Fedez e la cannabis: auto-medicazione o rischio per la salute mentale?

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  • Fedez ha smesso di usare psicofarmaci, ma continua a fumare marijuana.
  • Dopo Sanremo 2023, Fedez ha iniziato a fumare marijuana «di nascosto».
  • Adolescenti che usano cannabis hanno il 37% in più di probabilità di depressione.

Fedez, figura poliedrica del panorama mediatico italiano, si è recentemente aperto su aspetti della sua vita privata, in particolare riguardo alla gestione della sua salute mentale e all’uso di sostanze. La sua confessione pubblica, veicolata attraverso interviste e piattaforme social, ha acceso i riflettori su temi delicati e di cruciale importanza. L’artista ha dichiarato di aver eliminato l’uso di psicofarmaci, precedentemente utilizzati per gestire attacchi ipomaniacali e periodi di depressione acuta seguiti all’intervento per il tumore. Tuttavia, ha ammesso di continuare a fare uso di marijuana, una scelta che lui stesso “non consiglia”, ma che a suo dire gli fornisce un supporto nel “stoppare i pensieri”. Questa dichiarazione si inserisce in un contesto di crescente dibattito pubblico sull’uso di cannabis e sulla sua percezione sociale, soprattutto quando associata alla gestione di stati d’animo complessi.


La trasparenza di Fedez, se da un lato mira a proiettare un’immagine di sé “non perfetto”, dall’altro porta con sé il rischio di normalizzare determinate pratiche, pur con le sue stesse riserve esplicite. Le dichiarazioni recenti1 mostrano che dopo l’evento di Sanremo del bacio con Rosa Chemical, ha iniziato a fumare marijuana in un periodo in cui lo faceva “di nascosto”, evidenziando un percorso complesso nella gestione del proprio benessere psichico. L’idea che la marijuana possa aiutarlo a “stoppare i pensieri” e a gestire le situazioni sociali in cui non può bere, come quando esce la sera, suggerisce una forma di auto-medicazione, una strategia per affrontare l’ansia sociale o il flusso ininterrotto di pensieri.

Questo approccio, sebbene comprensibile da un punto di vista soggettivo, merita un’analisi approfondita inquadrandolo nel contesto più ampio della salute mentale e delle sue fragilità. L’uso di sostanze come la marijuana, anche in un’ottica di auto-aiuto, presenta rischi noti. Secondo ricerche recenti, l’uso regolare di cannabis tra adolescenti e giovani adulti è correlato a un aumento del rischio di sviluppare disturbi mentali, inclusa la depressione e schizofrenia2. In aggiunta, si è osservato che i fruitori giovanili di cannabis, con un utilizzo precoce della sostanza, tendono a manifestare una maggiore predisposizione verso difficoltà cognitive e problematiche psichiatriche nell’età adulta.3. Un’eventualità di fragilità che si presenta dopo un trauma corporeo, ad esempio l’operazione chirurgica legata a una neoplasia, può intensificare tali pericoli.

Auto-Medicazione e Gestione del Trauma: Un’Analisi Sottile

La questione dell’impiego delle sostanze psicoattive, in particolare della marijuana come forma di auto-medicazione, rappresenta una tematica intrinsecamente complessa e ampiamente diffusa. Tale realtà richiede una considerazione approfondita quando si parla della salute mentale e delle metodologie per gestire traumi psicologici. Analizzando il caso specifico di Fedez, le sue affermazioni indicano chiaramente come la marijuana stia assumendo il ruolo di uno strumento utile nel tentativo di affrontare sfide interne considerevoli; diventa così evidente la sua funzione nel regolare le proprie condizioni emotive e cognitive.

Inoltre, ricerche consolidate mostrano come l’utilizzo regolare fin dalla giovane età della cannabis possa comportare conseguenze negative significative relative ai disturbi depressivi. È stato accertato, infatti, che gli adolescenti consumatori abituali di cannabis presentino una probabilità incrementata del 37% nella manifestazione della depressione durante gli anni formativi.3.


