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Liberiamo le menti: la fondazione The Bridge contro lo stigma della salute mentale

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  • Nel 2024, oltre 16 milioni di italiani segnalano disturbi psicologici.
  • L'OMS rivela che 1 operatore sanitario su 3 è depresso.
  • L'uso dei social aumenta la depressione del 27% tra i giovani.

La salute mentale come emergenza sociale: L’impegno della Fondazione The Bridge

Il tema della salute mentale si sta delineando con sempre maggiore evidenza quale questione cruciale all’interno del tessuto sociale contemporaneo; esso trascende ogni divisione legata a età, genere o condizione socio-economica, assumendo le sembianze di una vera emergenza, la quale necessita di interventi tempestivi e specificatamente orientati. In tale scenario risulta fondamentale il ruolo svolto dalla Fondazione The Bridge; quest’ultima opera incessantemente sia in ambito sociale sia nel settore sanitario per far fronte a tale impasse con sostanza e organizzazione strutturale. La presidente Rosaria Iardino ha messo in evidenza l’assoluta necessità di concentrare le energie su questo fenomeno investendo risorse finanziarie superiori ma anche potenziando le competenze del capitale umano mediante formazione apposita rivolta alla “comunità educante”, affiancata da un aggiornamento continuo rivolto agli operatori sociosanitari. Il giorno 10 ottobre dell’anno 2025 sarà dunque rinvigorito un messaggio netto durante la celebrazione della Giornata mondiale dedicata alla salute mentale: diventa assolutamente necessario non cedere nella battaglia contro lo stigma persistente che continua ad affliggere ed emarginare coloro i quali affrontano disturbi mentali.

Informazioni aggiuntive: Nel 2024, oltre 16 milioni di italiani segnalano disturbi psicologici di media e grave entità, con un incremento del 6% rispetto al 2022. Questo dato evidenzia una crescente incidenza di ansia e depressione tra giovani e donne, sollecitando una revisione delle politiche sanitarie.

La situazione dipinta dalle statistiche è allarmante e giustifica pienamente l’urgenza dell’intervento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Europa (OMS Europa) rivela che un operatore sanitario su tre, includendo medici e infermieri, vive con la depressione, e ben uno su dieci ammette di avere pensieri suicidi passivi. Questi dati evidenziano la vulnerabilità intrinseca di chi, per professione, è chiamato a prendersi cura degli altri.

I dati pubblicati dall’OMS nel settembre 2025 rivelano che oltre un miliardo di persone convivono con disturbi mentali, una crisi globale che colpisce il 13% della popolazione giovanile nei Paesi UE. Tra i ragazzi di 15 e 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione, con un aumento preoccupante del disagio mentale, aggravato dalla pandemia di Covid-19. Parallelamente, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) rileva che il 20% della popolazione manifesta sintomi lievi o moderati di ansia o depressione, con il 3% affetto da depressione maggiore e il 5% da disturbi d’ansia generalizzata. In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha segnalato che oltre il 6% degli adulti e il 9% degli ultrasessantacinquenni presentano sintomi depressivi, una fotografia complessa che richiede un’azione coordinata e multi-livello.

Anno Percentuale di popolazione con disturbi mentali Statistiche rilevanti
2022 16% Aumento del 6% in due anni
2024 20% Ansia e depressione in crescita tra giovani e donne
2025 13% 13% della popolazione giovanile UE colpita

La Fondazione The Bridge, in collaborazione con organizzazioni come Inrete Srl e con il patrocinio della Regione Lombardia, ha promosso iniziative cruciali come “Salute Direzione Nord”, consolidandosi come un palcoscenico per un nuovo paradigma nella sanità, dove istituzioni, clinici, esperti e società civile collaborano per nuove soluzioni, evitando il rischio di sovrapposizioni e contrapposizioni. Questo evento, giunto alla sua decima edizione, offre una piattaforma per dialogare sul ruolo di Milano e del Nord Italia nello sviluppo nazionale, includendo anche prospettive europee.

L’obiettivo è dare spazio a “persone che hanno qualcosa da dire”, con un approccio senza schieramenti ideologici ma focalizzato sulla sostanza, ospitando personalità di spicco del panorama politico, istituzionale e imprenditoriale.

Cosa ne pensi?
  • 🚀 Ottima iniziativa! Finalmente si parla apertamente di......
  • 🤔 Mi chiedo se l'eccessiva enfasi sulla tecnologia non......
  • 📉 I dati sono allarmanti, ma cosa possiamo fare concretamente......

Il ruolo cruciale della tecnologia e l’impatto sulla prevenzione

Tra le priorità della Fondazione The Bridge, un focus particolare è posto sull’analisi dell’impatto che i dispositivi digitali esercitano sullo sviluppo cognitivo e neurologico delle nuove generazioni. L’uso eccessivo di tali strumenti può infatti compromettere in maniera significativa funzioni fondamentali come l’attenzione, la memoria e la capacità di problem-solving.

I recenti studi evidenziano che un uso intensivo di internet e social media è associato a un aumento dei livelli di ansia e depressione tra gli adolescenti. Ad esempio, la professoressa Jean M. Twenge ha definito la generazione attuale come “iGen”, evidenziando come i ragazzi che trascorrono più di due ore al giorno sui social media abbiano il 27% in più di probabilità di soffrire di depressione.

