Gaza: come la guerra sta mutilando un’intera generazione di bambini?

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  • Circa 42.000 persone hanno riportato lesioni gravi dall'inizio del conflitto.
  • Almeno 5.000 interventi di amputazione sono stati eseguiti a Gaza.
  • 475 minori al mese condannati a disabilità permanenti nel 2024.

La situazione umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli critici, con conseguenze devastanti sulla popolazione civile, in particolare sui bambini. A quasi due anni dall’inizio del conflitto, le cifre diffuse da diverse organizzazioni internazionali, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e Save the Children, dipingono un quadro allarmante: migliaia di persone hanno subito ferite gravi, amputazioni e disabilità permanenti che segneranno per sempre le loro vite.

Secondo le stime, circa 42.000 individui hanno riportato lesioni gravi dall’inizio del conflitto, con almeno 5.000 interventi di amputazione. Un dato particolarmente preoccupante è che un ferito su quattro è un bambino. Le lesioni riportate includono 22.000 lesioni agli arti, oltre 2.000 lesioni al midollo spinale, 1.300 traumi cerebrali e 3.300 ustioni gravi. La realtà sul campo è ancora più drammatica, con testimonianze di corpi devastati dalle esplosioni e dai bombardamenti, ferite al viso e agli occhi che necessitano di cure complesse, spesso inaccessibili a Gaza.

L’impiego di armi esplosive nel 2024 ha condannato in media 475 minori ogni mese – ovvero 15 bambini al giorno – a disabilità che potrebbero diventare permanenti, tra cui gravi traumi agli arti e problemi uditivi. Save the Children stima che, nei primi 11 mesi del 2024, almeno 5.230 bambini hanno subito lesioni che esigerebbero un notevole sostegno riabilitativo, purtroppo irraggiungibile a causa degli attacchi contro ospedali e operatori sanitari e delle limitazioni all’ingresso di rifornimenti medici.

La dottoressa Ana Jeelani, chirurgo ortopedico di Medical Aid for Palestines (MAP), ha sottolineato come le ferite dei bambini non si rimarginino a causa dell’aumento dei livelli di malnutrizione, portando spesso ad amputazioni inevitabili. Il dottor Ghassan Abu-Sittah, esperto nel trattamento delle ferite da esplosione nei bambini, ha affermato che Gaza sta ridefinendo le ferite di guerra, con molti bambini che subiscono amputazioni prima ancora di imparare a camminare, il che influenzerà il loro sviluppo.

Il collasso del sistema sanitario e la crisi umanitaria

Prima del mese di ottobre, solamente una parte degli ospedali ancora esistenti, ha mantenuto un operatività limitata.

La penuria di personale curante, con un numero allarmante di fisioterapisti e tecnici di riabilitazione uccisi fino a settembre, ha ulteriormente peggiorato la gravità della situazione.

Dalla zona nord della Striscia di Gaza, e da Gaza City, innumerevoli famiglie si sono avventurate in un percorso che molti descrivono come una via lastricata di morte, cercando rifugio verso sud.

Le famiglie sono costrette a percorrere distanze considerevoli per procurarsi contenitori d’acqua, il cui costo eccede le loro capacità economiche.

La distruzione estesa di edifici residenziali e infrastrutture pubbliche, le montagne di detriti e l’assenza di comunicazioni hanno impedito l’evacuazione degli abitanti palestinesi con disabilità.

La crisi è esacerbata dalla perdita di personale medico, con almeno 42 fisioterapisti e tecnici della riabilitazione uccisi fino a settembre 2024.

La distruzione diffusa di abitazioni e infrastrutture civili, le macerie e l’interruzione delle reti di comunicazione hanno precluso l’evacuazione per i palestinesi con disabilità. In particolare, i bambini affrontano un rischio maggiore di essere separati dalle loro famiglie, e il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha definito la loro sofferenza “insopportabile”.

Accanto al cataclisma sanitario, si manifesta una calamità sociale e umanitaria che affligge milioni di civili costretti a lasciare le proprie dimore. Dalla Striscia di Gaza settentrionale e da Gaza City, migliaia di nuclei familiari hanno intrapreso quello che molti definiscono “il tragitto lungo le vie della morte”, spostandosi verso sud nella speranza di trovare riparo. Ciononostante, si sono ritrovati in accampamenti sovraffollati, privi di servizi essenziali, con una crescente carestia e sfruttamento.

La mancanza di acqua potabile, cibo e medicinali aggrava ulteriormente la situazione. Gli impianti di desalinizzazione sono in gran parte inutilizzabili e le cisterne non sono sufficienti a soddisfare le necessità della popolazione. Le famiglie percorrono notevoli distanze per riempire contenitori che costano più di quanto possano permettersi. La fame stringe la sua morsa, con gli sfollati che hanno esaurito i risparmi e non hanno più accesso a fonti di reddito.

