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- La risata attiva i neuroni specchio, essenziali per l'empatia.
- L'arte terapia riduce lo stress e migliora la funzione neuropsicologica.
- Il Castello ha un rating di 4.4 stelle su Tripadvisor.
Il Castello del Buonconsiglio a Trento si fa promotore di un dialogo inaspettato tra l’arte barocca e le più recenti scoperte delle neuroscienze, offrendo spunti preziosi sul potenziale terapeutico dell’espressione artistica. Al centro dell’attenzione vi è una scultura in pietra dell’artista belga Cornelis van der Beck, attivo in Trentino nel Seicento, raffigurante un busto femminile colto nell’atto di una risata schietta, quasi caricaturale, che rivela una dentatura tutt’altro che perfetta. Quest’opera, riscoperta solo di recente, si discosta dai canoni più aulici del periodo, concentrandosi su un genere più popolare e radicato nella tradizione artistica europea.
La sua esposizione offre l’occasione per esplorare non solo le peculiarità stilistiche e storiche dell’artista e dell’opera stessa, ma anche le implicazioni profonde della risata come comportamento universale e contagioso, strettamente legato all’attività dei cosiddetti neuroni specchio. Questi affascinanti neuroni, la cui scoperta ha rivoluzionato il modo di intendere la fisiologia della visione e della motricità, giocano un ruolo cruciale nell’empatia, nella comprensione delle emozioni altrui e nella nostra capacità di connetterci con gli altri.
L’incontro a Trento, previsto per il 14 maggio alle 18:30 con la partecipazione del conservatore del museo Denis Ton e del neurologo Luigi Cattaneo, promette di approfondire questo legame, offrendo una prospettiva multidisciplinare che unisce storia dell’arte, neuroscienze e psicologia. Il costo dell’ingresso è di 8 euro, inclusivo di un aperitivo conclusivo, con gratuità per i possessori della Membership Card Oltre e Oltreplus. L’accessibilità è garantita anche per il pubblico dei sordi tramite la presenza di un’interprete LIS, previa comunicazione.
Il potere terapeutico dell’arte e l’arte terapia
L’opera di van der Beck rimarrà esposta nelle settimane successive, permettendo a un pubblico più vasto di confrontarsi con questa singolare rappresentazione e di meditare sul potere evocativo dell’arte. Le recensioni del Castello del Buonconsiglio su piattaforme online ne attestano la popolarità e l’apprezzamento da parte dei visitatori, con un rating medio molto elevato (4.4 stelle su Tripadvisor), sottolineando la ricchezza delle collezioni e l’organizzazione impeccabile delle visite.
Recenti studi dimostrano che l’arte terapia può ridurre i livelli di stress e migliorare la funzionalità neuropsicologica, rendendola un mezzo efficace per affrontare le difficoltà emotive, in particolare per le persone che appartengono a minoranze, come la comunità LGBTQ+ [IntraSpectrum Counseling].
“La terapia artistica offre uno spazio libero da giudizi, dove l’individuo può esplorare la propria identità e le proprie emozioni tramite l’arte.” [Plumeria Counseling]
Benefici dell’arte terapia | Popolazione Target |
---|---|
Aumento dell’autostima | Individui LGBTQ+ |
Processo di espressione creativa | Adolescenti e giovani adulti |
Supporto nella gestione di traumi | Survivors di discriminazione |
Facilitazione della connessione sociale | Tutti i gruppi |
L’evento si inserisce in un contesto vivace per il Castello, che celebra con una programmazione ricca e articolata i suoi cento anni, dimostrando una costante attenzione verso l’innovazione e il coinvolgimento del pubblico attraverso proposte sempre nuove e stimolanti.
- Che meraviglia scoprire come l'arte barocca 🎭 possa curare l'anima......
- Non sono convinto che una scultura possa davvero avere un effetto terapeutico... 🤔...
- E se la risata imperfetta fosse una critica all'estetica dominante dell'epoca? 🧐...
Neuroscienze e comunità LGBTQ+: il ruolo terapeutico dell’arte
L’indagine sul legame tra arte barocca, neuroni specchio e le emozioni suscitate dall’opera di van der Beck apre una prospettiva affascinante e di grande attualità sul potenziale terapeutico dell’arte, in particolare in relazione a tematiche sensibili come quelle che riguardano la comunità LGBTQ+. Sebbene l’evento al Castello del Buonconsiglio non affronti esplicitamente questo tema, è possibile tracciare un parallelo significativo, considerando il ruolo che l’espressione artistica e l’empatia giocano nella gestione dei traumi e delle forme di discriminazione.
