- Nel 2018, studi dimostrano che l'immersione nella natura riduce ansia e depressione.
- L'inquinamento atmosferico nel 2020 è collegato a anomalie nello sviluppo cerebrale.
- Particelle PM2.5 aumentano deficit di memoria operativa nei bambini dal 2019.
Un’innovativa sinergia tra neuroscienze, architettura e il concetto di benessere segna un cambio di paradigma nel campo della progettazione.
Nella società odierna emerge con forza una nuova consapevolezza dell’impatto significativo degli ambienti fisici sulla salute mentale e sul benessere generale degli individui. Questa visione si fonda sui progressi delle neuroscienze e sull’avanzamento della psicologia ambientale, trasformando il nostro approccio alla progettazione degli spazi abitativi e pubblici. Non si considera più esclusivamente l’estetica o la funzionalità; invece ci orientiamo verso una progettazione consapevole, capace di riflettere i sofisticati processi mentali attraverso i quali interpretiamo l’ambiente esterno. Tale cambiamento abbatte l’idea tradizionale del luogo come mero scenario passivo; ora esso viene riconosciuto come un attore attivo nel configurare le nostre esperienze quotidiane.
I recenti sviluppi nella neuroscienza hanno evidenziato connessioni intricate tra le funzioni cerebrali umane e l’ambiente circostante, grazie anche alle intuizioni provenienti dalla psicologia ambientale ed elementi del design sociale. È stato comprovato che il contatto con specifici stimoli dell’ambiente può influire sulla funzione cerebrale in modo significativo; ciò si traduce nella capacità di alterare stati d’animo individuali così come livelli percepiti di stress; oltre al fatto che risulta capace anche di intaccare processi mentali quali la memoria o l’attenzione. Un chiaro esempio della relazione tra ambiente ed equilibrio psichico emerge dalle indagini relative alla violenza domestica: gli ambienti abitativi privi di sicurezza tendono infatti ad accentuare le ferite emotive.
L’evidenza scientifica ha abbondantemente messo in luce quanto sia benefico il contesto naturale per il benessere mentale degli individui. In particolare, sintonia fra silenzio e natura – questo duo – viene frequentemente collegata a uno stato aumentato di relax insieme a una rinnovata capacità di vivere pienamente il momento presente; attestazione questa corroborata da ricerche condotte nel 2020. Il semplice atto dell’immersione nella natura provoca una flessione nei comportamenti impulsivi dei soggetti ed altresì produce significative riduzioni dei sintomi relativi allo stress, all’ansia e alla depressione – informazioni validate da uno studio realizzato nel 2018. Per quanto concerne i più giovani, l’intreccio profondo con elementi naturali si associa con una manifestazione inferiore delle problematiche emotive rispetto agli adulti. Inoltre constatano un calo nell’iperattività, accompagnando questi effetti positivi con svaghi relazionali maggiormente cooperativi – almeno stando ai dati emersi negli stessi studi del medesimo anno. L’interazione tra l’ambiente e la funzione cerebrale si rivela particolarmente significativa: vivere vicino ad ambienti naturali è stata associata a miglioramenti nelle prestazioni dell’amigdala, essenziale nella regolazione delle risposte allo stress. Tuttavia, tale contesto positivo non deve offuscare i risultati negativi provenienti da alcuni studi; le evidenze recenti mettono in luce le conseguenze dannose provocate da certe condizioni ambientali come l’inquinamento atmosferico. Un’indagine condotta nel 2020 ha messo in evidenza la connessione tra il traffico stradale e il maggior rischio d’insorgenza di anomalie nello sviluppo cerebrale che potrebbero influenzare negativamente la genesi dei disturbi neurologici. Questa ricerca sui roditori ha sottolineato fenomeni quali uno sviluppo irregolare e un incremento della neuroinfiammazione nei cervelli degli animali esposti all’inquinante atmosferico; si ipotizza quindi che tale esposizione durante fasi critiche dello sviluppo possa elevare il pericolo d’incorre in mutamenti cerebrali legati ai disturbi neurologici evolutivi. Si segnala infine che queste modifiche possono risultare amplificate dall’interazione con ulteriori fattori predisponenti come la vulnerabilità genetica.