È fondamentale distinguere tra l’uso ricreativo di sostanze e l’uso volto a mitigare sintomi psichiatrici. Mentre il primo comporta rischi sostanziali, il secondo richiede un approccio terapeutico strutturato e multidisciplinare4. La menzione del tumore come “primo posto” nella sua “top five dei periodi di merda” evidenzia il suo forte impatto e le potenziali ripercussioni psicologiche. Alcune persone potrebbero ricorrere all’uso di sostanze nel tentativo di trovare sollievo dai sintomi dolorosi o destabilizzanti.

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  • ✅ Fedez ha il coraggio di parlare apertamente di......
  • ⚠️ L'uso di cannabis, anche se comprensibile, non......
  • 🤔 E se l'uso di cannabis fosse una spia di......

La Rappresentazione Pubblica della Salute Mentale e i Suoi Rischi

La figura pubblica di Fedez e le sue confessioni hanno un peso significativo nella rappresentazione della salute mentale e nell’influenza che tale rappresentazione esercita sulla collettività. Mostrare la propria vulnerabilità, sebbene possa combattere lo stigma, deve essere accompagnato da messaggi responsabili riguardo all’importanza di ricorrere a professionisti della salute mentale. È cruciale che la narrazione sulla salute mentale sia consapevole delle implicazioni che comporta. Nonostante Fedez riconosca che ciò che fa “non consiglia”, l’uso di marijuana come supporto nella gestione della salute mentale potrebbe essere percepito dal pubblico, in particolare dal pubblico giovane, come una forma di legittimazione. È necessario considerare che l’auto-medicazione con marijuana può rivelarsi pericolosa: studi dimostrano che l’uso di cannabis può incrementare la probabilità di sviluppare disturbi psichiatrici come ansia, depressione e persino psicosi2.

Riflessioni su Vulnerabilità e Percorsi di Cura

Nel labirinto della mente umana, la vulnerabilità è una condizione intrinseca, un filo sottile che lega ciascuno di noi all’esperienza del dolore e della fragilità. Fedez ci ricorda che la salute mentale non è uno stato statico di perfezione, ma un cammino tortuoso, costellato di salite impervie e discese inattese. È noto che esperienze significative, come il tumore o eventi stressanti, possono incidere profondamente sulla regolazione emotiva. I “pensieri” che Fedez cerca di “stoppare” possono rappresentare flussi ininterrotti nel nostro circuito neuronale, spesso disfunzionali e non gestibili5.


La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), ad esempio, è parte del possibile supporto per l’identificazione e la modifica di tali schemi e può offrire strumenti per imparare a gestirli senza necessariamente ricorrere a sostanze esterne. È importante fomentare una cultura che incoraggi la ricerca di aiuto professionale e il rispetto della fragilità umana. L’approccio corretto verso la salute mentale richiede il coraggio ad accettare la propria vulnerabilità e ad affrontare le risorse terapeutiche più adatte alla situazione.

Glossario:
  • Auto-medicazione: Uso di sostanze o rimedi da parte di un individuo per trattare i propri sintomi senza consultare un professionista della salute.
  • Psicofarmaci: Farmaci utilizzati per trattare disturbi psichiatrici e alterazioni dell’umore.
  • THC (delta-9-tetraidrocannabinolo): Il principale composto psicoattivo della cannabis.
  • CBD (cannabidiolo): Un cannabinoide non psicoattivo trovato nella cannabis, noto per le sue potenzialità terapeutiche.

Note

  • 1Il Messaggero – “Non prendo più psicofarmaci, ma fumo marijuana.”
  • 2Centro San Nicola – “Cannabis e salute mentale.”
  • 3Cannabiscienza – “Cannabis e depressione: un’associazione complessa.”
  • 4Mario Negri – “Dipendenze e Salute Mentale: un approccio multidisciplinare”
  • 5Cannabis: effetti a lungo termine – “Effetti della cannabis sul cervello”

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