- Daniela Merlo guiderà le neuroscienze, puntando su reti e ricerca per la salute dei pazienti.
- Raffaella Bucciardini al Centro Salute Globale per ridurre le disuguaglianze con azioni di policy mirate.
- Alessandro Palombo guiderà il Centro IA per migliorare i percorsi assistenziali, con focus su patologie complesse.
Un vento di cambiamento all’ISS: nuove guide per sfide neuroscientifiche, globali e tecnologiche
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Una brezza innovativa si fa strada all’ISS: orientamenti freschi per affrontare le sfide neuroscientifiche, globali e tecnologiche
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) si rinnova ai vertici, aprendo nuove direzioni strategiche e rafforzando il proprio impegno nella ricerca scientifica e nella sanità pubblica. Le recenti nomine di Daniela Merlo al Dipartimento di Neuroscienze, Raffaella Bucciardini al Centro nazionale per la Salute Globale, e Alessandro Palombo al neonato Centro Nazionale Intelligenza Artificiale, HTA e Tecno Assistenza, segnano un momento cruciale. Queste scelte riflettono la crescente consapevolezza dell’interconnessione tra settori un tempo distinti, delineando un futuro in cui la cura del trauma, la salute mentale e il benessere psicologico saranno sempre più influenzati e supportati da un approccio integrato che sposa la biologia neuronale con le lenti della salute globale e le capacità rivoluzionarie dell’intelligenza artificiale.
La nomina di Daniela Merlo alla guida del Dipartimento di Neuroscienze è significativa. Biologa con un dottorato in Biotecnologie e Medicina Molecolare, Merlo vanta un’esperienza internazionale consolidata, inclusi anni di ricerca presso il Medical Research Council di Cambridge. Il suo percorso all’ISS, iniziato nel 2003, l’ha vista dirigere l’unità di Neurobiologia Molecolare e l’unità interdipartimentale di ricerca sulle demenze. La sua attività scientifica si è focalizzata su aspetti cruciali come i meccanismi di regolazione della plasticità sinaptica e dell’eccitabilità neuronale, i processi molecolari sottostanti i deficit cognitivi nelle malattie neurodegenerative, la ricerca di biomarcatori in fluidi biologici per malattie come l’Alzheimer, e lo sviluppo di modelli cellulari umani per patologie neurologiche. La sua visione per il Dipartimento è chiara: “costituire sistemi a rete e promuovere la ricerca scientifica, senza la quale non può esserci l’innovazione nella ricerca clinica e quindi speranza per la salute dei pazienti”. Questa sua prospettiva è fondamentale per affrontare le malattie neurodegenerative, spingendo verso soluzioni innovative e un approccio multidisciplinare che possa offrire risposte concrete a patologie che ancora oggi rappresentano una delle sfide più gravose per la sanità pubblica e i sistemi di assistenza a lungo termine. L’integrazione di competenze diverse, infatti, è un tassello imprescindibile per decifrare i complessi meccanismi che governano il cervello e per tradurre le scoperte di laboratorio in benefici tangibili per chi soffre di patologie quali demenza, Parkinson o sclerosi laterale amiotrofica. L’accento sulla creazione di “sistemi a rete” dimostra una lungimiranza che va oltre la semplice ricerca di base, mirando a costruire una piattaforma solida per la ricerca clinica e il trasferimento tecnologico, fattori essenziali per portare nuove terapie e approcci diagnostici dal laboratorio al letto del paziente. La sua leadership intende così dare una nuova spinta alla comprensione profonda delle patologie cerebrali e alla ricerca di cure più efficaci, alimentando la speranza in un settore in cui la fragilità umana è talvolta messa a dura prova.
- Certificazione di Azerbaigian e Tajikistan come paesi liberi dalla malaria.
- Eliminazione della tripanosomiasi umana gambiense in Ghana.
- Raccomandazione di vaccini innovativi contro la malaria e la dengue per migliorare il benessere globale [WHO].
