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Etna: pericolo e psiche, ecco l’analisi dell’incidente alla “Grotta dei Pastori Erranti”

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  • Il 7 settembre 2025 una ragazza è caduta per 4 metri in una grotta.
  • Nel 2016 un ciclista è deceduto in una grotta dell'Etna.
  • L'accesso alle zone sommitali dell'Etna è vietato per l'aumento del rischio vulcanico.

Un recente episodio sull’Etna ha riacceso i riflettori sui rischi intrinseci dell’esplorazione di ambienti naturali complessi, in particolare le grotte laviche del vulcano. Nella giornata del 7 settembre 2025, intorno alle 11:30, il Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano (CNSAS) è stato allertato per un incidente avvenuto nell’area di Case del Vescovo, sul versante sud dell’Etna. Una ragazza, impegnata in un’escursione, è precipitata per circa quattro metri all’interno di una grotta lavica a sviluppo verticale, riportando traumi e lesioni significative. L’intervento, condotto in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha permesso di raggiungere la giovane nella “grotta dei pastori erranti” e di trasferirla con eliambulanza al Rifugio Sapienza. Sorprendentemente, anche il suo cane, caduto con lei, è stato recuperato illeso. Questo evento, sebbene fortunatamente senza esiti fatali per la ragazza, solleva interrogativi profondi sui fattori psicologici e comportamentali che spingono gli individui a intraprendere attività rischiose in contesti di alta imprevedibilità come l’Etna e le sue formazioni geologiche.

La ricerca di sensazioni: Il fascino del pericolo nelle grotte laviche dell’Etna

L’Etna, con il suo paesaggio lunare e le sue numerose grotte laviche, offre un terreno fertile per la speleologia vulcanica, una disciplina che affascina molti. Tuttavia, l’esplorazione di questi ambienti ipogei, pur essendo un’opportunità unica per comprendere i processi geologici, non è priva di rischi. La psicologia ha da tempo studiato il fenomeno della ricerca di sensazioni, o sensation seeking, un tratto di personalità caratterizzato dal bisogno di esperienze nuove, varie e complesse, spesso accompagnato dalla disponibilità ad affrontare rischi fisici e sociali. Già nel 1971, Zuckerman teorizzò che le differenze individuali nella tolleranza alla deprivazione sensoriale fossero legate a questa disposizione primaria.

Statistiche recenti sugli incidenti:
Nel 2016, un ciclista di 64 anni è deceduto dopo essere caduto in una grotta, mentre nel 2024, un turista americano ha perso la vita durante un’escursione a causa di un malore, evidenziando i rischi associati alla variazione di altitudine e temperatura. [Euronews]

Gli individui con un alto livello di sensation seeking tendono a cercare attivamente stimoli intensi, come l’arrampicata su roccia, il paracadutismo, lo sci estremo o, appunto, l’esplorazione di grotte vulcaniche. Tali comportamenti non possono essere considerati esclusivamente irrazionali; anzi rappresentano frequentemente un intenso desiderio di provare esperienze al confine tra vita e morte. Qui il risultato dipende ampiamente dalle abilità personali e dall’attitudine a gestire circostanze critiche. Gli sport ad alto rischio trascendono l’idea stessa della mera sfida alla morte: si configurano piuttosto come contesti nei quali avviene una sperimentazione del successo nelle situazioni d’emergenza, le cui ripercussioni degli errori hanno esiti ben più gravi della semplice simbologia. Ciò produce una sensazione marcata di realizzazione.

Inoltre è significativo osservare come gli studi abbiano evidenziato quattro aspetti fondamentali dell’sensation seeking: l’amore per il brivido e l’avventura (thrill and adventure seeking), l’esplorazione delle proprie esperienze quotidiane (experience seeking), lo stato di disinibizione (dissimulation) ed infine la propensione alla noia (o vulnerabilità ad essa) (boredom susceptibility). L’accaduto nel corso dell’esplorazione della grotta lavica etnea si colloca quindi all’interno di questa complessa struttura psicologica; mette in evidenza infatti i motivi profondamente interiorizzati – o Motivazioni Intrinseche. È importante porre attenzione anche sul fattore cruciale dell’adeguatezza sia dal punto di vista mentale che pratico nel fronteggiare tali realtà estreme.

Abstract representation of a lava cave exploration, with geometric shapes and stylized figures illustrating the sense of risk and adventure in nature.

