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Incidenti stradali: come affrontare il trauma psicologico e tornare alla normalità?

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  • Nel primo semestre 2024, gli incidenti sono aumentati dello 0,9%.
  • 1.429 vittime nel 2024, con un incremento del 4%.
  • Aumento del 16% dei casi fatali sul lavoro nel 2025.

Il panorama della sicurezza stradale in Italia si delinea attraverso dati allarmanti che evidenziano un preoccupante aumento degli incidenti con lesioni a persone, un incremento dei feriti e, in maniera ancor più tragica, un innalzamento del numero delle vittime. Questa fotografia, scattata dall’Istat per il primo semestre del 2024 e confrontata con lo stesso periodo dell’anno precedente, è stata presentata in occasione della Giornata internazionale per le vittime della strada, lo scorso 17 novembre. La tendenza osservata stride con gli ambiziosi obiettivi fissati dalla Commissione Europea per il 2030, nell’ambito del programma “Road safety policy framework 2021-2030”, che mirano a una riduzione del 50% sia delle vittime che dei feriti gravi rispetto ai valori del 2019. Attualmente, la variazione percentuale delle vittime nel 2024 rispetto al 2019 si attesta a un modesto -6,8%, segnalando una certa difficoltà nel progredire verso la metà del decennio. Esaminando in profondità i dati relativi al semestre gennaio-giugno del 2024, emergono statistiche significative: si contano esattamente 80.057 incidenti stradali con lesioni a persone, segnando così un incremento dello 0,9% rispetto all’anno passato (2023). Parallelamente si registra l’aumento dei feriti che raggiunge le 107.643 unità (+0,5%); particolarmente preoccupante è invece il numero delle vittime conteggiate entro il trentesimo giorno dall’incidente: ben 1.429 (incremento del 4%). A livello generale gli incidenti stradali complessivi nel corso dell’anno corrente1 si attestano su cifra pari a 173.364, registrando quindi 3.030 morti1, una flessione leggera pari allo 0,3%1 in confronto all’anno anteriore1. Questo scenario suggerisce una certa stabilità sebbene non trascurabile sia la rilevata ascesa dei feriti che ora giungono fino alla considerevole cifra di 233.853 (+4,1%).2 Esaminando il panorama della distribuzione territoriale degli incidenti stradali emerge una diminuzione sostanziale delle vittime sui tratti autostradali (-13,9%), suggerendo quindi che le recenti strategie attuate per garantire maggiore sicurezza stiano sortendo effetti positivi. Contrariamente a ciò che avviene nelle zone urbane: qui si segnala invece un inquietante aumento pari al 7,9%. Un andamento similmente preoccupante viene riscontrato anche lungo le strade extraurbane con una crescita dell’1%, evidenziando così la diversificazione della gravità del problema in base al tipo di rete viaria considerata. Allo stesso tempo il tasso complessivo di mortalità è sceso da 51,51 a 51,4 decessi ogni milione d’abitanti; tale valore rivela una particolare vulnerabilità nei gruppi giovanili più colpiti fra i 20-24 e i 25-29 anni: per queste fasce il numero dei decessi segna infatti un aumento drammatico (+23%); se ne registra inoltre uno nella categoria degli adolescenti dai 15 ai 17 anni, dove i feriti crescono del +15%.3 Il raffronto tra i dati ottenuti nei primi sei mesi del 2019 e quelli attuali evidenzia una riduzione considerevole delle vittime sulle autostrade pari al 31,9%, mentre le strade extraurbane segnalano un decremento meno accentuato pari al 4,2%; in contrasto però con le statistiche superiori riscontrabili nelle zone urbane, dove emerge invece un sorprendente aumento stimato dell’1,1%. Questo fenomeno mette in luce l’importanza critica delle aree cittadine riguardo alla questione della sicurezza sulla viabilità: qui, infatti, l’elevata concentrazione di veicoli assieme alla complessità morfologica degli incroci può esporre a ulteriori rischi. Confermando tale indicazione è la percentuale di incidenti che mostra come ben il 73% degli eventi avvenga proprio nel contesto urbano. Di contro, avviene una maggiore concentrazione di fatalità su tratte extraurbane (47%) verosimilmente dovuta alle accelerazioni sostenute unitamente a minori misure protettive implementate; nonostante ciò anche le autostrade partecipano ai tragici conteggi: esse rappresentano soltanto il 5% degli sinistri ma causano circa il 7% dei decessi totali.