Raffaella Bucciardini, con la sua laurea in Scienze Statistiche e un Master in Cooperazione e Progettazione allo Sviluppo, porta al Centro nazionale per la Salute Globale oltre trent’anni di esperienza all’interno dell’ISS. Il suo lavoro si è sempre distinto per l’attenzione alla salute pubblica e la gestione di progetti internazionali, focalizzandosi sull’equità e sull’integrazione della salute in tutte le politiche pubbliche. La sua nomina è emblematica dell’impegno dell’Istituto “nella promozione della salute globale e nella riduzione delle disuguaglianze”, obiettivi che si propone di raggiungere attraverso una fitta rete di collaborazioni scientifiche e lo sviluppo di azioni di policy mirate. Le iniziative del Centro, sotto la sua guida, mirano a offrire un monitoraggio costante e un’analisi approfondita delle principali dinamiche sanitarie a livello globale, supportando la comunità degli operatori sanitari, dei ricercatori e del pubblico. Tra le attività rientrano la partecipazione a eventi internazionali come il World One Health Congress 2024 e la promozione di giornate dedicate alla consapevolezza su tematiche cruciali come l’igiene delle mani e le malattie dimenticate. La salute globale, come campo di studio e intervento, è fondamentale per comprendere come fattori socio-economici, ambientali e culturali influenzino la salute delle popolazioni a livello planetario. Questo è un passaggio cruciale per la salute mentale, poiché disuguaglianze e contesti di fragilità sociale possono aggravare condizioni preesistenti o essere causa diretta di traumi e disturbi psicologici. L’approccio di Bucciardini, che mira a ridurre le disuguaglianze e integrare la salute in tutte le politiche, è una testimonianza di questo impegno. L’obiettivo ultimo è la costruzione di “società più giuste, inclusive e resilienti”, dove la salute non sia un privilegio ma un diritto universale, con ricadute positive anche sul benessere psicologico e sulla capacità di affrontare al meglio le conseguenze emotive di eventi di vita difficili o traumatici.
Alessandro Palombo, ingegnere elettronico con un dottorato in Bioingegneria, prende le redini del nuovo Centro Nazionale Intelligenza Artificiale, HTA e Tecno Assistenza. La sua expertise nel trasferimento tecnologico e nella sanità digitale lo distingue, così come la sua capacità di costruire ponti tra ricerca, industria e istituzioni pubbliche. Palombo ha contribuito allo sviluppo di applicazioni biomediche innovative, anche nel contesto spaziale, e ha giocato un ruolo attivo nella definizione di strategie per l’implementazione dell’intelligenza artificiale (IA) in sanità, partecipando a tavoli internazionali e contribuendo alla regolamentazione e alle policy per l’adozione di queste tecnologie emergenti. I programmi del Centro, sotto la sua direzione, prevedono la “creazione di sistemi a rete per favorire l’integrazione delle competenze scientifiche e promuovere innovazione”. L’obiettivo cardine è migliorare “l’efficacia e l’efficienza dei percorsi assistenziali”, ponendo una specifica attenzione ai pazienti affetti da patologie complesse. Questo include l’utilizzo dell’IA e dell’Health Technology Assessment (HTA) per caratterizzare e individuare percorsi farmaco-terapeutici che garantiscano un impiego efficiente e costo-efficace delle risorse disponibili. Nel panorama contemporaneo della medicina italiana emerge il programma Nazionale HTA Dispositivi Medici 2023. Tale iniziativa mira a sviluppare una meticolosa valutazione delle tecnologie innovative, ponendosi come obiettivo prioritario quello della sostenibilità e accessibilità. Consideriamo ora l’impiego dell’intelligenza artificiale, soprattutto nell’ambito della salute mentale e nella gestione del trauma: essa potrebbe rappresentare un validissimo supporto strategico. È opportuno riflettere sulle potenzialità offerte dall’IA nella previsione delle malattie o nello strutturare percorsi diagnostici tempestivi; basti pensare alla depressione, dove ci sono già indagini relative all’efficacia di molecole quali la psilocibina. Grazie all’intelligenza artificiale si possono inoltre perfezionare i trattamenti su misura per ciascun paziente, gestire i progressi terapeutici ed erogare assistenza psicologica nei contesti in cui l’accesso ai servizi sanitari risulta insufficiente. Da parte sua, l’HTA svolge un ruolo fondamentale poiché verifica che tali sviluppi tecnologici siano al tempo stesso efficaci ed aderenti a criteri etici, e tuttavia stabili dal punto di vista sostenibile nel campo sanitario pubblico. In ultima analisi, tale metodologia riveste importanza capitale nell’alleviare le disuguaglianze nell’assistenza sanitaria, in quanto mira a diffondere sul territorio le soluzioni più sofisticate senza limitarle solamente a una ristretta fascia privilegiata. L’impegno del Centro è chiaro: superare la frammentazione e coordinare gli enti coinvolti nella valutazione tecnologica, investendo nelle competenze e garantendo che “l’AI possa essere utilizzata per migliorare la diagnosi e il trattamento dei disturbi mentali, con particolare attenzione al trauma.”
