- Il binge-watching rilascia dopamina, creando un circolo vizioso di ricerca del piacere.
- Uno studio sul “Journal of Behavioral Addictions” associa il binge-watching a ansia e depressione.
- Mediaset Infinity usa l'autoplay e suggerimenti personalizzati per aumentare il tempo di visione.
- 'Lost', serie tv di successo, ha compiuto 20 anni il 22 settembre 2024.
- Il binge-watching favorisce uno stile di vita sedentario, portando a sovrappeso e obesità.
Il fenomeno del binge-watching e il suo impatto neuroscientifico
La pratica del binge-watching – cioè il consumo continuativo ed intenso di episodi tra loro connessi appartenenti a serie televisive o programmi – ha rappresentato una sostanziale evoluzione nelle modalità attraverso le quali il pubblico fruisce dei contenuti mediali nel corso degli ultimi anni. La diffusione capillare delle piattaforme streaming come Mediaset Infinity, Netflix, Hulu e Amazon Prime ha facilitato l’immersione degli spettatori in narrazioni che scorrono senza interruzione per periodi prolungati. Questo tipo d’interazione con i media può apparire innocuo agli occhi della maggior parte delle persone; tuttavia cela meccanismi psico-neuroscientifici assai intricati che possono elevare tale comportamento a una forma tangibile di dipendenza.
Il cuore pulsante del suddetto fenomeno è rintracciabile nella dopamina, importante neurotrasmettitore strettamente legato alle esperienze piacevoli (pleasurable) nonché ai processi attinenti al sistema della ricompensa cerebrale. Immergersi profondamente all’interno di una narrazione intrigante porta alla liberazione significativa dell’ormone dopaminergico nel cervello dell’individuo coinvolto; ciò provoca intense sensazioni di appagamento immediate da esperire durante tali sessioni immerse nella storia raccontata. Questo meccanismo, del tutto simile a quello che si verifica con altre attività gratificanti come l’assunzione di cibo gustoso o l’interazione sociale, crea un circolo vizioso: la ricerca continua di quella sensazione di piacere spinge l’utente a premere ripetutamente il tasto “play” per il prossimo episodio. Studi recenti evidenziano come il rilascio di dopamina sia alla base del comportamento compulsivo tipico del binge-watching, rendendolo una forma di dipendenza.
Questa reazione neurochimica non è isolata o unica, ma si inserisce nel più ampio contesto delle dipendenze comportamentali, vicina a quelle legate ai videogiochi o ai social media. La gratificazione istantanea offerta dalla visione continua di contenuti audiovisivi si amplifica grazie alla facilità e immediatezza con cui le piattaforme di streaming rendono disponibili intere stagioni, incentivando l’assunzione massiva di episodi. La definizione di “binge-watching” problematico è stata oggetto di diverse ricerche. Sebbene non esista un consenso universale, molti studiosi definiscono il “binge-watching” come il consumo consecutivo di un determinato numero di episodi di una serie TV, con alcune ricerche che individuano una soglia minima di due o tre episodi consecutivi per distinguere il binge-watching dal binge-watching problematico, fino a cinque episodi consecutivi per quest’ultimo. Altri studi, come quello di Rubenking e Bracken del 2018, definiscono il binge-watching come la visione di tre o quattro episodi di una serie TV della durata di 30 minuti ciascuno, o anche di un’ora ad episodio. Non è solo il numero di episodi a essere rilevante, ma anche la durata complessiva trascorsa davanti allo schermo e la frequenza delle sessioni.
La tendenza a immergersi completamente in una singola serie o a mescolare diversi show in un’unica sessione, come discusso da altri ricercatori, contribuisce a delineare un quadro complesso del fenomeno. La comprensione di queste dinamiche è cruciale per distinguere una piacevole abitudine da un comportamento potenzialmente dannoso per la salute psico-fisica.
Conseguenze psicofisiche e relazionali della visione compulsiva
Il prolungato tuffo nei mondi narrativi tramite il binge-watching offre indubbiamente un rifugio gradevole dalle pressioni quotidiane mentre procura istanti di svago; tuttavia questa pratica porta con sé numerosi effetti indesiderati che superano la mera distrazione. Il confine labile tra indulgere moderatamente nella fruizione televisiva e manifestare comportamenti problematici diventa poco chiaro quando la fruizione compulsiva delle serie inizia a influenzare negativamente la salute mentale, fisica nonché le interazioni sociali del soggetto coinvolto. Una molteplicità di ricerche ha messo in luce preoccupanti legami fra l’eccesso del binge-watching e un deterioramento generale della condizione psicofisica degli individui.
