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Allarme cocaina: nel 2024 decessi eguagliano quelli per eroina, cosa sta succedendo?

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  • Nel 2024, i decessi per cocaina (80) eguagliano quelli per eroina (81).
  • La cocaina causa il 35% dei decessi totali per intossicazione.
  • 79 nuove sostanze psicoattive sono state identificate nel 2024.

L’anno 2024 ha rappresentato per l’Italia una fase segnata da tragici primati: il numero dei decessi causati da intossicazione acuta da cocaina ha raggiunto livelli mai visti prima. Questa triste realtà coincide in modo inquietante con le statistiche relative all’eroina e agli oppioidi, rivelando una crisi sia sanitaria che sociale dalle dimensioni drammatiche. Pur registrandosi un leggero calo nei consumi totali delle sostanze stupefacenti fra i giovani, la minaccia della cocaina permane pervasiva, causando vittime incessantemente ed accentuando fenomenologie ad alta capacità devastativa come la dipendenza.

Le statistiche sono inequivocabili: nel corso del 2024 il tasso di mortalità collegato alla cocaina ha toccato il suo apice assoluto, con ben il 35% delle perdite dovute a intossicazioni acute letali stesso riportate nel dato complessivo. Quest’orizzonte funesto richiede quindi considerazioni approfondite riguardo alle origini del problema ed eventuali interventi risolutivi. Non possiamo ridurre tutto a freddi numeri; stiamo parlando invece di esistenze infrante, famiglie destinate alla desolazione e comunità colpite duramente dall’incubo crescente generato da questo male contemporaneo. L’età media dei ricoverati per problemi legati alle droghe si abbassa, in particolare per quanto riguarda le donne, a testimonianza di come la vulnerabilità attraversi trasversalmente le fasce d’età e di genere.

Statistiche aggiornate: Nel 2024, 80 decessi dovuti a cocaina sono stati registrati dalle Forze dell’ordine, un numero quasi identico agli 81 casi legati all’eroina e oppiacei. Inoltre, il numero di decessi dovuti a cocaina rappresenta il 35% dei decessi totali per intossicazione. Una relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze mostra che la cocaina è diventata uno dei maggiori pericoli nel mercato italiano.

Recentemente, è emerso che la cocaina è la seconda sostanza psicoattiva più comunemente consumata, con circa 11 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti. [Il Sole 24 Ore]

“Il numero dei decessi per cocaina e crack ha eguagliato quei dati relativi all’eroina e agli oppiacei per la prima volta, rappresentando un cambiamento drammatico nel panorama delle tossicodipendenze.”

Ogni giorno, l’Italia conta una vittima delle droghe, un triste promemoria di quanto sia urgente e fondamentale affrontare questo problema con strumenti efficaci e politiche mirate. La “relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze” dipinge un quadro inquietante, parlando di oltre 300 decessi all’anno per intossicazione acuta da sostanze stupefacenti, con la cocaina che si posiziona pericolosamente al pari dell’eroina per numero di fatalità. Le forze dell’ordine nel 2024 hanno accertato ben 80 decessi per cocaina/crack, un numero quasi identico agli 81 casi legati all’assunzione di eroina e oppiacei. Un pareggio che evidenzia il crescente pericolo rappresentato dalla cocaina, non più considerata una droga “leggera” o meno rischiosa.

Le nuove dipendenze e le fragilità giovanili: un labirinto di insidie

Accanto all’allarme cocaina, si profila un panorama complesso e in continua evoluzione di nuove dipendenze, che colpiscono in particolare i giovani e aprono nuovi fronti nella lotta contro le fragilità psicologiche e comportamentali. Se da un lato si assiste a un lieve calo nel consumo di droghe tradizionali tra i giovani, dall’altro si registrano incrementi preoccupanti nell’uso di sostanze innovative e nella dipendenza da comportamenti non legati a sostanze. Le “nuove droghe” emergono prepotentemente, spesso caratterizzate da una facile reperibilità, anche online, e da una percezione del rischio sottovalutata da parte dei consumatori. Tra queste, spiccano i cannabinoidi sintetici, la ketamina, gli oppioidi sintetici come il Fentanyl, l’Amnesia e la “cocaina rosa”. Queste sostanze presentano rischi imprevisti e potenzialmente letali, rendendo ancora più complessa la sfida per le strategie di prevenzione e cura.

