- 35% dei decessi per intossicazione acuta sono per cocaina.
- 80 casi di decesso associati a cocaina/crack, quasi come eroina.
- 11 dosi giornaliere di cocaina ogni 1.000 abitanti nelle acque reflue.
- 510.000 studenti tra 15 e 19 anni abusano di psicofarmaci.
- 12% degli adolescenti usa psicofarmaci, il doppio tra le ragazze.
- THC nella cannabis quadruplicato dal 7% al 29% dal 2016.
- 1,53 milioni di giovani giocano d'azzardo almeno una volta.
- Oltre 290.000 ragazzi mostrano dipendenza dai videogiochi.
Giovani Italiani tra Cocaina, Psicofarmaci e Nuove Dipendenze nel 2024
Il documento annuale indirizzato al Parlamento riguardante le tossicodipendenze in Italia è stato esposto il 26 giugno 2025 e si basa sui dati relativi all’anno 2024. Esso offre una panoramica non solo intricata ma anche inquietante riguardo alla condizione dei giovani. Sebbene si registri una modesta flessione globale nell’assunzione di sostanze narcotiche, restano affiorare problematiche significative, che suscitano un allarme crescente tra i professionisti del campo.
Record Negativi: Cocaina e Psicofarmaci
Il panorama del 2024 è contrassegnato da due preoccupanti primati negativi. In primo luogo, si segnala che l’uso di cocaina ha portato al numero più elevato di decessi mai registrato fino a oggi; il 35% delle morti per intossicazione acuta sono riconducibili a tale sostanza. Curiosamente, per la prima volta nella storia recente, le vittime accertate che possono essere direttamente associate a cocaina o crack (pari a *80 casi) si avvicinano in maniera inquietante ai deceduti per eroina e altri oppioidi (che ammontano a 81 casi). Questi dati sottolineano in modo evidente il catastrofico impatto della cocaina sulla collettività e ne rivelano un’inquietante crescita nell’ambito giovanile. Inoltre, gli studi sulle acque reflue attestano che la cocaina rimane al secondo posto tra le sostanze psicoattive illegali maggiormente utilizzate nel Paese: si registrano circa 11 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti, superate solamente dalla cannabis che tocca le 52 dosi.
Parallelamente, cresce in modo preoccupante l’abuso di psicofarmaci fra i giovani adolescenti: nel corso del 2024 è stata stimata una cifra allarmante pari a 510.000 studenti tra i quindici e i diciannove anni, coloro che hanno fatto uso di tali medicinali senza regolare prescrizione almeno una volta nella loro vita risulta sempre più significativa; restringendo il campo alla fascia d’età compresa tra i quindici e i diciotto anni ci avviciniamo ai trecentottanta casi documentabili. Nel corso dell’ultimo anno, si è registrato l’impiego da parte di 000 adolescenti, corrispondenti al 12%, con un’incidenza che risulta essere doppia per il sesso femminile. Tale situazione porta a riflessioni significative riguardo alla salute mentale della popolazione giovanile e alle loro abilità nel fronteggiare lo squilibrio psicologico derivante dalle pressioni sociali.

Cannabis, Nuove Sostanze e Dipendenze Comportamentali
Nonostante una lieve diminuzione complessiva nel consumo di sostanze stupefacenti, alcuni aspetti destano particolare preoccupazione. La cannabis rimane la sostanza più diffusa, con un aumento significativo della concentrazione di THC (tetraidrocannabinolo) nei prodotti a base di hashish, quadruplicata dal 2016 (dal 7% al 29%), soprattutto nei liquidi per sigarette elettroniche. Questo aumento della potenza della cannabis può avere effetti negativi sulla salute mentale e fisica dei giovani.
Nel 2024, l’apparato di monitoraggio rapido nazionale ha gestito 437 segnalazioni, portando all’identificazione di 79 nuove sostanze psicoattive. Fra queste sostanze di recente individuazione, si evidenzia la presenza della cosiddetta “cocaina rosa”, una miscela in polvere composta da MDMA e ketamina. Queste nuove sostanze rappresentano una sfida per le autorità sanitarie e richiedono un monitoraggio costante per prevenire danni alla salute.