Sul piano psichico, le abitudini dannose collegate alla visione ossessiva delle serie sono state associate a svariate forme di malessere psicologico. Esiste infatti una netta correlazione con l’ansia e la depressione, indicativa del fatto che sebbene inizialmente quello del binge-watching possa apparire come un metodo per fuggire o affrontare sentimenti avversativi – nel lungo periodo potrebbe aggravare ulteriormente tali condizioni. Questa relazione presenta dinamiche complesse ed è bidirezionale; proprio come nelle dipendenze da videogiochi o internet dove malesseri psichici possono indurre all’abuso tanto quanto viceversa esse rincarano lo stato d’animo negativo del soggetto stesso. Tratti come il nevroticismo e l’impulsività sono stati frequentemente associati al binge-watching eccessivo, riflettendo schemi osservati in altre forme di dipendenza comportamentale.
Il coinvolgimento dannoso, pur non essendo ancora patologico, può già indicare elevati livelli di impulsività e “sensation seeking” nei “binge watcher” più avidi.
Sul piano fisico, le conseguenze non sono meno preoccupanti. Il binge-watching prolungato promuove uno stile di vita sedentario, con implicazioni dirette sul sovrappeso e l’obesità. La trascuratezza dell’attività fisica è un rischio concreto per chi trascorre ore immobile davanti allo schermo. Un altro effetto deleterio e ampiamente documentato riguarda il sonno. Il binge-watching compromette gravemente la qualità e la regolarità del riposo, inducendo disturbi del sonno e alterazioni del ciclo sonno/veglia.
La sovra-stimolazione cerebrale, spesso accompagnata dall’esposizione alla luce blu degli schermi, sopprime la produzione di melatonina, l’ormone regolatore del sonno, portando a insonnia e stanchezza cronica.
La pratica di guardare la TV fino a tarda notte ruba ore preziose al riposo necessario per il recupero fisico e mentale.
Infine, il binge-watching può avere un impatto significativo sulla vita sociale e professionale dell’individuo. La tendenza a immergersi completamente nelle narrazioni televisive può portare alla trascuratezza delle responsabilità quotidiane, sia lavorative che scolastiche o domestiche. Le attività ricreative, gli hobby e persino le relazioni sociali possono essere messe in secondo piano, favorendo l’isolamento. Un soggetto coinvolto nella visione incessante di una serie televisiva potrebbe decidere di sacrificare interazioni sociali con conoscenti e familiari, trascurando responsabilità professionali o persino bisogni basilari. Ciò non solo influisce negativamente sul suo stato psicofisico nel lungo periodo, ma promuove anche una graduale disaffezione verso la realtà circostante. In questo modo, l’individuo rischia di rinchiudersi in un ciclo viziato di piacere momentaneo procurato dall’immagine elettronica che appare davanti ai suoi occhi.
Mediaset Infinity e il design dell’engagement
Le piattaforme di streaming come Mediaset Infinity giocano un ruolo cruciale nell’alimentare il fenomeno del binge-watching, non solo fornendo un accesso immediato a un vasto catalogo di contenuti, ma anche attraverso strategie di design e offerta che massimizzano l’engagement degli utenti. L’evoluzione di piattaforme come Infinity TV, che è diventata Mediaset Infinity nel maggio del 2021, con una formula “freemium” e contenuti “on demand”, ha ulteriormente facilitato la visione continua e l’abbuffata di episodi.
Mediaset Infinity, insieme ad altri giganti dello streaming, ha saputo cogliere e potenziare la tendenza al consumo seriale. Il modello di distribuzione dei contenuti, che prevede spesso il rilascio di intere stagioni in contemporanea o con una cadenza molto ravvicinata, è una delle leve principali che alimenta il binge-watching. L’utente non deve più attendere la settimana successiva per vedere il nuovo episodio, ma può proseguire la visione senza interruzioni. Questa immediatezza risponde a una ricerca di gratificazione istantanea da parte dello spettatore, che trova nella continuità narrativa una fonte ininterrotta di piacere e coinvolgimento.
Le piattaforme investono notevoli risorse per ottimizzare l’esperienza utente e incoraggiare tempi di visione prolungati. Algoritmi sofisticati analizzano le preferenze degli utenti e propongono suggerimenti personalizzati, mantenendo vivo l’interesse e spingendo alla scoperta di nuove serie o alla continuazione di quelle già iniziate.