Il concetto di neuroarchitettura si concentra su come una buona progettazione possa avere un impatto sul benessere psicofisico degli individui, influenzando positivamente le attività neuronali e creando ambienti adatti alle esigenze umane. [IDAA ARCHITETTI]
Un’altra ricerca, condotta su residenti di Città del Messico rispetto a una città di controllo con bassi tassi di inquinamento, ha utilizzato un marcatore biologico per indagare il danno assonale. Le indagini condotte indicano chiaramente che il danno assonale tende ad intensificarsi con il passare degli anni; tuttavia, tale fenomeno si verifica in modo decisamente più accelerato tra gli abitanti della Città del Messico, aumentando così la suscettibilità ad Alzheimer ed epifenomeni infiammatori nel sistema nervoso. Sfortunatamente, i bambini risultano vulnerabili a tali minacce: una ricerca realizzata nel 2019 ha messo in luce come la presenza delle particelle PM2.5 (che presentano dimensione inferiore ai 2,5 um) possa incrementare le probabilità d’insorgenza di deficit nella memoria operativa maschile così come problematiche nell’attenzione esecutiva nelle femmine oltre ai maschi stessi durante il periodo neonatale fino alla prima infanzia. Sono stati condotti oltre venti studi rilevando implicazioni negative sull’apprendimento della lettura e sulle funzioni mnemoniche infantili attribuibili all’inquinamento acustico; specificamente durante momenti cruciali dell’apprendimento scolastico tale esposizione si rivela potenzialmente dannosa allo sviluppo cognitivo dei piccoli individui, generando conseguenze durature sul loro percorso educativo futuro. Queste scoperte mettono in evidenza quanto sia vitale considerare l’ambiente circostante quale variabile imprescindibile per preservare la salute neurologica e psichica dei soggetti più giovani, indirizzandosi verso progettazioni architettoniche capaci non soltanto di un aspetto visivo gradevole, bensì anche intrinsecamente neuro-compatibili attorno al benessere complessivo dell’individuo.
Progettazione per il benessere: l’impatto di luce, colore e materiali
La progettazione degli spazi, intesa come l’organizzazione di elementi quali illuminazione, colori e materiali, esercita un’influenza profonda sulla cognizione, le emozioni e il comportamento umano. Le neuroscienze offrono strumenti preziosi per misurare e prevedere queste interazioni, permettendo ai progettisti di creare ambienti che favoriscano la salute mentale e il benessere. Ad esempio, la scelta dei colori non è puramente estetica: studi hanno dimostrato che tonalità diverse possono evocare risposte emotive e fisiologiche distinte.
La luce naturale, in particolare, è fondamentale per regolare il ritmo circadiano, influenzando il sonno, l’umore e la produttività. Ambienti con accesso limitato alla luce solare possono contribuire a disturbi del sonno e depressione.
La luce naturale è un alleato silenzioso ma potente per la nostra salute mentale. Ogni ora aggiuntiva trascorsa all’aperto durante il giorno è associata a una riduzione dei sintomi depressivi. [Umberto Pianella]
Viceversa, una progettazione che massimizza l’ingresso di luce naturale può migliorare l’umore, ridurre lo stress e aumentare il benessere generale. La luce artificiale, se opportunamente progettata, può riprodurre i vantaggi della luce solare, adeguandosi alle differenti necessità all’interno di uno spazio specifico; così da favorire determinate attività oltre a generare diverse atmosfere.
In aggiunta ai dettagli strutturali degli ambienti, i materiali impiegati per costruire e arredare assumono una notevole importanza. I materiali naturali, ad esempio, sono capaci d’evocare sentimenti di accoglienza o legame con il mondo esterno, aumentando la percezione del comfort e della sicurezza interiore. Fattori quali la texture superficiale, la qualità del suono emesso dai vari materiali, a persino gli odori associati a essi svolgono un ruolo fondamentale nell’arricchire le esperienze sensoriali ed influenzano il nostro stato emotivo complessivo. In questo contesto, la neuro-architettura emerge come una nuova frontiera del sapere che studia in modo approfondito queste dinamiche; concentrandosi su come la creazione spaziale possa plasmare comportamenti ed emozioni. Questa sinergia tra design architettonico e tali concetti rappresenta una significativa evoluzione verso ambientazioni non solamente estetiche bensì anche rigenerative per coloro che ne fruiscono, considerando ogni aspetto dell’essere umano.
