ruolo dello psicologo di comunità e integrando la psicologia nell’assistenza primaria.

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L’impatto dello stop e le alternative possibili
Lo stop imminente del “Bonus Psicologo”, e la mobilitazione popolare con oltre 350.000 adesioni a una petizione su Change.org nel novembre 2023, ha evidenziato la forte preoccupazione della cittadinanza. Questa iniziativa, supportata da personalità note, sottolinea come la misura sia percepita come fondamentale per l’accesso alle cure. Senza questo bonus, molte persone, già in difficoltà economiche, rischiano di vedere precluso l’unico strumento di accesso a un supporto psicologico che non sia a carico del SSN.
- Officine Buone: Progetto che offre percorsi di supporto psicologico individuale o psicoterapie a prezzi calmierati o gratuiti, con un massimo di un certo numero di sedute.
- Consultori Familiari: Strutture pubbliche che offrono servizi di supporto psicologico, spesso con liste d’attesa e risorse limitate.
- Sportelli psicologici a prezzi calmierati/low cost: Iniziative del Terzo Settore che propongono tariffe accessibili, anche online.
- Psicologo di base: Modello proposto dal CNOP per integrare la figura dello psicologo nel sistema di assistenza primaria.
Queste soluzioni, benché valide, non risolvono la questione della frammentazione e della disomogeneità dei servizi sul territorio nazionale. La necessità di un “servizio di psicologia di assistenza primaria”, come discusso in audizioni parlamentari nell’ottobre 2023, emerge come una soluzione strutturale per garantire la prevenzione e l’integrazione della psicologia nel SSN. La crisi attuale, accentuata dalla “aggressività” diffusa nella società, che si manifesta anche negli ambulatori dei medici di medicina generale, rende l’intervento psicologico non più un lusso, ma una necessità impellente. Milioni di italiani, si stima 6 milioni, non si curano né il corpo né la psiche, e questo dato dovrebbe essere un campanello d’allarme per le istituzioni.
Il ruolo dell’Ordine degli Psicologi e la visione futura
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) si configura come un attore chiave nel dibattito sulla salute mentale in Italia. L’Ordine, oltre a tutelare la categoria professionale e rappresentare gli iscritti all’Albo, si impegna a promuovere linee guida fondamentali per la promozione della salute mentale e a definire il ruolo e le competenze dello psicologo all’interno del sistema sanitario. Il CNOP ha svolto un’attività intensa per inserire la psicologia nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), riconoscendola come un caposaldo di salute in grado di prevenire patologie psichiche e fisiche.
L’Ordine sta attivamente partecipando alla definizione del Piano Salute Mentale 2025-2030, un’iniziativa volta a riorganizzare l’approccio nazionale alla salute mentale. In questo contesto, il CNOP ha espresso la necessità di evitare una “visione psichiatrocéntrica”, promuovendo un modello che ponga lo psicologo al centro dei Dipartimenti di Salute Mentale, non solo per il trattamento dei disturbi, ma soprattutto per la prevenzione primaria. Lo psicologo di assistenza primaria, secondo questa visione, avrebbe il compito di intercettare precocemente i disagi, agendo come costruttore di contesti, alleato nella promozione della salute e mediatore tra individuo e società. Questa prospettiva evidenzia una profonda trasformazione del ruolo dello psicologo, che da “curatore del malessere” diventa un promotore di benessere e una risorsa strategica per affrontare le complessità del vivere moderno. I dati Enpap 2024, che mostrano che l’88,4% degli intervistati vede la figura dello psicologo con un ruolo sempre più rilevante all’interno della società nel prossimo decennio, rafforzano questa visione.
Verso un benessere integrato: sfide e opportunità della psicologia
Viviamo un’epoca storica nella quale la comprensione delle dinamiche mentali umane appare più pertinente che mai. È interessante notare come la psicologia cognitiva evidenzi il fatto che i nostri schemi cognitivi ed interpretazioni degli eventi esercitino una profonda influenza sulle emozioni e sulle reazioni comportamentali individuali. Un episodio stressogeno—intrinsecamente neutrale—può innescare sentimenti d’ansia o stati depressivi in base alla sua percezione ed elaborazione soggettiva. L’abilità nell’identificare e ristrutturare i modelli disfunzionali del pensiero costituisce il fondamento necessario per affrontare numerose problematiche psichiche riscontrate da milioni di italiani contemporaneamente. Allo stesso modo, la psicologia comportamentale fornisce mezzi utili a cambiare atteggiamenti nocivi tramite l’acquisizione progressiva di nuovi modelli reattivi ed abitudini salutari; questo approccio si rivela essenziale specialmente nei casi riguardanti attacchi d’ansia o fobie, poiché tecniche come l’esposizione graduale possono apportare risultati considerevoli nella diminuzione dei sintomi.
Un aspetto fondamentale da considerare nell’attuale panorama segnato dai traumi post-pandemia è rappresentato dal concetto di resilienza. Non ci si deve limitare a ripristinare lo stato precedente all’evento traumatico; piuttosto è fondamentale assimilare l’esperienza traumatica, affinché ne emergano forze rinnovate accompagnate da abilità potenziate. Comprendere la resilienza non come attributo predeterminato dall’individuo bensì come una abilità suscettibile di sviluppo esprime pienamente quanto sia essenziale avvalersi sia delle tecniche cognitive – quale ad esempio il re-framing degli eventi – sia delle pratiche comportamentali – tra cui cercare sostegno sociale ed immergersi in attività rilevanti. Analogamente alla sfera fisica, anche quella psichica necessita di iniziative anticipate mirate alla prevenzione: non possiamo attendere che il dolore raggiunga livelli insostenibili prima d’intervenire; invece bisogna apprendere a cogliere i sintomi precoci d’inquietudine agendo prontamente. Dobbiamo porci domande riguardanti se nella nostra comunità stiamo fornendo le risorse necessarie ad alimentare questa resilienza affinché ciascuna persona possa ricevere il supporto indispensabile a fronteggiare le difficoltà quotidiane con rinnovata cognizione ed efficaci strumenti operativi. Si tratta dunque di un autentico investimento nel domani della nostra nazione; un patrimonio collettivo capace di trascendere le esigenze del singolo individuo.
- Bonus Psicologo: Contributo economico per supportare le spese di psicoterapia, introdotto per affrontare le crescenti esigenze di salute mentale.
- ISEE: Indicatore della Situazione Economica Equivalente, utilizzato per determinare il livello di reddito di un nucleo familiare.
- CNOP: Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, ente che rappresenta e tutela la professione psicologica in Italia.













