- Dopo il 7 ottobre, forte aumento di PTSD, ansia e depressione in Israele.
- A Gaza, il 40% dei giovani soffre di disturbi dell'umore.
- Il 60-70% a Gaza manifesta PTSD, e il 90% ha problemi connessi allo stress.
L’attacco del 7 ottobre ha innescato una crisi di salute mentale senza precedenti in Israele, con un aumento esponenziale dei casi di disturbo da stress post-traumatico (PTSD), ansia e depressione. Parallelamente, la Striscia di Gaza, già provata da anni di blocco e conflitti, si trova ad affrontare una catastrofe umanitaria con radici politiche profonde. La resilienza della popolazione israeliana, pur messa a dura prova, emerge come un fattore cruciale nella gestione di questa emergenza, mentre a Gaza, la situazione appare ancora più critica, con un’intera generazione di bambini che vive in uno stato di trauma cronico.
Come evidenziato da Hilik Levkovitch, presidente e direttore del “Merhavim”, il principale istituto ospedaliero psichiatrico in Israele, l’assalto di Hamas ha messo in luce la notevole capacità di reazione del popolo israeliano. Tuttavia, ha anche evidenziato la sfida di fornire assistenza ambulatoriale a un numero crescente di persone affette da PTSD, depressione e ansia. L’ospedale ha risposto aprendo nuovi ambulatori e reclutando medici in pensione per far fronte all’emergenza.

Strategie di Intervento e Sfide nel Sistema Sanitario Israeliano
In risposta all’emergenza, Israele ha diviso il paese in 12 aree, affidando a ciascun ospedale la responsabilità di una zona specifica. Il team del Professor Levkovitch ha preso il controllo di un’area di circa 200 km, fornendo assistenza a oltre 6000 persone sfollate. Questo sistema di coordinamento tra gli ospedali psichiatrici è stato definito “straordinario” e ha permesso di fornire un supporto rapido ed efficace alla popolazione colpita.
Tuttavia, persistono delle sfide. La richiesta di dichiarare lo “stato di emergenza” per il sistema di salute mentale in Israele, avanzata da undici amministratori ospedalieri, evidenzia la necessità di un impegno governativo più consistente. Nonostante i progressi compiuti, è fondamentale continuare a collaborare per migliorare la resilienza dei terapeuti e degli operatori nel campo della psicologia, nonché la capacità di fornire cure alla popolazione.
- È ammirevole la resilienza dimostrata, ma possiamo fare di più......
- Inaccettabile che la politica influenzi così tanto la salute mentale......
- Forse dovremmo considerare il trauma non solo individuale, ma... 💔...
La Crisi Umanitaria a Gaza: Un Trauma Cronico
La situazione a Gaza è drammatica. Stando a quanto riportato da Medici Senza Frontiere, il 40% dei giovani accusa disturbi dell’umore, il 60-70% manifesta PTSD e il 90% presenta altre problematiche connesse allo stress. Un rapporto di Save the Children ha rilevato un aumento significativo dei bambini che si sentono spaventati, nervosi, tristi o depressi, con oltre la metà che ha pensato al suicidio.
Il blocco israeliano, in vigore dal 2007, ha esacerbato la crisi, limitando l’accesso a beni essenziali come cibo, elettricità e assistenza sanitaria. La mancanza di libertà di movimento e le continue ostilità hanno creato un ambiente di trauma cronico, in cui i bambini vivono in uno stato perpetuo di paura e incertezza.
Verso un Approccio Olistico alla Salute Mentale
È fondamentale adottare un approccio olistico alla salute mentale, che tenga conto delle radici politiche e sociali della crisi. Come ha sottolineato un medico palestinese, “le origini di questi problemi sono politiche”. Pertanto, è necessario combinare interventi terapeutici con azioni volte a garantire i diritti umani e la giustizia sociale.
Un approccio focalizzato sulla salute pubblica, che adotti un modello centrato sulla qualità della vita, può spostare l’attenzione dalle diagnosi individuali verso la comprensione delle dimensioni collettive del dolore e della capacità di recupero. Questo tipo di approccio richiede un cambiamento di prospettiva da parte delle organizzazioni umanitarie, le quali devono passare da un’assistenza d’emergenza di breve durata a un sostegno allo sviluppo a lungo termine.
Un Futuro di Speranza e Resilienza: Investire nella Salute Mentale dei Bambini
La crisi di salute mentale in Israele e Gaza rappresenta una sfida complessa e multifattoriale. Mentre Israele si impegna a rafforzare il suo sistema sanitario e a fornire supporto psicologico alla popolazione colpita, a Gaza è necessario un intervento umanitario urgente per alleviare la sofferenza dei civili, in particolare dei bambini.
È essenziale investire nella salute mentale dei bambini, offrendo loro un ambiente sicuro e stabile in cui possano crescere e svilupparsi. Come ha sottolineato il Professor Levkovitch, “dobbiamo investire nella salute mentale di questi bambini”. Creare asili nido e scuole all’interno e vicino agli ospedali può aiutare i bambini a superare i momenti di difficoltà e tristezza, offrendo loro un futuro di speranza e resilienza.
Riflessioni sulla Resilienza e la Cura del Trauma
*La resilienza, in psicologia cognitiva, è la capacità di un individuo di affrontare e superare eventi traumatici o periodi di difficoltà, riorganizzando positivamente la propria vita di fronte alle avversità. Nel contesto degli eventi del 7 ottobre e della situazione a Gaza, la resilienza si manifesta nella capacità delle persone di mantenere una routine quotidiana, di cercare supporto reciproco e di continuare a sperare in un futuro migliore, nonostante le enormi difficoltà.
Una nozione avanzata di psicologia comportamentale applicabile a questo tema è la terapia dell’esposizione prolungata*, un trattamento efficace per il PTSD che prevede l’esposizione graduale e controllata ai ricordi e alle situazioni traumatiche, al fine di ridurre l’ansia e il disagio associati. Questa terapia, combinata con altre forme di supporto psicologico e sociale, può aiutare le persone a elaborare il trauma e a ritrovare un senso di controllo sulla propria vita.
Riflettiamo: come possiamo, come società, contribuire a rafforzare la resilienza delle persone colpite da traumi e a promuovere un ambiente di cura e supporto che favorisca la guarigione e il benessere? La risposta a questa domanda richiede un impegno collettivo e una profonda comprensione delle dinamiche psicologiche e sociali che influenzano la salute mentale.