Benessere psicologico: nuovi fondi MUR per supporto CBT negli atenei italiani

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  • Il MUR ha stanziato 20 milioni di euro con l'Avviso Pro-ben 2024 per il benessere psicologico.
  • Nel 2023 erano già stati erogati circa 70 milioni di euro per il welfare studentesco.
  • L'Università di Padova riceve 1,6 milioni di euro per il progetto UNIST – HEALTH.
  • Il 52% degli studenti universitari sperimenta disagio psicologico legato all'ansia.
  • Quasi il 20% degli studenti riporta disturbi alimentari legati allo stress.

Un nuovo impulso per il benessere psicologico studentesco: I finanziamenti deL MUR

Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha annunciato l’erogazione di significative somme destinate a garantire il welfare psicologico degli studenti universitari. Si tratta infatti d’un argomento sempre più centrale nel contesto educativo attuale. Tale intervento si fa portavoce delle esigenze manifestatesi con urgenza negli ultimi anni; le difficoltà straordinarie hanno messo in evidenza fragilità emotive oltre a problemi legati alla salute mentale dei giovani. Nel corso del 2023 erano già stati erogati circa 70 milioni di euro, mostrando così la determinazione ministeriale nel fronteggiare queste problematiche emergenti. Di recente sono stati destinati ulteriori fondi pari a 20 milioni d’euro, attraverso l’‘Avviso Pro-ben 2024’, progettando interventi tangibili volti ad amplificare l’assistenza psicologica nonché la qualità del benessere emozionale nelle università.

Questa nuova assegnazione si integra con i precedenti fondi messi sul tavolo dal Fondo ordinario FFO pari a 35 milioni di euro che favoriscono situazioni inclusive per gli studenti: una mossa strategica volta al rafforzamento delle strutture esistenti come i punti informativi specificamente dedicati al supporto ma anche all’introduzione delle novità nei servizi offerti.

Cinque studenti universitari seduti in cerchio a conversare. L'immagine simboleggia il supporto e il dialogo nel contesto del benessere psicologico studentesco.
Finanziamenti per il 2024-25: Il Ministero ha stanziato 20.112.329,50 euro specificamente per sovvenzionare sportelli di ascolto e servizi dedicati al benessere psicologico degli studenti universitari.

L’obiettivo dichiarato è quello di consolidare pratiche virtuose, modelli operativi efficaci e strumenti innovativi per affrontare la fragilità emotiva, il disagio psicologico e contrastare le dipendenze, garantendo un impatto duraturo nel medio e lungo periodo. Le risorse dell’Avviso Pro-ben 2024, ammontanti a oltre 20 milioni di euro, rappresentano un ulteriore passo avanti, mirando a consentire il proseguimento e il potenziamento delle attività già avviate, amplificandone gli effetti benefici. Tale impegno finanziario si traduce in azioni concrete su diversi fronti. Parte dei fondi è stata assegnata a partenariati di atenei, come nel caso dell’Università di Padova, capofila di un progetto che ha ricevuto 1,6 milioni di euro complessivi, di cui 448. 866 euro destinati specificamente all’ateneo patavino. Questo progetto, denominato University Students Health (UNIST – HEALTH), prevede un ampio monitoraggio del benessere psicologico attraverso survey online, lo sviluppo di un’applicazione mobile per supportare gli studenti impegnati in percorsi clinici (con particolare attenzione a nuove dipendenze, disturbi d’ansia e depressione), e l’istituzione della figura dello “psychological health ambassador”, studenti-tutor formati per promuovere la salute mentale tra i propri pari.

A Padova, inoltre, saranno implementate azioni mirate per sostenere gli studenti con carriere accademiche in difficoltà, offrendo loro supporto psicologico e potenziando i servizi per gli studenti internazionali che provengono da contesti critici o emergenziali. Un altro partenariato guidato dall’Università della Calabria ha ottenuto un finanziamento di 1.675.776,49 euro nell’ambito dello stesso Avviso Pro-ben 2024, distribuendo le risorse tra diversi atenei e conservatori. L’Università della Calabria, in qualità di capofila, ha ricevuto 328.418,68 euro, mentre altri istituti, come il Conservatorio di Musica Alessandro Scarlatti di Palermo, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste e diverse università del sud Italia, hanno beneficiato di quote variabili del finanziamento. Queste risorse mirano a fornire risposte concrete a un disagio diffuso tra gli studenti, come sottolineato dalla Ministra Bernini, che ha evidenziato la necessità di non ignorare un fenomeno in crescita e di fornire risposte tangibili alle fragilità giovanili, aggravate dal periodo pandemico.