Cosa ne pensi?
  • Un articolo davvero interessante, mette in luce come la psicologia influenzi......
  • Trovo che l'articolo minimizzi troppo i rischi oggettivi dell'esplorazione......
  • E se invece vedessimo l'Etna come una metafora della nostra psiche? 🤔......

I bias cognitivi e la percezione del rischio: Una trappola della mente nell’esplorazione

L’esplorazione delle grotte laviche dell’Etna, sebbene affascinante, richiede una profonda consapevolezza dei rischi. Tuttavia, la mente umana è soggetta a “scorciatoie” mentali, note come euristiche, e a errori sistematici di giudizio, i cosiddetti bias cognitivi, che possono influenzare la percezione del pericolo. L’euristica della disponibilità, ad esempio, ci porta a giudicare la probabilità di un evento basandoci sulla facilità con cui ricordiamo episodi simili. Se non si hanno in mente incidenti recenti in quella specifica grotta, si potrebbe erroneamente percepire un rischio minore. Questo si collega al bias dell’ottimismo, dove gli individui tendono a sopravvalutare la probabilità di esiti positivi per sé stessi e a sottovalutare quella di eventi negativi, credendo di essere meno esposti al pericolo rispetto ad altri.

Nota Importante:
L’accesso alle zone di cima del versante nord dell’Etna è attualmente vietato a causa dell’aumento del rischio vulcanico. È imperativo adottare rigorose misure di sicurezza, oltre a essere essenziale aggiornarsi sulla situazione attuale prima di concepire un’escursione. [Ordinanza Castiglione di Sicilia]

Gli esploratori, soprattutto quando spinti da un elevato sensation seeking, potrebbero cadere in questa trappola, affrontando situazioni complesse con una percezione del rischio distorta. Un altro elemento significativo da considerare è il controllo, il quale induce alla convinzione errata di esercitare un dominio superiore sugli eventi rispetto a ciò che realmente ci si possa attendere. Questo fenomeno risulta particolarmente critico in ambiti quali le grotte laviche, dove elementi geologici e atmosferici tendono ad essere aleatori; l’eccessiva fiducia nella propria capacità decisionale può portare a esiti catastrofici. La salvaguardia durante l’esplorazione va oltre l’acquisizione dell’attrezzatura adeguata o della condizione fisica ottimale: appare imprescindibile cogliere la necessità di affrontare questi schemi mentali distorsivi. Rendersi conto dell’importanza delle guide qualificate – dotate non solo di una notevole esperienza ma anche di una profonda conoscenza locale – rappresenta un metodo valido per arginare tali bias cognitivo-comportamentali; queste figure forniscono infatti stime sui rischi molto più equilibrate grazie al loro bagaglio informativo esteso legato alle varie circostanze avvenute nel tempo. È soltanto attraverso l’implementazione di un ethos riguardante la sicurezza all’interno delle pratiche esplorative, il quale abbracci anche una rinnovata comprensione dei bias mentali, che sarà possibile auspicarci diminuzioni nei tassi d’incidente in scenari esplorativi con alto grado d’imprevedibilità.

Sicurezza e prevenzione nei percorsi ipogei etnei: Dalla formazione alla consapevolezza

Le grotte laviche dell’Etna, come la Grotta dei Tre Livelli, la Grotta del Gelo o la Grotta dei Ladroni, rappresentano un patrimonio naturale di inestimabile valore, ma la loro esplorazione richiede un approccio rigoroso alla sicurezza. La prima e più fondamentale misura di prevenzione è affidarsi a guide esperte e certificate. Queste figure professionali non solo possiedono le conoscenze geologiche e storiche per arricchire l’esperienza, ma sono soprattutto formate per valutare le condizioni dell’ambiente, individuare potenziali pericoli e gestire le emergenze.

Avviso di Sicurezza:
Durante le escursioni, è fondamentale considerare le condizioni meteorologiche e la temperatura. Recentemente, un turista american? è deceduto dopo essere stato colpito da un malore a causa dell’alta temperatura e dell’umidità estrema sul versante meridionale dell’Etna. [Euronews]

La comunicazione in ambienti ipogei, dove i segnali radio tradizionali possono non propagarsi, è un aspetto critico. Sistemi di trasmissione radio specifici per ambienti sotterranei diventano essenziali per il coordinamento delle squadre di soccorso e per garantire un flusso costante di informazioni. L’equipaggiamento personale è altrettanto cruciale: un casco con torcia frontale, scarpe da trekking resistenti e abbigliamento termico adeguato sono indispensabili per affrontare le basse temperature e i terreni accidentati. Molte delle grotte etnee presentano strutture complesse, con corridoi che si intersecano e livelli diversi, rendendo facile disorientarsi. Un esempio è la Grotta dei Tre Livelli, “realizzata” dall’eruzione del 1792 e riscoperta solo per caso.

