- Allarme dipendenza: il 64% dei ragazzi usa lo smartphone costantemente.
- L'età media del primo smartphone è scesa a 9 anni.
- 82% degli insegnanti segnala difficoltà di concentrazione a scuola.
- Il CNDDU propone un «Patto Educativo Digitale» tra scuola e famiglie.
- Clearspace blocca l'accesso alle app una volta raggiunto il limite.
La Dipendenza da Smartphone tra gli Adolescenti
Il 16 giugno 2025, l’attenzione si focalizza su una problematica sempre più pressante: la dipendenza da smartphone tra gli adolescenti. Un campanello d’allarme è suonato con il recente ricovero d’urgenza di un giovane presso l’Ospedale San Luigi di Orbassano, vittima di una vera e propria crisi d’astinenza da smartphone. Questo episodio, lungi dall’essere un caso isolato, evidenzia una tendenza preoccupante che sta modificando i circuiti cerebrali dei nostri giovani, compromettendo le loro funzioni cognitive e il loro benessere psicologico.
Gli specialisti definiscono questa condizione “Uso Problematico dello Smartphone” (PSU), una realtà che, pur non essendo ancora riconosciuta come disturbo clinico, affligge una percentuale significativa di adolescenti, stimata tra il 10% e il 30%. I sintomi sono molteplici e insidiosi: un bisogno irrefrenabile di utilizzare il telefono, l’incapacità di separarsene anche per brevi periodi, ansia crescente in assenza del dispositivo, isolamento sociale, un calo allarmante del rendimento scolastico e, nei casi più gravi, l’insorgere di sintomi depressivi.

I Numeri dell’Iperconnessione: Una Generazione Incollata allo Schermo
I dati statistici dipingono un quadro allarmante. Secondo un’indagine di Changes Unipol / Kkienn, un’ampia fetta di ragazzi, precisamente il 64%, adopera lo smartphone in maniera costante, e il 57% lo fa fino a tarda notte, con ripercussioni sul riposo. Metà dei soggetti esaminati sperimenta inquietudine legata alle notifiche, mentre il 40% preferisce le interazioni digitali a quelle di persona.
Un dato particolarmente preoccupante è l’età sempre più precoce in cui i bambini entrano in contatto con gli smartphone. Attualmente, l’età media per il primo dispositivo mobile è scesa a 9 anni, e quasi la metà dei bambini nella fascia 10-11 anni possiede già profili sui social network. Le conseguenze di questo uso precoce e incontrollato sono evidenti: difficoltà di concentrazione (segnalata dall’82% degli insegnanti), aumento dei disturbi del sonno e crescita del cyberbullismo.
- Sono contento che se ne parli, finalmente qualcuno se ne accorge... 👍...
- Non sono d'accordo, demonizzare lo smartphone è sbagliato... 😠...
- E se invece usassimo gli smartphone per combattere la dipendenza stessa? 🤔......
Un Patto Educativo Digitale: La Scuola in Prima Linea
Di fronte a questa emergenza, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) propone la creazione di un Patto Educativo Digitale, un’alleanza tra scuola, famiglie e studenti per promuovere un uso consapevole della tecnologia. L’obiettivo è quello di stabilire regole chiare, azioni condivise e strumenti di supporto per aiutare i giovani a gestire il loro rapporto con gli smartphone.
Tra le proposte concrete avanzate, vi è l’adozione di sistemi come le custodie Yondr, già impiegate in alcune scuole italiane, le quali impediscono l’utilizzo dello smartphone durante le ore didattiche senza sottrarlo fisicamente agli studenti. Queste iniziative, unite a programmi di formazione per docenti e genitori, servizi di supporto psicologico e attività didattiche interattive, mirano a riaffermare il ruolo della scuola quale ambiente di apprendimento autentico, dove gli studenti siano parte attiva del processo e non semplici spettatori passivi, sviluppando abilità di risoluzione dei problemi e pensiero critico.
I pilastri su cui si fonderebbe il Patto Educativo Digitale includerebbero:
L’implementazione di regole concordate sull’impiego degli smartphone all’interno dell’istituzione scolastica.
La promozione di percorsi formativi digitali focalizzati sulla gestione di tempo, notifiche, algoritmi e privacy.
La messa a disposizione di formazione specifica per docenti e genitori riguardante i pericoli connessi all’eccessiva connessione.