Una relazione evidenzia che 79 nuove sostanze psicoattive sono state segnalate nell’anno 2024, a dimostrazione di come la diversificazione delle dipendenze sia una realtà preoccupante. È stata evidenziata, con particolare rilevanza, la crescente presenza nel mercato di liquidi per svapo e sostanze commestibili, veicoli per droghe contemporanee che si celano sotto forme apparentemente innocue. [Fondazione Veronesi]

Ma le dipendenze non si limitano alle sostanze chimiche. Un capitolo sempre più rilevante riguarda le “dipendenze comportamentali”. Il gioco d’azzardo, in particolare quello online, rappresenta un rischio crescente, con una diffusione capillare e meccanismi che incentivano la perdita del controllo. Le dipendenze tecnologiche, poi, abbracciano un ampio spettro di comportamenti compulsivi legati all’uso di dispositivi digitali: dipendenza da social media, da videogiochi, da telefono cellulare, ma anche fenomeni emergenti come le social challenges, il doxing, il sexting e il morphing. Questi comportamenti, pur non legati a sostanze, possono causare danni significativi alla salute mentale, portando a isolamento sociale, ansia, depressione e difficoltà relazionali. La “Generazione Z” appare particolarmente esposta a queste nuove forme di dipendenza, con una fotografia che evidenzia difficoltà a comunicare con i genitori e una propensione all’isolamento sociale.

Trend preoccupanti: Nonostante un generico calo nel consumo di sostanze tra gli adolescenti, si osserva un’esplosione nell’uso di sigarette elettroniche, farmaci e dipendenze digitali. Questo scenario complesso richiede un approccio integrato che tenga conto delle diverse forme di vulnerabilità e offra strumenti di supporto mirati per affrontare le molteplici sfaccettature delle dipendenze giovanili. Le ultime stime parlano di 120 mila nuovi “addicted” tra i giovanissimi in Italia, un numero che sottolinea l’urgenza di intervenire con efficacia.

L’uso problematico della rete, in particolare, comporta un crescente isolamento e ansia sociale, un senso di solitudine e alterazioni dell’umore che possono sfociare nella depressione.

Cosa ne pensi?
  • È confortante vedere un calo nel consumo di droghe tra i giovani......
  • L'articolo dipinge un quadro desolante della situazione attuale......
  • E se la vera dipendenza fosse dalla mancanza di connessione umana? 🤔......

Prevenzione: tra luci e ombre, la necessità di nuove strategie

Di fronte a un quadro così complesso e preoccupante, emerge la stringente necessità di ripensare e rafforzare le strategie di prevenzione. Le campagne di sensibilizzazione e gli interventi nelle scuole rappresentano un pilastro fondamentale, ma la loro efficacia richiede una costante valutazione e un adattamento alle nuove sfide. Se da un lato si registrano segnali positivi, come l’aumento delle scuole che hanno organizzato attività di prevenzione delle sostanze (il 49%, in crescita rispetto al 2022), e un elevato numero di iniziative contro il fumo e l’alcol (l’81%), dall’altro permangono delle aree di criticità.

Criticità della prevenzione: Le evidenze disponibili sull’impatto delle campagne mediatiche sulla prevenzione dell’uso di droghe illegali tra i giovani non consentono di trarre conclusioni definitive sulla loro efficacia. Questo suggerisce che la sola informazione, per quanto importante, potrebbe non essere sufficiente a contrastare la complessità dei fattori che spingono i giovani verso le dipendenze.

È fondamentale che i programmi di prevenzione siano efficaci quando impiegano tecniche interattive, come gruppi di discussione tra pari e attività di role-playing, che favoriscono l’elaborazione personale e lo sviluppo di competenze di coping. Campagne comunicative come “Fermati. Pensaci un minuto” e “Butta via la droga, non la vita”, promosse anche attraverso spot televisivi e iniziative nelle scuole, mirano a sensibilizzare i giovani e le loro famiglie sui rischi legati all’uso di sostanze. Viene sottolineata l’importanza di rivolgersi anche ai bambini in età scolare, tra i 6 e gli 11 anni, al fine di costruire una base solida per prevenire l’insorgenza di comportamenti a rischio nell’adolescenza.

Iniziativa innovativa: L’iniziativa “Hugs not Drugs”, con l’introduzione di un’app per studenti, docenti e genitori, rappresenta un tentativo di utilizzare strumenti innovativi per raggiungere un pubblico più ampio e interagire in modo efficace. Nonostante ciò, la prevenzione primaria dell’uso di sostanze presenta una notevole complessità, caratterizzata da risultati frequentemente incompleti che richiedono un intervento meticoloso ed adeguatamente pianificato. Risulta fondamentale destinare risorse alla ricerca finalizzata a misurare l’efficacia delle varie metodologie adottate e ad adattarle al contesto socioculturale che continua a mutare.

Il 26 giugno segna la Giornata Internazionale contro il Traffico Illecito di Droga; questa ricorrenza offre uno spunto significativo per meditare sulle iniziative volte al contrasto del fenomeno nonché sulle strategie preventive da implementare. Tuttavia, è imperativo che tale dedizione si manifesti in modo continuativo ed integrato; essa deve abbracciare istituzioni pubbliche, ambienti scolastici, nuclei familiari ed ogni componente della società civile nella sua interezza. Limitarsi a divulgare informazioni sui potenziali rischi non è sufficiente; occorre lavorare alla creazione di resilienze individuali e collettive solide quale priorità assoluta nella promozione della salute mentale, oltre ad assicurarsi offerte alternative positive che possano davvero risultare costruttive per le nuove generazioni.

