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- Monica Gori (IIT) sviluppa tecnologie multisensoriali per la riabilitazione.
- Il progetto ABBI è un braccialetto sonoro per bambini non vedenti.
- Alessandra Sciutti (IIT) studia architetture cognitive per tecnologie collaborative.
- Il progetto wHiSPER mira ad adattare la tecnologia ai problemi percettivi.
- Neuroetica: implicazioni delle neurotecnologie su identità e autonomia.
Il ciclo di incontri “Scienza Condivisa: Intelligenze Future”, un’iniziativa congiunta tra la Società di Letture Scientifiche e Fondazione Palazzo Ducale, ha acceso i riflettori su un tema cruciale: l’intersezione tra intelligenza umana e artificiale. L’evento, curato da Alberto Diaspro ed Enrico Paroletti, si propone di esplorare le frontiere della conoscenza, stimolando un dibattito costruttivo sulle sfide e le opportunità che attendono le nuove generazioni. L’edizione del 2025, in particolare, ha posto l’accento sull’apprendimento nei sistemi umani e artificiali, un campo in rapida evoluzione che promette di ridefinire il nostro rapporto con la tecnologia e con noi stessi.
*La conferenza di maggio focalizzata sullo studio delle dinamiche di apprendimento nei sistemi biologici e nelle intelligenze artificiali, ha visto protagoniste Monica Gori e Alessandra Sciutti, due figure di spicco nel panorama scientifico italiano. Gori, coordinatrice della linea di ricerca “Unit for Visually Impaired people” di IIT, ha illustrato il suo lavoro pionieristico nello sviluppo di tecnologie multisensoriali per la riabilitazione, l’istruzione e il “gaming”, con particolare attenzione al progetto ABBI, un braccialetto sonoro per la riabilitazione spaziale nei bambini non vedenti, e al progetto WeDraw, una piattaforma multisensoriale per l’insegnamento della geometria nelle scuole. Sciutti, responsabile scientifica dell’unità di ricerca Contact dell’IIT, ha invece focalizzato il suo intervento sulle architetture cognitive per tecnologie collaborative, esplorando i meccanismi che permettono alle persone di adattare la propria percezione di tempo e spazio a quella di altre persone, sia umane che robotiche. Il suo progetto wHiSPER mira a sviluppare tecnologie in grado di adattarsi ai problemi percettivi dell’individuo, aprendo nuove prospettive nel campo della riabilitazione e dell’assistenza personalizzata.
Le Sfide dell’Interazione Uomo-Macchina
Uno dei nodi cruciali emersi durante il dibattito riguarda la progettazione di umanoidi capaci di interagire in modo naturale con gli umani, adattandosi alle esigenze generazionali e sociali. Come possiamo implementare nei sistemi di IA i processi di acquisizione di conoscenza e le metodologie di apprendimento tipiche del cervello umano? Quali sono i processi che consentono di armonizzare la nostra comprensione dello spazio e del tempo con quella altrui? Queste sono solo alcune delle domande che i ricercatori stanno cercando di affrontare, consapevoli che la chiave per il futuro risiede nell’interazione tra uomo-macchina, uomo-uomo e macchina-macchina. La costruzione di tecnologie d’avanguardia in grado di adattarsi alla percezione di ciascun individuo rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità straordinaria per migliorare la qualità della vita e promuovere l’inclusione sociale.
Il ciclo “Scienza Condivisa” non si limita a presentare i risultati della ricerca scientifica, ma si propone di stimolare una riflessione critica sul ruolo della scienza e della tecnologia nella società contemporanea. Come sottolineano Alberto Diaspro ed Enrico Paroletti, le intelligenze future non possono prescindere dalle intelligenze del passato, né trascurare le nuove forme di intelligenza che emergono dalla ricerca di base. L’ottimismo derivante dalla speranza e la concretezza delle aspettative dovrebbero fondersi con l’intervento dell’intelligenza, sia biologica che artificiale, in un percorso che si snoda attraverso la storia, la memoria collettiva e le strutture concettuali*. Il risultato non è il punto d’arrivo, ma il momento per iniziare una nuova sfida, per vedere il futuro senza fretta.

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Neuroetica e le Implicazioni Future
Parallelamente al progresso tecnologico, emerge la necessità di affrontare le implicazioni etiche e sociali dell’intelligenza artificiale. La neuroetica, in particolare, si interroga sulle conseguenze delle neurotecnologie e sull’impatto che queste possono avere sulla nostra identità, sulla nostra autonomia e sulla nostra capacità di prendere decisioni consapevoli. L’iscrizione all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri implica una responsabilità ancora maggiore nel valutare criticamente le nuove tecnologie e nel garantire che il loro utilizzo sia sempre guidato da principi etici e deontologici.
L’apprendimento in sistemi umani e artificiali solleva questioni fondamentali sulla natura della conoscenza, sulla relazione tra mente e corpo e sul futuro dell’umanità. Mentre la ricerca scientifica continua a svelare i segreti del cervello e a sviluppare algoritmi sempre più sofisticati, è fondamentale che la società nel suo complesso si interroghi sulle implicazioni di queste scoperte e si impegni a promuovere un’innovazione responsabile e sostenibile. Il ciclo “Scienza Condivisa” rappresenta un’importante occasione per alimentare questo dibattito e per costruire un futuro in cui l’intelligenza artificiale sia al servizio dell’uomo e del suo benessere.
Verso un Futuro di Intelligenza Collaborativa
Il futuro che ci attende è un futuro di intelligenza collaborativa, in cui umani e macchine lavorano insieme per affrontare le sfide globali e per migliorare la qualità della vita. L’apprendimento continuo, l’adattamento al cambiamento e la capacità di risolvere problemi complessi saranno le competenze chiave per navigare in questo nuovo scenario. Le neuroscienze e l’intelligenza artificiale, unite da un dialogo costante e costruttivo, possono contribuire a creare un mondo più inclusivo, equo e sostenibile, in cui la tecnologia sia uno strumento al servizio dell’uomo e non viceversa. Il 2025 segna un punto di svolta in questa direzione, con iniziative come “Scienza Condivisa” che aprono nuove prospettive e stimolano una riflessione critica sul futuro dell’umanità.
Riflessioni sull’Apprendimento e l’Adattamento
Amici lettori, riflettiamo un attimo su quanto abbiamo appreso. Una nozione base di psicologia cognitiva ci dice che l’apprendimento è un processo attivo di costruzione della conoscenza, in cui le nuove informazioni vengono integrate con le conoscenze preesistenti. Questo vale sia per gli umani che per le macchine, anche se i meccanismi sottostanti sono diversi. Una nozione più avanzata ci suggerisce che l’apprendimento è influenzato da fattori emotivi, sociali e culturali, che possono facilitare o ostacolare l’acquisizione di nuove competenze.
Pensate a come imparate qualcosa di nuovo: non è solo questione di memorizzare informazioni, ma di dare un senso a ciò che si apprende, di collegarlo alla vostra esperienza personale, di condividerlo con gli altri. E ora, immaginate un futuro in cui le macchine siano in grado di fare lo stesso, di apprendere non solo dai dati, ma anche dalle emozioni, dalle relazioni, dalla cultura. Un futuro in cui l’intelligenza artificiale sia davvero al servizio dell’uomo, un’alleata preziosa per affrontare le sfide che ci attendono.