Ulteriori informazioni: Le singole Università e gli AFAM possono richiedere i finanziamenti destinati alla promozione del benessere psicofisico a partire dalle ore 12:00 del giorno 25 settembre 2024 e fino alle ore 12:00 del giorno 25 ottobre 2024.

L’obiettivo è creare un ambiente universitario che supporti gli studenti non solo nel loro percorso accademico, ma anche nel loro benessere psicofisico complessivo, offrendo strumenti e servizi per affrontare le sfide emotive e psicologiche. Malgrado le contestazioni espresse in precedenza sui presunti ridimensionamenti delle risorse destinate all’università nel 2024, le azioni specifiche orientate al miglioramento del benessere psicologico indicano chiaramente un impegno tangibile da parte del Ministero. Gli investimenti sono diretti sia ad ampliare le strutture già operative sia a favorire l’implementazione di strategie innovative per affrontare le questioni legate alla salute mentale degli studenti.

Cosa ne pensi?
  • Finalmente un passo avanti per la salute mentale degli studenti! 🎉......
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  • E se il problema fosse la struttura stessa del sistema universitario? 🤯......

La rilevanza della Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) e le sue possibili applicazioni nei corsi universitari

All’interno dell’ampio dominio delle pratiche terapeutiche psicologiche, Cognitive Behavioural Therapy (CBT) risplende come un metodo notoriamente accolto e appoggiato dalla comunità scientifica. Questa modalità si è rivelata estremamente competente per il trattamento di diverse problematiche psichiche, comprese l’ansia, la depressione sino all’Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD). Il consenso riguardo alla sua efficienza trova sostegno in molteplici ricerche empiriche oltre a rilevanti meta-analisi che evidenziano non solo la prontezza nei risultati, ma anche l’effettiva durata delle sue conseguenze benefiche. Fondandosi su fondamenta teoriche robuste, la CBT si dedica ad analizzare le dinamiche esistenti tra pensieri, emozioni e azioni quotidiane; supportando le persone nel riconoscere e alterare quei modelli cognitivi disfunzionali assieme a comportamenti inefficaci responsabili della perpetuazione del malessere mentale. La potenzialità d’intervento diventa così un autentico tesoro all’interno dei percorsi formativi superiori; infatti, è qui che i giovani accademici scontano intensi livelli di stress legato agli studi, paura dell’insuccesso sociale, difficoltà relazionali ed obblighi profusi concernenti il futuro.

Statistiche chiave:
  • Il 52% degli studenti universitari sperimenta disagio psicologico legato all’ansia e allo stress.
  • Quasi il 20% degli studenti riporta disturbi alimentari.
  • Un’alta percentuale di studenti soddisfa i criteri per una diagnosi di abuso di alcol.

In questo scenario, l’integrazione di approcci basati sulla CBT nei servizi di supporto psicologico offerti dalle università potrebbe rivelarsi strategicamente vantaggiosa. La CBT, anche in formati abbreviati, si è dimostrata efficace nel ridurre i sintomi di depressione e stress negli studenti universitari. Le tecniche comportamentali e cognitive utilizzate nella CBT possono aiutare gli studenti ad aumentare la consapevolezza dei propri processi interni, sviluppando strategie di coping più efficaci per gestire lo stress e affrontare le sfide accademiche e sociali. Ad esempio, la CBT-I (CBT per l’insonnia) utilizza tecniche specifiche per migliorare la qualità del sonno, un aspetto fondamentale spesso compromesso dallo stress universitario. Parallelamente, la psicoterapia in generale può aiutare gli studenti a gestire la pressione accademica, migliorare le capacità di gestione del tempo e navigare situazioni sociali complesse.

I finanziamenti recentemente stanziati dal MUR per il benessere psicologico studentesco offrono un’opportunità concreta per implementare o potenziare servizi basati su evidenze scientifiche come la CBT. Tali risorse potrebbero essere impiegate per finanziare sportelli di ascolto che integrino principi e tecniche di CBT, per sviluppare programmi di intervento basati sulla CBT (anche online, come suggerito dalla crescente diffusione di chatbot per la salute mentale) e per formare personale qualificato in grado di erogare questi servizi.