In particolare, la capacità dell’arte di evocare emozioni intense e profonde si rivela un valore inestimabile per le persone della comunità LGBTQ+, molte delle quali affrontano sé stesse e gli altri in contesti di stigmatizzazione e discriminazione. La terapia artistica si propone di creare spazi sicuri in cui esplorare questioni di identità e appartenenza, affrontando i temi della vulnerabilità e della resilienza.
“La creatività può agire come catalizzatore nella guarigione delle ferite emotive, specialmente per coloro che hanno vissuto l’esclusione e la marginalizzazione.” [JSTOR]
Arte, emozioni e l’empatia queer
Il concetto di “empatia queer” potrebbe essere inteso non solo come la capacità di identificarsi e comprendere le esperienze della comunità LGBTQ+, ma anche come un particolare sentire empatico che emerge dall’interno di questa comunità, alimentato da vissuti condivisi di marginalizzazione e resilienza. L’arte, al di là della sua funzione estetica, ha da sempre svolto un ruolo cruciale nel dare forma e voce a queste esperienze, creando un linguaggio capace di trasmettere sfumature emotive complesse e spesso inespresse nei canali comunicativi tradizionali.
Nel contesto dell’arte terapia con persone LGBTQ+, la focalizzazione sull’empatia assume un significato ancora più profondo. Lavorare sulla capacità empatica attraverso il medium artistico può aiutare a ricostruire legami di fiducia, a superare l’isolamento causato dalla discriminazione e a rafforzare il senso di appartenenza a una comunità solidale.
L’arte barocca, con la sua estetica enfatica e spesso catartica, potrebbe offrire un terreno fertile per questa esplorazione. Le figure ritratte nelle opere barocche, spesso colte in momenti di grande intensità emotiva, possono fungere da specchio per i vissuti interiori, facilitando l’identificazione e l’elaborazione delle esperienze personali.
Ecco un esempio:

Nonostante i materiali di ricerca non forniscano dettagli specifici su come elementi particolari dell’arte barocca (colori, forme, temi) influenzino i neuroni specchio e l’elaborazione emotiva in questo contesto, è plausibile ipotizzare che l’intensità cromatica, il dinamismo delle forme e la rappresentazione esplicita delle passioni umane possano avere un impatto significativo.
Riflessioni sull’arte, l’empatia e il benessere interiore
Esplorare il crocevia tra arte, neuroscienze e le specificità delle esperienze umane, come quelle della comunità LGBTQ+, ci invita a una riflessione più ampia sulla potenza trasformativa dell’espressione artistica e sulla sua capacità di toccare le corde più profonde del nostro essere.
In termini di psicologia cognitiva, una nozione base estremamente applicabile a questo contesto è il concetto di apprendimento osservazionale, reso possibile proprio dall’attività dei neuroni specchio. Guardare un’opera d’arte, specialmente quella che ritrae emozioni intense e riconoscibili, ci permette di “simulare” nel nostro cervello l’esperienza emotiva rappresentata, favorendo una comprensione più profonda e viscerale.
“L’arte ci invita a sentire, a partecipare e a lasciarci trasformare dalla complessità del mondo e delle emozioni. ” [Medium]
L’opera di Cornelis van der Beck con la sua risata imperfetta, pur provenendo da un’epoca lontana, ci ricorda che l’arte ha la capacità intrinseca di superare le barriere del tempo e della cultura, parlando direttamente al nostro sentire più umano. Ci spinge a riflettere su come le esperienze, anche quelle dolorose, possano essere elaborate e trasformate attraverso l’espressione creativa.
Forse, nel confronto con il busto che ride, ognuno di noi può trovare un piccolo spiraglio per riflettere sulle proprie cicatrici emotive e sulla capacità resiliente dell’animo umano di trovare gioia anche nelle pieghe inattese della vita. L’arte ci invita non solo a osservare, ma a sentire, a partecipare, a lasciarci trasformare dalla bellezza e dalla complessità del creato, ricordandoci che la connessione empatica e la capacità di ridere, anche dei nostri piccoli o grandi difetti, sono elementi fondamentali per il nostro benessere e per la costruzione di una società più inclusiva e compassionevole.