Punti di vista in comune:
I progressi delle neuroscienze, assieme a una sempre maggiore attenzione verso la salute pubblica mondiale, uniti all’uso innovativo dell’intelligenza artificiale, contribuiscono significativamente al miglioramento della salute mentale degli individui.
Le recenti assegnazioni all’ISS segnalano una fase evolutiva in cui emergono crescenti complessità sanitarie ed entità sociali. In questo quadro sempre più articolato risalta come neuroscienze, salute globale ed intelligenza artificiale intrecciano i loro percorsi al fine di fronteggiare importanti problematiche attinenti principalmente alla salute mentale e alla gestione dei traumi vissuti. L’integrazione fra questi ambiti non risulta affatto frutto del caso o priva di sostanza; piuttosto rappresenta una profonda affermazione della dimensione integrata dell’essere umano rispetto alle complesse interrelazioni esistenti fra il nostro sistema nervoso interno, il contesto socioculturale esterno, così come le opportunità fornite dalle tecnologie contemporanee.
Nell’ambito delle neuroscienze, dirette da Daniela Merlo, si punta a indagare i processi molecolari e cellulari che sottendono ai deficit cognitivi insieme alle patologie neurodegenerative. Questo settore d’indagine riveste fondamentale rilevanza nella sfera della salute mentale poiché numerosi disturbi psichiatrici presentano origini nel dominio neurobiologico. Prendendo a titolo esemplificativo la plastica sinaptica — oggetto principale degli studi condotti dalla dottoressa Merlo — essa rappresenta tanto il cuore dell’apprendimento quanto quello della memoria; al contempo costituisce anche una chiave interpretativa fondamentale per comprendere l’adattamento cerebrale a stimoli stressanti oppure esperienze traumatiche. Un’alterazione nella regolazione di tali meccanismi potrebbe dar luogo all’insorgere di disturbi legati al trauma post-stress, quali il PTSD, oltre alla depressione o all’ansia. La realizzazione dei network proposta da Merlo nell’ambito dell’ISS rappresenta un tentativo significativo verso l’integrazione delle varie competenze scientifiche; si tratta infatti dell’approccio fondamentale per acquisire una conoscenza globale sulle patologie cerebrali. Questa concezione interattiva acquista particolare importanza nel contesto della psicologia cognitiva e comportamentale: ciò consente un’analisi approfondita degli effetti dei traumi non solo in termini sintomatici, ma anche attraverso lo studio delle modificazioni neuronali e molecolari correlate. L’auspicio per gli individui affetti risiede proprio in questo ricco connubio tra indagini fondamentali ed applicazioni cliniche, capace così d’indurre allo sviluppo di innovative strategie terapeutiche oltre ad affinare la conoscenza riguardo ai biomarcatori implicati nel decadimento cognitivo – il che facilita la possibilità di diagnosi anticipate ed interventi specifici.
