- Celebrati i 20 anni della Task Force for Peace Building and Conflict Transformation.
- Attualmente, il 90% delle vittime delle guerre sono civili.
- Oltre 40 conflitti bellici in corso, durata media di 20 anni.
Creare Spazi di Pace e Cura in Tempi di Conflitti Globali
Il convegno “Creare Spazi di Pace e Cura nei Gruppi in Tempi di Guerre e Violenze”, tenutosi ad Aosta il 28 e 29 giugno 2025, ha celebrato i 20 anni di attività della Task Force for Peace Building and Conflict Transformation. L’evento ha riunito psicologi, medici, psicoterapeuti, insegnanti e operatori sociali per condividere esperienze e tecniche di intervento in contesti politico-sociali critici, con popolazioni segnate da traumi collettivi. In un’epoca in cui l’umanità è afflitta da oltre 40 conflitti bellici, con una durata media di circa 20 anni per ciascun conflitto, l’iniziativa ha sottolineato l’importanza del contributo della comunità scientifica nella gestione della violenza e delle sue conseguenze devastanti.
La conferenza ha evidenziato come, attualmente, il 90% delle vittime delle guerre siano civili, con i campi di battaglia che si sono spostati dalle zone militari alle case. L’obiettivo primario è stato quello di fornire agli studenti di psicologia e scienze umane e sociali strumenti pratici per creare spazi di pace e cura per i sopravvissuti ai conflitti, rifugiati e soggetti esposti alla violenza. Si è cercato di motivare i giovani ad approfondire gli studi nel peace building, conflict transformation e mediazione, promuovendo un confronto internazionale sui metodi di lavoro e conduzione dei gruppi per attivare processi di pacificazione.

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Interventi e Workshop: Un Approccio Multidisciplinare
Il convegno ha visto la partecipazione di esperti internazionali che hanno condiviso le loro esperienze e metodologie. Maurizio Gasseau ha illustrato il lavoro ventennale della Task Force, mentre Sofia Symeonidou ha discusso il supporto ai lavoratori rifugiati attraverso lo psicodramma e l’educazione ai diritti umani. Judith Teszary ha presentato i gruppi di supporto per gli ucraini in tempi di guerra, e Mona Rakhawy ha esplorato il ruolo del lavoro di gruppo e della psicoterapia di gruppo nella gestione della rivalità e dei conflitti. Martin Dodman ha affrontato le complesse interazioni tra lingua, tecnologia, guerra e pace.
I workshop paralleli hanno offerto un’esperienza pratica e interattiva. Tamara Cavic ha analizzato l’impatto transgenerazionale dei conflitti di gruppo, mentre Jorg Burmeister Petullá ha esplorato i simboli curativi e la sapienza transculturale per affrontare le ferite della violenza. Marina Brinchi e Nilufer Demirhan hanno condiviso riflessioni sui racconti bellici e sul peso duraturo che lasciano. Reijo Kauppila ha illustrato il metodo chiamato Stabilizzazione del Trauma Basata sull’Evidenza (EBTS) per i nuclei familiari, uno strumento concepito per facilitare la creazione di legami sicuri tra genitori e bambini che hanno subito esperienze traumatiche.
Psicodramma, Mediazione e Trasformazione dei Conflitti
La seconda giornata del convegno ha approfondito ulteriormente le tematiche affrontate. Maurizio Gasseau ha presentato la Social Dreaming Matrix, mentre Jorge Burmeister Petullá ha condiviso la sua esperienza di sei anni di lavoro di gruppo con Medici Senza Frontiere. Ursula Hauser ha illustrato il lavoro di Psicodramma senza frontiere a Gaza e in Palestina, e Agnes Dudler ha descritto le esperienze di psicodramma a Gaza dal 2012 al 2018. Zahed Abdolahi ha discusso le sfide e gli adattamenti nella promozione della formazione in psicoterapia di gruppo in Iran. Reijo Kauppila ha presentato l’Evidence Based Trauma Stabilisation Programme (EBTS) per aiutare le famiglie con esperienze traumatiche.