Pur riconoscendo una discesa costante negli episodi dannosi e nei decessi riscontrati nel corso di oltre vent’anni rispetto all’anno 2001, con una notevole riduzione del 56%, emerge ora dall’andamento dei primi sei mesi dell’anno corrente (2024) un motivo di seria preoccupazione. Analizzare il trend del mercato automobilistico riveste grande importanza: nel corso dei primi sei mesi del 2024, è stato osservato un aumento pari al 5,1% nelle registrazioni di automobili nuove e una crescita equivalente al 5,8% per i motocicli in confronto all’anno precedente. Nonostante il segmento delle auto nuove evidenzi una contrazione considerevole pari al 16,5% se messo a confronto con i dati pre-pandemia risalenti al 2019, d’altro canto il settore dei motocicli ha sperimentato un incremento rilevante che si attesta sul 47,5%. Inoltre, l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa—monopattini inclusi—presenta oscillazioni notevoli fra diverse metropoli; in particolare si nota un andamento positivo a Roma e un decremento nelle richieste a Milano.4 Questi fattori socio-economici e le dinamiche di mobilità incidono notevolmente sul numero e sulla tipologia degli incidenti, rendendo indispensabile un approccio olistico e integrato alla sicurezza stradale.

Nota sui costi sociali: I costi sociali degli incidenti stradali, considerando solo l’impatto dei danni alle persone, raggiungono quasi l’1% del PIL nazionale, evidenziando l’urgenza della questione.

Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha preannunciato l’approvazione di un nuovo Codice della Strada, concepito per rispondere a queste sfide e ridurre il numero di tragedie, spesso causate da distrazione o imprudenza, con un’attenzione particolare verso i giovani. I recenti interventi normativi sulla micromobilità, come l’introduzione dell’obbligo di casco per i monopattini, sono parte di questo nuovo approccio legislativo5. Questo impegno politico riflette la consapevolezza che la sicurezza stradale è una missione collettiva, che trascende gli schieramenti e richiede la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, dagli enti locali ai produttori automobilistici, fino alle associazioni e agli esperti del settore.

Due scooter parcheggiati su una strada rappresentati in uno stile illustrativo. Un scooter è leggermente più scuro, mentre l'altro è di un blu/verde più chiaro. Entrambi hanno uno stile retrò, evocando immagini di Vespe classiche. Sullo sfondo ci sono edifici stilizzati e lampioni, che suggeriscono un ambiente urbano. I dettagli dello sfondo sono minimalisti, enfatizzando i veicoli in primo piano. I colori predominanti sono diverse tonalità di blu e grigio, creando un'atmosfera calma e sobria.

L’onda tragica degli incidenti mortali recenti: un bilancio in evoluzione

Il flusso continuo di segnalazioni relative a incidenti mortali recenti in Italia traccia un’immagine allarmante riguardante le vite perdute attraverso diversi tipi d’eventualità ed ambientazioni variegate. Secondo le analisi condotte a livello nazionale sul fenomeno, nel 2024 emerge chiaramente come il numero dei tragici esiti legati agli incidenti stradali non evidenzi alcuna variazione notevole: rimane pressoché stabile rispetto all’anno precedente con circa 3.000 decessi. Tale situazione dimostra quanto questo sia ancora un tema pressante da affrontare, soprattutto nei centri cittadini, dove vi è stata un’incrementata incidenza delle fatalità; al contrario, si segnala una diminuzione sulle arterie autostradali.

In questa triste realtà occorre sottolineare il grave effetto sui soggetti più esposti sulla strada stessa. Nella totalità dell’anno 2025, infatti, sono stati registrati ben 234 pedoni deceduti per incidente stradale lungo l’intero territorio italiano; solamente nella città eterna i dati attestano purtroppo alla cifra significativa di 21 mortalità tra gli attraversatori pedonali: fatti questi che ribadiscono l’elevato rischio cui va incontro chi sceglie la mobilità sostenibile effettuando spostamenti a piedi, oltre ad accentuare l’urgenza d’una riflessione profonda sulla tutela degli stessi nello spazio pubblico urbano. Le statistiche elaborate fino a giugno del medesimo anno portano alla luce problematiche essenziali dal punto di vista sociale ed urbanistico, impellentemente necessarie affinché venga avviato quel processo riformista atto alla realizzazione d’infrastrutture capacitive intese ad assicurare scrupolosa protezione ai ciclisti ed ai più vulnerabili mezzi motori della nostra società odierna.

Segnalazione di eventi tragici: Tra i casi specifici più recenti, l’incidente avvenuto sull’A1 il 15 luglio 2025 ha causato la morte di tre persone in uno scontro tra un camion e un’auto, evidenziando la vulnerabilità degli utenti su strada.