Rosaria Iardino ha sottolineato quanto sia cruciale riconoscere tempestivamente segnali di disagio, quali la passività o l’inattività, poiché questi possono essere indicatori decisivi di situazioni di ansia o depressione che altrimenti potrebbero rimanere inosservate.

Raccomandazioni per un uso equilibrato della tecnologia:
  • Limitare il tempo di utilizzo: non superare due ore al giorno per i giovani.
  • Evitare l’uso prima di dormire: spegnere i dispositivi almeno un’ora prima di coricarsi.
  • Promuovere attività alternative: incoraggiare la partecipazione a eventi sociali e attività fisiche.
  • Educare all’uso consapevole: dialogare con i giovani sui rischi e le opportunità dei dispositivi digitali.

In quest’ottica, la tecnologia, se da un lato presenta delle sfide, dall’altro offre nuove opportunità per comprendere e trattare la salute mentale. L’integrazione di programmi scolastici come “Ma sei fuori?”, direttamente nelle scuole, mira a sensibilizzare i giovani sulle fragilità mentali e a combattere lo stigma legato ai disturbi psicologici. Attraverso queste iniziative, la Fondazione mira a coinvolgere direttamente i giovani, creando spazi di dialogo e confronto con esperti per discutere attivamente dello stigma e delle fragilità legate ai disturbi mentali.

Fondazione The Bridge: una roadmap per il benessere e l’inclusione

La Fondazione The Bridge, nata senza fini di lucro, ha come missione primaria la tutela del diritto inalienabile alla salute. La sua “road map 2020-2023” delinea un percorso strategico dedicato interamente alla promozione di politiche sanitarie efficaci, all’assicurazione di un accesso equo alle cure e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla salute mentale. L’approccio della Fondazione è caratterizzato da un impegno su più fronti: sociale e sanitario, dove si cerca di affrontare le sfide in modo strutturato e concreto.

Iniziativa Significativa: Il progetto “Ma sei fuori?”, dedicato espressamente alle scuole, rappresenta un pilastro fondamentale nel combattere lo stigma legato ai disturbi mentali tra i giovani.

L’attività della Fondazione non si limita al mondo scolastico. Essa si estende anche a progetti più ampi, come “Salute Direzione Nord”, un evento che anno dopo anno si è affermato come un punto di incontro cruciale per istituzioni, clinici, esperti e la società civile. L’obiettivo è creare un “tessuto ricettivo” che possa elaborare e accogliere nuove soluzioni in ambito sanitario, promuovendo un cambio di paradigma che eviti sovrapposizioni e contrapposizioni.

Carenza di risorse: In Italia, solo un terzo delle persone con disagio mentale riceve un trattamento adeguato, evidenziando una grave carenza di operatori specializzati e risorse.

La riforma e lo sviluppo dei servizi di salute mentale procede lentamente. In Italia, la carenza di personale infermieristico specializzato in salute mentale rappresenta una criticità crescente, necessitando di un maggior investimento e integrazione nelle politiche sanitarie.

Oltre lo sguardo clinico: La potenza dell’apertura e della narrazione

Nel vasto e complesso panorama della salute mentale, spesso il linguaggio clinico può, involontariamente, innalzare barriere laddove dovrebbe costruire ponti. La Fondazione The Bridge, con le sue iniziative innovative, ci ricorda che la salute mentale è intrinsecamente legata alla nostra capacità di connetterci, di narrare le nostre esperienze e di sentirci parte di una comunità.

Il linguaggio deve essere accessibile per disinnescare lo stigma. Le iniziative che promuovono il dialogo e la comprensione, come quelle della Fondazione, agiscono direttamente su schemi cognitivi, destrutturando false credenze e costruendo narrativas più autentiche e accettanti.

Tra i relatori di tale importanza, il 14° Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria Sociale (SIPS), ha evidenziato approcci e tecnologie innovative per affrontare queste sfide, tra cui l’uso dell’intelligenza artificiale nella salute mentale.

“Investire nella salute mentale significa investire nelle persone, nelle comunità e nelle economie. Si tratta di un impegno che nessun paese può permettersi di ignorare.” – Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, OMS

È cruciale fermarsi e riflettere: quanto peso diamo alle parole che usiamo quando parliamo di salute mentale? Quanto siamo pronti ad ascoltare senza pregiudizi? Le storie che scegliamo di raccontare, individualmente e collettivamente, hanno il potere di modellare la realtà di chi ci circonda. **Ogni volta che apriamo un dialogo sincero o partecipiamo a un’iniziativa che mira a sfidare lo stigma, diventiamo parte di quel “ponte” che la Fondazione The Bridge si impegna a costruire**.



Glossario:
  • Hikikomori: fenotipo sociale in cui gli individui si isolano completamente dal mondo esterno, spesso manifestato tra i giovani, in particolare in Giappone.
  • iGen: una nozione elaborata dalla professoressa Jean M. Twenge che si riferisce a quella fascia di popolazione giovanile nata dopo il 1995, la quale si distingue per l’intenso ricorso ai dispositivi digitali.

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