In contemporanea, il Centro nazionale per la Salute Globale, sotto la direzione esperta di Raffaella Bucciardini, si dedica attivamente alla diminuzione delle disparità esistenti, integrando il tema della salute in tutte le normative pubbliche adottate. La questione in oggetto si intreccia profondamente con la salute mentale, così come con la prevenzione del trauma. Fattori quali le condizioni socio-economiche avverse, la povertà estrema, i conflitti bellici e i movimenti forzati delle popolazioni figurano tra le maggiori fonti di rischio per il sorgere dei disturbi psicologici e traumi complessi. Un caso emblematico è rappresentato dall’effetto della sanità globale sulle comunità fragili: una gestione efficace delle crisi umanitarie o un accesso equo ai servizi medici ha non solo il potenziale per prevenire patologie fisiche, ma contribuisce altresì a ridurre lo stress emotivo e i traumi psichici. L’ottica proposta da Bucciardini pone un accento sull’importanza dell’equità sociale unitamente alla cooperazione a livello internazionale; essa suggerisce che la problematica della salute mentale deve essere trattata in un contesto integrato piuttosto che isolato dalla rete delle sue cause sociali e ambientali. La lunga carriera dell’autore presso l’ISS — superando trent’anni — nell’ambito degli interventi dedicati al rafforzamento della salute globale testimonia quanto sia fondamentale adottare questa prospettiva sistematica per edificare società più solidali e aperte dove ciascuna persona possa effettivamente esercitare il proprio diritto essenziale alla salute inclusiva anche sul piano psichico. Il monitoraggio e l’analisi delle tendenze sanitarie globali offerti dal Centro permetteranno di identificare precocemente le aree di maggiore bisogno e di sviluppare interventi mirati per la prevenzione dei traumi e il sostegno psicologico in contesti di fragilità.

Infine, il nuovo Centro Nazionale Intelligenza Artificiale, HTA e Tecno Assistenza, guidato da Alessandro Palombo, apre nuove frontiere. L’IA, con il suo potenziale analitico e predittivo, e l’HTA, con il suo ruolo di valutazione critica delle tecnologie, possono trasformare la diagnosi e il trattamento dei disturbi mentali. L’IA può essere impiegata per analizzare grandi quantità di dati clinici e identificare pattern che predicano il rischio di disturbi mentali, ottimizzare l’efficacia dei trattamenti personalizzati o creare strumenti di supporto terapeutico virtuale. L’ambito del trauma vede nell’intelligenza artificiale uno strumento potenziale significativo: essa potrebbe rivelarsi utile nell’individuare tempestivamente individui esposti al rischio di PTSD, così come nel seguire attentamente le reazioni ai trattamenti terapeutici modificando gli approcci in maniera tempestiva. Le iniziative messe in atto dal Centro mirano alla realizzazione di reti capaci di integrare le competenze e incentivare una vera innovazione nel settore della ricerca clinica; esse rivestono un’importanza cruciale affinché tali tecnologie possano essere adottate con criteri etici ed ecosostenibili. Un chiaro esempio è fornito dalla valutazione HTA, un processo che garantisce non solo l’efficacia delle soluzioni basate su IA, ma anche requisiti cruciali come sicurezza, accessibilità economica e sostenibilità dei costi. È proprio questa attenzione ai dettagli a essere determinante per contrastare ulteriori forme d’ineguaglianza sociale: si evita così il rischio che i vantaggi derivanti dall’IA restino appannaggio esclusivo di una ristretta élite. La dedizione alla diffusione dell’intelligenza artificiale nel campo sanitario da parte di Palombo – insieme alla partecipazione attiva nei forum tecnico-internazionali – sottolinea una volontà dichiarata: quella di incorporare l’Italia tra i leader mondiali riguardo a regolamentazioni e impieghi responsabili delle suddette innovazioni tecnologiche.