Nonostante queste siano cifre allarmanti, va notato il lieve ritardo nel reporting dai dati istituzionali su questa tipologia di incidenti, in quanto i database sono aggiornati a giugno 2025. Non solo le strade, ma anche i binari ferroviari continuano a essere teatro di tragedie. Eurostat, nel dicembre 2024, ha confermato un aumento degli incidenti ferroviari mortali nell’UE, spesso attribuiti alla disattenzione. Nel 2023, l’Europa ha registrato 841 decessi, segnando il secondo rialzo consecutivo. L’Italia, in questo contesto, emerge come uno dei paesi a mostrare un incremento nel numero di incidenti mortali nel 2025, collocandosi tra le nazioni con un problema significativo. Anche la Bulgaria, con un +79% rispetto alla media UE, si conferma il paese più pericoloso, seguita da Romania e Serbia, un campanello d’allarme per l’intera comunità europea.

Il bilancio complessivo degli infortuni mortali sul lavoro rappresenta un’ulteriore area di grave preoccupazione. Nel 2025, si è registrato un aumento del 16% dei casi fatali rispetto all’anno precedente. I dati Inail, aggiornati ad aprile 2025, indicano un totale di 589.571 infortuni in Italia (+0,7% rispetto al 2023). In questo contesto, Savona si posiziona tra le province peggiori d’Italia per incidenza di infortuni mortali, mentre Genova si trova in una “zona bianca”, suggerendo una variabilità regionale nella prevenzione e sicurezza sul lavoro. Le “zone rosse” e “arancioni” predominano a livello nazionale, coprendo più della metà del paese, a testimonianza di una diffusione capillare del problema che richiede azioni urgenti e coordinate per proteggere l’integrità fisica dei lavoratori.

Cosa ne pensi?
  • Articolo molto utile! 👏 È importante affrontare il trauma psicologico......
  • I dati sono allarmanti 😔, ma cosa si può fare concretamente......
  • Interessante l'analisi dei costi sociali! 🤔 Forse investire di più in prevenzione......

Il trauma da incidente stradale e la risposta psicologica: un’urgenza invisibile

L’evento traumatico rappresentato da un incidente stradale, soprattutto se caratterizzato da gravità o risultante in fatalità, non può essere considerato limitato alle sole ferite fisiche che comporta. Si aprono infatti squarci su effetti duraturi sull’equilibrio psicologico dell’individuo, evidenziabili nel disturbo da stress post-traumatico (DSPT). Questa dimensione terapeutica rimane sostanzialmente invisibile agli osservatori esterni; per questo motivo essa necessita urgentemente della giusta assistenza professionale per scongiurare l’evoluzione cronica del trauma medesimo, oltre alle sue imponenti conseguenze sulla qualità della vita dei soggetti colpiti. L’intervento psico-socio-emotivo viene riconosciuto senza riserve come determinante: esso costituisce infatti uno suggeritore essenziale per garantire una solida salute mentale, operando anche come scudo strategico nell’evitare problematiche successive, tra cui spicca il DSPT stesso; favorisce pertanto una funzionalità costruttiva nelle vite delle vittime dopo simili eventi perturbatori.

Un adeguato supporto psicologico dopo l’incidente emerge dunque come elemento imprescindibile; tale cura permette ai sopravvissuti al trauma di riprendere in mano la propria storia personale rispetto alla necessità vitale di affinare i legami sociali che spesso vengono danneggiati dall’esperienza traumatizzante vissuta. Un intervento precoce e mirato aiuta a ridurre lo stress acuto, agendo tempestivamente sulle reazioni post-traumatiche, come i processi dissociativi che possono emergere e compromettere ulteriormente il benessere individuale. Questi processi, caratterizzati da un’alterazione della coscienza, della memoria o dell’identità, possono rendere difficile l’elaborazione dell’evento e ostacolare il recupero, evidenziando la necessità di terapie specifiche come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) e l’utilizzo dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), anche in contesti di gruppo per interventi precoci e più efficaci.

