Suicidi giovanili: cosa si cela dietro l’aumento del 75%?

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  • Aumento del 75% dei tentativi di suicidio tra i giovani post-pandemia.
  • Il 60% dei casi di autolesionismo aumenta dopo la pandemia.
  • 46.000 adolescenti muoiono ogni anno per suicidio nel mondo.
  • Nel 2023, +37% di contatti a Telefono Amico.
  • Il 14.9% degli adolescenti USA ha subito cyberbullismo.

Il crescente allarme dei suicidi giovanili: una crisi silenziosa che richiede attenzione

La problematica dei suicidi e dell’autolesionismo tra i giovani si sta affermando come una vera e propria crisi silente, destando preoccupazione a livello nazionale e internazionale. Recenti dati evidenziano un aumento significativo dei casi, con particolare incidenza nella fascia adolescenziale, e un incremento del 75% dei tentativi di suicidio tra i giovani dall’inizio della pandemia. Questo fenomeno, lungi dall’essere circoscritto, si estende a tutte le fasce d’età, ma l’impatto sugli adolescenti è particolarmente allarmante.

Tra le cause profonde di questa escalation vengono citati modelli familiari disfunzionali, una marcata vulnerabilità emotiva e uno stile cognitivo deviato, fattori che contribuiscono a creare un ambiente psicologico fragile e predisponente a pensieri auto distruttivi. La crescente diffusione degli smartphone, con il conseguente rischio di cyberbullismo e isolamento sociale, è anch’essa oggetto di attenzione, indicata come un potenziale aggravante della situazione. A proposito di ciò, emerge un preoccupante aumento del 60% nei casi di autolesionismo in seguito alla pandemia. Sorprendentemente, tali eventi hanno cominciato a manifestarsi già durante il periodo della scuola primaria. Questo fenomeno è attribuibile all’eccessiva esposizione ai dispositivi digitali e al loro impatto negativo sulle interazioni sociali.[La Stampa].

La Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, celebrata il 10 settembre di ogni anno, assume quindi un ruolo cruciale, focalizzandosi nel triennio 2024-2026 sul tema “Cambiare la narrazione sul suicidio”. L’obiettivo primario di questa iniziativa, promossa dall’International Association for Suicide Prevention (IASP) e co-sponsorizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è accrescere la consapevolezza collettiva sulla prevenibilità del suicidio, abbattendo il muro di silenzio e stigma che spesso circonda questo tragico fenomeno. L’OMS, infatti, segnala che il suicidio si colloca tra le prime 20 principali cause di morte a livello globale per tutte le età, e rappresenta addirittura la terza causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni. A questo riguardo, si stima che quasi 46.000 adolescenti muoiano ogni anno a causa del suicidio nel mondo, rendendo queste informazioni non solo statistiche, ma una vera emergenza sociale.[Openpolis]. Questi numeri <a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://www.prevenireilsuicidio.it/ricerche/gruppo-di-ricerca“>sottolineano l’urgenza di strategie preventive mirate e di un sostegno costante alle persone a rischio, al fine di elevare le soglie di protezione e prevenzione.

Anno Suicidi (Italia) Aumento percentuale
2020 3748
2021 3870 +16%
2022 Promemoria
2023 7000+ (richieste di aiuto) +24%

Riconoscere i segnali di allarme: una guida per la prevenzione

La comprensione e il riconoscimento dei segnali d’allarme rappresentano un pilastro fondamentale nella prevenzione del suicidio. Troppo spesso, infatti, si crede erroneamente che chi manifesta intenzioni suicide non le metta mai in atto, o che l’atto sia sempre improvviso e imprevedibile. Tali falsi miti non solo isolano chi soffre, ma ostacolano anche un intervento tempestivo. Al contrario, la maggior parte delle persone che arriverà a un gesto estremo ha manifestato in qualche modo la propria sofferenza, spesso attraverso segnali psicologici e comportamentali ben definiti. Non si tratta solo di espressioni dirette di intento suicida, ma di un complesso di manifestazioni che, se attentamente osservate, possono indicare un profondo disagio.

Tra i segnali psicologici più rilevanti spiccano un umore persistentemente basso, caratterizzato da tristezza profonda, disperazione e anedonia, ovvero la perdita di interesse per attività che prima erano fonte di piacere. A questo si aggiungono pensieri pessimistici sul futuro, una marcata sensazione di perdita di speranza e sentimenti di colpa o inutilità. La persona può esprimere rassegnazione, la percezione di una perdita di significato o scopo personale, e manifestare un generale senso di disperazione che permea ogni aspetto della sua esistenza. È cruciale non minimizzare queste espressioni, considerandole semplici lamentele passeggere.

A questi segnali psicologici si affiancano cambiamenti comportamentali significativi. L’isolamento sociale è uno dei più evidenti: la persona inizia ad evitare amici e attività sociali, perdendo interesse per le cose che prima la appassionavano. Si può osservare un cambiamento nella personalità, che può divenire più irritabile, ritirata o insolitamente calma dopo un periodo di agitazione. Altri comportamenti includono il “sistemare le proprie facende”, che può manifestarsi nel fare testamento, regalare oggetti di valore o chiudere questioni personali in sospeso, come se si stesse preparando a un addio. L’aumento di comportamenti autodistruttivi, come l’uso smodato di alcol o droghe, la guida spericolata o il sesso non sicuro, sono anch’essi campanelli d’allarme, così come l’autolesionismo non fatale. In contesti specifici, come quelli scolastici, segnali di allarme possono essere insuccessi accademici improvvisi e il bullismo o cyberbullismo.