La Luce e il Nostro Orologio Biologico: La luce, in particolare la luce naturale, è il principale regolatore del ritmo circadiano. La sua assenza può portare a disturbi di umore e sonno, specialmente durante i mesi invernali. Incorporare luce naturale è quindi decisivo per favorire il benessere psicologico.
Progetti innovativi e un futuro più inclusivo e rigenerativo
L’applicazione dei principi neuroscientifici e della psicologia ambientale sta dando vita a progetti architettonici e di design sempre più innovativi, mirati a creare spazi inclusivi, accessibili e rigenerativi. L’obiettivo è andare oltre il concetto di mera funzionalità, incorporando una comprensione profonda di come gli ambienti possano sostenere e migliorare il benessere fisico e mentale delle persone con diverse esigenze e background.
Un esempio di questa tendenza è il crescente interesse verso la “progettazione sociale” (social design), dove l’ambiente è strutturato non solo per ospitare, ma per stimolare comportamenti e relazioni positive. Questa visione si concretizza nella creazione di città “age-friendly”, promosse dall’OMS per favorire l’invecchiamento attivo e l’inclusione sociale. L’idea è trasformare gli ambienti urbani per consentire agli anziani e alle persone con disabilità di partecipare attivamente alla vita della comunità. Ciò include la costruzione di edifici e strade senza barriere architettoniche, l’implementazione dell’accessibilità ai trasporti pubblici, un focus sulla sicurezza e l’aumento dei servizi sanitari.
L’architettura inclusiva è fondamentale per modificare sostanzialmente il modo in cui concepiamo gli spazi urbani, promuovendo l’uguaglianza e l’accessibilità. [Biblus]
Questo approccio evidenzia l’importanza di progettare ambienti che non solo siano accessibili, ma che promuovano anche la salute e il benessere. Le iniziative riconoscono che il design ambientale può essere uno strumento potente per la salute pubblica e la coesione sociale.
Un altro approccio innovativo proviene dal Giappone con la tecnica dello “Shinrin Yoku”, o “bagno nella foresta”. Questa pratica, introdotta dall’ente forestale giapponese già negli anni ’80, incoraggia le persone a immergersi e rilassarsi in boschi e aree verdi per ritrovare benessere e salute. L’idea è che il contatto con la natura possa indurre uno stato di quiete, maggiore consapevolezza sensoriale e una riduzione dello stress, offrendo una via di fuga dai ritmi frenetici delle grandi metropoli. Questo esempio evidenzia come la consapevolezza dell’impatto della natura sul cervello e sulla psiche possa tradursi in pratiche concrete di benessere. Anche nel campo della prevenzione, la psicologia ambientale sta offrendo contributi significativi. A Berna, ad esempio, in risposta a tassi elevati di suicidio, sono state installate reti di protezione e “dissuasione” su strutture elevate. Sebbene tale misura debba essere affiancata a interventi psichiatrici e psicoterapeutici, si è dimostrata efficace nel suo intento, ispirando altre città ad affrontare problematiche simili. Questo dimostra come interventi sul contesto fisico possano avere un impatto diretto sulla prevenzione di gravi problematiche di salute mentale. L’approccio interdisciplinare, che unisce neuroscienze, design, psicologia ambientale e sociale, è fondamentale per l’architettura del futuro, dove gli spazi devono essere concepiti per facilitare il quotidiano, migliorare l’ascolto interiore e supportare tutte le sfaccettature dell’essere umano.
La mente estesa e il futuro del design
L’intersezione tra neuroscienze, architettura, design e psicologia ha dato vita a una fascinosa indagine sul concetto di mente estesa. Tale visione sostiene l’idea che il nostro modo di pensare trascenda le sole funzioni cerebrali per abbracciare anche gli spazi circostanti insieme agli strumenti da noi utilizzati; questi elementi interagiscono in maniera continua nel formulare il nostro processo cognitivo. Così facendo, l’ambiente acquista una valenza fondamentale nella configurazione della nostra riflessione oltre alla percezione sensoriale.
