- L'istituto "Enrico Fermi" di Catanzaro primeggia alle olimpiadi delle neuroscienze 2025.
- Dieci scuole calabresi si sono sfidate all'università Magna Grecia.
- Mario Lupia rappresenterà la Calabria alla fase nazionale.
- Lo Zspace ha ampliato la comprensione del cervello umano.
- L'edizione del 2019 ha coinvolto 220 istituti superiori.
Le Olimpiadi delle Neuroscienze continuano a suscitare grande interesse tra gli studenti italiani, con l’edizione del 2025 che ha visto nuovamente l’Istituto d’Istruzione Superiore “Enrico Fermi” di Catanzaro distinguersi a livello regionale. Questo evento, giunto alla sua XV edizione, rappresenta un’importante vetrina per i giovani talenti interessati allo studio del cervello e del sistema nervoso.
Trionfo Calabrese alle Olimpiadi delle Neuroscienze
Il 17 marzo 2025, l’Università Magna Grecia ha ospitato la fase regionale delle Olimpiadi delle Neuroscienze, un evento organizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre. Dieci scuole calabresi si sono sfidate, ognuna rappresentata da cinque studenti. Sotto la guida della dirigente Teresa Agosto, l’Istituto “Enrico Fermi” di Catanzaro si è aggiudicato il riconoscimento di miglior istituto a livello regionale grazie alle eccellenti prestazioni del team composto da Mario Lupia (4I), Giovanni Lostumbo (3G), Sofia Cosenza (4B), Hallyana Pujia (4I) e Federico Corsi (4I). *Mario Lupia si è distinto come vincitore assoluto, guadagnandosi il diritto di rappresentare la Calabria alla fase nazionale. Il secondo e terzo gradino del podio sono stati conquistati rispettivamente da Giovanni Lostumbo e Sofia Cosenza, a riprova dell’alto livello di preparazione raggiunto dall’istituto. I partecipanti hanno messo in luce una notevole padronanza di argomenti articolati quali intelligenza, memoria, sfere emotive, gestione dello stress, processi di invecchiamento, ciclo del sonno, neuroplasticità e patologie del sistema nervoso. Lo Zspace, un dispositivo digitale tridimensionale, si è rivelato fondamentale nell’evoluzione del progetto, contribuendo in modo significativo all’ampliamento della comprensione del cervello umano.
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Obiettivi e Portata delle Olimpiadi delle Neuroscienze
La manifestazione nota come Olimpiadi delle Neuroscienze rappresenta una competizione su scala internazionale aperta a studenti liceali tra i 13 e i 19 anni. L’edizione relativa all’anno 2019 ha visto il coinvolgimento di più di 220 istituti superiori, radunando circa 5500 allievi provenienti da ben 18 diverse regioni d’Italia. La principale finalità dell’evento, sostenuto dalla prestigiosa Società Italiana di Neuroscienze (SINS), risiede nel promuovere l’interesse giovanile verso lo studio approfondito del cervello umano; si prefigge infatti lo scopo fondamentale di attirare nuove menti nei campi delle neuroscienze sia fondamentali che applicate nella battaglia contro le patologie legate al sistema nervoso. Nella fase conclusiva della competizione, gli iscritti hanno avuto la fortuna di seguire interventi formativi realizzati da esperti riconosciuti nel loro campo e dialogare direttamente con ricercatori affiliati al CNR, alla Scuola Normale Superiore oltre che alle Università degli studi di Pisa e Firenze.

La Competizione del 2019 e il Successo di Giuseppe Imperatore
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L’Importanza delle Neuroscienze per il Futuro
Le Olimpiadi delle Neuroscienze si configurano come molto più di una semplice gara; esse costituiscono infatti un significativo strumento di avvicinamento dei giovani a un dominio in espansione continua. Comprendere le dinamiche cerebrali e del sistema nervoso è vitale se si desidera affrontare efficacemente le questioni emergenti legate alle malattie neurodegenerative o al benessere psicologico. La sempre maggiore attrazione degli studenti per questo ambito dimostra chiaramente la loro crescente consapevolezza dell’essenziale contributo che questa area scientifica offre al miglioramento della società e ai progressi futuri.
Un Viaggio nella Mente: Riflessioni Conclusive
Le Olimpiadi delle Neuroscienze rappresentano un’importante opportunità per i giovani desiderosi di approfondire le intricate dinamiche del cervello umano; quest’organo prodigioso continua ad affascinarci con la sua inesauribile gamma di abilità. Tuttavia, sorge spontanea una domanda: quali lezioni possiamo estrapolare da tale evento anche senza essere studenti specializzati in neuroscienze?
Un principio elementare nella psicologia cognitiva mette in luce come la plasticità cerebrale, intesa come la facoltà del cervello stesso di rimodellarsi e adattarsi grazie all’esperienza accumulata, rappresenti un elemento cardine per il nostro apprendimento continuo nel corso della vita. Ciò significa che indipendentemente dall’età o dalla formazione pregressa degli individui è sempre possibile affinare competenze cognitive ed esplorare nuovi ambiti conoscitivi.
In aggiunta a ciò, esiste un concetto più elaborato noto come embodied cognition*. Questo aspetto enfatizza il profondo legame tra i meccanismi cognitivi umani e il corpo stesso oltre alle interazioni ambientali; pertanto emerge chiaramente come il modo in cui pensiamo non sia separabile dalla nostra esperienza fisica o sensoriale generale. Questa riflessione sottolinea l’importanza di prestare attenzione al proprio corpo e alle emozioni, affinché si riconosca come esse siano centrali per un equilibrio sano, sia dal punto di vista mentale che cognitivo.
Poniamoci una domanda: quante volte interrompiamo le nostre attività per apprezzare la complessità della macchina chiamata cervello? Siamo pienamente consapevoli dell’influenza delle nostre capacità cognitive sulla routine quotidiana? Dedicare del tempo allo studio delle neuroscienze potrebbe rivelarsi fondamentale per una maggiore comprensione personale del nostro potenziale.