I workshop paralleli del secondo giorno hanno incluso sessioni sulla giustizia riparativa (Eva Fahlstrom e Gabriella Nicotra), sulla terapia di gruppo nell’occupazione (Agnes Dudler), sul sociodramma (Judith Teszary) e sulla saggezza trasformativa dei sogni (Maurizio Gasseau). Questi incontri hanno offerto ai partecipanti strumenti e prospettive per affrontare i traumi collettivi e promuovere la trasformazione dei conflitti.
Un Impegno Continuo per la Pace e la Cura
La Task Force for Peace Building and Conflict Transformation, fondata nel 2005, continua a svolgere un ruolo cruciale nella divulgazione di modelli di lavoro e tecniche per la cura dei traumatizzati in situazioni di conflitto. Attraverso corsi, seminari e progetti attivi in diverse aree del mondo, la Task Force si impegna a fornire supporto a operatori sociali, educatori, personale sanitario e psicologi. La sua attività si estende dall’Ucraina alla Russia, dalla Palestina a Israele, e include progetti in Egitto, Gaza, Giordania, El Salvador, Honduras, Colombia, Turchia e Iraq. L’obiettivo è quello di creare spazi di pace e cura, promuovendo la resilienza e la trasformazione dei conflitti in contesti globali complessi e sfidanti.
Verso un Futuro di Resilienza e Trasformazione
Il convegno di Aosta ha rappresentato un momento di riflessione e condivisione fondamentale per tutti coloro che si impegnano nella costruzione della pace e nella cura delle vittime di traumi collettivi. In un mondo segnato da conflitti e violenze, è essenziale che la comunità scientifica e gli operatori sociali collaborino per sviluppare e implementare strategie efficaci di intervento. La resilienza delle comunità colpite dalla guerra e la trasformazione dei conflitti richiedono un approccio multidisciplinare e un impegno costante.
La resilienza, in termini di psicologia cognitiva, si riferisce alla capacità di un individuo o di un gruppo di adattarsi positivamente a situazioni avverse, traumi, tragedie, minacce o fonti significative di stress. Non si tratta semplicemente di “rimbalzare” dopo un evento difficile, ma di crescere e trasformarsi attraverso l’esperienza. La resilienza implica una serie di processi mentali e comportamentali che possono essere appresi e sviluppati.
Un concetto avanzato legato alla resilienza è quello della crescita post-traumatica. Questo fenomeno descrive la possibilità di sperimentare cambiamenti positivi a seguito di un trauma. Questi cambiamenti possono manifestarsi in diverse aree della vita, come un maggiore apprezzamento della vita, relazioni più significative, un senso di forza personale, nuove possibilità e una crescita spirituale. La crescita post-traumatica non nega la sofferenza causata dal trauma, ma riconosce la capacità umana di trovare significato e crescita anche nelle esperienze più difficili.
Riflettiamo su come possiamo coltivare la resilienza nelle nostre vite e nelle nostre comunità. Quali strategie possiamo adottare per affrontare le sfide e trasformare le avversità in opportunità di crescita? La risposta a queste domande può aiutarci a costruire un futuro più resiliente e pacifico per tutti.
- Brochure del convegno dell'Università della Valle d'Aosta con programma e relatori.
- Pagina ufficiale della Task Force FEPTO, fondata nel 2005 da Maurizio Gasseau.
- Programma dettagliato del convegno, con relatori e argomenti trattati, dell'Università Valle d'Aosta.
- Pagina del convegno AIPSiM, focus su temi trattati e relatori intervenuti.
- Sito ufficiale del Rakhawy Institute, utile per approfondire il lavoro di Mona Rakhawy.
- Pagina del docente Martin Dodman, relatore al convegno menzionato nell'articolo.
- Documento PDF del convegno, utile per approfondire temi e relatori.
- Articolo di Marina Brinchi sulla psicoterapia in tempo di guerra.
- Pagina web della Task Force for Peace Building and Conflict Transformation dell'IAAP.
- Archivio delle attività formative dell'Ente Bilaterale Turismo Sardegna: possibili riferimenti a EBTS.