L’attivazione di sportelli psicologici scolastici con competenze specifiche anche nel campo delle nuove dipendenze.
La valorizzazione di app e strumenti progettati in modo etico per monitorare e limitare l’utilizzo compulsivo del dispositivo.
Tra questi strumenti, si distingue Clearspace, un’applicazione pensata per assistere gli utenti nella riduzione del tempo trascorso sullo schermo. L’app permette di fissare un limite massimo di aperture giornaliere per determinate applicazioni, come Instagram o TikTok, oltre a un tetto temporale. Una volta raggiunto il limite, l’accesso viene bloccato, incentivando l’utente a distogliere l’attenzione dal telefono.
Oltre la Tecnologia: Un Cambiamento Culturale Profondo
È fondamentale comprendere che la tecnologia, pur potendo offrire strumenti utili, non è la panacea di tutti i mali. Per affrontare la dipendenza da smartphone in modo efficace, è necessario un cambiamento culturale più profondo, che parta dalla famiglia. Gli studi evidenziano l’importanza dello stile educativo dei genitori nel modellare il comportamento digitale dei figli. Un approccio basato sulla comunicazione aperta, sull’ascolto e sul sostegno emotivo è significativamente più efficace nel ridurre la dipendenza da smartphone rispetto a metodi autoritari o punitivi.
In particolare, un incoraggiamento attivo all’utilizzo costruttivo del telefono, definito mediazione positiva attiva, contribuisce a instaurare una relazione sana con la tecnologia. La condivisione dell’esperienza digitale, come navigare o giocare insieme (co-utilizzo), rafforza il legame di fiducia e attenua la pressione sociale. Anche la mediazione restrittiva, se motivata e frutto di un accordo, può avere esito positivo, ma è cruciale evitare divieti arbitrari o sanzioni severe.
Un Futuro Più Consapevole: Riscoprire il Valore della Relazione Autentica
Il messaggio è chiaro: serve un’alleanza educativa, non solo norme e controlli. È necessario guidare i ragazzi alla comprensione, non semplicemente imporre divieti. È essenziale riscoprire la rilevanza delle interazioni umane autentiche, del tempo libero dedicato ad attività non mediate da uno schermo, delle esperienze vissute direttamente.
Il CNDDU esorta pertanto tutti gli istituti scolastici, le famiglie, gli enti educativi e gli studenti stessi a interrogarsi sul ruolo che intendiamo attribuire alla tecnologia nella nostra quotidianità. È ora di affrontare la questione dell’educazione digitale con la serietà e la prospettiva globale che merita. Soltanto attraverso un’azione congiunta sarà possibile garantire ai nostri giovani un avvenire più libero, più cosciente e più umano.
Riconnettersi con la Realtà: Un Imperativo per il Benessere Mentale
La dipendenza da smartphone, come abbiamo visto, non è solo un problema di eccessivo utilizzo di un dispositivo, ma una vera e propria alterazione dei processi cognitivi e comportamentali. Dal punto di vista della psicologia cognitiva, è importante comprendere come i meccanismi di rinforzo positivo, tipici dei social media e delle app, possano creare un circolo vizioso di dipendenza. Ogni notifica, ogni “like”, ogni commento positivo rilascia dopamina nel cervello, creando un’associazione tra l’uso dello smartphone e una sensazione di piacere. Questo porta a un aumento del desiderio di utilizzare il dispositivo, anche quando non è necessario o utile.
Un approccio più avanzato, sempre nell’ambito della psicologia cognitiva, consiste nell’utilizzare tecniche di ristrutturazione cognitiva per modificare i pensieri e le credenze disfunzionali che alimentano la dipendenza. Ad esempio, si può lavorare per sfidare l’idea che si debba essere sempre connessi per non perdere nulla, o che la propria autostima dipenda dal numero di “like” ricevuti.
È fondamentale ricordare che la tecnologia è uno strumento, e come tale deve essere utilizzato in modo consapevole e responsabile. Non dobbiamo permettere che diventi una gabbia dorata che ci isola dal mondo reale e dalle relazioni autentiche. Riconnettersi con la realtà, riscoprire il piacere delle attività offline, coltivare relazioni significative:* sono questi i passi fondamentali per un futuro più sano e più felice. Riflettiamoci.