Inoltre, la disponibilità di contenuti esclusivi e originali, come nel caso di “La Flamme”, una sitcom francese disponibile gratuitamente su Mediaset Infinity, o “The Bank Hacker”, serie belga, rappresenta un forte richiamo per gli utenti. L’offerta di serie TV pensate per il “binge-watching” durante periodi festivi, come le festività natalizie, è un’ulteriore prova di come le piattaforme orientino la loro offerta per incentivare questa modalità di consumo.
Serie TV | Temi Principali | Disponibilità |
---|---|---|
La Flamme | Commedia romantica, situazioni esilaranti | Mediaset Infinity |
The Bank Hacker | Thriller, colpi di scena | Mediaset Infinity |
Episodi di successo del passato, come “Lost”, che ha compiuto vent’anni il 22 settembre 2024 dalla sua prima puntata, o fiction turche come “Segreti di famiglia”, continuano ad attrarre un vasto pubblico, consolidando l’idea del “binge-watching” come una modalità di consumo comune e accettata.
Molte piattaforme, inclusa Mediaset Infinity, hanno migliorato le metriche del brand attraverso la pubblicazione di contenuti originali e dedicati, dimostrando l’efficacia di queste strategie di engagement. Campagne pubblicitarie mirate, come quella di Infinity TV su YouTube per “Will & Grace”, hanno mostrato un costo per acquisizione (CPA) quasi pari a quello di una campagna Search, sottolineando l’efficacia di queste tecniche nel raggiungere e coinvolgere il pubblico. Le dinamiche in gioco favoriscono la formazione di un contesto in cui il binge-watching si rivela non soltanto realizzabile, ma anche spinto con veemenza e agevolato. Questa situazione rende progressivamente arduo per l’utente distaccarsi dall’esperienza visiva proposta dal dispositivo.
Riflessioni sulla salute digitale e il benessere individuale
Nel panorama contemporaneo, dominato dalla costante connettività e dalla pervasiva disponibilità di contenuti digitali, la pratica del binge-watching emerge come un caso esemplare dei delicati equilibri tra intrattenimento e benessere psicofisico. Comprendere i meccanismi che sottendono questa abitudine non è solo un esercizio accademico, ma una necessità impellente per promuovere una cultura della “salute digitale” e del benessere individuale.
Da una prospettiva di psicologia cognitiva e comportamentale, il binge-watching si radica nel potente circuito della ricompensa del nostro cervello, dove la dopamina, il “neurotrasmettitore del piacere”, gioca un ruolo centrale. Ogni climax narrativo, ogni colpo di scena, ogni risoluzione in una serie TV stimola il rilascio di dopamina, creando un’esperienza intrinsecamente gratificante. Questo meccanismo, tuttavia, può condurre a una sorta di “dieta yo-yo” comportamentale, simile a quella alimentare, che “droga” il cervello agendo sul circuito della ricompensa in modo analogo alla dipendenza da sostanze.
La ricerca continua di quella sensazione di soddisfazione immediata può bypassare le nostre capacità di autocontrollo e gratificazione ritardata, portandoci a privilegiare il piacere momentaneo a discapito di obiettivi a lungo termine, come il riposo, le relazioni sociali o le responsabilità.
A un livello più avanzato di psicologia della salute mentale, emerge la cruciale distinzione tra il “coinvolgimento salutare” e il “coinvolgimento problematico”. Mentre il primo si traduce in una fruizione consapevole e controllata, il secondo evolve verso una forma di dipendenza comportamentale, con sintomi quali la trascuratezza del sonno, l’isolamento sociale, l’interferenza con gli impegni quotidiani e, in alcuni casi, l’insorgenza o l’aggravamento di ansia e depressione.
Per stimolare una riflessione personale, è fondamentale che ognuno di noi si interroghi sulla propria relazione con il binge-watching e, più in generale, con il consumo di contenuti digitali. Siamo noi a controllare la tecnologia, o è la tecnologia a controllare noi?
In un mondo che ci spinge costantemente verso la gratificazione immediata, la vera libertà risiede nella capacità di scegliere quando e come immergerci nei mondi narrativi, mantenendo sempre salda la nostra connessione con la realtà, con le persone che ci circondano e con il nostro benessere più profondo.
Glossario:
- Binge-watching: Vedere consecutivamente più episodi di una serie televisiva.
- Dopamina: Questo neurotrasmettitore è fondamentale per la modulazione delle sensazioni di piacere e dei meccanismi di ricompensa, operando in maniera cruciale nel funzionamento cerebrale.