Il dialogo, condotto con sensibilità e chiarezza, è fondamentale: chiedere direttamente, seppur con delicatezza, “Hai mai pensato di farti del male?” o “Hai pensieri legati al suicidio?” non aumenta il rischio, ma apre un canale di ascolto cruciale, mostrando disponibilità e comprensione. Questa apertura può offrire un prezioso spazio per chi soffre, abbassando il livello di angoscia e facilitando la ricerca di aiuto professionale.

Nel 2023, la presidente nazionale di Telefono Amico, Monica Petra, ha dichiarato che nei primi sei mesi sono stati oltre 3700 i contatti, segnando un +37% rispetto all’anno precedente, con una particolare incidenza delle richieste provenienti da giovani sotto i 26 anni, evidenziando un forte bisogno di dialogo e supporto per i giovani.[Telefono Amico].

Strategie di intervento e supporto alla comunità

L’intervento tempestivo e coordinato rappresenta un elemento cruciale nella gestione del rischio suicidario, coinvolgendo sia le reti di supporto informali che i professionisti della salute mentale. Le strategie di intervento devono essere multidimensionali, mirando a identificare precocemente gli individui a rischio, a fornire loro il supporto necessario e a implementare misure post-intervento per prevenire recidive e affrontare il trauma nella comunità.

Il professor Maurizio Pompili, psichiatra presso la Sapienza di Roma, sottolinea l’essenzialità di un metodo di intervento composito e articolato su più livelli nella lotta alla prevenzione del suicidio. A livello individuale, quando si sospetta che qualcuno possa nutrire pensieri suicidi, è imperativo non minimizzare la situazione. Il passo successivo e fondamentale è cercare aiuto professionale da uno psichiatra o uno psicoterapeuta, che possiedono le competenze per valutare il rischio reale.

Strategie efficaci identificate dalla OMS:
  • Individuazione dei soggetti a rischio
  • Restrizione all’accesso ai metodi letali
  • Formazione degli operatori sanitari e scolastici
  • Informazione e sensibilizzazione della popolazione

Un’adeguata valutazione consente di stabilire un piano di trattamento personalizzato, che può includere terapia farmacologica, psicoterapia (come la terapia cognitivo-comportamentale o la terapia dialettico-comportamentale) e programmi di supporto. Nel contesto della comunità, è evidente che le strategie per affrontare tali questioni devono essere diversificate e comprese in una molteplicità d’interventi. A titolo esemplificativo, all’interno delle istituzioni educative risulta cruciale implementare iniziative formative destinate a docenti ed educatori. Questi percorsi dovrebbero guidarli nel riconoscimento degli studenti più vulnerabili e fornire loro competenze adeguate per una comunicazione costruttiva con questi giovani. Inoltre, tali iniziative non possono trascurare l’importanza delle misure post-evento, da adottarsi dopo episodi critici quali tentativi o attuazioni del gesto estremo; esse mirano a dare supporto alla collettività scolastica nel suo insieme e nell’ottica della prevenzione rispetto al rischio di comportamenti imitativi.

Il legame tra cyberbullismo e suicidio: l’impatto della tecnologia

Il diffuso utilizzo di smartphone e piattaforme social ha portato a un aumento delle esposizioni per i più giovani a manifestazioni di violenza virtuale, in particolare al fenomeno del cyberbullismo. Come evidenziato da una ricerca recente, si stima che ben il 14.9% degli adolescenti negli Stati Uniti abbia subito atti di cyberbullismo; ciò pone in luce un legame statisticamente rilevante tra i tentativi suicidari e le esperienze avute nel contesto del bullismo online.[CNR]. Un dato allarmante emerge in Italia: uno su cinque giovani ha dichiarato di essere stato oggetto di molestie online.

Pertanto, la lotta contro il bullismo rappresenta un aspetto essenziale anche nella prevenzione del suicidio. Attività educative progettate ad hoc per favorire un ambiente scolastico positivo e incoraggiare il valore dell’aumento della tolleranza, così come quello del sano rispetto reciproco, si dimostrano cruciali nel mitigare i livelli di ansia e ivi inclusa la depressione tra gli alunni. Questi ultimi costituiscono elementi determinanti nei casi di ideazione suicidaria.

Costruire un futuro di speranza: un approccio integrato alla salute mentale

In un’epoca in cui la complessità della vita moderna, amplificata da fattori come la pandemia e l’onnipresenza digitale, mette a dura prova la salute mentale, emerge con forza la necessità di adottare un approccio integrato e olistico per affrontare il fenomeno del suicidio. È fondamentale sviluppare una cultura della comunicazione aperta riguardante la salute mentale, dove il supporto comunitario gioca un ruolo chiave.

Glossario:
  • Cyberbullismo: Forma di bullismo avvenuta tramite internet e smartphone.
  • Telefoni di ascolto: Servizi che forniscono supporto aiuto psicologico anonimo al telefono.
  • Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT): Metodo psicoterapeutico per trattare il disordine borderline e le ideazioni suicidarie.

Solo così potremo costruire una società che non solo previene le tragedie, ma promuove attivamente il benessere e la resilienza di ogni individuo.

Riflessione finale: Ogni gesto di ascolto, ogni parola di comprensione, può essere una luce nel buio che avvolge chi sta attraversando un momento difficile. È tempo di agire e di rompere il silenzio.

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