Riflessioni sui meccanismi della dipendenza e la ricerca di senso

Analizzando attraverso la lente della psicologia cognitiva, le dipendenze possono manifestarsi come vere e proprie distorsioni dell’apprendimento, implicando tanto l’assunzione di sostanze quanto l’adozione di condotte compulsive. La predisposizione naturale del cervello a stabilire connessioni tra fattori esterni ed esperienze interne porta alla formazione di sistemi reattivi inadeguati. All’inizio dell’esperienza con le sostanze o dei comportamenti ripetitivi si attua un effetto benefico sotto forma di un rinforzo positivo, generando momentanei stati piacevoli o fughe dai malesseri. Tuttavia, nel corso del tempo tale schema subisce una metamorfosi; emerge una sfera complessa comprendente una drogante relazione con l’oggetto del desiderio – sia esso fisico che emotivo. La spinta iniziale basata sulla ricerca della gratificazione viene progressivamente rimpiazzata dall’urgenza d’evitare il disagio psichico o corporeo provocato dall’abbandono dell’abitudine.

Allineandoci ai fondamenti della psicologia comportamentale, è possibile approfondire l’essenza della dipendenza considerandola attraverso i principi imprescindibili del "condizionamento operante". In questa dinamica sussistono oggetti o azioni trattati come veri e propri “rinforzi primari”, capaci d’influenzare significativamente la reazione dell’individuo nei confronti delle circostanze ambientali circostanti. L’esposizione ripetuta a stimoli legati alla dipendenza (ad esempio, contesti sociali, oggetti, emozioni) può innescare un forte desiderio compulsivo, il craving, che rende estremamente difficile resistere all’impulso.

A un livello più avanzato, la comprensione delle dipendenze si intreccia con la neurobiologia e l’impatto dei traumi. Esperienze traumatiche, soprattutto in età precoce, possono alterare lo sviluppo del cervello e la regolazione del sistema nervoso, aumentando la vulnerabilità alle dipendenze come forma di auto-medicazione o tentativo di gestire emozioni soverchianti. Studi di neuroimaging mostrano come l’uso cronico di sostanze modifichi le aree cerebrali deputate al controllo degli impulsi, alla presa di decisioni e alla gestione delle emozioni, instaurando circoli viziosi di dipendenza.

Riflessioni finali: “Cosa spinge un giovane a cercare rifugio in sostanze o comportamenti distruttivi? Spesso dietro la dipendenza si nasconde un vuoto, una ricerca di senso non soddisfatta, una difficoltà nell’affrontare le sfide e le frustrazioni della vita.”

La gravità dell’aumento dei decessi per cocaina e la crescente diffusione delle nuove dipendenze ci invitano a una profonda riflessione collettiva. Non si tratta solo di condannare o punire, ma di comprendere le radici profonde di queste fragilità. La società moderna, con i suoi ritmi frenetici, la pressione della performance e la costante esposizione a modelli a volte irrealistici, può amplificare queste vulnerabilità. È fondamentale riconoscere che la prevenzione non può limitarsi a semplici avvertimenti sui rischi, ma deve essere un processo complesso e articolato che promuova la salute mentale, lo sviluppo di resilienza e la costruzione di relazioni significative.

Glossario:

  • Condizionamento operante: un tipo di apprendimento attraverso il rinforzo, in cui un comportamento è aumentato o diminuito a seconda delle conseguenze immediate.
  • Craving: un desiderio intenso e inarrestabile di una sostanza o di un comportamento che genera dipendenza.
    • Nuove Sostanze Psicoattive (NPS): composti chimici progettati artificialmente al fine di replicare gli effetti delle sostanze stupefacenti vietate; è comune che presentino reazioni ignote o rischiose.

È essenziale riflettere su un interrogativo cruciale: stiamo realmente garantendo ai nostri giovani gli strumenti emotivi e relazionali necessari affinché possano orientarsi nel complesso tessuto sociale contemporaneo? Stiamo instaurando spazi nei quali si sentano ascoltati, compresi ed efficacemente sostenuti? È possibile che l’autentica risposta alla problematica delle dipendenze risieda nella creazione di comunità aperte ed empatiche dove i più giovani possano trovare rifugio sicuro per manifestare vulnerabilità personali, affrontare ansie interiori e scoprire appieno il loro potenziale individuale, il tutto mentre si distaccano dalle seduzioni temporanee offerte dalla chimica o dalle compulsioni alienanti delle tossicodipendenze. Questo percorso implica una sinergia attiva tra tutti – istituzioni pubbliche, famiglie affettuose così come ambiti educativi – assieme alla disponibilità collettiva di affrontare sinceramente la realtà priva di pregiudizi, apportando sostegno tangibile a chi lotta contro il giogo della dipendenza.


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