- Nel 2024, 173.364 incidenti con feriti in Italia.
- Fino al 45% dei sopravvissuti sviluppa PTSD entro sei settimane.
- Trauma psicologico richiede psicoterapia psicodinamica e psicoanalitica.
Giovani, Incidenti e Traumi Invisibili
Gli incidenti stradali rappresentano una piaga sociale, una ferita aperta nel tessuto della nostra quotidianità. Se da un lato l’attenzione si concentra, comprensibilmente, sui danni fisici, dall’altro si tende a sottovalutare le cicatrici invisibili che questi eventi lasciano nella psiche delle persone coinvolte, soprattutto tra i giovani. Anche un sinistro di modesta entità può scatenare un profondo disagio psicologico, manifestandosi con stati d’ansia, stress e crisi di panico. Comprendere l’importanza di affrontare queste sofferenze è essenziale per un pieno recupero, sia fisico che mentale.
Nel 2024, in Italia, si sono registrati ben *173.364 incidenti con feriti, causando 3.030 vittime e oltre 233.000 feriti. Numeri che ci pongono di fronte a una realtà allarmante, dove la strada si trasforma in un campo minato, soprattutto per gli adolescenti e i giovani adulti. Le cause? Eccesso di velocità, guida distratta (spesso a causa dell’uso del cellulare), mancato rispetto della precedenza o della distanza di sicurezza, e, purtroppo, l’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti.

## Il Brivido Antidepressivo: Una Sfida alla Morte Inconsapevole
Nei giovani, i comportamenti a rischio come la guida spericolata o l’uso di sostanze possono essere interpretati come una sorta di sfida alla morte, una ricerca di un “brivido antidepressivo” che momentaneamente allevia la sofferenza interiore. Non si tratta quasi mai di un desiderio consapevole di morire, ma di una negazione inconscia, di una mancanza di piena consapevolezza dell’ideazione suicidaria. Un’indagine pubblicata sul Journal of Affective Disorders nel 2025 ha evidenziato una relazione significativa tra l’ideazione suicidaria e le condotte di guida pericolose tra gli adolescenti, con un accresciuto rischio di gravi sinistri.
Le neuroscienze offrono un’interessante prospettiva: durante l’adolescenza, le regioni cerebrali responsabili del controllo degli impulsi si sviluppano con una minore rapidità rispetto a quelle coinvolte nella ricerca di forti sensazioni ed emozioni. Questo sbilanciamento aumenta la propensione a condotte spericolate e accresce il pericolo di incidenti.
## Le Ferite Invisibili: Il Trauma Psicologico Post-Incidente
Quando si parla di incidenti stradali, ci si concentra spesso sulle conseguenze fisiche, trascurando le ferite invisibili che possono essere altrettanto devastanti. Chi sopravvive a un sinistro può manifestare stati dissociativi come la depersonalizzazione (la percezione di essere scollegati dal proprio corpo) e la derealizzazione (la sensazione che l’ambiente circostante sia irreale). Questi stati possono rappresentare il preludio a disturbi più complessi, come il Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD).
Una ricerca apparsa sul Journal of Traumatic Stress nel 2025 ha dimostrato che fino al 45% dei sopravvissuti a incidenti stradali sviluppa un PTSD entro sei settimane, con sintomi che possono persistere anche per tre anni, spesso associati ad ansia e depressione. Anche chi assiste a un incidente senza esserne direttamente coinvolto può subire significative ripercussioni psicologiche, sviluppando il cosiddetto “trauma del testimone”.
## Oltre l’Asfalto: Un Approccio Olistico alla Sicurezza Stradale
Superare il trauma psicologico post-incidente richiede un approccio olistico, che tenga conto sia degli aspetti fisici che di quelli mentali. Per favorire la guarigione, è cruciale l’elaborazione del trauma attraverso un percorso psicoterapeutico psicodinamico e psicoanalitico. Ogni trauma fisico causa sempre un trauma psicologico, poiché ogni ferita nel corpo è anche una ferita nella mente.
Ogni lesione fisica ha inevitabilmente una componente psicologica, dal momento che ogni danno al corpo si riflette sulla sfera emotiva e mentale dell’individuo. L’esperienza traumatica corporea lascia sempre un segno nell’anima.*
La prevenzione degli incidenti stradali passa anche attraverso la consapevolezza dei fattori psicologici che possono contribuire a comportamenti a rischio. L’abuso di alcol, ad esempio, è spesso legato a depressione e ansia, diventando una forma di automedicazione che peggiora lo stato depressivo, creando un circolo vizioso.
È fondamentale promuovere una cultura della sicurezza stradale, che parta dall’educazione dei giovani e arrivi alla responsabilizzazione di tutti gli utenti della strada. Rispettare i limiti di velocità, non usare il cellulare alla guida, mantenere la distanza di sicurezza e non mettersi mai al volante dopo aver bevuto alcol o assunto sostanze sono regole semplici, ma che possono salvare vite.
## Ripartire dalla Consapevolezza: Un Nuovo Orizzonte per la Salute Mentale
Gli incidenti stradali non sono solo eventi traumatici isolati, ma veri e propri campanelli d’allarme che ci invitano a riflettere sul nostro rapporto con la strada, con la velocità e con la nostra stessa psiche. È necessario un cambio di paradigma, un passaggio da una cultura della velocità e dell’impulsività a una cultura della consapevolezza e della responsabilità. Solo così potremo ridurre il numero di incidenti e proteggere la salute mentale di chi li subisce.
Amici, riflettiamo un attimo. La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Se pensiamo che la strada sia un luogo per scaricare la nostra rabbia o per dimostrare la nostra “bravura”, allora saremo più propensi a comportamenti rischiosi. Invece, se pensiamo che la strada sia un luogo da condividere con gli altri, rispettando le regole e proteggendo la nostra vita e quella degli altri, allora saremo più responsabili.
Un concetto più avanzato, sempre nell’ambito della psicologia cognitiva, è quello di “distorsioni cognitive”. Queste sono modalità di pensiero irrazionali che ci portano a interpretare la realtà in modo distorto. Ad esempio, potremmo pensare “A me non succederà mai” oppure “Sono un bravo guidatore, posso permettermi di superare i limiti”. Riconoscere queste distorsioni cognitive è il primo passo per correggerle e adottare comportamenti più sicuri.
Vi invito a riflettere su quali sono i vostri pensieri e le vostre convinzioni sulla guida. Siete consapevoli dei rischi che correte? Siete disposti a cambiare le vostre abitudini per proteggere la vostra vita e quella degli altri? La strada è un bene comune, e la sicurezza stradale è una responsabilità di tutti.