- Nel 1980 il DSM-III ha segnato una svolta nella psichiatria.
- Il bonus psicologo del 2021 è stato reso strutturale nel 2023.
- L'Italia è l'unico Paese UE senza psicologo scolastico.
Oggi, 14/07/2025, alle ore 07:45, si manifesta prepotentemente la necessità di un approccio innovativo e radicale alla salute mentale, un argomento che, come evidenziato da molteplici voci, possiede una natura intrinsecamente politica. La discussione si acuisce alla luce delle sfide imposte dalla realtà contemporanea e delle carenze di un sistema che spesso si limita a “gestire” il disagio anziché “comprenderlo”.
Il Manicomio Chimico e la Mercificazione della Sofferenza
La principale critica si concentra sull’evoluzione del concetto di “manicomio”. Mentre le strutture fisiche sono state in gran parte superate grazie alla Legge 180 del 1978, promossa da Franco Basaglia, nuove forme di controllo e costrizione si sono infiltrate nel tessuto sociale. L’assegnazione di etichette diagnostiche, l’uso massiccio di psicofarmaci e la tendenza a medicalizzare ogni stato emotivo “fuori norma” hanno dato origine a un vero e proprio “manicomio chimico”. Questo sistema, alimentato da una logica capitalista che esige la partecipazione di tutti al ciclo produttivo, trasforma gli individui “devianti” in “malati”, aprendo la strada a un mercato della cura e della follia.
Nel 1980, anno della morte di Basaglia, l’uscita del DSM-III, il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders dell’American Psychiatric Association, ha segnato una svolta. Accantonando le teorie interpretative, il DSM-III si è focalizzato sulla pura descrizione dei sintomi, agevolando la prescrizione di farmaci e la gestione dei “devianti” in chiave produttiva.

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- Ma siamo sicuri che demonizzare i farmaci sia......
- E se il vero 'manicomio' fosse la società stessa... 🤔...
La Rivoluzione Psichedelica Mancata e il Bisogno di Trascendenza
Un altro aspetto critico riguarda la “rivoluzione psichedelica” degli anni ’60 e ’70, un movimento che mirava all’apertura della coscienza e alla messa in discussione delle strutture sociali. Questa rivoluzione è stata in gran parte riassorbita dal mercato, con le sostanze psichedeliche depotenziate e finalizzate al mero reintegro produttivo. Il capitalismo, ancora una volta, si dimostra abile nel ricondurre tutto alla propria logica, piegando anche l’universo psichedelico al mantenimento dello status quo.
Di fronte ai fallimenti dei trattamenti farmacologici, il settore psichiatrico orientato al profitto ha intravisto l’opportunità economica rappresentata da quelle sostanze difficili da gestire che in passato aveva respinto e stigmatizzato. Il rinascimento nel campo degli psichedelici, a parere dell’autore, pare quindi indirizzarsi verso un approccio conservatore, scegliendo di non discostarsi dalla psichiatria tradizionale.
In questo scenario, si avverte con forza l’esigenza di un senso e di una dimensione trascendente, un’istanza che la psichiatria tende a ignorare in nome di un realismo clinico allineato a quello capitalistico. La cura si riduce al contenimento, e il benessere mentale viene compresso in diagnosi, farmaci e procedure standard, trascurando la dimensione sociale e spirituale del malessere.
La Salute Mentale come Bene Comune e la Necessità di un Approccio Integrato
Di fronte a queste sfide, si fa strada la consapevolezza che la salute mentale è un bene comune, un diritto che deve essere garantito a tutti i cittadini. Questo richiede un approccio integrato, che tenga conto dei fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, antropologici e spirituali che influenzano il benessere mentale.
In Italia, diverse iniziative governative hanno cercato di affrontare il problema, a partire dal Bonus psicologo, introdotto nel 2021 e reso strutturale nel 2023. Tuttavia, queste misure sono ancora insufficienti e non riescono a raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno. Inoltre, manca una figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado, una lacuna che rende l’Italia l’unico Paese UE sprovvisto di questo importante supporto.
A livello locale, alcune città come Milano e Bologna hanno avviato progetti innovativi per promuovere la salute mentale come bene comune, coinvolgendo utenti, familiari, aziende sanitarie, università e enti locali. Queste iniziative dimostrano che è possibile costruire un sistema di cura più efficace e di prossimità, basato sulla partecipazione e sulla sinergia tra diversi attori.
Verso una Nuova Psichiatria: Anarchia e Coscienza Espansa
In conclusione, è necessario superare la separazione cartesiana tra mente e corpo e abbracciare una nuova psichiatria, che sia biologica, psicologica, sociale, economica, politica, antropologica e spirituale. Questa nuova psichiatria deve abbandonare i dogmi del “cervello rotto” e le diagnosi autoavveranti, e deve sintonizzarsi sui determinanti sociali, economici e politici del disagio.
Secondo il punto di vista di Piero Cipriano, la salute mentale ha anche una dimensione politica, una politica che dovrebbe manifestarsi come anarchia, intesa quale cooperazione, relazione, rispetto, ascolto reciproco e ricerca della propria libertà nel rispetto della libertà altrui. Ciò richiede una coscienza allargata, capace di andare oltre la realtà ordinaria e di mettere in discussione le convenzioni e i tabù del realismo capitalista.
*La sfida è quella di trasformare la salute mentale in una priorità politica fondamentale a tutti i livelli e in tutti i settori, per costruire una società più giusta, inclusiva e consapevole.
Amici, riflettiamo un attimo su quanto abbiamo letto. La psicologia cognitiva* ci insegna che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Se viviamo in una società che ci spinge a essere sempre performanti e competitivi, è inevitabile che questo si rifletta sulla nostra salute mentale.
Una nozione avanzata di psicologia comportamentale ci suggerisce che l’ambiente in cui viviamo modella i nostri comportamenti. Se l’ambiente è tossico, stressante e privo di significato, è difficile mantenere un equilibrio psicologico.
Quindi, cosa possiamo fare? Possiamo iniziare a prenderci cura di noi stessi, coltivando relazioni significative, dedicandoci a attività che ci appassionano e cercando di vivere in modo più consapevole. Ma non basta. Dobbiamo anche impegnarci a cambiare la società in cui viviamo, promuovendo valori come la solidarietà, la cooperazione e il rispetto per l’ambiente. Solo così potremo costruire un mondo in cui la salute mentale sia un diritto per tutti, e non un privilegio per pochi.