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Abusi nelle case di cura: verità nascoste e come proteggere i più fragili

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  • A Cuneo, 12 sanitari accusati di abusi su 15 disabili dal 2014 al 2019.
  • Nel pinerolese, 8 arresti per maltrattamenti e violenze sessuali in comunità Mauriziana.
  • Aumento del 30% della spesa pro-capite per psicofarmaci negli Ipm tra 2021 e 2022.

Nelle pieghe del sistema di assistenza si celano aspetti preoccupanti che pongono interrogativi sull’efficacia delle cure rivolte ai soggetti più fragili. Recentemente, un insieme di indagini e processi legali ha messo in evidenza presunti abusi reiterati nelle istituzioni adibite alla tutela delle persone con disabilità. Tale situazione alimenta seri dubbi riguardo alla qualità dell’assistenza ricevuta e alla salvaguardia dei diritti fondamentali per coloro che non dispongono della capacità necessaria a difendere i propri interessi.

Un Sistema di Abusi Svelato

*È emerso un allarmante scenario di maltrattamenti a Cuneo, dove dodici professionisti sanitari operanti in un centro diurno per persone con disabilità, gestito dalla cooperativa “Per Mano”, affronteranno un processo. L’accusa è di abusi perpetrati ai danni di quindici individui ospitati, tra cui figurano anche minori con autismo e gravi disturbi psichiatrici. Le accuse, che coprono un periodo di cinque anni, dal 2014 al 2019, descrivono un ambiente di umiliazioni, violenze e abbandono. Il gruppo degli imputati comprende ruoli direttivi come la responsabile e la referente del centro, una figura professionale in psicologia, un membro del personale educativo, quattro infermieri e quattro assistenti socio-sanitari.

Le indagini hanno rivelato episodi di percosse, umiliazioni fisiche e verbali, nonché condotte illegittime nella somministrazione di farmaci, con variazioni arbitrarie delle dosi di psicofarmaci, decise senza consulto medico. L’uso sistematico della “relax room” come stanza di isolamento punitivo è un altro aspetto inquietante emerso dalle indagini. Le prove raccolte, tra cui conversazioni registrate nell’ambiente, resoconti interni, deposizioni e cartelle mediche, hanno delineato un quadro in cui i comportamenti lesivi erano conosciuti e accettati, se non addirittura promossi dalle figure apicali della cooperativa.

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  • Forse dovremmo chiederci se il sistema incentiva... 🤔...

Violenze e Silenzi nel Pinerolese

Un nuovo capitolo nel panorama delle investigazioni ha preso forma con una recente operazione condotta tra le province torinesi e cuneesi; qui sono stati arrestati otto soggetti – sette operatori socio-sanitari e uno psicoterapeuta – accusati gravemente sia di maltrattamenti, sia di violenza sessuale, presso la comunità Mauriziana situata a Luserna San Giovanni. La cooperativa Interactive gestisce tale struttura dove inquietanti video documentano comportamenti estremamente nocivi: spintoni violenti, colpi inferti al collo accompagnati da urla aggressive ed episodi umilianti per gli assistiti. Tra gli arrestati emerge una grave accusa nei confronti di uno che sarebbe responsabile anche del palpeggiamento di un ospite.

Secondo quanto emerso dalle indagini stesse i maltrattamenti erano all’ordine del giorno: ingiurie feroci coesistevano con strattoni impietosi, creando così un ambiente intollerabile per le persone accolte nella comunità. Si è notata una frequente ricorrenza nell’utilizzo da parte degli operatori medico-socializzati di un linguaggio non solo sbagliato ma addirittura aggressivo alla luce dei fatti riscontrabili. Questa drammatica situazione richiama fortemente l’esigenza imperiosa di intensificare il controllo oltre alla vigilanza rigorosa negli spazi destinati a sostenere le categorie più vulnerabili della società.

Psicofarmaci: Un Uso Controverso

Una recente indagine effettuata da Altreconomia ha messo in luce una crescente incidenza dell’impiego di psicofarmaci negli Istituti penali minorili (Ipm), evidenziando in particolare l’aumento nell’utilizzo degli antipsicotici. Tra il 2021 e il 2022 si è osservata una crescita media della spesa pro-capite per questi medicinali pari al 30%. Sono stati analizzati gli istituti ubicati a Torino, Milano, Firenze e Nisida (Napoli), così come quelli presenti a Roma e Catania; queste località accolgono oltre un terzo dei giovani detenuti su scala nazionale.

All’interno del Ferrante Aporti torinese si è assistito a una notevole escalation nella spesa dedicata ai farmaci psichiatrici: essa è aumentata dai precedenti 497 euro (nel …) ai …(importo presente successivamente).
Questi dati sollevano interrogativi significativi circa la qualità delle cure erogate e la gestione delle problematiche legate alla salute mentale all’interno degli Ipm.

Oltre lo Scandalo: Riflessioni e Prospettive

Questi casi, purtroppo non isolati, mettono in luce un problema sistemico che affligge il settore dell’assistenza alle persone con disabilità e ai giovani detenuti. È necessario un cambio di paradigma, che metta al centro la dignità e i diritti delle persone più vulnerabili. Servono controlli più rigorosi, una formazione adeguata per gli operatori e una maggiore attenzione alla salute mentale. È fondamentale che le famiglie e le istituzioni collaborino per creare un ambiente sicuro e protettivo per chi ha bisogno di aiuto.

La psicologia cognitiva ci insegna che la percezione e l’interpretazione degli eventi influenzano profondamente il nostro comportamento. Nel contesto dei maltrattamenti, sia le vittime che i carnefici possono avere distorsioni cognitive che giustificano o minimizzano le azioni compiute. Comprendere questi meccanismi è fondamentale per prevenire e contrastare gli abusi.

Un concetto più avanzato è quello della “risonanza affettiva”, un meccanismo neurologico che ci permette di comprendere e condividere le emozioni degli altri. Nel momento in cui tale meccanismo risulta compromesso – un fenomeno evidente quando si considerano gli operatori sanitari autori di maltrattamenti verso i pazienti – avviene una grave disumanizzazione. Le vittime vengono interpretate non più come esseri umani dotati di emozioni e necessità, ma piuttosto ridotte a meri oggetti.

È opportuno riflettere su come ciascuno possa dare il proprio contributo alla costruzione di un contesto sociale contraddistinto da maggiore empatia, dove la dignità intrinseca ad ogni individuo venga sia rispettata che tutelata. Ciascun passo verso il cambiamento comincia da noi.*


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