Le neuroscienze ci consentono di afferrare i meccanismi biologici che sottendono al trauma e alle problematiche riguardanti la salute mentale; d’altra parte, il concetto di salute globale evidenzia gli aspetti sociali e ambientali in grado di modellare il nostro benessere psicologico mentre diffondono esperienze traumatiche tra diversi gruppi sociali. Grazie all’applicazione dell’intelligenza artificiale unitamente a metodologie come l’HTA, si rendono disponibili strumenti indispensabili per effettuare diagnosi accurate, trattamenti efficaci e un monitoraggio estensivo delle suddette condizioni in modo da promuovere sostenibilità ed equità. Adottando questo approccio integrato non si tratta semplicemente di abbracciare una visione futuristica; rappresenta piuttosto un’esigenza urgente nel tentativo di navigare nelle intricate sfide connesse alla salute mentale, specialmente in un contesto in cui emerge con crescente preoccupazione la vulnerabilità psicologica collettiva. La domanda pressante per soluzioni concrete ed inventive è ora più cruciale che mai. In questo scenario, l’ISS, attraverso tali investiture strategiche, suscita fiducia nel delineamento di un sistema sanitario caratterizzato da resilienza avanzata, giustizia sociale e capacità innovativa.
Le sfide emergenti per la salute mentale: un approccio integrato fra biologia, società e tecnologia
Le nuove difficoltà nella sfera della salute mentale: una strategia olistica che unisce biologia, contesto sociale e innovazione tecnologica
In un panorama globale sempre più interconnesso e, per certi versi, imprevedibile, la salute mentale emerge come una delle sfide cruciali del nostro tempo. Le recenti riorganizzazioni all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) non solo rispondono a questa urgenza, ma propongono un modello ambizioso di come l’intelligenza artificiale (IA) e le nuove tecnologie possano essere impiegate per potenziare la diagnosi, il trattamento dei disturbi mentali e, in particolare, la gestione del trauma. Questa riorganizzazione strategica dimostra una visione lungimirante che integra la comprensione profonda dei meccanismi biologici con una sensibilità acuta per le dinamiche socio-globali e l’innovazione tecnologica.
La presidenza di Daniela Merlo al Dipartimento di Neuroscienze è un tassello fondamentale in questa visione. La sua lunga esperienza, che include il lavoro presso il Medical Research Council di Cambridge e la direzione di unità specializzate in Neurobiologia Molecolare e ricerca sulle Demenze all’ISS dal 2003, la posiziona idealmente per guidare queste sfide intricate. I suoi studi sulla plasticità sinaptica, sui deficit cognitivi associati a malattie neurodegenerative e sulla ricerca di biomarcatori molecolari offrono una base solida per comprendere le alterazioni cerebrali che possono sottostare a diverse condizioni di salute mentale, inclusi i traumi. La sua insistenza sulla creazione di “sistemi a rete” e sulla promozione dell’innovazione nella ricerca clinica è un invito a superare i compartimenti stagni tra le discipline. Questo approccio è particolarmente rilevante per la psicologia cognitiva e comportamentale, poiché permette di indagare come gli eventi traumatici possano modificare le strutture e le funzioni cerebrali, influenzando la memoria, l’apprendimento e la regolazione emotiva. L’obiettivo ultimo è offrire una “speranza ai pazienti” attraverso terapie più mirate e personalizzate, basate su una comprensione più approfondita delle basi neurobiologiche delle loro condizioni.
Parallelamente, la leadership di Raffaella Bucciardini al Centro nazionale per la Salute Globale sottolinea come la salute mentale non possa essere scissa dal contesto socio-economico e politico. La sua pluriennale esperienza nell’ISS, maturata in più di 30 anni di attività, e il suo focus sull’equità e sull’integrazione della salute in tutte le politiche pubbliche, riflettono una consapevolezza chiave: le disuguaglianze sociali, l’accesso limitato alle risorse e le crisi globali sono potenti determinanti di disagio psicologico e traumi collettivi. Tra le sue priorità vi è la riduzione delle disuguaglianze e l’integrazione della salute in ogni aspetto della politica, con l’obiettivo di “costruire società più giuste, inclusive e resilienti”. Questa visione progressista è di cruciale importanza per la prevenzione dei traumi a livello di comunità e per la promozione del benessere mentale su scala globale. Attraverso una sinergia scientifica su scala globale e l’inclusione attiva all’interno di eventi come il World One Health Congress 2024, il Centro ha intrapreso l’ambizioso progetto di osservare le evoluzioni delle dinamiche sanitarie mondiali con lo scopo preciso di influenzare positivamente i processi politici affinché si riconosca inequivocabilmente che la salute mentale rappresenta un diritto universale fondamentale. Tale prospettiva integrativa è cruciale nel tentativo di risolvere alla radice diversi problemi psicologici attraverso la creazione di interventi socialmente proattivi ed emotivamente sicuri.
