- Il 46% degli adolescenti si sente peggio per il corpo a causa dei social.
- Chi usa i social più di 3 ore è più a rischio.
- Il 49% degli utenti Instagram con profili salute ha sintomi anoressici.
Il periodo estivo, con la sua enfasi sulla forma fisica e l’esposizione del corpo, si conferma come un momento particolarmente critico per l’insorgenza o l’aggravamento dei disturbi alimentari. Le pressioni sociali, amplificate in modo esponenziale dai social media, creano uno scenario fertile per il confronto e l’insoddisfazione. Secondo uno studio recente, il 46% degli adolescenti afferma di sentirsi peggio riguardo la propria immagine corporea a causa dei social media[Fonte].
L’Istituto di Autodiciplina Pubblicitaria ha recentemente censurato la pubblicità di due integratori alimentari sui social, ritenute ingannevoli e potenzialmente dannose, sottolineando come la messaggistica veicolata attraverso queste piattaforme possa avere un impatto diretto e negativo sulla percezione di sé e sul comportamento alimentare. La fame sociale, come è stata definita l’influenza dei social media sull’adolescenza e sui disturbi alimentari, rappresenta una sfida sempre più pressante per la salute mentale dei giovani.
In uno studio, è stato osservato che l’uso di social media tende a correlarsi con il rischio di sviluppare disturbi alimentari: le persone che spendono più di tre ore al giorno sui social sono due volte più propense a sviluppare tali disturbi, riflettendo la necessità di affrontare le conseguenze dannose dell’uso di social media[Fonte].
I filtri che alterano l’immagine corporea, ad esempio, possono perpetuare ideali estetici irrealistici, contribuendo a una dispercezione del proprio corpo e a un’accettazione distorta della realtà fisica. Gli esperti sottolineano come i social media siano strutturati per creare dipendenza, in particolare nei minorenni, con l’obiettivo di mantenerli costantemente connessi e esposti alla pubblicità. L’uso eccessivo di piattaforme social può portare a normatività dannose e a comportamenti disfunzionali, in particolare nei più giovani.
- Il 49% degli utenti di Instagram che seguono profili dedicati alla salute mostrano sintomi di anoressia nervosa.
- Il 50% degli uomini e il 70% delle donne ammettono di modificare le proprie immagini online.
- Il 50% dei partecipanti a uno studio ha cambiato la propria dieta in base a post sui social media.
Eventi come la Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta contro i disturbi del comportamento alimentare, e iniziative come l’e-book “Caro corpo, ti meriti l’estate” che offre un decalogo contro i disturbi alimentari durante il periodo estivo, evidenziano la crescente consapevolezza pubblica riguardo a questo problema e la necessità di azioni concrete per contrastarlo.
Tuttavia, la battaglia è lontana dall’essere vinta. I social media continuano a generare miliardi di entrate attraverso la pubblicità, spesso veicolando messaggi che, pur non essendo apertamente legati a disturbi alimentari, promuovono un’idea di corpo e di benessere che può alimentare l’insoddisfazione e condurre a comportamenti dannosi. L’aumento di casi di “depressione da social” è in crescita, così come altri problemi di salute mentale legati all’uso eccessivo e non regolamentato delle piattaforme digitali.
Bias cognitivi e la percezione distorta
La pressione sociale e gli ideali estetici irrealistici veicolati, in particolare, dai social media alimentano una serie di bias cognitivi che giocano un ruolo cruciale nell’insorgenza e nel mantenimento dei disturbi alimentari. I pazienti affetti da disturbi psichiatrici, inclusi quelli alimentari, presentano spesso bias attentivi, tendendo a focalizzare l’attenzione su specifici stimoli (come il cibo o il proprio corpo) o ad evitarli attivamente. Questi bias, uniti a pensieri distorti riguardo al peso e alla forma del corpo, conducono all’adozione di restrizioni alimentari severe e condotte compensatorie tipiche dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa.[Fonte]
Le alterazioni neuropsicologiche nei disturbi dell’alimentazione evidenziano come questi bias non siano semplici “errori” di pensiero, ma facciano parte di meccanismi più complessi che coinvolgono craving (desiderio intenso) ed evitamento cognitivo. Questo rende la lotta contro gli istinti e la negazione delle necessità fisiologiche una battaglia costante, che può portare a un progressivo ritiro sociale. Il cambiamento della percezione di sé, collegato all’uso dei social e alla nuova idea del bello, contribuisce ad alimentare questa dispercezione corporea.[Fonte]
“Nessuno ha una visione oggettiva del mondo. La nostra percezione della realtà, inclusa quella del nostro corpo, è filtrata dai nostri pensieri e dalle influenze esterne.” – Psicologo
Le persone con disturbi alimentari tendono a sovrastimare le dimensioni del proprio corpo e a giudicare se stesse, a volte esclusivamente, in base al peso e alla forma. Questo disturbo dell’immagine corporea è un criterio diagnostico fondamentale per l’anoressia e la bulimia nervosa, ed è considerato uno dei fattori prognostici negativi più importanti nel trattamento di questi disturbi.
