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Samanta Togni: la danza, i disturbi alimentari e la rinascita

- Samanta Togni ha rivelato di aver pesato 44 chili.
- La ballerina ha definito il suo disturbo come "forza sbagliata".
- Il supporto della madre è stato cruciale per la guarigione.
Oggi, 18 maggio 2025, la ballerina e conduttrice televisiva Samanta Togni ha condiviso pubblicamente un capitolo doloroso del suo passato, aprendosi sui disturbi alimentari che l’hanno afflitta durante la sua carriera nella danza. In un’intervista rilasciata a “Verissimo”, Togni ha rivelato di aver raggiunto il peso di 44 chili, una condizione che definisce “troppo poco”, e di aver vissuto un periodo in cui la percezione del proprio corpo era distorta, spingendola a desiderare di “togliere ancora un po’ di grasso”.
Il vortice dei disturbi alimentari
La confessione di Samanta Togni getta luce su una problematica diffusa nel mondo della danza, dove gli standard estetici irraggiungibili e la pressione per mantenere un fisico esile possono innescare dinamiche pericolose. La ballerina ha descritto il suo disturbo alimentare come una “forma di forza rivolta in una direzione sbagliata”, sottolineando che dietro a queste problematiche si celano spesso motivazioni più profonde, che vanno al di là della semplice apparenza fisica. Togni ha ammesso di aver somatizzato la separazione dei suoi genitori, non avendo all’epoca gli strumenti per affrontare il trauma.

- ❤️ Che bello Samanta che hai condiviso la tua storia... ...
- 😔 Purtroppo gli standard estetici irraggiungibili fanno ancora troppi danni... ...
- 🤔 Interessante come i disturbi alimentari siano spesso una 'forma di forza'... ...
Il ruolo cruciale del supporto familiare
Un elemento chiave nel percorso di guarigione di Samanta Togni è stato il sostegno della madre, che l’ha accompagnata da diversi specialisti e l’ha aiutata a comprendere che quella intrapresa non era la strada giusta. Questo evidenzia l’importanza del supporto familiare e professionale nel superamento dei disturbi alimentari, che richiedono un approccio multidisciplinare che coinvolga medici, psicologi e nutrizionisti. La presenza di una figura di riferimento che sappia ascoltare e offrire un sostegno incondizionato può fare la differenza nel percorso di recupero.
Rinascita personale e nuovi orizzonti
Oltre a parlare dei disturbi alimentari, Samanta Togni ha condiviso dettagli sulla sua vita privata, rivelando la fine del suo matrimonio con il chirurgo plastico Mario Russo. La ballerina ha spiegato di essersi trasferita a Dubai per seguire il marito, ma di aver perso se stessa in questo processo, dedicandosi troppo al “noi” e dimenticando l’amore per sé stessa. Questa esperienza l’ha portata a una fase di “rinascita”, in cui si sta concentrando sulla sua realizzazione personale e professionale. Togni ha sottolineato l’importanza di non annullarsi per amore e di perseguire i propri obiettivi, anche a costo di prendere decisioni difficili.
Un messaggio di speranza e consapevolezza
La testimonianza di Samanta Togni è un messaggio di speranza per chi soffre di disturbi alimentari e un invito alla consapevolezza per la società. La sua storia dimostra che è possibile superare queste problematiche con il giusto supporto e che è fondamentale prendersi cura della propria salute mentale e fisica. La sua apertura e sincerità contribuiscono a rompere il tabù che spesso circonda i disturbi alimentari, incoraggiando altre persone a chiedere aiuto e a intraprendere un percorso di guarigione.
Oltre l’apparenza: la psicologia dietro i disturbi alimentari
La storia di Samanta Togni ci offre uno spunto di riflessione importante sulla psicologia che si cela dietro i disturbi alimentari. Spesso, questi disturbi non sono semplicemente legati a un’ossessione per il peso o l’aspetto fisico, ma rappresentano una manifestazione di disagi più profondi, come traumi infantili, problemi di autostima, difficoltà relazionali o eventi stressanti. Dal punto di vista della psicologia cognitiva, i disturbi alimentari possono essere visti come il risultato di pensieri distorti e irrazionali sul cibo, il corpo e il valore personale. Ad esempio, una persona con anoressia potrebbe avere la convinzione che il suo valore dipenda dal suo peso e dalla sua capacità di controllare l’assunzione di cibo.
Dal punto di vista della psicologia comportamentale, i disturbi alimentari possono essere visti come comportamenti appresi e mantenuti attraverso meccanismi di rinforzo. Ad esempio, una persona con bulimia potrebbe trovare sollievo temporaneo nell’abbuffarsi e poi nel vomitare, il che rinforza il ciclo di comportamenti disfunzionali.
Una nozione avanzata di psicologia applicabile al tema è quella della terapia basata sulla mentalizzazione (MBT). Questa terapia si concentra sull’aiutare le persone a comprendere i propri stati mentali e quelli degli altri, al fine di migliorare le relazioni interpersonali e la regolazione emotiva. Nel contesto dei disturbi alimentari, la MBT può aiutare le persone a riconoscere e gestire le emozioni che scatenano i comportamenti disfunzionali, nonché a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e degli altri.
La storia di Samanta Togni ci invita a guardare oltre l’apparenza e a considerare la complessità dei fattori psicologici che contribuiscono ai disturbi alimentari. Ci spinge a riflettere su come la società e la cultura influenzino la nostra percezione del corpo e del valore personale, e su come possiamo promuovere un’immagine più sana e realistica di noi stessi.
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