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Rivoluzione arcobaleno: la salute mentale LGBTQIA+ al centro della scena

- La comunità LGBTQIA+ rappresenta tra il 4% e il 6% della popolazione adulta.
- Il 44% della comunità LGBTQIA+ ha sperimentato depressione (vs 13% della popolazione generale).
- Il 70% apprezza la flessibilità della terapia online, ma il 40% teme la mancanza di interazione.
Recentemente si è osservato un significativo aumento della consapevolezza all’interno della comunità LGBTQIA+ in Italia riguardo
alle particolari problematiche relative alle proprie condizioni psico-emotive. Sebbene i progressi sui diritti siano indiscutibili
e ci sia stata una visibilità crescente per queste minoranze, persistono ancora sfide sostanziali rappresentate da discrete fonti
di stress connesse a condizioni come le discriminazioni sociali, i pregiudizi diffusi e la marginalizzazione culturale. I dati attuali
mostrano chiaramente come gli individui appartenenti alla comunità LGBTQIA+ rappresentino una porzione importante della società
italiana e globale; si stima infatti che oscillino tra il 4% e il 6% dell’intera popolazione adulta in tutto il mondo, anche nell’ambito
europeo. Tuttavia, nonostante questo numeroso gruppo demografico rivelato dai dati statistici più recenti evidenzi significative
differenze nel campo della salute mentale rispetto ai normali standard popolazionali; le persone appartenenti alla comunità LGBT
sopportano l’onere del cosiddetto “minority stress”, incrementando così la loro vulnerabilità all’insorgenza di disturbi quali depressione
o ansia. Si calcola addirittura che questi individui possano manifestare tali patologie con frequenza doppia rispetto agli altri
gruppi etnici generali. Una ricerca effettuata negli Stati Uniti nel 2022 ha rivelato che il 44% della comunità adulta LGBTQIA+
ha sperimentato, almeno una volta nella propria esistenza, un episodio di depressione. Questo dato è in netto contrasto con quello
relativo al resto della popolazione, in cui solamente il 13% degli individui presenta esperienze simili. [US Census Bureau].
Oltre ai disturbi d’ansia e depressivi, le persone all’interno della comunità possono sperimentare disturbi specifici legati all’identità
di genere e all’orientamento sessuale, come la disforia di genere. È importante sottolineare i progressi compiuti dalla comunità
scientifica, come l’aggiornamento dei criteri diagnostici per la disforia di genere nel DSM-5-TR, che ha introdotto un linguaggio
più inclusivo e meno medicalizzato. Elevati livelli di stress psicologico e un aumentato rischio suicidario possono essere
significativamente influenzati dalla discriminazione, dal pregiudizio e dalla mancanza di supporto sociale. Queste comorbilità,
ovvero la presenza simultanea di due o più disturbi, sono più frequenti nella popolazione LGBTQIA+.
Recenti studi hanno dimostrato che il 35% delle persone LGBTQIA+ ha riportato livelli elevati di ansia, mentre il 30%
ha riferito depressione clinica, a causa di esperienze di minority stress e microaggressioni [Le Scienze].
Strategie e supporto psicologico: un approccio sensibile
Alla luce delle cifre presentate e delle molteplici sfide evidenziate dalla realtà odierna, si rende evidente che è fondamentale
fornire un supporto psicologico che sia attento e qualificato alla comunità LGBTQIA+. L’importanza degli specialisti della salute
mentale si manifesta nella loro capacità di instaurare uno spazio sicuro ed inclusivo, caratterizzato dall’assenza di giudizio. Tali
professionisti sono chiamati a fornire assistenza emotiva efficace insieme a strumenti pratici per l’adattamento. Questo tipo d’intervento
risulta decisivo nell’affrontare questioni legate sia all’identità sessuale che al genere. La guida offerta dal supporto psicologico
consente agli individui non solo di ascoltare ed approfondire la propria identità, ma anche di affrontare con fermezza esperienze
traumatiche derivanti da atti discriminatori; tutto ciò contribuisce in maniera significativa al miglioramento del benessere psico-emotivo
generale. La terapia apre dunque le porte allo sviluppo dell’autoaccettazione assieme a una forte percezione di belonging, giocando
così un ruolo essenziale nel contenere i rischi associati alla depressione o all’ansia tra gli individui coinvolti. È pertanto imprescindibile
che coloro che operano in questo campo adottino modalità operative mirate alle specifiche esperienze vissute dagli individui all’interno
della comunità LGBTQIA+. Nuove indicazioni professionali mettono in evidenza la necessità di adottare un linguaggio inclusivo,
insieme a un supporto empirico, nel trattamento terapeutico rivolto a minorenni e alle loro famiglie, specialmente quelle che
affrontano questioni legate agli adolescenti LGBTQIA+. [Documento OPL].