In aggiunta a ciò, nasce ufficialmente il nuovo CENTRO NAZIONALE INTELLIGENZA ARTIFICIALE, HTA E TECNO ASSISTENZA. Sotto l’egida esperta dell’ingegnere elettronico Alessandro Palombo – titolare anche di un dottorato in Bioingegneria – questo nuovo capitolo promette sviluppi stimolanti nel settore. Le capacità acquisite da Palombo nella sfera della tecnologia sanitaria e nella formulazione di approcci strategici all’applicazione dell’intelligenza artificiale negli ambiti clinici ne fanno sicuramente una figura privilegiata per pilotare tale transizione innovativa. L’intelligenza artificiale dispone oggi degli strumenti più avanzati mai usati ai fini della diagnosi tempestiva, della personalizzazione delle terapie stesse nonché del tracciamento effettivo dei percorsi terapeutici destinati ai disturbi mentali. Si pensi, ad esempio, all’utilizzo di algoritmi per analizzare pattern vocali o espressioni facciali al fine di individuare segnali precoci di depressione o ansia. Oppure all’impiego di chatbot terapeutici per fornire supporto psicologico a distanza, specialmente in contesti dove l’accesso a professionisti è limitato. Nel campo del trauma, l’IA potrebbe aiutare a identificare gli individui a maggior rischio di sviluppare PTSD e a proporre interventi preventivi personalizzati. Tuttavia, l’innovazione tecnologica deve essere affiancata da una valutazione rigorosa attraverso l’HTA (Health Technology Assessment), che Palombo integra nel suo centro. L’HTA garantisce che l’adozione delle nuove tecnologie sia etica, sicura, efficace e sostenibile, evitando il rischio di creare ulteriori disuguaglianze o di introdurre soluzioni inefficaci o dannose. L’obiettivo è chiaro: “migliorare l’efficacia e l’efficienza dei percorsi assistenziali” con particolare attenzione ai pazienti affetti da patologie complesse, sostenendo la creazione di “sistemi a rete” che integrino le diverse competenze scientifiche.

L’insieme di queste direzioni strategiche configura un ISS all’avanguardia, capace di affrontare la complessità della salute mentale contemporanea con un approccio davvero integrato. Dalla comprensione dei circuiti neuronali alle implicazioni sociali e globali dei traumi, fino all’impiego etico e sostenibile delle tecnologie più avanzate, l’obiettivo è costruire un futuro in cui la salute mentale sia una priorità condivisa e le risposte siano innovative, inclusive e basate su una solida evidenza scientifica. Queste nomine non sono solo un cambio di guardia, ma un simbolo di un impegno più profondo verso un futuro in cui la scienza e l’innovazione lavorano insieme per il benessere universale.
Verso una sanità più umana e tecnologicamente avanzata: riflessioni sul benessere mentale
C’è qualcosa di profondamente umano e, al tempo stesso, visionario, in questo disegno che l’ISS sta tracciando. Mentre i nostri cervelli, un tempo considerati isole inaccessibili, vengono svelati dalle neuroscienze in una rete di infinite connessioni e plasticità, scopriamo che anche la nostra psiche è un paesaggio in costante mutamento, modellato non solo dalla biologia, ma anche dal vento delle esperienze e dal suolo in cui affondiamo le nostre radici sociali ed emotive. È come se Calvino avesse voluto descrivere un “cervello invisibile” che, pur non potendolo toccare, si manifesta in ogni nostra emozione, pensiero, ricordo.