Obiettivo della CBT: Promuovere una cultura della prevenzione, insegnando agli studenti competenze e strategie per gestire lo stress e le difficoltà prima che si trasformino in disturbi conclamati. La CBT, ovvero la terapia cognitivo-comportamentale, si rivela estremamente efficace nel ridurre il rischio di sviluppare disturbi d’ansia e PTSD, in particolare immediatamente dopo aver vissuto esperienze potenzialmente traumatiche. Questo dato pone l’accento sull’importanza di adottare strategie d’intervento precoce ispirate alla CBT: tali metodologie potrebbero effettivamente migliorare la salute mentale a lungo termine degli studenti universitari. Pertanto, una maggiore integrazione della CBT nei programmi dedicati al benessere psicologico nelle università rappresenta non solo un investimento in un metodo già validato, ma anche una misura scalabile. Essa fornisce ai discenti risorse pratiche essenziali per affrontare con resilienza e iniziativa le difficoltà emotive che possono sorgere durante il loro percorso accademico.

Prospettive innovative per la protezione dal trauma psicologico nel contesto universitario: l’apporto della CBT

L’ambiente universitario, pur essendo un luogo di crescita e opportunità, può esporre gli studenti a esperienze potenzialmente stressanti e persino traumatiche, che vanno oltre la mera pressione accademica. Eventi come fallimenti significativi, isolamento sociale, difficoltà economiche improvvise, o l’esposizione a episodi di violenza o discriminazione, possono avere un impatto profondo sulla salute mentale e portare allo sviluppo di disturbi correlati al trauma e allo stress. La psicotraumatologia, una disciplina che si concentra sull’indagine e il trattamento delle reazioni a situazioni traumatiche, offre strumenti concettuali e operativi fondamentali per comprendere e affrontare queste dinamiche in ambito universitario. È importante sottolineare che non tutte le esperienze stressanti si traducono in un trauma psicologico conclamato; tuttavia, l’esposizione ad eventi soverchianti può interrompere il normale processo di elaborazione dell’informazione da parte del cervello, portando al “congelamento” dell’esperienza nella sua forma ansiogena originale e alla persistenza di sintomi anche a distanza di tempo. Analizzare il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) insieme al Disturbo Acuto da Stress (ASD) ci conduce verso una delle aree più approfondite nella ricerca sugli eventi traumatici. Tuttavia, non possiamo trascurare l’importanza dei traumi complessi o cumulativi: questi sono frequentemente connessi a situazioni interpersonali reiterate o ad esposizioni estese a minacce costanti. Le conseguenze derivanti possono essere molto incisive sulla personalità e sulla gestione delle emozioni.

In ambiti dinamici ed eterogenei come quello universitario, dove la probabilità d’incorrere in tali problematiche aumenta considerevolmente, diventa imperativo promuovere meccanismi di prevenzione e intervento immediato. In questo contesto emerge l’importanza della Trauma-Focused Cognitive Behavioral Therapy (TF-CBT). Questo modello terapeutico rappresenta un adattamento specifico della CBT pensato per rispondere alle conseguenze derivanti dal trauma stesso. La TF-CBT si configura come un intervento ben organizzato ed evidence-based; studi hanno confermato la sua efficacia nella gestione dei sintomi relativi all’ASD oltre alla capacità di limitare il rischio di svilupparne uno cronico quale il PTSD, particolarmente quando viene implementata prontamente dopo l’accadimento traumatico.

Approccio TF-CBT: Integra principi cognitivo-comportamentali, sistemici, dell’attaccamento e umanistici, lavorando su diverse componenti come la psicoeducazione, le tecniche di rilassamento e regolazione emotiva, l’elaborazione cognitiva e narrativa del trauma, e l’esposizione.
Illustrazione di un campus universitario con studenti che leggono, studiano e interagiscono all'aperto. L'immagine evoca un ambiente accademico dinamico e socialmente attivo, ma che può essere anche fonte di stress e sfide emotive.