– Accettazione incondizionata
– Empatia profonda
– Sensibilità culturale
– Approccio non giudicante
– Collaborazione attiva per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici
- Articolo molto interessante! 🌈 È fondamentale aumentare la consapevolezza......
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La terapia online: opportunità e sfide nel contesto LGBTQIA+
L’ascesa della psicoterapia online, avvenuta grazie all’avvento di piattaforme come Zoom e Skype, sta trasformando le modalità
operative nell’ambito della salute mentale LGBTQIA+, generando sia opportunità che interrogativi. Tra i vari benefici emergenti
vi è senza dubbio la capacità di selezionare il terapeuta ideale sconfinando da limiti geografici; tale aspetto elimina impedimenti
significativi nell’accesso alle terapie psicologiche. Infatti, individui residenti in zone isolate o chi presenta difficoltà motorie
possono finalmente instaurare relazioni con specialisti del settore. L’ottimizzazione dei tempi legati ai trasporti costituisce
un altro aspetto pratico estremamente favorevole per l’utente finale. D’altro canto, va sottolineato che questa forma terapeutica
rappresenta anche una via d’ingresso altamente vantaggiosa per gli adolescenti, i quali tendono ad operarsi più agevolmente
nel mondo digitale piuttosto che nei tradizionali studi clinici.
Tuttavia, sono presenti anche alcuni svantaggi e numerose sfide specifiche associate alla terapia effettuata via internet;
uno degli elementi principali su cui concentrarsi riguarda la questione cruciale della propria sicurezza e protezione dati: la privacy.
Trovare uno spazio riservato in cui sentirsi totalmente a proprio agio, senza il rischio di essere spiati o interrotti, può essere
difficile per molti pazienti. La mancanza di un setting fisico delimitato (la porta che simboleggia lo spazio terapeutico) può
influire sulla percezione di sicurezza e sul confine tra spazio terapeutico e vita quotidiana. La gestione di situazioni di crisi
a distanza può essere più complicata per il terapeuta, richiedendo competenze digitali adeguate per mantenere la connessione
e rispondere in modo efficace.
Recenti osservazioni mostrano che 70% degli utenti di terapia online apprezzano la flessibilità e l’accessibilità di questo
servizio, ma 40% segnalano preoccupazioni relative alla mancanza di interazione fisica e all’impatto sulla comunicazione
non verbale [Alessandra Favaro].
Oltre lo schermo: la tessitura di un legame terapeutico nell’era digitale
Al di là della superficie dello schermo, la qualità della relazione terapeutica rimane il cuore pulsante di ogni percorso di cura.
Per le persone LGBTQIA+, che spesso portano il peso di esperienze di emarginazione e incomprensione, sentirsi veramente
visti e ascoltati è un bisogno primario. La terapia online, pur con le sue peculiarità, deve saper tessere questo legame di fiducia.
Una nozione base della psicologia comportamentale ci insegna che il rinforzo positivo può essere cruciale nel facilitare l’espressione
di sé e la validazione dell’identità. Un semplice segno di assenso da parte del terapeuta, un’espressione facciale di comprensione,
anche attraverso uno schermo, possono rappresentare un rinforzo potente per una persona che ha spesso sperimentato il giudizio.
“Non sei Maschio. Non sei Femmina. Se non rispetti le aspettative, allora, non vali niente.” – Marcella Di Folco, attivista
per i diritti LGBTQIA+
Mentre riflettiamo sulla terapia online, potremmo chiederci: come possiamo, nel nostro quotidiano, creare spazi di ascolto
e accettazione per le persone LGBTQIA+ nella nostra vita, sia online che offline? La terapia è un percorso prezioso, ma il supporto
e la comprensione che offriamo nella nostra comunità possono fare una differenza enorme, contribuendo a ridurre il “minority
stress” e a costruire un tessuto sociale più accogliente e inclusivo. Dopotutto, il benessere psicologico non è solo una questione
individuale, ma è profondamente intrecciato con le relazioni e l’ambiente che ci circonda.


Note
- [1] US Census Bureau, 2022.
- [2] Le Scienze, 2023.
- [3] Documento OPL, 2023.
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