Questa concezione offre notevoli spunti per quanto riguarda il design contemporaneo. In virtù dell’estensione mentale proposta da questa teoria, la creazione dei luoghi fisici o degli oggetti stessi si integra profondamente con la sfera cognitiva dell’individuo piuttosto che restarne isolata. È necessario perseguire un design armonico, capace di considerare simultaneamente le dinamiche percettive ed emozionali affinché possa effettivamente modificare la nostra esperienza umana nei termini più sfumati ma rilevanti possibile. Pertanto emerge come imprescindibile garantire una sinergia fra scienza ed etica; ciò sottolinea la nostra natura umana primaria chiedendo all’architettura di promuovere autenticamente il nostro benessere innato.
Gli strumenti scientifici attuali permettono di prevedere e valutare il comportamento delle persone in uno spazio costruito, fornendo dati oggettivi che integrano l’intuizione progettuale. [Architettura e Salute]
La decisione di integrare le neuroscienze nel contesto di eventi espositivi di rilevanza mondiale, come menzionato in un recente contesto, testimonia l’impegno a comprendere e migliorare l’interazione del pubblico con gli spazi e gli oggetti esposti. Questa apertura rivela una lungimirante predisposizione ad armonizzare bellezza e pianificazione degli spazi. È ormai compito dei designer non solo immaginare e realizzare spazi e oggetti funzionali, ma anche che possano _facilitare il quotidiano_ e _migliorare l’ascolto con la propria persona_. Si sta delineando un’architettura degli “eventi”, intesa come un’architettura capace di racchiudere e rispondere a tutte le sfaccettature dell’essere umano, in ogni suo momento di vita. Questo approccio è fondamentale per affrontare il rapido declino delle condizioni naturali e la crescente necessità di creare ambienti che meglio rispondano alle esigenze contemporanee.
In psicologia cognitiva e comportamentale, una nozione fondamentale è che _il nostro cervello è costantemente in dialogo con l’ambiente circostante_. Non siamo osservatori passivi; ogni suono, colore, materiale, e persino la disposizione degli oggetti in uno spazio, viene elaborato e interpreta dalla nostra mente, influenzando le nostre emozioni, decisioni e comportamenti. È come se lo spazio stesso fosse un linguaggio che il nostro cervello decodifica in tempo reale.
Andando più in profondità, consideriamo il concetto di _affordance_, una nozione avanzata derivante dalla psicologia ecologica e poi ripresa in vari campi, inclusa la neuro-architettura. L’affordance si riferisce alle possibilità di azione che un ambiente o un oggetto offre a un organismo. Per esempio, una sedia _affords_ la possibilità di sedersi, una maniglia _affords_ l’azione di essere afferrata. Il design che incorpora i principi delle neuroscienze e della psicologia ambientale punta a creare ambienti con affordance chiare e appropriate, che riducano lo stress cognitivo e promuovano comportamenti desiderabili, come la socializzazione, il riposo o la concentrazione.
Glossario:
- Neuroarchitettura: approccio progettuale che integra le neuroscienze nella creazione di spazi che influenzano positivamente il benessere psicologico.
- Affordance: possibilità di azione che un ambiente o un oggetto offre a un organismo.
- Design Universale: approccio che mira a creare spazi accessibili a tutte le persone, indipendentemente dalle loro abilità fisiche o sensoriali.
Pensate a quanto un ambiente ben progettato possa silenziosamente guidare le vostre azioni o infondervi un senso di calma o eccitazione. Forse, riflettendo sulla vostra casa o sul vostro luogo di lavoro, potrete iniziare a percepire come gli spazi non siano solo contenitori, ma veri e propri catalizzatori della vostra esperienza interiore. Che tipo di conversazione sta avendo il vostro ambiente con la vostra mente?
- Definizione di neuro-architettura e suo impatto sul benessere mentale e fisico.
- Tesi di laurea sul benessere psico-fisico negli spazi abitativi con la natura.
- Approfondimento sugli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute mentale in Europa.
- Esplora il ruolo cruciale della pianificazione incentrata sugli individui nel design.