Oltre a queste misure tecniche, è fondamentale promuovere una cultura della consapevolezza. Ciò implica educare gli esploratori sui pericoli specifici, spesso non evidenti, e stimolare una riflessione sui propri limiti e sulla percezione del rischio. L’esperienza dell’incidente di settembre 2025 sottolinea la necessità di non sottovalutare mai le insidie, anche in luoghi apparentemente sicuri o già frequentati. Il vulcano Etna, rinomato per la sua attività costante, è caratterizzato da una natura altamente variabile; di conseguenza, gli elementi che compongono l’ambiente circostante possono subire repentini cambiamenti, trasformando quello che appare come una via percorribile in una sfida potenzialmente rischiosa in breve tempo. È importante sottolineare che le guide montane sono adeguatamente formate per interrompere ogni escursione nel momento in cui si registrano variazioni nelle condizioni meteorologiche o ambientali. Essere consapevoli del contesto e giungere equipaggiati all’appuntamento con questa maestosa forza della natura rappresentano i fondamenti essenziali per intraprendere esplorazioni in modo responsabile e protetto; così facendo, il rischio insito viene canalizzato verso l’effettiva realizzazione di esperienze avventurose ben gestite.

Riflessioni sull’esplorazione e la mente umana: Oltre il brivido, verso la crescita

L’accaduto sull’Etna invita ad approfondire temi cruciali riguardanti non solo la safety fisica, ma anche i meccanismi complessi che influenzano il comportamento degli individui nelle situazioni potenzialmente pericolose. Secondo quanto evidenziato dalla psicologia moderna, perseguire esperienze fortemente emozionanti è un aspetto naturale del carattere umano; infatti,la deseanza delle emozioni forti può favorire innovazione e scoperte significative.

Tuttavia questo impulso può entrare in conflitto con gli aspetti concreti della realtà o con errori cognitivi come quello definito “bias ottimistico”, assieme all’“euristica disponibile”; tali dinamiche amplificano i rischi posti da queste esperienze estreme.

Nella nostra quotidianità è fondamentale essere consapevoli del fatto che il cervello cerca sempre più spesso vie semplicistiche per elaborare decisioni rapide, in cui tendiamo a ridurre le vere proporzioni dei pericoli attuali oppure sovrastimiamo l’efficacia delle nostre abilità. Ciò deve essere inteso non come fragilità umana, ma piuttosto espressione normale della funzione cognitiva elaborativa degli esseri umani.

La buona notizia è che, attraverso la consapevolezza e l’allenamento, possiamo imparare a riconoscere e a gestire questi bias. La formazione non dovrebbe limitarsi alle competenze tecniche, ma estendersi alla sfera psicologica, insegnando il debiasing e il reframing: ovvero come modificare la percezione di una situazione per affrontarla in modo più realistico e sicuro.

Glossario:
  • sensation seeking: un tratto di personalità che indica la ricerca di esperienze intense e nuove.
  • bias cognitivo: errori sistematici nel processo decisionale influenzati da credenze preesistenti o euristiche.
  • euristica della disponibilità: un meccanismo mentale che valuta la probabilità di eventi sulla base di episodi facilmente ricordati.

Pensiamo all’alpinista Reinhold Messner che interrompe l’impresa quando i fattori incontrollabili sono troppo elevati; egli non è spinto da un desiderio di morte, ma dalla ricerca di situazioni in cui la sua abilità sia determinante. A ben vedere, la ricerca in contesti estremi può rivelarsi un inestimabile strumento per la crescita individuale, a condizione che venga intrapresa con una dose adeguata di responsabilità e un’approfondita riflessione interiore. Essa ci invita a scoprire chi siamo veramente: i confini delle nostre capacità e le risorse straordinarie presenti dentro di noi. L’essenza dell’avventura non consiste soltanto nella conquista delle difficoltà esterne; è piuttosto nel processo di comprensione e sviluppo del nostro universo interiore. In tal modo si converte l’eccitazione legata al rischio in una traiettoria consapevole verso l’auto-miglioramento e una notevole resilienza. Le grotte laviche etnee possono quindi essere intese non semplicemente come passaggi rocceggianti bensì come vere proprie allegorie della complessità psicologica umana; esse rappresentano uno spazio in cui l’oscurità cela tanto insidie quanto illuminanti scoperte.


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