- Vivian Lamarque iniziò la terapia a 38 anni, dopo «decenni di vita difficoltosa».
- La poetessa ha scritto una trilogia in versi sul suo analista.
- Raccolte legate all'analisi, nel volume E intanto la vita? Poesie per Lei, Dottore (1984-2025).
Poesia, Psiche e la Ricerca di Sé
Nel cuore di Modena, la “Marcia del Màt” ha dato il via a “Màt”, una settimana dedicata alla salute mentale, un ciclo di incontri, dibattiti e spettacoli che mirano a rompere il silenzio e lo stigma che spesso circondano questo tema cruciale. Tra gli ospiti più attesi, Vivian Lamarque, poetessa di spicco e vincitrice del Premio Strega poesia nel 2023, condivide la sua esperienza personale con la psicoterapia e il potere curativo della poesia. La sua presenza a “Màt” sottolinea l’importanza di un approccio olistico alla salute mentale, che integri arte, scienza e umanità.
La Poesia come Primo Soccorso dell’Anima
Lamarque, che ha iniziato il suo percorso terapeutico all’età di 38 anni dopo “decenni di vita difficoltosa”, descrive la poesia come il suo “primo Pronto soccorso”. In un mondo segnato da conflitti e traumi, dove “vengono incenerite memorie e memorie di generazioni”, la poesia offre uno spazio di resilienza e di espressione per le ferite interiori. La sua affermazione risuona profondamente nel contesto attuale, dove l’aumento del disagio psichico, soprattutto tra i giovani, richiede un’attenzione urgente e un approccio innovativo alla cura.
La poetessa sottolinea come un evento traumatico infantile, la scoperta a dieci anni che la madre con cui viveva non era la sua madre biologica, abbia innescato una “scossa tellurica” che l’ha spinta a scrivere. Questo episodio evidenzia il ruolo cruciale delle esperienze infantili nello sviluppo della salute mentale e come la creatività possa emergere come strumento di elaborazione e guarigione. La poesia, in questo senso, diventa un linguaggio privilegiato per esprimere ciò che spesso non trova parole nella comunicazione ordinaria.
- La poesia di Lamarque è un faro di speranza...🌟...
- Non sono convinto che la poesia possa curare tutti......
- E se la competizione fosse uno stimolo, non un male? 🤔......
Psicoanalisi e Creatività: Un Binomio Possibile
Lamarque sfata il mito che l’analisi possa nuocere alla creatività. Al contrario, afferma che “la creatività, se è davvero creatività, ci appartiene quasi come un dna”. La sua esperienza personale, con la scrittura di una trilogia in versi sul suo analista e di altri libri durante il percorso terapeutico, testimonia come l’analisi possa liberare il potenziale creativo, anziché soffocarlo. Questo concetto è particolarmente rilevante per gli artisti e per chiunque tema che l’esplorazione interiore possa compromettere la propria espressione.
La poetessa cita lo scrittore greco Yannis Ritsos, definendo i poeti come gli “inconsolabili consolatori del mondo”. La poesia, quindi, non solo come strumento di auto-cura, ma anche come dono per gli altri, come fonte di conforto e di comprensione. Tuttavia, Lamarque avverte che la poesia può anche “ammalare”, sottolineando l’importanza di un equilibrio e di un supporto professionale per affrontare le proprie fragilità. L’analisi junghiana, per lei, è stata una “salvavita”, un’ancora per navigare le acque tempestose dell’inconscio.
La “frattura, il cambio di madre”, come la definisce Lamarque in un suo verso, ha segnato profondamente la sua esistenza e la sua poesia. La ricerca dell'”originale” in ogni volto e in ogni affetto, descritta nella poesia “A nove mesi”, riflette un’esperienza di perdita e di disorientamento che molte persone possono condividere. La terapia analitica, in questo caso, ha permesso alla poetessa di “ridarle una realtà che prima era abdicata”, di integrare il passato e di vivere pienamente il presente.
