- Nel 2023, l'11% degli adolescenti usa psicofarmaci senza prescrizione.
- Aumento del 10% nell'uso di antidepressivi tra i 15-24 anni.
- Oltre 950 nuove sostanze psicoattive monitorate nel 2023.
- Oltre 16 milioni di italiani con problemi psicologici post-pandemia.
La situazione relativa all’uso degli psicofarmaci e delle sostanze stupefacenti fra i giovani italiani ha assunto carattere allarmante; ci troviamo dinanzi a un fenomeno che richiede analisi approfondite da diverse prospettive. È evidente come l’assunzione di tali sostanze rappresenti non solo gesti isolati ma piuttosto segnali evidenti del disagio radicato nel contesto sociale ed esistenziale dei giovani. Le statistiche recenti parlano chiaramente: si riscontra una crescita marcata nell’utilizzo di questi prodotti nel corso degli ultimi anni – specialmente dal 2020 in poi – periodo durante il quale tale problematica è emersa con forza prepotente rispetto al passato. La questione va oltre l’abuso sporadico; osserviamo ora una dipendenza stabilizzata – quasi cronica per alcune categorie – dagli ansiolitici e dagli antidepressivi accompagnata da aumentate consumazioni di droghe illegali come cannabis o cocaina unitamente alle innovazioni nel campo delle droghe sintetiche.
Nel 2023, il 11% degli adolescenti ha riferito di fare uso di psicofarmaci senza prescrizione, la percentuale più alta mai registrata dal 2010. In particolare, i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni hanno visto un aumento del consumo di antidepressivi e stabilizzatori dell’umore del 10% rispetto all’anno precedente. L’aumento si riflette nelle vendite di farmaci come sertralina (+6,3%) e vortioxetina (+14,5%) [Quotidiano Sanità].
Le conseguenze di questo silenzioso dilagare sono molteplici e profondamente impattanti. Sul piano individuale, si osservano effetti deleteri sulla salute fisica e mentale, con un aumento di disturbi d’ansia, depressione e, in casi estremi, psicosi indotte. A livello sociale, l’incremento di questi consumi si traduce in un maggiore onere per il sistema sanitario nazionale, in un aumento dei fenomeni di emarginazione e, non di rado, in un calo delle performance scolastiche e lavorative, compromettendo il futuro di intere generazioni. È un campanello d’allarme che risuona in modo particolare nelle famiglie, che spesso si trovano impreparate ad affrontare una tale emergenza, sentendosi isolate e prive degli strumenti adeguati.
Le radici del disagio: stress, ansia sociale e pressioni crescenti
Approfondendo le cause di questo fenomeno dilagante, emergono fattori psicologici e sociali interconnessi che alimentano il circolo vizioso del consumo. Al centro di questa dinamica si collocano lo stress cronico, l’ansia sociale e le pressioni schiaccianti derivanti dal contesto scolastico e familiare. Per molti giovani, l’ambiente scolastico è diventato un terreno fertile per l’insorgere di stati ansiosi e depressivi.
Fattore di stress | Effetti psicologici |
---|---|
Pressione scolastica | Aumento dell’ansia e della depressione |
Competitività tra pari | Isolamento sociale e confronto negativo |
Pressione familiare | Senso di inadeguatezza e stress cronico |
La pressione per ottenere risultati eccellenti, la competitività esasperata tra pari, la paura del giudizio e la percezione diffusa di un futuro incerto, creano un carico emotivo significativo. A ciò si aggiunge la pressione familiare, che, sebbene spesso mossa da intenti benevoli, può tradursi in aspettative irrealistiche e in un senso di inadeguatezza costante. In questo contesto, l’uso di psicofarmaci, talvolta prescritti per disturbi diagnostici ma altre volte condivisi informalmente tra coetanei per automedicazione, diventa un tentativo disperato di sedare il tumulto interiore.
Parallelamente, l’ansia sociale riveste un ruolo cruciale. La costante esposizione ai social media, con la loro rappresentazione spesso idealizzata della realtà, amplifica il senso di non appartenenza e la paura del rifiuto. A tal proposito, è stato evidenziato che il confronto continuo con un’immagine di perfezione, reale o percepita, genera una pressione sociale insopportabile, portando molti a cercare nel consumo di sostanze un modo per ottimizzare la propria performance sociale, o semplicemente per abbassare le inibizioni.