Infine, si osserva un incremento preoccupante nell’ambito del gioco d’azzardo tra la popolazione studentesca: circa 1,53 milioni di giovani riferiscono di aver partecipato a giochi d’azzardo almeno una volta nel corso della loro vita, e 1,42 milioni lo hanno fatto nell’anno appena trascorso. Si registra un aumento preoccupante nella dipendenza dai videogiochi: più di 290.000 ragazzi hanno evidenziato condotte problematiche, frequentemente collegate a risposte emotive marcate durante i momenti di esclusione dal videogioco. Tali pattern di dipendenza comportamentale possono determinare effetti deleteri non solo sulla salute mentale, ma anche sulle interazioni sociali e sulle performance accademiche degli adolescenti.
- È incoraggiante vedere una flessione globale nell'uso di sostanze... 👍...
- I numeri sui decessi per cocaina sono spaventosi, ma forse stiamo... 😞...
- Invece di concentrarci solo sulla repressione, dovremmo chiederci cosa... 🤔...
Strategie di Intervento e Riflessioni Conclusive: Un Approccio Integrato alla Salute Mentale Giovanile
Strategie d’Azione e Considerazioni Finali: Una Metodologia Combinata per il Benessere Psicologico dei Giovani
In considerazione dell’analisi preoccupante sopra esposta emerge l’urgenza di implementare misure specifiche ed efficaci capaci di rispondere alle molteplici sfaccettature del fenomeno in oggetto. Risulta imprescindibile intensificare le campagne volte alla prevenzione e alla diffusione della consapevolezza circa i rischi associati all’impiego illecito delle sostanze psicoattive oltre ai medicinali psicotropi privi di prescrizione medica; tali iniziative dovrebbero altresì estendersi ai rischi mondiali del gioco d’azzardo così come alle nuove forme emergenti di “dipendenza digitale”.
Parimenti significativa è la necessità d’instaurare una visione olistica concernente la salute mentale giovanile: questa dovrebbe contemplare attività mirate al sostegno psicologico – attraverso percorsi affini al counseling – oltre a forme terapeutiche utilissime per scoprire le radici dei disagi esperiti dai giovani nella loro quotidianità.
Da evidenziare è il fatto che l’assunzione abusiva tanto delle droghe quanto degli psicofarmaci possa palesarsi quale manifestazione esteriore non solo degli stati interiormente problematici ma anche quale segno esplicito correlabile a elementi socialmente determinanti – siano essi essenzialmente componenti individuali o collettivi/familiari – capaci talvolta di essere portatori dell’infelicità diffusa fra i fruitori stessi. Di conseguenza si rivela imperativo porsi in modo attivo sulla modifica della condizione esistenziale in cui tali vulnerabilità hanno origine; ciò richiede strategie improntate al miglioramento comunitario così come percorsi proattivi orientati allo sviluppo sostenibile si associno al potenziamento strutturale dei nuclei familiari insieme alle istituzioni scolastiche, impegnandosi compatti nel formare spazi didattici ed emotivamente validanti. Cari lettori, nell’affrontare tali sfide, è essenziale richiamare alla mente un aspetto centrale della psicologia cognitiva: la resilienza. Essa si configura come l’abilità non solo di sostenere ma anche di rimanere vittoriosi dinanzi ad esperienze traumatiche o fasi critiche. In riferimento alle dipendenze da sostanze e alle questioni legate alla salute mentale tra i giovani, il concetto di resilienza emerge come uno strumento inestimabile che permette ai ragazzi non solo di affrontare le difficoltà ma anche d’incamminarsi verso prospettive future più salubri e ottimistiche.
Un ulteriore aspetto evoluto che fa parte del repertorio della psicologia cognitiva è rappresentato dalla ristrutturazione cognitiva*. Questa strategia terapeutica si propone di individuare e trasformare quei pensieri negativi o disfunzionali che spesso alimentano l’abuso di sostanze o l’uso inadeguato degli psicofarmaci. Attraverso questo processo innovativo, gli individui più giovani sono capaci di acquisire una visione tanto più realistica quanto positiva su se stessi e sul contesto circostante, potenziando così la loro attitudine nel fronteggiare con equilibrio ed efficacia le sfide esistenziali quotidiane. Desidero sollecitare la vostra attenzione verso tali questioni e stimolarvi a pensare su quali modalità potremmo attuare, in quanto collettività, per promuovere un contesto più propizio alla salute mentale e al benessere, soprattutto in favore dei nostri giovani.