Disturbo Alimentare | Caratteristiche |
---|---|
Anoressia Nervosa | Restrizione calorica severa, paura intensa di guadagnare peso. |
Bulimia Nervosa | Ritmo di abbuffate seguito da purghe. |
Binge Eating Disorder | Abbuffate senza purghe, spesso causa di sovrappeso. |
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Percorsi terapeutici: CBT, Mindfulness e immagine corporea
Affrontare i disturbi alimentari richiede un approccio terapeutico multiforme che consideri sia gli aspetti comportamentali che quelli cognitivi ed emotivi. La <a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://www.erickson.it/it/la-terapia-cognitivocomportamentale-dei-disturbi-dell-alimentazione”>terapia cognitivo-comportamentale (CBT) si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento dei disturbi alimentari, concentrandosi sulla modifica dei pensieri distorti e dei comportamenti disfunzionali legati al cibo e all’immagine corporea.[Fonte]
Studi sull’efficacia della CBT-E (CBT Enhanced) in adolescenti con anoressia nervosa hanno evidenziato miglioramenti significativi sull’immagine corporea e sugli esiti complessivi del trattamento. Accanto alla CBT, gli interventi basati sulla mindfulness stanno guadagnando sempre più spazio nel trattamento dei disturbi alimentari. La mindfulness, intesa come la capacità di prestare attenzione al momento presente in modo non giudicante, può aiutare i pazienti a sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri pensieri e sensazioni fisiche legati al cibo e al corpo.[Fonte]
“Il 38% dei giovani usa Internet per 4–6 ore al giorno, con un’incidenza di disturbi alimentari che si innalza esponenzialmente. ” – Studio recenti
Nell’Anoressia e Bulimia Nervosa, la mindfulness può contribuire a ridurre il rimuginio e a migliorare la relazione con il proprio corpo. Una branca specifica della mindfulness, il Bodyful Self Compassion (BSC), si rivela particolarmente efficace nelle situazioni in cui la dispercezione corporea è associata a disturbi del comportamento alimentare, promuovendo un atteggiamento di gentilezza e accettazione verso se stessi e il proprio corpo.
La complessità dei DCA: oltre il peso, una questione di carattere e società
Spesso, quando si parla di Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), l’attenzione tende a focalizzarsi eccessivamente sul peso e sull’aspetto fisico. Tuttavia, come sottolineano gli esperti, il segnale di allarme non è solo il peso. Chi si ammala di DCA spesso sperimenta un cambiamento profondo nel proprio carattere, diventando taciturno e inquieto a tavola, manifestando un ritiro sociale e una difficoltà nel relazionarsi con il cibo e con gli altri in contesti conviviali. I DCA sono disturbi mentali che si sviluppano in relazione alle abitudini alimentari, ma le loro radici sono profonde e affondano nel complesso intreccio tra fattori psicologici, sociali e biologici.
- Circa 3.000.000 di persone in Italia soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare.
- I DCA colpiscono circa il 5% della popolazione italiana.
Inoltre, l’influenza dei social media, come abbiamo visto, gioca un ruolo sempre più preponderante nel plasmare la percezione di sé e nel diffondere modelli di comportamento alimentare disfunzionali. I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE non si limitano esclusivamente al concetto di vanità o alla scelta di seguire una dieta; piuttosto rappresentano una battaglia profonda, in cui ci si confronta con bisogni primari negati e istinti contrastati, generando esiti che possono rivelarsi drammatici per il benessere sia fisico che psicologico.
L’approccio all’individuazione e al trattamento di tali disturbi richiede assolutamente sensibilità, accortezza ed educazione, così da superare senza indugi stereotipi fuorvianti. È importante ribadire che la possibilità di recupero esiste effettivamente: le esperienze raccontate dalle persone guarite sono molteplici; tuttavia questo richiede sempre un intervento terapeutico su misura insieme a uno slancio significativo da parte del soggetto colpito e il supporto attivo dei propri familiari.
Riflessioni sul corpo e sulla mente nell’era digitale
In un mondo sempre più digitalizzato, dove l’immagine è all’ordine del giorno e i social media dettano spesso i canoni estetici, riflettere sul rapporto che abbiamo con il nostro corpo diventa non solo importante, ma cruciale per la nostra salute mentale.
I bias di conferma sono applicabili all’immagine corporea; una persona con dispercezione corporea non solo crede di essere “troppo grassa” (o magra), ma cerca attivamente conferme a questa convinzione, ignorando qualsiasi evidenza contraria. Questo meccanismo perverso intrappola la persona in un circuito di auto-sabotaggio e rinforza i pensieri distorti.
“Coltivare l’autoconsapevolezza è un primo passo fondamentale per costruire una relazione più sana e compassionevole con noi stessi e con il nostro corpo.” – Esperto in psicologia
L’estate, con la sua maggiore esposizione dei corpi e l’enfasi sulle attività all’aperto, diventa un magnifico amplificatore di queste dinamiche. Siamo costantemente confrontati, osservati, giudicati, o crediamo di esserlo, e questo alimenta l’ansia e l’insoddisfazione per la nostra immagine. Vi invito a fermarvi un attimo e a osservare questa dinamica in voi stessi.
- Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA): condizioni patologiche caratterizzate da comportamenti alimentari disfunzionali.
- Anoressia Nervosa: disturbo alimentare caratterizzato da restrizione calorica e intensa paura di guadagnare peso.
- Bulimia Nervosa: caratterizzata da episodi di abbuffate seguiti da comportamenti di purgazione.