Alla fine del 2023, l’Osservatorio europeo delle droghe monitorava oltre 950 nuove sostanze psicoattive, con 26 segnalate per la prima volta. La problematica emersa desta notevoli allarmi riguardo ai potenziali pericoli per la salute legati all’assunzione ignara di tali sostanze, frequentemente unite ad altri medicinali. [Relazione europea sulla droga 2024]. La questione dei meccanismi cognitivi e comportamentali correlati all’assunzione di sostanze è caratterizzata da una notevole complessità. All’inizio dell’esperienza con le droghe o l’alcol si avverte spesso una spinta dovuta alla curiosità o al comportamento collettivo, specialmente se si vive già una condizione interna difficile. In tali situazioni problematiche preesistenti, le sostanze possono fungere da mezzi per affrontare i problemi emotivi in modo disfunzionale. Tra i giovani adulti si osserva frequentemente una tendenza a sottovalutare la dimensione del rischio associata all’uso; è comune credere erroneamente nella propria capacità di gestire il consumo. Tale illusione viene amplificata dalla ricerca di sensazioni intense o dal desiderio urgente di alleviare ansia e stress quotidiano: ciò porta a scelte che, nel lungo periodo, hanno elevata potenzialità di trasformarsi in veri e propri stati patologici legati alla dipendenza.
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L’ombra della pandemia e la necessità di nuove strategie
L’avvento della pandemia di COVID-19 nel 2020 e le conseguenti restrizioni sociali hanno agito come un catalizzatore, esacerbando le problematiche preesistenti e generandone di nuove, modificando ulteriormente le dinamiche del disagio giovanile in Italia. Il periodo di lockdown, l’isolamento prolungato, la didattica a distanza e la drastica riduzione delle interazioni sociali hanno privato i giovani di spazi vitali per lo sviluppo psicosociale, l’espressione emotiva e la costruzione di relazioni significative. La routine quotidiana è stata stravolta, creando un senso di incertezza e perdita di controllo.
Secondo le stime, oltre 16 milioni di italiani hanno sperimentato problemi psicologici dopo l’emergenza sanitaria, con un significativo aumento degli accessi al pronto soccorso per disturbi psichiatrici, soprattutto tra i giovani [Dati della salute mentale in Italia].
In questo scenario, molti hanno sperimentato un aumento significativo di solitudine, ansia, depressione e noia, sentimenti che, per alcuni, sono diventati insopportabili. La chiusura di scuole, centri sportivi e luoghi di aggregazione ha contribuito a un senso di alienazione, spingendo parte della popolazione giovanile a rifugiarsi in comportamenti di evasioni e, talvolta, nel consumo di sostanze come forma di automedicazione o tentativo di riempire il vuoto emotivo. I dati successivi al 2020 mostrano un’impennata nei consumi, a conferma di come le restrizioni abbiano avuto un impatto diretto e devastante sulla salute mentale dei più giovani.
Oltre la superficie: ripensare il benessere giovanile e l’intervento sociale
In un momento storico in cui i nostri giovani sono chiamati a navigare tempeste interiori e pressioni esterne senza precedenti, è fondamentale andare oltre la semplice constatazione dei fatti e addentrarci nelle implicazioni più profonde di ciò che stiamo osservando. La psicologia cognitiva, per esempio, ci insegna che il modo in cui percepiamo e interpretiamo gli eventi esterni influenza direttamente le nostre risposte emotive e comportamentali.
È imperativo adottare un approccio più olistico e integrato, che non si limiti alla sola offerta di servizi terapeutici, ma che agisca su molti fronti: dal rafforzamento delle reti familiari e comunitarie all’implementazione di politiche sociali che creino opportunità concrete per i giovani [Dati della salute mentale in Italia].
Il disagio giovanile ci interpella profondamente. Ci invita a riflettere su quanto siamo davvero in ascolto delle loro voci, dei loro silenzi, delle loro paure. Ci spinge a chiederci: stiamo costruendo un ambiente che li supporta nel fiorire, o uno che, invece, li spinge ai margini, alla ricerca di un balsamo effimero per le loro ferite? Forse, la vera sfida non è solo curare, ma prevenire, creando una società più accogliente, più empatica, più capace di offrire ai giovani un senso di appartenenza e uno scopo, prima che il buio diventi troppo denso. È un invito a ogni singolo individuo a guardare oltre la superficie, a cercare di comprendere, non solo di giudicare, e a contribuire, anche con piccoli gesti, a costruire un mondo dove la salute mentale non sia un lusso, ma un diritto universalmente accessibile e valorizzato.
- Psicofarmaci: farmaci utilizzati per trattare disturbi mentali e comportamentali.
- Ansia sociale: fenomeno psicologico che comporta un timore acuto nelle interazioni sociali o durante momenti performativi.
- Policonsumo: riferimento all’assunzione contemporanea di più sostanze psicoattive, spesso congiuntamente e in modi variegati.
- Opioidi sintetici: agenti chimici concepiti artificialmente per emulare le proprietà terapeutiche degli oppioidi presenti in natura.
- Pagina dell'ISS dedicata alla salute mentale di bambini e adolescenti.
- Quotidiano Sanità, dati sull'aumento di psicofarmaci come sertralina e vortioxetina.
- Sertralina: informazioni su cos'è, a cosa serve e gli effetti collaterali.
- Sito ufficiale AIFA, informazioni su farmaci come vortioxetina e sertralina.