Cosa ne pensi?
  • È straziante vedere come i bambini stiano soffrendo...💔...
  • Forse dovremmo considerare le radici del conflitto... 🤔...
  • Questa situazione è inaccettabile, ma cosa possiamo fare... 😡...

L’impatto psicologico e la “generazione perduta”

Le ferite fisiche sono solo una parte del problema. L’impatto psicologico del conflitto sui bambini di Gaza è devastante. Molti soffrono di ansia, incubi ricorrenti, aggressività e paura costante. Un consulente di un’organizzazione partner a Gaza ha raccontato la storia di Ahmad, un bambino di cinque anni che ha perso il padre e un braccio in un bombardamento. Nel corso di una seduta di consulenza, Ahmad ha chiesto di costruirgli un nuovo braccio e un nuovo “Baba” (papà) usando l’argilla.

Sharmila Devi, scrivendo su The Lancet, ha definito Gaza il posto con la più grande coorte di bambini amputati nella storia moderna, dando vita a una “generazione perduta”. Khaled Quzmar, direttore generale di Defence for Children Palestine, ha affermato che c’è un futuro cupo per questa generazione di bambini, molti dei quali probabilmente diventeranno più radicali ed estremisti.

La traumatologa italiana Tiziana Roggio, rientrata da Gaza, ha descritto una situazione catastrofica, con un’alta percentuale di amputati, molti dei quali bambini, spesso soli o orfani. Ha raccontato di aver curato feriti da arma da fuoco provenienti dai centri di distribuzione di aiuti umanitari, colpiti da proiettili in dotazione all’esercito israeliano.

La dottoressa Roggio ha sottolineato come i palestinesi a Gaza si sentano dimenticati dal mondo, e come la loro resilienza stia finendo. “Ci vedremo presto”, ha detto salutandoli, e loro rispondevano “Se ci saremo ancora”.

Un futuro incerto: la necessità di un intervento immediato

La comunità internazionale è chiamata ad agire con urgenza per porre fine a questa tragedia. Save the Children persiste nel richiedere un cessate il fuoco definitivo e rivolge un appello a tutti gli Stati che riforniscono di armi che potrebbero essere impiegate nella commissione di crimini internazionali a Gaza. L’Organizzazione esige inoltre che il governo israeliano elimini ogni restrizione che ostacola la consegna degli aiuti.

L’UNRWA sta affrontando un deficit di circa 80 milioni di dollari quest’anno, e ha bisogno di finanziamenti per continuare a fornire assistenza medica e umanitaria alla popolazione di Gaza. Akihito Seita, Direttore della Salute dell’UNRWA, ha affermato che “le necessità mediche sono così enormi e ogni giorno è peggiore del giorno prima. Non ci sono cure di routine, per non parlare di cure terziarie o trattamenti sofisticati”.

La situazione a Gaza è una crisi umanitaria senza precedenti, con conseguenze devastanti sulla salute fisica e mentale dei bambini. Senza un intervento immediato, il futuro di un’intera generazione è a rischio.

Oltre le ferite fisiche: la resilienza e la speranza

In questo scenario di profonda sofferenza, è fondamentale non dimenticare la resilienza e la speranza del popolo palestinese. Nonostante le difficoltà, continuano a lottare per la sopravvivenza e per un futuro migliore. La resilienza, in psicologia, è la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Nel caso dei bambini di Gaza, questa capacità è messa a dura prova, ma è anche ciò che permette loro di continuare a sperare.

Un concetto più avanzato, legato alla resilienza, è quello di crescita post-traumatica. Questo termine si riferisce alla possibilità di sperimentare cambiamenti positivi a seguito di un trauma, come una maggiore consapevolezza di sé, un rafforzamento delle relazioni interpersonali e una nuova apprezzamento della vita. Anche se può sembrare paradossale, alcuni bambini di Gaza potrebbero sviluppare una maggiore forza interiore e una maggiore capacità di affrontare le avversità grazie alle esperienze che hanno vissuto.

È importante ricordare che la resilienza non è una caratteristica innata, ma una capacità che può essere sviluppata e potenziata attraverso il sostegno sociale, l’accesso a cure psicologiche e la creazione di un ambiente sicuro e protettivo. Riflettiamo su come possiamo contribuire a creare un futuro migliore per i bambini di Gaza, offrendo loro il sostegno di cui hanno bisogno per superare il trauma e costruire una vita piena di speranza.


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