Salute mentale giovanile: cosa sta alimentando l’aumento dei suicidi?

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  • Il suicidio è la prima causa di decesso tra i giovani europei (15-29 anni).
  • L'autolesionismo colpisce circa 1 adolescente su 5 in Europa.
  • Disturbi neuropsichici colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi in Italia.

L’Emergenza Silenziosa: Aumento dei Comportamenti Autolesivi e Suicidari tra i Giovani

La salute mentale dei giovani è un tema sempre più urgente e preoccupante. In occasione della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio 2025, i neuropsichiatri lanciano un allarme: i comportamenti autolesivi e suicidari sono in preoccupante aumento tra gli adolescenti. Tra i giovani europei di età compresa tra i 15 e i 29 anni, il suicidio emerge come la principale causa di decesso, mentre nel contesto italiano si classifica come la seconda, subito dopo gli incidenti stradali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ogni anno, a livello globale, oltre 700.000 persone si tolgano la vita, con un tentativo ogni 20 atti conclusivi. In Europa, si contano più di 150.000 suicidi annuali, circa 400 al giorno, di cui 4.000 solo in Italia.

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Campanelli d’Allarme e Fattori di Rischio

È fondamentale riconoscere i segnali di allarme. I comportamenti autolesivi, come tagli, bruciature ed escoriazioni, sono un campanello d’allarme da non sottovalutare, soprattutto se gravi, ripetuti e prolungati nel tempo. Questi atti sono spesso associati a disturbi dell’umore, in particolare la depressione, condizioni psichiatriche che aumentano il rischio di ideazioni e tentativi di suicidio. L’autolesionismo colpisce circa 1 adolescente su 5 in Europa, ed è una delle cause più frequenti di accesso ai servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) in urgenza.

Un concetto importante da distinguere è quello di parasuicidalità, ovvero comportamenti autolesivi intenzionali senza una reale volontà di morire, dove l’esito letale è accidentale. Tuttavia, c’è una forte associazione tra l’autolesionismo non letale e le intenzioni suicide: chi si procura ferite volontariamente senza l’intenzione di morire ha una probabilità quadrupla di tentare il suicidio nel corso della vita.

L’Impatto della Pandemia e l’Importanza della Prevenzione

La pandemia da COVID-19 ha esacerbato un trend già in crescita, privando i giovani di fattori protettivi come il supporto della comunità e le relazioni sociali. Studi recenti evidenziano una correlazione tra suicidalità e bullismo/cyberbullismo, soprattutto per le categorie più a rischio di discriminazione. In Italia, i disturbi neuropsichici dell’età evolutiva colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi tra 0 e 17 anni, con un raddoppio dei casi seguiti dai servizi di NPIA in meno di dieci anni.

L’impulsività è un fattore chiave nel comportamento suicidario adolescenziale, legata allo sviluppo asincrono del cervello. Il sistema limbico, che elabora le emozioni, matura più velocemente delle regioni prefrontali, responsabili del controllo cognitivo. Questa disuguaglianza evolutiva ostacola la capacità di valutare le ripercussioni a lungo termine e accresce la tendenza a comportamenti impulsivi.

È innegabile che un rischio più elevato di condotte suicidarie sia associato a diverse condizioni psichiatriche, che spaziano dalla depressione ai disturbi bipolari, passando per i disturbi di personalità (in particolare borderline e narcisistico), il disturbo d’ansia generalizzata e gli attacchi di panico.

Strategie di Intervento e Prospettive Future

La prevenzione del suicidio è un obiettivo prioritario per l’OMS e richiede interventi scientificamente fondati a diversi livelli: individuo, famiglia, comunità, scuola, società e politiche nazionali. È fondamentale investire nei servizi territoriali e ospedalieri di NPIA, spesso sottodimensionati, per intercettare precocemente situazioni di sofferenza e creare una cultura del dialogo, dell’ascolto e della vicinanza.
Negli ultimi anni, si è assistito a un’anticipazione dei comportamenti autolesivi e dei pensieri negativi anche in preadolescenza. È necessario sviluppare proposte terapeutiche che promuovano la tolleranza emotiva, l’auto-efficacia personale e le competenze relazionali. Contribuire a forgiare un senso di appartenenza alla vita per i giovani significa offrire un sostegno concreto alle famiglie, valorizzare il ruolo dell’istruzione e promuovere iniziative di supporto anche nell’ambito digitale.

Un Futuro di Speranza: Costruire Resilienza e Connessione

La situazione attuale è allarmante, ma non priva di speranza. La prevenzione è possibile e necessaria. Dietro ogni giovane che sente di non avere alternative, si cela un quesito irrisolto, un’esigenza profonda di essere notato e ascoltato. Rispondere a quel quesito è la nostra responsabilità più grande.
La psicologia cognitiva ci insegna che i pensieri negativi e distorti possono alimentare sentimenti di disperazione e hopelessness, aumentando il rischio di comportamenti autolesivi e suicidari. Una nozione avanzata ci suggerisce che la ristrutturazione cognitiva, una tecnica terapeutica che mira a identificare e modificare questi schemi di pensiero negativi, può essere uno strumento efficace per aiutare i giovani a sviluppare una visione più realistica e positiva del futuro.

Riflettiamo su come possiamo, come individui e come società, creare un ambiente più accogliente e supportivo per i nostri giovani. Come possiamo promuovere la salute mentale, combattere lo stigma e offrire risorse accessibili a chi ne ha bisogno? Solo attraverso un impegno collettivo possiamo invertire questa tendenza preoccupante e costruire un futuro di speranza e resilienza per le nuove generazioni.


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