Pronto Soccorso Psicologico: A Milano è stato attivato un “Pronto Soccorso Psicologico”, frutto di un’iniziativa che offre supporto gratuito alle vittime di incidenti stradali. Il progetto ANIA Cares, disponibile tramite un numero verde, fornisce un sostegno immediato per gestire lo stress acuto e prevenire il DSPT6. Un adeguato sostegno sociale e familiare si rivela fondamentale per fortificare la resilienza dei soggetti coinvolti e promuovere il ripristino di uno stato di equilibrio. A tale scopo, è stata avviata l’implementazione di servizi mirati. Ad esempio, il programma ANIA Cares, che si distingue per l’impiego costante di un gruppo composto da cento psicologi disponibili h24. Questa iniziativa offre assistenza diretta alle vittime degli incidenti stradali assieme ai loro familiari ed è caratterizzata dalla formazione dei professionisti tramite la collaborazione con rinomati specialisti nella materia della psicologia traumatologica.7 Il disturbo da stress post-traumatico, noto anche come PTSD nella terminologia anglosassone, emerge seguendo criteri distintivi che comprendono principalmente due fattori: l’esposizione diretta a eventi traumatici, ossia vivere gli accadimenti sulla propria pelle oppure essere testimoni oculari degli stessi. Tali circostanze possono generare sintomatologie varie che rischiano di evolvere verso stati cronici se trascurate; ciò trasforma situazioni acute in sindromi debilitanti dal punto di vista psicologico. Nel contesto attuale segnato da eventi sempre più frequenti e dolorosi, le pratiche della psicologia emergenziale – incluse metodologie innovative come EMDR – si sono rivelate essenziali per attenuare gli effetti deleteri derivati da simili esperienze traumatiche. L’importanza del sostegno psicologico immediatamente accessibile ed esperto, quindi fondamentale nel contesto dei servizi sanitari e sociali contemporanei, assume i connotati urgenti della necessità vitale: è imperativo mobilitare risorse adeguate affinché venga tutelata la salute mentale degli individui colpiti dalla violenza delle disgrazie quotidiane.

Traumi acuti: il dolore che non si vede

Le cronache giornaliere sono costantemente intrise di racconti riguardanti episodi quali incidenti automobilistici o infortuni professionali; questi eventi repentini e tragici producono conseguenze che vanno oltre le semplici perdite fisiche per sfociare nel regno del malessere psicologico, spesso celato agli occhi altrui. Si tratta di una realtà dove l’immediato diventa solo la superficie visibile mentre sotto si cela una dimensione più intima e devastante. Prendiamo ad esempio il caso di qualcuno coinvolto in un incidente serio: sebbene il corpo possa recuperare con il tempo e le ferite possano cicatrizzarsi completamente, la psiche continua a soffrire rievocando incessantemente quei momenti terribili proprio come avviene durante la proiezione ripetuta di uno stesso film. L’effetto devastante dei traumi acuti agisce quindi sui reduci dall’incidente così come su chi ha assistito all’accaduto: tutti vengono travolti da questa forte onda emotiva.

In situazioni caratterizzate dalla perdita fulminea della vita umana — situazione piuttosto ricorrente — il processo del lutto potrebbe complicarsi notevolmente; infatti esso assume talora forme insolite ed estese nel tempo poiché vi è miscelanza tra dolore profondo accompagnato da sentimenti quali colpevolezza, rabbia o incredulità, rendendo difficile tanto l’elaborazione quanto l’accettazione della perdita avvenuta. Ma c’è speranza, e questa speranza risiede nel supporto psicologico. Non è un segno di debolezza, ma un atto di coraggio e di auto-cura. Gli interventi precoci, come quelli offerti dai “Pronto Soccorso Psicologici”, sono fondamentali. Pensiamo a quanto sia importante curare subito una ferita fisica per evitare infezioni; allo stesso modo, intervenire precocemente sulla ferita psicologica può prevenire la cronicizzazione del trauma.

Ricapitolando: La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) e l’EMDR, tecniche avanzate, rappresentano pilastri nel trattamento del trauma. Questi approcci, combinati con un forte sostegno sociale, possono fare la differenza nel recupero.

Non tutti reagiscono allo stesso modo di fronte al trauma. Esistono fattori di resilienza che permettono ad alcune persone di superare l’evento e di ricostruire le proprie vite, a volte persino più forti di prima. La resilienza non è immunità al dolore, ma la capacità di affrontare le avversità, adattarsi e andare avanti. Chi ha un solido sistema di supporto, una buona capacità di problem-solving o una prospettiva ottimistica, spesso mostra una maggiore resilienza. Tuttavia, non è una qualità innata per tutti; può essere coltivata e rafforzata attraverso strategie mirate e, ancora una volta, con il supporto psicologico.

Conclusione: È fondamentale non solo curare le ferite fisiche e indagare le responsabilità legali, ma anche prenderci cura del dolore invisibile, fornendo gli strumenti e il sostegno necessari affinché le persone possano ritrovare un senso di normalità e significato dopo il trauma. Riflettiamo su quanto sia importante creare una società più consapevole e accogliente, capace di offrire un rifugio e un percorso di guarigione a chiunque affronterà il buio di un trauma inaspettato.

Glossario

Glossario:

  • DSPT: Disturbo da Stress Post-Traumatico, una condizione psicologica che può svilupparsi dopo un evento traumatico.
  • TCC: Terapia Cognitivo-Comportamentale, un tipo di psicoterapia che si concentra su pensieri e comportamenti disfunzionali.
  • EMDR: Eye Movement Desensitization and Reprocessing, una tecnica terapeutica utilizzata per alleviare il trauma.

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