Le raccolte legate all’analisi, confluite nel volume “E intanto la vita? Poesie per Lei, Dottore (1984-2025)”, rappresentano un capitolo fondamentale nella sua opera. Un “libro pastorello” che raccoglie poesie, prose e una postfazione di Vittorio Lingiardi, offrendo una testimonianza preziosa del potere trasformativo della terapia. La scelta di pubblicare questo volume nel 150° anniversario della nascita di Jung sottolinea l’importanza del pensiero junghiano nella comprensione della psiche umana e nel percorso di guarigione.

Competizione e Disagio: Le Sfide della Gioventù Contemporanea
Lamarque esprime preoccupazione per l’aumento del disagio psichico tra i giovani, attribuendolo in parte alle “troppe pressioni competitive”. La competizione, che inizia già sulle giostre, si estende a tutti gli ambiti della vita, dalla scuola allo sport, creando una tensione costante e un senso di inadeguatezza. La poetessa rimpiange i “grembiuli del tempo che fu”, simbolo di un’epoca in cui l’uguaglianza e la semplicità prevalevano sulla competizione e sull’apparenza.
La sua riflessione invita a interrogarsi sui valori che guidano la nostra società e sull’impatto che questi hanno sulla salute mentale delle nuove generazioni. La competizione esasperata, laPerformance a tutti i costi e la pressione sociale possono generare ansia, depressione e disturbi alimentari, minando il benessere psicologico dei giovani. È necessario promuovere un ambiente più inclusivo, solidale e orientato alla crescita personale, anziché allaPerformance.
Follia e Poesia: Un Incontro Sacro
Lamarque cita Alda Merini, che definisce “la follia una delle cose più sacre che esistono sulla Terra”. Follia e poesia, secondo la poetessa, si incrociano come “due viandanti annebbiati”, a volte in modo drammatico, a volte in modo pacifico. Questo incontro può generare opere di grande intensità e bellezza, ma anche momenti di profonda sofferenza. È importante, quindi, riconoscere e valorizzare la creatività che può emergere dalla fragilità, senza dimenticare la necessità di un supporto adeguato.
Conclusione: Un Inno alla Resilienza e alla Speranza
L’esperienza di Vivian Lamarque è un potente inno alla resilienza e alla speranza. La sua testimonianza dimostra come la poesia, la psicoterapia e l’amore per la vita possano trasformare il dolore in bellezza e la fragilità in forza. La sua partecipazione a “Màt” è un invito a rompere il silenzio sulla salute mentale, a cercare aiuto quando necessario e a valorizzare il potere curativo dell’arte e della relazione umana.
Amici lettori, riflettiamo un attimo. La storia di Vivian Lamarque ci ricorda che la salute mentale è un viaggio, non una destinazione. Un concetto base della psicologia cognitiva è che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Lamarque, attraverso la poesia e la terapia, ha imparato a gestire i suoi pensieri e a trasformare le sue emozioni, trovando un equilibrio interiore.
Un concetto più avanzato è quello della resilienza, la capacità di superare le avversità e di crescere attraverso le difficoltà. Lamarque ha dimostrato una straordinaria resilienza, trasformando un trauma infantile in una fonte di creatività e di guarigione. La sua storia ci invita a coltivare la nostra resilienza, a cercare il significato nelle nostre esperienze e a non aver paura di chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno. Ricordate, la vulnerabilità è una forza, non una debolezza.
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“Iconic neoplastist and constructivist image representing Vivian Lamarque as a stylized figure composed of vertical and horizontal lines, holding a pen that transforms into a blooming flower. In the background, a simplified representation of Jung’s analytical psychology symbols (e.g., mandala, archetypes) are subtly integrated into the geometric design. The color palette should be predominantly cool and desaturated, with occasional pops of primary colors to highlight key elements. The image should be simple, unitary, and easily understandable, without any text.”