- IA: Intelligenza Artificiale, ramo della informatica che si occupa di creare sistemi capaci di svolgere attività normalmente considerate intellettuali, come il riconoscimento del linguaggio o la diagnosi medica.
- HTA: Health Technology Assessment, valutazione delle tecnologie sanitarie per determinare la loro efficacia, sicurezza ed economicità nell’uso.
- PTSD: Disturbo Post-Traumatico da Stress, condizione psicologica provocata da eventi traumatici che provoca ansia e flashback.
Una nozione base della psicologia cognitiva ci insegna che il modo in cui interpretiamo e diamo significato agli eventi può plasmare profondamente la nostra esperienza emotiva e, di conseguenza, la nostra salute mentale. Un trauma, ad esempio, non è solo un evento oggettivo, ma l’impatto soggettivo di quell’evento sul nostro sistema di credenze, sulle nostre aspettative e sulla nostra capacità di affrontare le sfide. Il cervello, nel tentativo di proteggerci, può adottare strategie cognitive disfunzionali, come la generalizzazione eccessiva del pericolo o la ruminazione. Qui interviene il collegamento con la sanità, e in particolare con la medicina correlata alla salute mentale: le nuove scoperte neuroscientifiche ci permettono di comprendere come questi processi cognitivi siano letteralmente “impressi” nella plasticità sinaptica, offrendo un ponte tra mente e materia. Proseguendo nella nostra analisi sulla psicologia comportamentale avanzata – in particolare quelle branche che esaminano i modelli d’attaccamento e le esperienze relazionali precoci – emerge chiaramente quanto possa essere devastante l’impatto del trauma. Questo effetto non riguarda solamente gli individui isolati; esso si estende anche alle collettività intere, creando disuguaglianze significative che il Centro per la Salute Globale mira a mitigare. Immaginiamo i circuiti neurali generati dall’interazione tra relazioni stabili e instabili: esperienze traumatiche durature possono compromettere profondamente la gestione dello stress. Ciò porta a una sensibilità aumentata del sistema nervoso oppure a uno stato dissociativo. In questo contesto risulta fondamentale considerare l’intelligenza artificiale non semplicemente come un metodo diagnostico, ma piuttosto come un prezioso strumento strategico capace d’intervenire su tali questioni intricate; essa potrebbe fornire soluzioni personalizzate volte all’acquisizione delle competenze necessarie alla regolazione emotiva oppure impiegare terapie basate sulla realtà virtuale finalizzate alla rielaborazione delle memorie traumatiche all’interno di ambienti sicuri e gestibili. Ma l’IA è un bisturi delicato, che richiede una mano esperta e una coscienza etica, e proprio qui l’HTA diventa il guardiano che assicura che il progresso sia non solo possibile, ma anche giusto e sostenibile.

In questo scenario, la riflessione personale non può che toccare la nostra responsabilità collettiva. Se il nostro cervello è plastico, se la nostra salute mentale è interconnessa con il mondo che ci circonda, allora ogni scelta politica, ogni innovazione tecnologica, ogni scoperta scientifica influisce non solo su pochi individui, ma sul tessuto stesso della nostra società. Stiamo imparando a navigare in un mondo in cui il benessere non è più una questione privata, ma un diritto intrinsecamente legato alla giustizia sociale e all’accesso all’innovazione. La dottoressa Merlo esprime una visione della speranza che trascende l’ottica delle semplici innovazioni terapeutiche; essa riguarda soprattutto la creazione di un contesto culturale in cui la fragilità umana venga accolta senza stigma. In questo senso è fondamentale adottare strategie sia sostenitive sia curative caratterizzate da rigore scientifico unite a una profonda compassione umana. La sua posizione invita a superare divisioni settoriali per costruire relazioni sinergiche tra discipline diverse e individui diversi; così facendo si potrà dare vita a un modello sanitario capace non solo di integrare il progresso tecnologico ma anche di avere sempre al centro il pulso vitale dell’essere umano.