- Dal 20 novembre i 3 figli sono in casa famiglia.
- La figlia di 8 anni non sa leggere e scrivere.
- Rifiuto del sondino: «assoluta indisponibilità dei genitori».
Un Caso Complesso tra Diritti dei Minori e Scelte Genitoriali
Il controverso episodio coinvolgente la famiglia anglo-australiana ubicata nel bosco di Palmoli, nella provincia di Chieti, continua ad alimentare numerosi interrogativi e discussioni ferventi. Il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila ha stabilito che i tre figli rimangano presso una casa famiglia a Vasto – luogo in cui sono stati sistemati dal 20 novembre scorso – disponendo altresì una valutazione psico-diagnostica completa sui genitori, Catherine Birmingham e Nathan Trevallion. Tale decisione è stata comunicata poco prima del Natale del 2025 e ha riportato l’attenzione su un caso che pone problematiche intricate circa la libertà educativa degli individui coinvolti; temi centrali come la protezione dei minori ed il compito delle istituzioni emergono prepotentemente.

Dubbi sulla Personalità e Competenze Genitoriali
Il fulcro della decisione del Tribunale risiede nelle persistenti perplessità riguardo a tre aspetti cruciali: la personalità di ciascun genitore, le loro competenze genitoriali e la capacità di riconoscere e soddisfare i bisogni psicologici, affettivi ed educativi dei figli. Nonostante le “aperture” riconosciute in precedenza, i giudici evidenziano “rigidità” nel percorso di socializzazione e scolarizzazione dei bambini. La figlia maggiore, di otto anni, non possiede ancora le competenze di base in lettura e scrittura, una lacuna che ha spinto il Tribunale a richiedere una programmazione didattica mirata a colmare le gravi carenze riscontrate. Nel caso in cui si optasse per l’istruzione parentale, si prevede l’intervento di “precettori” specializzati nelle aree in cui i genitori manifestano lacune.
- 🤔 Questa vicenda solleva interrogativi importanti sulla libertà educativa......
- 😡 La decisione del tribunale mi sembra eccessiva e punitiva......
- 🌳 Ma ci siamo chiesti se la vita nel bosco fosse davvero così negativa...?...
Rifiuto del Confronto e Diffidenza Verso le Istituzioni
Un elemento che desta particolare preoccupazione è la presunta difficoltà dei genitori a collaborare con le istituzioni e ad accettare compromessi. Un esempio emblematico è il rifiuto di Catherine Birmingham di sottoporre uno dei figli a un sondino naso-gastrico durante un ricovero ospedaliero per intossicazione da funghi, una decisione interpretata come “assoluta indisponibilità dei genitori a derogare anche solo temporaneamente e in via emergenziale ai principi ispiratori delle proprie scelte esistenziali”. Analogamente, viene segnalata una certa resistenza della madre nell’adeguarsi alle regole igieniche della casa famiglia, con presunte docce mai fatte e un rifiuto dei saponi utilizzati dagli altri ospiti. I bambini, inoltre, vengono descritti come “in imbarazzo e diffidenti” nei confronti dei coetanei, un segnale che, secondo il Tribunale, solleva dubbi sulla loro piena integrazione sociale.
La Reazione della Famiglia e il Dibattito Politico
Gli avvocati della famiglia Trevallion esprimono fiducia nella valutazione della documentazione presentata, auspicando un “ricongiungimento” previa perizia. Contestualmente, denunciano la diffusione di informazioni riservate sui minori, preannunciando azioni legali contro chi si renda responsabile di quella che definiscono una “grave disinformazione”. La vicenda ha inevitabilmente innescato un acceso dibattito politico, con interventi a favore della famiglia e critiche nei confronti della decisione del Tribunale. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha espresso il suo disappunto sui social media, mettendo in discussione la necessità di un esame psichico sui genitori.
Riflessioni Conclusive: Equilibrio tra Autonomia Genitoriale e Tutela del Minore
La storia della “famiglia nel bosco” di Palmoli ci pone di fronte a un bivio complesso: come bilanciare il diritto dei genitori di educare i propri figli secondo le proprie convinzioni con il dovere dello Stato di tutelare il benessere e lo sviluppo dei minori? La decisione del Tribunale per i Minorenni, sebbene controversa, mira a garantire che i bambini abbiano accesso a un’istruzione adeguata, a una vita sociale ricca e a cure mediche appropriate. Tuttavia, è fondamentale evitare generalizzazioni e stigmatizzazioni, riconoscendo che ogni famiglia è un caso a sé stante, con le proprie peculiarità e fragilità.
Amici lettori, fermiamoci un attimo a riflettere. In psicologia cognitiva, un concetto chiave è quello di “schema mentale”, ovvero una struttura cognitiva che organizza le informazioni e guida il nostro comportamento. Nel caso di questa famiglia, i genitori sembrano aderire a uno schema molto rigido, che potrebbe ostacolare la loro capacità di adattarsi alle esigenze dei figli.
Un concetto più avanzato è quello di “risonanza affettiva”, un meccanismo attraverso il quale ci sintonizziamo emotivamente con gli altri. Se i genitori non riescono a entrare in risonanza con i bisogni dei figli, potrebbero crearsi delle difficoltà nella relazione e nello sviluppo dei bambini.
Vi invito a interrogarvi: quanto siamo disposti a mettere in discussione i nostri schemi mentali per il bene dei nostri cari? E come possiamo favorire una comunicazione autentica e una comprensione reciproca all’interno delle nostre famiglie?