Nel contesto universitario, l’implementazione di programmi basati sulla TF-CBT potrebbe offrire agli studenti strumenti per riconoscere e gestire le proprie risposte a eventi potenzialmente traumatici, promuovendo l’elaborazione adattiva dell’esperienza e riducendo il rischio di sviluppare esiti psicopatologici a lungo termine. I finanziamenti del MUR per il benessere studentesco potrebbero essere direzionati verso la formazione di personale universitario qualificato in TF-CBT, l’istituzione di percorsi di intervento precoce per studenti identificati a rischio dopo aver vissuto eventi stressanti, e lo sviluppo di risorse informative basate sui principi della TF-CBT per aumentare la consapevolezza sul trauma e le strategie di coping. In aggiunta alla Terapia Cognitivo Comportamentale Focalizzata sul Trauma (TF-CBT), si rendono disponibili ulteriori metodi scientificamente provati, quali l’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR), insieme ad approcci corporei come la Psicoterapia Sensomotoria. Questa diversificazione metodologica ha lo scopo primario di sviluppare un contesto universitario capace non solo di sostenere quegli studenti già colpiti dalle ripercussioni del trauma, ma anche di adottare una strategia preventiva efficace. È essenziale dotare gli allievi delle abilità necessarie per affrontare le difficoltà della vita ed incentivare così la loro resilienza psichica.

Un significativo impegno volto a tutelare i giovani dai traumi mentali nell’ambiente accademico implica l’introduzione sistematica di pratiche comprovate, come nel caso della Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), oltre ovviamente alla menzionata Terapia Cognitivo Comportamentale Focalizzata sul Trauma (TF-CBT). Ciò costituisce una vera e propria scommessa sul futuro degli studenti stessi e sulla vitalità collettiva del benessere psichico dell’intera comunità universitaria.

La complessità del benessere psicologico universitario: Oltre i finanziamenti e le terapie

Il tema del benessere psicologico degli studenti universitari si rivela, a uno sguardo più attento, intessuto di una complessità che trascende la mera disponibilità di finanziamenti o l’efficacia di specifiche terapie. È un paesaggio umano in continua trasformazione, attraversato da correnti profonde che influenzano l’esperienza individuale e collettiva. Pensiamo a quelle carriere accademiche che, per ragioni inarticolate, si arrestano, lasciando gli studenti in un limbo di frustrazione e silenzio. O ai percorsi degli studenti internazionali, portatori di storie che a volte si perdono in scenari di emergenza globale, richiedendo un supporto che sappia cogliere le sfumature di un vissuto complesso.

I finanziamenti del MUR, come quelli destinati a progetti come UNIST – HEALTH, sono senza dubbio un ponte gettato verso la possibilità, un’apertura concreta che permette di immaginare nuovi orizzonti di supporto. Permettono di monitorare, di delineare attraverso survey il profilo del disagio, di innovare con strumenti digitali come le app, di abilitare figure come gli “psychological health ambassador” che si fanno portavoce del benessere tra i pari. Ma l’efficacia ultima di queste iniziative risiede nella loro capacità di incarnarsi nella realtà quotidiana degli atenei, di dialogare con le specifiche esigenze delle diverse comunità studentesche.

CBT e il suo potenziale: La CBT e la TF-CBT, con la loro solidità scientifica e praticità, offrono un linguaggio comune, un insieme di strumenti che possono essere declinati in molteplici contesti.
Tre studentesse universitarie vicine a un grande banner azzurro con la scritta 'Mental Health!' e loghi di organizzazioni di salute mentale. L'immagine comunica l'importanza di sensibilizzare sul benessere mentale nella comunità universitaria.

La nozione base della psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano profondamente le nostre emozioni e i nostri comportamenti. In un contesto universitario, questo si traduce nella possibilità di aiutare gli studenti a riconoscere come pensieri disfunzionali legati all’ansia da prestazione (“se non prendo 30 all’esame, sono un fallito”) possano generare forte stress e comportamenti di evitamento. Una nozione più avanzata, esplorata nella psicotraumatologia, riguarda la dissociazione strutturale della personalità, che si manifesta come conseguenza di traumi complessi e ripetuti. Comprendere come gli eventi passati possano frammentare l’esperienza del sé e influenzare le relazioni presenti è cruciale per offrire un supporto mirato e non giudicante. Questi finanziamenti e queste terapie ci invitano a una riflessione personale: quanto siamo consapevoli dei pensieri che navigano nella nostra mente e delle loro ripercussioni emotive? Quanto siamo disposti a guardare in faccia le esperienze che ci hanno segnato, non per rimanervi ancorati, ma per comprenderle e integrandole nel nostro percorso?

Conclusione: La possibilità di accedere a risorse destinate al benessere psicologico in università non è solo una questione di accesso a servizi, ma anche un invito a un dialogo interiore, un pungolo verso la crescita.

È l’occasione per smettere di rincorrere l’emergenza e iniziare a costruire le condizioni per una fioritura più piena, sia a livello individuale che collettivo.


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