- In Italia, il rapporto uomo-donna nei decessi per suicidio è di 3,6.
- Nel 2023, 7.000 richieste d’aiuto a Telefono Amico per pensieri suicidari.
- Solo il 3% del Fondo Sanitario Nazionale è destinato alla salute mentale.
L’ambito della salute mentale in Italia, lungi dall’essere statico, rivela dimensioni articolate e sfide notevoli: i dati epidemiologici mostrano trend in costante evoluzione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), fra il 2000 e il 2016 il tasso globale di mortalità per suicidio è diminuito; ciò non basta, tuttavia, a descrivere la complessità del fenomeno.
In Italia permane una quota rilevante di decessi per suicidio in specifiche fasce demografiche. I più recenti rapporti dell’ISTAT (2021) confermano un aumento dei casi tra le persone sotto i 49 anni e una crescente disparità di genere: il rapporto uomo-donna è passato da 2,1 negli anni Ottanta a 3,6 nel 2016.
Le differenze regionali sono marcate. I tassi più alti tra gli uomini si registrano nel Nord-Est, quelli più bassi al Sud. La mortalità cresce con l’età, in particolare oltre i 70 anni negli uomini, mentre resta inferiore ma comunque in aumento fra le donne anziane. Dopo la metà degli anni Ottanta il tasso di suicidio è diminuito, con un rallentamento fra 2006-2007 e un nuovo incremento tra gli uomini 25-69 anni durante la crisi del 2008.
A complicare lo scenario si aggiunge l’aumento dei disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva, aggravato dall’emergenza COVID-19: uno studio su nove regioni evidenzia più accessi ai Pronto Soccorso per ideazione suicidaria.

Un report del 2024 riporta oltre 70 suicidi ogni 100.000 persone e più di 7.000 richieste d’aiuto a Telefono Amico nel 2023,1 segnalando l’urgenza di un piano di prevenzione solido. Nel 2022 quasi 800.000 cittadini erano in carico ai servizi psichiatrici: prevalgono donne e over 45; depressione, schizofrenia, disturbi nevrotici e di personalità sono le diagnosi più comuni. Solo una minoranza dei pazienti con patologie severe riceve psicoterapia, evidenziando l’eccessivo ricorso ai farmaci.
Disuguaglianze territoriali nell’accesso e nella qualità dei servizi
Un indice ministeriale (2022) basato su 14 indicatori mostra forti difformità tra regioni. Bolzano, Trento, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta primeggiano per risorse umane, utenti seguiti e continuità di cura post-dimissione. All’estremo opposto Marche, Basilicata, Calabria, Sicilia, Piemonte, Sardegna e Toscana evidenziano criticità, dai lunghi tempi di ricovero al massiccio uso di psicofarmaci.
L’Italia destina alla salute mentale circa il 3 % del Fondo Sanitario Nazionale, ben sotto il 5-10 % raccomandato. Solo pochi pazienti ricevono follow-up specialistico entro due settimane dalla dimissione, aumentando il rischio di autolesionismo.

Alcune regioni, come l’Emilia-Romagna, hanno avviato la riorganizzazione dei servizi: più posti letto per l’età evolutiva, residenzialità per adulti orientata alla “recovery” e al reinserimento sociale. La misurazione degli esiti rimane però limitata al TSO, insufficiente per valutare la reale efficacia delle cure.
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L’impatto dei fattori socio-economici e relazionali
Suicidio e disturbi mentali sono il prodotto di fattori socio-economici, relazionali, genetici e biologici. La crisi del 2008 ha mostrato la correlazione fra disoccupazione, precarietà e aumenti dei suicidi. La pandemia ha accentuato isolamento, violenza domestica, abuso di alcol e ansia da contagio.
Per gli adolescenti, l’uso intensivo dei social network è associato a insonnia, ridotta attenzione e incremento di ansia o depressione. Servono politiche multisettoriali: inclusione sociale, sostegno alle famiglie e reti comunitarie che attenuino l’impatto delle crisi economiche.
Tra prevenzione e stigma: sfide e prospettive future
Nonostante una crescente sensibilità pubblica, il settore resta sottofinanziato. Mancano dati sistematici sulla salute mentale degli adolescenti, ostacolando interventi precoci. Nel 2024 oltre 16 milioni di italiani dichiarano disturbi psicologici da moderati a gravi;2 la domanda supera l’offerta, specie tra giovani e donne.3
Lo stigma limita l’accesso ai servizi: la “narrazione del suicidio” rimane tabù, alimentando isolamento. Occorre promuovere conversazioni aperte, potenziare le strutture per le urgenze psichiatriche in età evolutiva e riorganizzare la residenzialità adulta in ottica di autonomia.
La necessità di politiche di prevenzione
La prevenzione multidisciplinare è il mezzo più efficace contro i suicidi. Sensibilizzazione, formazione e investimenti mirati sono imprescindibili per ridurre le disuguaglianze, potenziare i servizi e abbattere lo stigma, garantendo a tutti il diritto a una vita piena e resiliente.
Glossario
- Salute Mentale: stato di benessere psicologico e funzionale della persona, comprensivo della gestione dello stress, delle relazioni e delle decisioni.
- Suicidio: atto deliberato di porre fine alla propria vita, spesso correlato a fattori psicologici, sociali ed economici.
- Neuropsichiatria: branca medica che si occupa dei disturbi psichici e neurologici.

- Fonte: Associazione Antigone, Rapporto 2024.
- Fonte: Università Niccolò Cusano, indagine 2024.
- Fonte: ANSA, dossier salute mentale 2024.
- Pagina Istat sui suicidi con dati e statistiche rilevanti per l'analisi.
- Osservatorio sui suicidi di Fondazione BRF, dati e statistiche sul fenomeno.
- Sito ufficiale di Telefono Amico Italia, essenziale per comprendere le loro attività.
- Dati ISTAT sui suicidi in Italia, per approfondire le statistiche citate.