- 31,7% dei giovani pratica binge gaming, quasi 1 su 3.
- Il 38,3% dei ragazzi e il 24% delle ragazze ne sono coinvolti.
- Il binge gaming è legato a disturbi come IGD, ansia e depressione.
Oggi, 17 settembre 2025, alle ore 06:17, emerge un quadro preoccupante riguardo le abitudini di gioco dei giovani. Un recente studio dell’Università di Hong Kong, pubblicato su Plos One, mette in luce come il “binge gaming”, ovvero l’abitudine di giocare ai videogiochi per oltre cinque ore consecutive, stia diventando un fenomeno sempre più diffuso tra bambini e adolescenti, con ripercussioni significative sulla loro salute mentale e sul rendimento scolastico.
## L’Ascesa del Binge Gaming: Un’Analisi Dettagliata
La ricerca ha coinvolto un campione di 2.592 studenti di età media pari a 12 anni, suddivisi tra 1.404 ragazzi e 1.188 ragazze, frequentanti istituti scolastici di ogni ordine e grado dislocati a Hong Kong. I risultati rivelano che il 31,7% del campione, quasi un giovane su tre, pratica il binge gaming. Questa percentuale sale al 38,3% tra i ragazzi e si attesta al 24% tra le ragazze.
Per valutare vari indicatori, gli studenti inclusi nello studio hanno compilato questionari di autovalutazione. Questi strumenti hanno permesso di indagare aspetti come il disturbo da gioco online (IGD), i gradi di depressione, ansia, stress, il senso di solitudine, il sostegno sociale percepito, la qualità del riposo notturno e la percezione della propria efficacia nello studio. Le evidenze emerse suggeriscono l’esistenza di un *legame rilevante tra il binge gaming e una molteplicità di difficoltà sia sul piano psicologico che in termini di comportamento.

## Impatto Differenziato per Genere
Lo studio ha evidenziato differenze significative tra ragazzi e ragazze. Le ricerche hanno dimostrato che i giovani dediti al binge gaming presentano livelli crescenti di IGD (Disturbo da Gioco su Internet), oltre a segni significativi di depressione e ansia. Questi individui tendono ad avere sottili disagi legati allo stress, dormendo peggio rispetto ai loro pari non coinvolti in queste pratiche ludiche. Nelle giovani donne la situazione appare ancor più allarmante: esse registrano concentrazioni elevate di IGD, insieme a sentimenti intensificati di solitudine e difficoltà nei rapporti interpersonali.
È affascinante notare come l’interesse delle ragazze verso il gioco possa essere interpretato come risposta a situazioni preesistenti contrassegnate dalla solitudine; esse sembrerebbero rifugiarsi nel mondo virtuale proprio quando avvertono un maggiore disagio dovuto ad episodi sfavorevoli come le molestie nei giochi online con multiplayer. In contrasto con questa realtà femminile, i ragazzi tendono a vedere il videogioco come uno strumento per costruire legami sociali.
## Implicazioni Future e Bisogno Urgente d’Intervento
Gli studiosi richiamano l’attenzione sul fatto che tali comportamenti associati al binge gaming possano manifestarsi come segnali precoci ed indizi critici riguardanti problematiche sociali o sanitarie in via d’espansione. Questa informazione mette in risalto la necessità assoluta di interventi preventivi focalizzati sull’educazione dei giovani riguardo ai pericoli insiti nel gioco d’azzardo patologico e sulla promozione di pratiche ludiche responsabili.
Dallo studio si evince con chiarezza che gli individui non coinvolti nel gioco – senza distinzione tra maschi e femmine – sembrano vivere con minore intensità sentimenti quali depressione o ansia; in aggiunta godono anche di una condizione meno precaria sul piano dell’autoefficacia educativa se confrontati con chi gioca saltuariamente. Questo fa emergere l’idea che approcci equilibrati nei confronti dei videogiochi possano effettivamente salvaguardare tanto il benessere emotivo quanto le performance scolastiche degli adolescenti.
## Oltre lo Schermo: Riflessioni sulla Salute Mentale Giovanile
Il tema del binge gaming provoca interrogativi più profondi inerenti alla salute psichica degli adolescenti oggi. È essenziale indagare quali siano le spinte interiorizzate dai ragazzi affinché trovino rifugio nell’universo digitale videoludico per lunghe ore. La solitudine, unitamente all’ansia e allo stress, rappresenta una combinazione complessa insieme alle sfide nelle relazioni sociali e nei percorsi formativi; tali elementi possono risultare propedeutici alla genesi dell’abitudine al gioco d’azzardo compulsivo. Adottare un approccio multidisciplinare, coinvolgendo genitori ed esperti quali educatori e professionisti della salute mentale, risulta essenziale per fronteggiare in modo adeguato il fenomeno del binge gaming. La promozione di attività alternative destinate a facilitare la socializzazione tra i giovani – insieme all’esercizio fisico regolare – così come lo sviluppo di nuove passioni e interessi personali sono pratiche utili per mitigare gli effetti della dipendenza dai videogiochi; esse contribuiscono anche al complessivo aumento del benessere giovanile.
Amici miei, prendiamoci qualche istante per riflettere. Nell’ambito della psicologia cognitiva emerge con prepotenza il concetto fondamentale dello schema. Questa entità rappresenta una struttura psichica capace di ordinare conoscenze ed aspettative legate a uno specifico tema o circostanza. In relazione al binge gaming, ci si potrebbe trovare davanti a uno schema creato da un giovane giocatore dove l’attività ludica viene assimilata con esperienze piacevoli come sollievo dallo stress o soddisfazione immediata. Qualora tale schema non venga corretto attraverso altre esperienze valide ed arricchenti, si rischia fortemente l’insorgere di comportamenti compulsivi.
Un ulteriore livello nell’analisi riguarda invece le cosiddette distorsioni cognitive*. Si tratta di errori sistematici nel modo in cui pensiamo, che possono influenzare negativamente il nostro umore e il nostro comportamento. Ad esempio, un giovane che pratica binge gaming potrebbe cadere nella distorsione del “pensiero tutto o niente”, pensando che o gioca per ore e si diverte, oppure non c’è alternativa valida. Riconoscere e correggere queste distorsioni cognitive è un passo fondamentale per affrontare il problema del binge gaming e promuovere un approccio più equilibrato all’utilizzo dei videogiochi.