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Giovani allo stremo: L’onda silenziosa della crisi di salute mentale

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  • Nel 2022, l'OMS ha lanciato l'allarme sulla salute mentale giovanile.
  • 13% dei giovani UE (11,2 milioni) soffre di problemi psicologici.
  • Il suicidio è la seconda causa di morte (931 decessi nel 2020).
  • Ospedalizzazioni in Svizzera aumentate del 26% tra le giovani donne.
  • Studio: il 52% dei giovani si sente sopraffatto dalle crisi globali.

La crisi della salute mentale giovanile

Il disagio giovanile, un’ombra silenziosa, si è esteso a macchia d’olio dopo la pandemia di Covid-19, un virus gemello invisibile che continua a mietere vittime. Le cicatrici del coronavirus si sommano alle ferite aperte da conflitti globali, come quelli in Ucraina e nella Striscia di Gaza, e alle incertezze persistenti legate alla crisi climatica. Molti giovani si ritrovano intrappolati in un vortice di disperazione, dove la violenza giovanile diventa, a volte, un disperato grido d’aiuto. Nel 2022, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un allarme, sottolineando come la salute mentale dei giovani europei sia stata messa a dura prova da questi eventi traumatici. Le chiusure scolastiche e i lockdown hanno isolato i giovani, privandoli della socializzazione e della crescita ottimale.

Cosa ne pensi?
  • 💪 È confortante vedere che si parla apertamente di salute mentale......
  • 😞 Questi dati sono allarmanti e dimostrano un fallimento della società......
  • 🤔 Ma ci siamo chiesti se le aspettative irrealistiche contribuiscono...?...

Numeri che parlano: l’epidemia silenziosa

Circa 11,2 milioni di bambini e giovani fino ai 19 anni nell’Unione Europea, pari al 13%, lottano contro problemi psicologici. Tra questi, 5,9 milioni sono maschi e 5,3 milioni sono femmine. Nella fascia d’età tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione. Dati allarmanti, resi noti dall’UNICEF nel suo rapporto “Child and adolescent mental health – The State of Children in the European Union 2024”, che rivelano una realtà ancora più spaventosa: il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani europei tra i 15 e i 19 anni, con circa 931 decessi nel 2020, equivalenti a 18 vite perse ogni settimana. Troppo spesso, i canali di supporto rimangono sconosciuti ai giovani, lasciandoli soli ad affrontare le proprie battaglie interiori.

La Svizzera sotto pressione: un aumento preoccupante

In Svizzera, l’Ufficio federale di statistica (UST) ha registrato un aumento del 26% delle ospedalizzazioni per disturbi psichici e comportamentali tra le ragazze e le giovani donne tra i 10 e i 24 anni tra il 2020 e il 2021, rispetto al 6% dei coetanei maschi. Per la prima volta, i disturbi psichici sono diventati la principale causa di ospedalizzazione in questa fascia d’età, con 19.532 casi. Tra le fanciulle di età compresa tra i 10 e i 14 anni, si è osservato un incremento addirittura del 52%. Uno studio AXA sulla salute mentale ha rivelato che un quarto della popolazione svizzera soffre di disturbi psichici, con un aumento significativo nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni, dove la percentuale è salita dal 30% al 38%. Depressione e ansia sono i principali nemici dei giovani elvetici.

Oltre lo stigma: la necessità di un cambiamento

Un’analisi recente ha evidenziato il disagio collettivo che gli adolescenti e i giovani adulti provano di fronte allo stato attuale del mondo. Oltre allo stigma persistente legato alla salute mentale e alle insufficienti offerte di supporto, i giovani adulti desiderano assumersi un ruolo attivo nella promozione del benessere mentale. Uno studio della Global Coalition for Youth Mental Health, condotto su oltre 5.600 persone della Generazione Z in sette Paesi, tra cui la Svizzera, ha rivelato che il 52% degli intervistati si sente sopraffatto dalle notizie relative a crisi globali. Il 42% percepisce uno stigma nelle scuole verso chi parla della propria salute mentale, e il 44% sul posto di lavoro. Solo il 43% sa dove trovare supporto, evidenziando lacune nell’accesso ai sistemi di aiuto. Il 70% dei giovani intervistati crede fermamente che gli istituti scolastici debbano assumere un ruolo proattivo nel sostegno alla salute mentale, e il 54% è dell’opinione che anche le aziende dovrebbero contribuire a fronteggiare tali problematiche.

Un appello all’azione: de-stigmatizzare e supportare

Nicole Hinder, responsabile del settore Child Rights Advocacy di UNICEF Svizzera e Liechtenstein, sottolinea l’importanza di de-stigmatizzare la salute mentale, promuovendo un dialogo aperto e una maggiore sensibilizzazione. Scuole, aziende e politica devono collaborare per promuovere la consapevolezza e l’informazione, coinvolgendo i giovani nella progettazione di iniziative efficaci. È fondamentale ridurre gli ostacoli all’accesso al supporto, garantendo ai giovani l’aiuto di cui hanno realmente bisogno. Chiedere aiuto non deve essere motivo di vergogna, ma il primo passo per tornare a respirare.

Riflessioni conclusive: un nuovo orizzonte per la salute mentale

*Coltivare la resilienza: un imperativo sociale
La crisi della salute mentale giovanile è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. È un invito a ripensare il nostro approccio al benessere mentale, promuovendo una cultura della cura e del supporto. Dobbiamo creare spazi sicuri dove i giovani possano esprimere le proprie emozioni senza timore di giudizio, e fornire loro gli strumenti per affrontare le sfide della vita con resilienza e consapevolezza.

Amici, amiche, riflettiamo un attimo. La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano direttamente le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Quando siamo sopraffatti da pensieri negativi, è facile cadere in un circolo vizioso di ansia e depressione. Ma la buona notizia è che possiamo imparare a modificare i nostri schemi di pensiero, sviluppando una prospettiva più positiva e costruttiva.

E qui entra in gioco un concetto più avanzato: la ristrutturazione cognitiva*. Si tratta di una tecnica che ci aiuta a identificare e mettere in discussione i pensieri distorti che alimentano il nostro malessere. Immaginate di avere un filtro che deforma la realtà, facendovi vedere solo il lato negativo delle cose. La ristrutturazione cognitiva ci permette di pulire quel filtro, per vedere il mondo in modo più chiaro e realistico.
Provate a chiedervi: “Questo pensiero è davvero vero? Ci sono altre possibili interpretazioni di questa situazione?”. Spesso, scoprirete che la risposta è no. E questo vi darà la forza di cambiare prospettiva e di affrontare le sfide con maggiore fiducia e serenità. Ricordate, la salute mentale è un viaggio, non una destinazione. E ogni piccolo passo verso il benessere è una vittoria.


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